2006/06/30

FAQ 1.4: Gli attentati in generale - Gli eventi successivi agli attentati

di Paolo Attivissimo, con il contributo di tutti gli autori di Undicisettembre e di Giuliano47. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. La data di pubblicazione è fittizia per esigenze di riordino del blog. Ultimo aggiornamento: 2016/10/28.

Queste sono le risposte sintetiche ai dubbi più ricorrenti a proposito degli aspetti generali degli attentati dell’11 settembre 2001. Ai singoli attentati sono dedicate altre pagine specifiche di risposta in sintesi. Per gli approfondimenti si possono leggere gli articoli indicati nei link qui sotto, oppure si può cercare in questo blog usando la casella di ricerca qui a destra.


1.4. Gli eventi successivi agli attentati

1.4.1. L’FBI dichiarò che Osama bin Laden non figurava fra i suoi Most Wanted (criminali maggiormente ricercati) per l’11 settembre perché non aveva “prove incontrovertibili” per ricercarlo: vuol dire che neanche l'FBI credeva alla sua colpevolezza?


No. Anzi, l’FBI dichiarò esplicitamente che fin dall’11 settembre 2001 ritenne Osama bin Laden responsabile degli attacchi: “Come l'FBI ha detto sin dall'11 settembre, bin Laden fu responsabile dell'attacco [...] in quest'ultimo nastro ha riconosciuto ancora una volta la propria responsabilità. Questo dovrebbe aiutare a chiarire, per tutti i complottisti, ancora una volta, che l'attacco dell'11 settembre fu condotto da bin Laden e al-Qaeda” (dichiarazione di Richard Kolko, portavoce dell'FBI, novembre 2007) (dettagli).

Inoltre non è vero che Osama bin Laden non era ricercato: anzi, bin Laden era ricercato, e specificamente per l'11 settembre, dal programma Rewards for Justice del governo statunitense (immagine qui accanto). La versione in italiano dell'avviso di ricerca è qui.

La dichiarazione dell'FBI sulla mancanza di “prove incontrovertibili” (“hard evidence” in originale) fu fatta dal portavoce Rex Tomb dell'FBI in un'intervista telefonica a Ed Haas del Muckraker Report nel giugno del 2006, ma in quella stessa intervista il portavoce spiegò anche che “Non c'è alcun mistero [...] potrebbero aggiungere l'11/9 [alle accuse dei Most Wanted] ma non ne hanno bisogno al momento [...] La cosa ha una sua logica.” La “logica” in questione è puramente procedurale e burocratica: l’11 settembre fu considerato un atto di guerra e l’FBI non ha giurisdizione sugli atti di guerra.  Un chiarimento che i sostenitori delle tesi alternative spesso omettono di citare.


Inoltre Osama bin Laden era già ricercato dall’FBI, ed era già nei Most Wanted, per altri attentati gravissimi (per esempio quelli alle ambasciate di Dar es Salaam in Tanzania e di Nairobi in Kenya del 7 agosto 1998, che causarono 224 morti) e quindi l’FBI poteva già agire contro di lui; pertanto non aveva comunque bisogno di aggiungere l’11/9 ai suoi capi d’accusa. La stessa pagina dei Most Wanted dell'FBI specificava che “potranno essere assegnate nuove incriminazioni man mano che procedono le varie indagini relative ad altri eventi terroristici, come per esempio gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001”. Non sembrava proprio che l'FBI volesse negare il ruolo di Osama bin Laden. 


1.4.2. Come fecero gli inquirenti a identificare subito i dirottatori con nome, cognome e foto?


Non lo fecero affatto subito. In realtà la prima lista dei dirottatori, contenente soltanto i nomi (senza foto) e parzialmente errata, fu pubblicata soltanto tre giorni dopo gli attentati, il 14 settembre 2001;  la lista definitiva, con foto e nomi giusti, fu pubblicata ben 16 giorni dopo gli attentati, il 27 settembre 2001.

