di Paolo Attivissimo, con il contributo di ZeusBlue e SirEdward. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
E' da poco terminata la prima di
Zero, il film di Giulietto Chiesa e Franco Fracassi, presentato alla Festa del Cinema di Roma. Ecco alcuni appunti a caldo, ai quali seguirà un commento più dettagliato.
Chi fosse interessato a una recensione del libro "
Zero - perché la versione ufficiale sull'11/9 è un falso" trova
qui quella di Henry62.
In sintesi
- Tutto qui? Nessuna novità di rilievo; nessuna rivelazione, nessun dato nuovo. Le teorie esposte sono le solite già viste e sbufalate.
- Per contro, sono sorprendentemente assenti molti di quelli che fino a poco tempo fa erano strombazzati come prove primarie della cospirazione: il Volo 93 e il WTC7. Il primo è completamente ignorato; il secondo riceve solo una citazione di striscio.
- Molti spezzoni sono copiati da altri video complottisti, ripetendone anche gli errori.
- Alcune immagini sono state truccate accelerandole per renderle impossibili.
- Gli autori si sono inventati le difese antiaereo del Pentagono, ricorrendo ad un'animazione presa di peso dai cartoni giapponesi.
- Sono stati deliberatamente omessi tutti i testimoni che confermano l'impatto del Volo 77 al Pentagono.
- Dario Fo ridacchia intanto che descrive la morte dei passeggeri a bordo degli aerei.
- Il foro al Pentagono è dichiarato largo cinque metri, eppure il video stesso mostra, per pochi fotogrammi, le immagini che presentano lo squarcio intero: quello largo 35 metri.
- Il video presenta ricostruzioni degli eventi che si contraddicono a vicenda e chiede allo spettatore di trattare entrambe come verità; ma come si fa, se sono incompatibili fra loro? Non possono essere vere entrambe.
- Nessuna delle persone presentate a sostegno delle teorie alternative è esperta di settore.
- Con un budget dichiarato di 500.000 euro, si poteva fare molto, ma molto di più per studiare le vere zone grigie dell'11/9, invece di presentare una rifrittura di roba altrui e di teorie abbandonate persino da molti complottisti.
In dettaglio
Il primo dato importante è la sostanziale
assenza di novità. Chi si attendeva grandi rivelazioni resterà deluso. Praticamente tutte le affermazioni e le immagini mostrate da
Zero erano già state presentate da altri video complottisti: ritroviamo persino lo stesso spezzone del "generale" Stubblebine usato da Massimo Mazzucco in
Inganno Globale, insieme alla solite dichiarazioni di Steven Jones, Kevin Ryan, William Rodriguez e altri esponenti delle teorie alternative.
Certo, ci sono dichiarazioni di vari personaggi, da Gore Vidal a Barbara Honegger, ma tutte improntate a un
"ho sentito dire che... pare che...". Di fonti tecniche nuove, nemmeno l'ombra. Anche le testimonianze dirette sono praticamente assenti. A parte il pompiere Louie Cacchioli (che non dice nulla di complottistico), i protagonisti veri dell'11/9 non ci sono. Al loro posto ci sono persone che raccontano una loro versione di eventi ai quali non hanno neppure partecipato.
Troviamo ancora i crolli "troppo veloci" delle Torri Gemelle, ancora le pozze di metallo fuso, di cui però manca ogni immagine vera o fabbricata, a parte un paio di fugaci, oserei direi quasi imbarazzati, fotogrammi del cosiddetto "meteorite": un blocco di materiale che i complottisti dicono essere metallo fuso, mentre è in realtà cemento e macerie pressate, come descritto nel documentario di debunking
Misteri da vendere.
Troviamo ancora la versione tagliata ad arte del crollo del WTC7, in cui manca la fase iniziale per farlo sembrare più rapido. Ma questo è l'unico riferimento a quello che era stato definito dai complottisti e dallo stesso Giulietto Chiesa uno degli elementi di prova più schiaccianti.
