di Hammer. Le foto satellitari dei siti bombardati a corredo di questo articolo sono state prese dall'archivio della George Washington University.
Il 7 agosto del 1998 al Qaeda attaccò con dei camion bomba le ambasciate statunitensi a Dar es Salaam, in Tanzania, e a Nairobi, in Kenya. La risposta americana agli attacchi non si fece attendere e il 20 agosto dello stesso anno le forze statunitensi condussero un attacco missilistico contro un industria farmaceutica legata ad al Qaeda a Karthum, in Sudan, e contro alcuni campi di addestramento in Afghanistan: una di tali sedi veniva regolarmente frequentata da bin Laden e quindi l'attacco aveva anche lo scopo di uccidere proprio terrorista saudita. L'operazione fu denominata Operation Infinite Reach.
Le fonti che abbiamo utilizzato per la nostra ricerca sono gli articoli del New York Times Post Look at the Place! Sudan Says, 'Say Sorry,' but U.S. Won't di Marc Lacey del 20 ottobre 2005 e To Bomb Sudan Plant, or Not: A Year Later, Debates Rankle di James Risen del 27 ottobre 1999, gli articoli CIA Trained Pakistanis to Nab Terrorist But Military Coup Put an End to 1999 Plot, pubblicato sul Washington Times da Bob Woodward e Thomas E. Ricks il 3 ottobre 2001; Inside the Ring, pubblicato da Bill Gertz il 18 settembre 2009 sul Washington Post e U.S. missiles pound targets in Afghanistan, Sudan di Jamie McIntyre and Andrea Koppel pubblicato dalla CNN il 21 agosto 1998.
Oltre a questi abbiamo consultato i libri Ghost Wars: The Secret History of the CIA, Afghanistan, and Bin Laden, from the Soviet Invasion to September 10, 2001 di Steve Coll, The Osama bin Laden I Know di Peter Bergen, Taliban di Ahmed Rashid e la dichiarazione dell'ex Segretario alla Difesa William Cohen alla 9/11 Commission.
I campi di addestramento di al Qaeda oggetto dell'attacco in Afghanistan furono quattro, tutti nelle vicinanze di Kandahar. Uno di questi, chiamato Zhawar Kili al-Badr, veniva spesso utilizzato da bin Laden per organizzare incontri con i vertici di al Qaeda. Un summit era previsto proprio per il 20 di agosto, ma nonostante lo sforzo militare americano Osama non era presente al momento del bombardamento. Secondo quanto riportato da Coll, Osama era effettivamente presente a Zhawar Kili al-Badr il giorno dell'attacco ma lasciò la sede poche ore prima del bombardamento; al contrario secondo quanto riportato da Gertz, nei giorni immediatamente precedenti il leader di al Qaeda avrebbe cautelativamente cancellato l'incontro previsto per il 20 agosto dopo che Mohammed Sadeeq Odeh, uno dei leader di al Qaeda che avrebbe dovuto parteciparvi, fu arrestato in Pakistan.
L'attacco contro le quattro basi afghane fu condotto con 66 missili cruise lanciati da navi da guerra posizionate nel Mar Arabico. La scelta usare solo missili e di non impiegare forze umane fu ovviamente dettato dalla volontà di non rischiare la vita dei propri militari. Il numero di morti causati dall'attacco non è mai stato chiarito: secondo il giornalista pakistano Ahmed Rashid furono circa 30, mentre il membro di al Qaeda Nasser al-Bahri ha sostenuto che le vittime furono solo 6.
Lo stesso giorno e secondo le stesse modalità un simile attacco fu condotto contro l'industria farmaceutica Al-Shifa, a Khartoum, in Sudan. L'intelligence americana riteneva, come dichiarato da William Cohen, che vi fossero forti evidenze del fatto che Al-Shifa lavorasse alla creazione di armi chimiche, specificatamente gas nervini, per al Qaeda. Tuttavia l'anno seguente il Bureau of Intelligence and Research condusse un'indagine per chiarire se vi fossero effettivamente prove sufficienti e concluse che gli indizi in tal senso erano in realtà molto deboli. L'attacco fu condotto con il lancio di 13 missili cruise lanciati da navi da guerra posizionate nel Mar Rosso; il bilancio fu di un morto e dieci feriti, e ovviamente i danni prodotti ebbero un effetto nefasto sulla disponibilità di medicinali in Sudan.
Dopo quasi vent'anni i punti oscuri su quanto avvenuto quel giorno sono ancora molti e a distanza di tanto tempo sembra molto improbabile che vengano mai chiariti.