L'identificazione non fu particolarmente difficile: vista la modalità degli attentati, i nomi dei dirottatori erano ovviamente nelle liste d’imbarco dei voli dirottati, che includevano in tutto 265 persone (equipaggi compresi). Gli inquirenti lavorarono semplicemente per esclusione, per esempio contattando i familiari di tutte le persone a bordo e investigando sul conto di ciascun passeggero.

Inoltre alcune delle telefonate giunte l’11 settembre dagli aerei dirottati indicarono i posti occupati da alcuni dei terroristi (per esempio per almeno tre di loro, sul volo AA11). Le compagnie aeree poterono quindi usare le liste d’imbarco per risalire immediatamente ai nomi dei dirottatori corrispondenti.


1.4.3. Come mai non c'erano nomi arabi nelle liste dei passeggeri?


C’erano eccome. In realtà le liste fornite dalle compagnie aeree includono tutti i nomi dei dirottatori e i relativi posti assegnati. Questa fandonia dei nomi arabi assenti è nata perché qualcuno ha letto maldestramente la pagina Web della CNN che elencava le vittime, senza notare che c'era scritto che i dirottatori erano elencati separatamente (dettagli; altri dettagli).


1.4.4. Come mai alcuni giornali hanno scritto che i dirottatori sono ancora vivi?


La diceria è nata da un articolo della BBC in cui si diceva che persone con nomi identici o simili a quelli dei dirottatori risultavano ancora vive. Ma l'articolo risale a prima che l'FBI mostrasse le foto dei dirottatori. Infatti le foto dei "dirottatori ancora vivi" non corrispondono a quelle mostrate dall'FBI. Gli "ancora vivi" sono semplicemente degli omonimi (dettagli).

È come dire che un dirottatore suicida si chiamava Mario Brambilla e poi salta fuori che c'è ancora in giro qualcuno che si chiama Mario Brambilla. Ma guarda che strano. Tanto per fare un esempio, solo negli Stati Uniti nel 2007 c'erano ben 140 Mohammed Atta (dettagli).

Del resto, se i dirottatori fossero davvero ancora vivi, i complottisti potrebbero andarli a prendere e mostrarceli in TV, dimostrando così definitivamente che hanno ragione. Come mai non lo fanno?


1.4.5. È vero che il dirottatore Mohammed Atta era già ricercato per un attentato del 1986 in Cisgiordania?


No: l’attentatore del 1986 si chiamava in modo molto simile (Mahmoud Mahmoud Atta), ma era molto più vecchio e completamente diverso come fisionomia rispetto al dirottatore dell’11/9. L’equivoco fu diffuso da alcuni giornali statunitensi a metà settembre 2001 ma fu poi corretto e smentito dalle stesse testate pochi giorni dopo (dettagli).


1.4.6. Come mai i familiari di bin Laden furono fatti uscire dagli USA in tutta fretta, prima che riaprissero i voli civili?


In realtà i familiari furono fatti uscire dagli Stati Uniti una settimana dopo la ripresa dei voli civili. I voli civili commerciali ripresero alle 11 del 13 settembre, e 26 familiari di bin Laden furono fatti uscire il 20 settembre, dopo essere stati interrogati (dettagli). Alcuni cittadini sauditi, non appartenenti alla famiglia di bin Laden, furono spostati con voli interni agli USA, sotto scorta FBI, e poi fatti uscire dal paese fra il 14 e il 24 settembre (dettagli). Nessun familiare di bin Laden risulta essere uscito dagli USA prima della riapertura dei voli civili.


1.4.7. Non è strano che nessun familiare delle vittime si recò agli aeroporti?


In realtà basta un controllo nei giornali dell'epoca per verificare che dei familiari si recarono eccome agli aeroporti di destinazione (Los Angeles Times, 12 settembre 2001).

Non furono molto numerosi, ma i voli dirottati (transcontinentali, con durate di circa 4 ore e 45 minuti) si schiantarono molto tempo prima del momento previsto per l'arrivo, in circostanze che furono immediatamente evidenti a tutti e che portarono ben presto alla chiusura al pubblico degli aeroporti. Quindi non avrebbe avuto molto senso per i familiari recarsi agli aeroporti: il destino dei loro cari era già tragicamente chiaro su tutti i teleschermi del mondo.