C'è stato chiaramente un cambiamento d'idea in corso d'opera. Cambiamenti di questo genere portano a una considerazione: se Chiesa e Fracassi si sono sbagliati su aspetti così centrali delle loro teorie, non è che magari hanno preso una cantonata anche sul resto?
L'assenza del WTC7 causerà non pochi malumori fra i complottisti, che si chiederanno il motivo di quest'omissione, ma è particolarmente ironica se si considera che una delle principali contestazioni complottiste è il fatto (vero) che il WTC7 non è menzionato nel Rapporto della Commissione 11/9 (è descritto abbondantemente nei rapporti tecnici). Cosa diranno allora di
Zero, che fa la stessa omissione?
Spicca inoltre la
totale assenza di riferimenti al Volo 93. Le ragioni che hanno portato a quest'omissione non sono chiare e non sono state indicate neppure nelle risposte date dagli autori durante il dibattito seguito al film.
Si tratta di un copione decisamente già visto, insomma, e decisamente poco originale se si considera il costo dell'operazione
Zero, dichiarato pari a 500.000 euro.
C'è anche, specialmente negli interventi giullareschi di Dario Fo, una fastidiosa
mancanza di rispetto verso i morti dell'11 settembre. Teorie alternative o ufficiali poco importa: i passeggeri dei voli sono morti secondo ogni versione degli eventi, eppure Fo si mette a dileggiarne la morte, specialmente quando mima l'impatto al Pentagono e si fa beffe dei 53 passeggeri del Volo 77 dicendo che l'aereo s'è comportato come una libellula. Una mimica resa ancora più imbarazzante dalla presenza in sala, accanto agli autori, di Robert McIlvaine, padre di una delle vittime delle Torri Gemelle.
Non mi soffermerò qui sulle ipotesi fatte da
Zero, perché per ammissione dei suoi autori, il video
non ha una versione alternativa da proporre. Solo un collage di dubbi, opinioni e affermazioni che si contraddicono (bin Laden è un'invenzione, bin Laden esiste; i dirottatori arabi c'erano e si ubriacavano, i dirottatori arabi non c'erano perché mancano dalle liste dei passeggeri). Un po' poco, visto lo sforzo. Almeno
Loose Change se l'era cavata spendendo 6000 dollari.
Mi limiterò quindi a elencare alcune affermazioni riguardanti
fatti che contengono errori che chiunque può verificare. Il film è una vera
compilation di errori, manipolazioni e distorsioni che Undicisettembre raccoglierà in un libro scaricabile gratuitamente e intitolato
Zerobubbole. Ecco qualche rapida anteprima di questi errori.
Prime Zerobubbole
Il foro al Pentagono, secondo Zero, è ancora largo cinque metri. Lo squarcio di trentacinque metri al piano terra, dove fra una colonna divelta e l'altra sono scomparsi muri e finestre, prima del crollo della facciata, per gli autori di
Zero semplicemente non esiste.
Cinquecentomila euro, e nessuno spende un soldo per comperare un righello e fare due misure su una fotografia della facciata che non sia quella solita con lo squarcio coperto dal getto dell'idrante? Che so, una foto come questa?
O questa?
Indubbiamente, se si ignorano i fatti o si fa disinvoltamente finta di ignorarli, è molto facile creare misteri dove non ce ne sono.
Kevin Ryan, uno dei testimoni chiave di
Zero per il comportamento dell'acciaio delle Torri Gemelle, è secondo gli autori un
"ex manager della Underwriters Laboratories". Un incarico di indubbio prestigio. Ma
questo è semplicemente falso, come conferma lo stesso Ryan sul proprio sito, ed è lo stesso errore che compare nel video
Confronting the Evidence. Gli autori di
Zero hanno copiato, insomma, e copiato male.
Kevin Ryan non è mai stato manager della Underwriters Laboratories e non si è mai occupato di acciaio: faceva i controlli di potabilità dell'acqua presso un'assai meno prestigiosa società subappaltatrice, come documentato in
questo articolo. La sua competenza in metallurgia è quindi... zero.