Il 7 agosto del 1998 al Qaeda attaccò con dei camion bomba le ambasciate statunitensi a Dar es Salaam, in Tanzania, e a Nairobi, in Kenya. La risposta americana agli attacchi non si fece attendere e il 20 agosto dello stesso anno le forze statunitensi condussero un attacco missilistico contro un industria farmaceutica legata ad al Qaeda a Karthum, in Sudan, e contro alcuni campi di addestramento in Afghanistan: una di tali sedi veniva regolarmente frequentata da bin Laden e quindi l'attacco aveva anche lo scopo di uccidere proprio terrorista saudita. L'operazione fu denominata Operation Infinite Reach.
Le fonti che abbiamo utilizzato per la nostra ricerca sono gli articoli del New York Times Post Look at the Place! Sudan Says, 'Say Sorry,' but U.S. Won't di Marc Lacey del 20 ottobre 2005 e To Bomb Sudan Plant, or Not: A Year Later, Debates Rankle di James Risen del 27 ottobre 1999, gli articoli CIA Trained Pakistanis to Nab Terrorist But Military Coup Put an End to 1999 Plot, pubblicato sul Washington Times da Bob Woodward e Thomas E. Ricks il 3 ottobre 2001; Inside the Ring, pubblicato da Bill Gertz il 18 settembre 2009 sul Washington Post e U.S. missiles pound targets in Afghanistan, Sudan di Jamie McIntyre and Andrea Koppel pubblicato dalla CNN il 21 agosto 1998.
Oltre a questi abbiamo consultato i libri Ghost Wars: The Secret History of the CIA, Afghanistan, and Bin Laden, from the Soviet Invasion to September 10, 2001 di Steve Coll, The Osama bin Laden I Know di Peter Bergen, Taliban di Ahmed Rashid e la dichiarazione dell'ex Segretario alla Difesa William Cohen alla 9/11 Commission.
I campi di addestramento di al Qaeda oggetto dell'attacco in Afghanistan furono quattro, tutti nelle vicinanze di Kandahar. Uno di questi, chiamato Zhawar Kili al-Badr, veniva spesso utilizzato da bin Laden per organizzare incontri con i vertici di al Qaeda. Un summit era previsto proprio per il 20 di agosto, ma nonostante lo sforzo militare americano Osama non era presente al momento del bombardamento. Secondo quanto riportato da Coll, Osama era effettivamente presente a Zhawar Kili al-Badr il giorno dell'attacco ma lasciò la sede poche ore prima del bombardamento; al contrario secondo quanto riportato da Gertz, nei giorni immediatamente precedenti il leader di al Qaeda avrebbe cautelativamente cancellato l'incontro previsto per il 20 agosto dopo che Mohammed Sadeeq Odeh, uno dei leader di al Qaeda che avrebbe dovuto parteciparvi, fu arrestato in Pakistan.
L'attacco contro le quattro basi afghane fu condotto con 66 missili cruise lanciati da navi da guerra posizionate nel Mar Arabico. La scelta usare solo missili e di non impiegare forze umane fu ovviamente dettato dalla volontà di non rischiare la vita dei propri militari. Il numero di morti causati dall'attacco non è mai stato chiarito: secondo il giornalista pakistano Ahmed Rashid furono circa 30, mentre il membro di al Qaeda Nasser al-Bahri ha sostenuto che le vittime furono solo 6.
Lo stesso giorno e secondo le stesse modalità un simile attacco fu condotto contro l'industria farmaceutica Al-Shifa, a Khartoum, in Sudan. L'intelligence americana riteneva, come dichiarato da William Cohen, che vi fossero forti evidenze del fatto che Al-Shifa lavorasse alla creazione di armi chimiche, specificatamente gas nervini, per al Qaeda. Tuttavia l'anno seguente il Bureau of Intelligence and Research condusse un'indagine per chiarire se vi fossero effettivamente prove sufficienti e concluse che gli indizi in tal senso erano in realtà molto deboli. L'attacco fu condotto con il lancio di 13 missili cruise lanciati da navi da guerra posizionate nel Mar Rosso; il bilancio fu di un morto e dieci feriti, e ovviamente i danni prodotti ebbero un effetto nefasto sulla disponibilità di medicinali in Sudan.
Dopo quasi vent'anni i punti oscuri su quanto avvenuto quel giorno sono ancora molti e a distanza di tanto tempo sembra molto improbabile che vengano mai chiariti.
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