1.4.8. Come mai nessuno fu punito?


Questo è vero. Ma chi si dovrebbe punire, di preciso? Le colpe appartengono all'intero sistema legislativo, politico, militare e civile statunitense, non a qualche singolo individuo, e vanno spalmate su almeno 10-15 anni di amministrazioni differenti. Incolpare una o più persone specifiche significherebbe cercare capri espiatori.

Non solo: la paura di dire qualcosa di incriminante avrebbe reso reticenti molti testimoni, e questo non avrebbe permesso di far luce correttamente sugli eventi e di arrivare a una drastica riforma della sicurezza statunitense. L'importante non era scovare eventuali colpevoli, ma capire cosa non ha funzionato, per evitare che succeda di nuovo.


1.4.9. Perché le azioni legali intentate da alcuni familiari delle vittime vengono respinte?


Perché sono concepite intenzionalmente in modo fallato, soltanto per fare clamore, senza alcuna intenzione seria.

Per esempio, Phil Berg, avvocato di uno dei familiari (Ellen Mariani), ha depositato i documenti per l'azione legale della sua assistita un giorno dopo la scadenza dei termini e ha commesso altre omissioni procedurali, rendendo irricevibile l'azione. Questo permette di dire "Abbiamo fatto causa a Bush, ma ci hanno respinto", dimostrando così un'apparente persecuzione, senza spendere grandi cifre in procedimenti legali (dettagli).


1.4.10. Come mai non si indaga sul fatto che Benazir Bhutto disse in un'intervista che Osama bin Laden era stato ucciso?


Perché guardando l'intervista intera si capisce molto chiaramente che si trattò un lapsus; lo disse anche la BBC (dettagli). Una notizia così non si lascia scappare con disinvoltura come se niente fosse, come fece invece la Bhutto. Tant'è che un mese prima dell'intervista in questione parlava di dare la caccia a bin Laden (dettagli) e l'Unione Europea ha detto che la dichiarazione della Bhutto non è affatto confermata (dettagli).


1.4.11. Come mai nei video delle rivendicazioni di bin Laden c'è un sosia che non gli somigliava affatto?


Perché le immagini dei video presentate dai sostenitori delle tesi alternative sono tratte da copie sgranate e deformate dalla conversione PAL-NTSC: i fotogrammi originali sono somiglianti (dettagli). L'immagine qui sotto, per esempio, è tratta proprio dal video che i complottisti dichiarano essere falso.



La tesi del sosia, inoltre, contraddice la tesi secondo la quale Osama bin Laden sarebbe stato un fantoccio della CIA. Se lo fosse stato, che bisogno ci sarebbe stato di usare un sosia?

C'è poi da chiedersi se la CIA sarebbe stata così cretina da usare un sosia per nulla somigliante e sperare che nessuno ci facesse caso.

Inoltre la tesi del sosia non spiega come mai i tanti famigliari di bin Laden (molti dei quali vivono in Occidente) non dicono che i video sono falsi.


1.4.12. È vero che una rivendicazione di bin Laden è stata giudicata falsa da un istituto specialistico svizzero?


Non proprio. L'istituto Dalle Molle di Losanna ha detto che un messaggio audio (non video) è falso "al 95%", ma ha anche dichiarato che il giudizio è incerto, perché si basa su un campione di 20 registrazioni della voce di bin Laden, quando ne servirebbero circa 100.

Uno dei fratelli di Osama, Yeslam bin Laden, ha riconosciuto la voce nella rivendicazione e ha detto che è quella di Osama, anche se non è sicuro al cento per cento.

Cosa più importante, il messaggio in questione, annunciato il 12 novembre 2002, non è una rivendicazione degli attentati dell'11 settembre: ne parla soltanto una volta di sfuggita e non se ne assume la responsabilità (dettagli).