Le animazioni dell'impatto al Pentagono contengono un altro errore grossolano. Mostrano che durante l'impatto,
l'aereo entra ed esce dai vari anelli della struttura dell'edificio fino a fermarsi al terzo. Ma questo è semplicemente falso, perché (come si può notare semplicemente esaminando le foto o le planimetrie pubblicamente disponibili dell'edificio) l'aereo ha colpito il piano terra del Pentagono, e
nei tre anelli esterni il piano terra e il primo piano sono una struttura unica, senza corridoi a cielo aperto. Con questo errore, la dinamica dell'impatto al Pentagono diventa impossibile, e questo ovviamente fa molto comodo alle tesi degli autori di
Zero.
Ma la reale struttura del Pentagono è un fatto facilmente verificabile nella documentazione pubblica (nel
Pentagon Building Performance Report, per esempio, dal quale è tratta la sezione mostrata qui sotto) o con una visita guidata all'edificio (sì, è possibile farla), e commettere un errore grossolano di questo genere dimostra il bassissimo livello di rigore e la superficialità del lavoro svolto da Giulietto Chiesa e Franco Fracassi
.
Alcune immagini di Zero sono state truccate accelerandole per farle sembrare impossibili. Mi riferisco, in particolare, ai crolli delle Torri Gemelle e alla virata dell'aereo prima di colpire il Pentagono: seguendo fedelmente
l'esempio di Mazzucco, l'animazione della virata è stata accelerata, perché in realtà dura oltre due minuti. In
Zero, dura pochi secondi e sembra quindi spettacolarmente acrobatica.
Una delle più notevoli perle di Zero riguarda le difese antiaeree del Pentagono: Chiesa e Fracassi affermano che il Pentagono è dotato di batterie di missili che abbattono automaticamente qualunque velivolo non amico che entri nel suo spazio aereo. Una situazione un tantinello rischiosa, considerato che a 1200 metri c'è l'aeroporto Reagan e un errore costerebbe la vita dei passeggeri, ma lasciamo stare.
Gli autori di Zero mostrano forse delle foto di queste asserite batterie di missili? No, perché non ne hanno, per la semplice ragione che queste batterie non esistono, per le ragioni dettagliate qui. Ma non c'è problema: gli animatori di Zero s'inventano un'animazione di queste batterie che sembra tratta da una brutta puntata di Mazinga. Si lamentano che non c'è un filmato dell'impatto al Pentagono, però quando si tratta di "provare" le loro tesi, va bene anche un cartone animato.
Nel video di Chiesa e Fracassi, inoltre, mancano completamente i numerosissimi testimoni che hanno visto con i propri occhi un aereo di linea avvicinarsi al Pentagono e colpirlo. In compenso, si perdono interi minuti a parlare di un passaporto di un dirottatore che è sopravvissuto all'impatto al WTC, "dimenticando" di dire che allo stesso impatto sono sopravvissuti anche molti altri pezzi altrettanto fragili d'aereo, come cuscini, giubbetti salvagente e persino parti dei cadaveri dei passeggeri. Non sono bruciati perché sono finiti in strada, lontano dagli incendi delle Torri Gemelle, quando gli aerei hanno trapassato gli edifici.
Il passaporto di Satam al Suqami.
Un cuscino di sedile del Volo 11, trovato ad Albany Street. Credit: Peter Burke.
Un giubbetto di salvataggio e un cuscino del Volo 11. Dal rapporto MCEER, Volume 2.
Effetti personali di CeeCee Lyles sopravvissuti allo schianto del Volo 93. Immagine tratta dagli atti del processo Moussaoui.
La patente di John Talignani, rimasta quasi intatta dopo la distruzione del Volo 93. Immagine tratta dagli atti del processo Moussaoui.
Secondo
Zero,
al Pentagono non c'è "DNA arabo", per usare la dizione abbastanza curiosa dei suoi autori, quasi che il DNA avesse una nazionalità. Ma i fatti raccontano una storia ben diversa: al Pentagono è stato identificato il DNA di tutti i passeggeri, tranne cinque, per i quali non è stato trovato alcun riscontro nei campioni di DNA forniti dai familiari delle vittime. Di questi cinque DNA non identificati, due sono molto simili, come fra fratelli (
fonte, pag. 83). E guarda caso, i dirottatori del Volo 77 erano cinque, e due di loro erano fratelli.