1.4.13. Come possiamo fidarci delle confessioni estorte con la tortura del waterboarding?


Non possiamo, ma non ce n'è bisogno, perché l'organizzatore principale degli attentati, Khalid Sheikh Mohammed, catturato dagli americani, aveva già rivendicato le proprie responsabilità quando era ancora uomo libero, nell'aprile del 2002, insieme a Ramzi Binalshibh. Lo fece al giornalista Yosri Fouda, a Karachi, come raccontato nel libro Masterminds of Terror (in italiano Le menti criminali del terrorismo, Newton e Compton Editori):

Fouda radunò tutta la propria esperienza, guardò Khalid negli occhi e chiese: "Siete stati voi?". Ma Khalid non esitò. "Niente riprese oggi" disse "e non devi preoccuparti per la telecamera o per un operatore per domani. Forniremo noi tutto." Ramzi [Binalshibh] aggiunse i propri dettagli dell'organizzazione: "Andrai direttamente da qui [Karachi] al tuo volo quando avremo finito". Poi, senza cerimonie, Khalid andò al sodo facendo una dichiarazione che colpì Fouda come il pugno di un peso massimo: "Io sono il capo del comitato militare di al-Qaeda" disse "e Ramzi è il coordinatore dell'operazione Martedì Sacro. E sì, siamo stati noi."


Osama bin Laden inoltre rivendicò più volte gli attentati quando era uomo libero.


1.4.14. Perché dovremmo fidarci della Commissione d'Inchiesta ufficiale?


Perché la Commissione si rivolse ai migliori tecnici civili dei settori interessati dalle indagini.

Perché fu la Commissione, non i complottisti, a smascherare le dichiarazioni false dei generali Arnold e McKinley e del colonnello Alan Scott.

Perché fu la Commissione, non i complottisti, a rivelare che la FAA (Federal Aviation Administration), l'ente americano che controlla lo spazio aereo civile e gestisce i centri di controllo del traffico aereo, aveva nascosto le prove dei suoi ritardi ed errori durante gli attentati (dettagli).

Non sembrano comportamenti da "commissione farsa", come la definiscono spesso i cospirazionisti.


1.4.15. Come mai Dan Rather, decano dei giornalisti USA, disse alla BBC: "Non abbiamo indagato per paura di essere linciati"?


La frase è citata spesso dai cospirazionisti, ma nessuno ne sa dare la fonte precisa: dicono tutti che proviene da una puntata del programma Newsnight della BBC, ma non dicono quale.

L'unica puntata del programma alla quale Rather ha rilasciato interviste, a quanto ci risulta, non contiene questa frase: contiene qualcosa di vagamente simile, ma non è riferito all'11 settembre, quanto alle critiche al governo USA, che dopo l'11 settembre sono diventate meno facili da fare perché sommerse dal sentimento patriottico: chi critica è visto come disfattista. Le teorie alternative sull'11/9 non c'entrano nulla (dettagli).


1.4.16. Come mai gli attentati all'antrace poco dopo l'11/9 furono fatti con antrace di origine militare?


Secondo le indagini svolte fin qui, si trattò del gesto squilibrato di un ricercatore di un laboratorio militare, Bruce Edwards Ivins, che come molti altri aveva accesso all'antrace per lavoro.

Chi sospetta trame oscure deve considerare che furono gli inquirenti ufficiali a rivelare che l'antrace era di origine militare statunitense: avrebbero potuto starsene zitti e dare la colpa ad al-Qaeda.

Inoltre il metodo (spedizione postale di buste contaminate) e le vittime (principalmente addetti al recapito della posta) erano grossolani e inefficaci (dettagli).


1.4.17. Ma non è evidente che gli attentati erano la scusa perfetta per attaccare l'Iraq?


Un momento: attentati compiuti da quindici terroristi sauditi, due degli Emirati, un egiziano e un libanese, finanziati da un saudita che stava in Afghanistan, sarebbero la scusa perfetta per invadere... l'Iraq?


1.4.18. Quali sono gli eventi significativi dopo l'11/9?


Nel marzo 2003 fu catturato in Pakistan Khalid Sheikh Mohammed, considerato l'organizzatore materiale degli attentati.
Il 2 maggio 2011 le autorità statunitensi annunciarono di aver ucciso Osama bin Laden durante un'incursione delle forze speciali statunitensi ad Abbottabad, in Pakistan, dopo un conflitto a fuoco notturno, e di aver seppellito in mare il suo corpo dopo un rito funebre islamico.