Sempre secondo
Zero,
i dirottatori sarebbero ancora vivi: ma gli autori del video si guardano bene dal mostrare le foto delle persone che si sono dichiarate ancora vive, perché se lo facesse, salterebbe fuori che queste persone non somigliano affatto a quelle indicate dall'FBI: sono semplicemente omonimi, come spiega
Der Spiegel.
Per esempio, questo è l'Abdulaziz Alomari indicato dall'FBI come dirottatore morto:
E questo è l'Abdulaziz Alomari che risulta ancora vivo:
Notate la somiglianza? No, vero? Infatti sono due persone differenti. Lo stesso vale per gli altri dirottatori "ancora vivi", come riassunto chiaramente da
Screw Loose Change.
Ma la falla logica fondamentale di
Zero è molto più semplice di questi dettagli la cui verifica richiede tempo e pazienza (e che i debunker riescono a fare, guarda un po', senza buttar via mezzo milione di euro). La falla è
l'assoluta stupidità della cospirazione che emergerebbe dalle "prove"
presentate.
Abbiamo, secondo
Zero, una messinscena nella quale:
- si lascia che i dirottatori morti ricompaiano disinvoltamente vivi poco dopo;
- per far credere che un aereo largo 38 metri ha colpito il Pentagono si fa un foro di cinque metri usando qualcos'altro (tanto chi vuoi che se ne accorga);
- ai dirottatori viene creata una falsa identità che li dipinge come veri cialtroni dell'aria, invece di crearne una più plausibile nella quale sono piloti provetti;
- si fanno fare agli aerei manovre impossibili, sperando che nessun pilota si accorga della cosa;
- al WTC si usano due aerei di linea; a Shanksville si usa un aereo di linea; ma al Pentagono no, tanto per cambiare un po': si usa un missile, o un caccia, sperando ovviamente che nessuno passi di lì con una fotocamera o una telecamera e si accorga della trascurabile differenza che passa fra un missile e un aereo di linea.
Alla luce dei fatti, delle manipolazioni e degli errori che contiene, e per la sua carenza di novità e la scarsissima solidità del suo impianto probatorio, il voto che spetta a questo video è già espresso dal suo titolo e rispecchia le probabilità che ha questo collage di contraddizioni di ispirare una nuova commissione d'inchiesta sull'11 settembre, come dice di auspicare Giulietto Chiesa. Zero.
Il dibattito
Viste le richieste dei lettori nei commenti qui sotto, ecco la trascrizione esatta delle domande che ho rivolto a Chiesa e Fracassi, con le loro risposte:
PA: Buonasera, Paolo Attivissimo, giornalista della radiotelevisione svizzera. Film molto interessante. Ho alcune domande, ne faccio una sola giusto per stimolare il dibattito. Abbiamo visto inizialmente che i terroristi prima non c'erano perché mancava il DNA, poi si è speso mezzo film per dire che i terroristi c'erano. Poi abbiamo visto che Bin Laden è un'invenzione della CIA, poi abbiamo visto che Bin Laden in realtà esiste. La prima domanda è: qual è la versione giusta? La seconda è: abbiamo dei fori al Pentagono che vengono dichiarati larghi 5 metri, quando sono, basta prendere un righello e una fotografia, larghi 35. Perché quella foto non è stata mostrata? Queste sono le prime domande che mi vengono in mente, ce ne sono molte altre, comincerei con questa.
FRACASSI: Allora, ringrazio intanto per la domanda, perché vuol dire che ha seguito il film... sono molto onorato di questo. Allora, in effetti in questo film io credo che ci siano meno contraddizioni di quelle che dica il signor Attivissimo, però lo sforzo che abbiamo cercato di fare, io do una risposta più generale, se mi metto ad addentrarmi in ogni particolare, poi credo che alla fine diventa una cosa più da azzeccagarbugli che da... diciamo situazione come questa in un festival. Quello che noi abbiamo cercato di fare è stato cercare di andare alla fonte delle informazioni, abbiamo cercato di intervistare... insomma avete visto tutte le persone che abbiamo cercato di intervistare. Ne abbiamo intervistate tante altre che non figurano qui e che ci sono servite per cercare di avvalorare le nostre tesi. Diciamo quello che volevamo raccontare: noi abbiamo... non vogliamo... insomma, credo che sia emerso, non è che vogliamo dare una tesi su come è andata. poi ciascuno di voi si sarà fatto un'idea. Quello che abbiamo cercato di fare è fornire degli elementi. E' capitato, perché è capitato, che a volte questi elementi siano stati un po' contraddittori, perché QUESTO abbiamo trovato, abbiamo cercato di essere il più onesti possibile. Questo è quello che abbiamo trovato e questo è quello che avrebbe trovato qualsiasi persona che avrebbe [sic] cercato approfonditamente le cose. Purtroppo noi non siamo la CIA, non siamo l'FBI, non siamo il dipartimento di giustizia americano, non siamo stati in grado di fare un'indagine approfondita come avrebbero DOVUTO fare loro, e non hanno fatto. Quindi è vero, sì, ci sono delle cose contraddittorie, e sono gli elementi che noi porgiamo al pubblico, poi il pubblico si fa la propria idea. Grazie.
CHIESA: Noi abbiamo detto... il film lo avete visto tutti, la ricostruzione che ha fatto adesso il signore non corrisponde minimamente a quello che noi abbiamo raccontato, mi pare che sia chiaro. E' il classico modo con cui si è cercato per la verità di ostacolare il nostro lavoro senza riuscirci. Non ci sono riusciti, siamo andati fino in fondo. Ma la cosa essenziale che si cerca in questo modo di oscurare è il metodo che noi abbiamo usato; in parte lo ha già detto Franco, noi non abbiamo alcuna pretesa di ricostruire la verità, non l'avevamo fin dall'inizio. Ci siamo posti il problema di dimostrare dove e come ci hanno mentito. Il film dimostra, attraverso le testimonianze dirette, che ci hanno mentito. Perché ci hanno mentito è la seconda domanda, e chi ha fatto questo è la terza domanda. Ma noi a queste domande non abbiamo voluto neanche provare a rispondere. Noi vi abbiamo detto che ci hanno mentito, e questo è più che sufficiente. Perché non ci ha mentito Osama Bin Laden, ci hanno mentito gli uomini dell'amministrazione degli Stati Uniti d'America, e quindi bisogna chiedersi PERCHE' questi uomini ci hanno mentito. Punto e basta, questo è sufficiente per formulare la richiesta che da tutto questo film emerge. E da tutto il nostro lavoro. Noi chiediamo una nuova commissione di indagine.
E' interessante notare che nessuno dei due risponde all'errore sulle dimensioni del foro nella facciata del Pentagono. E' inoltre interessante la dichiarazione di Chiesa: parla di
"testimonianze dirette", ma nel suo video non ce ne sono. E' tutta roba riferita di seconda mano. In tribunale non reggerebbe un secondo.
Se posso aggiungere una considerazione personale, mi ha colpito la differenza di atteggiamento fra Fracassi e Chiesa. Fracassi, come altri membri del team di
Zero, ha avuto la cortesia di venire a salutarmi e scambiare due parole, che non riferisco, essendo conversazione privata, ma che potranno portare a sviluppi interessanti. In due minuti, lontano dalla pressione delle telecamere, abbiamo potuto parlare con molta schiettezza, ed è stato un vero piacere.
Giulietto Chiesa, invece, ha rifiutato ogni contatto: sembra avere difficoltà persino a pronunciare il mio nome. Notate che mi cita come
"il signore", pur sapendo benissimo chi sono, manco fossi il Grande Satana. Nel
post eventum ha accuratamente evitato ogni contatto, tanto che sono stato io a dover insistere per scambiarci almeno una stretta di mano, concessa da Chiesa con gelida quanto muta riluttanza. E credo che questa differenza di approccio sia la rivelazione più significativa della presentazione di
Zero.