Doug Copp, visto precedentemente in questo blog nell'articolo Carbone da legna, è sempre stato descritto in varie trasmissioni televisive e racconti come un eroe, un soccorritore intervenuto a Ground Zero per trovare i superstiti o i corpi delle vittime.
Varie trasmissioni televisive gli hanno dato spazio grazie alle immagini forti ed al materiale multimediale pressoché unico di cui dispone.
Il 7 luglio 2004, il giornale online Albuquerque Journal ha pubblicato un articolo riassuntivo in cui era proposta la verifica dei racconti di Doug Copp relativi all'11 settembre 2001, con interviste ad alcuni testimoni a quasi sei anni di distanza dalla tragedia terroristica.
Doug Copp super-eroe a Ground Zero
Nei propri racconti, Copp si descrive come il primo soccorritore ad essere giunto alla metropolitana sotto il World Trade Center, un uomo di navigata esperienza, temerario riguardo alle operazioni di recupero in situazioni disastrose, in grado di rilevare molti cadaveri grazie ad un apposito strumento da lui inventato.
Nel caso della tragedia dell'11 settembre 2001, sarebbe intervenuto assieme al suo team il giorno dopo gli attentati, raggiungendo New York con un volo dal Canada sul jet della Journal Publishing Co., pilotato dall'editore T. H. Lang.
Rimasto sul luogo per due settimane, avrebbe recuperato circa 40 corpi e sarebbe stato il primo a recarsi nella stazione della metropolitana e a raggiungere luoghi ed anfratti delle macerie del complesso del World Trade Center nei quali NYPD e FEMA avevano paura ad introdursi.
A seguito del lavoro compiuto sul sito di Ground Zero in quelle due settimane, Doug Copp dice di essersi sentito da subito diverso. Con il passare del tempo, Copp avrebbe sviluppato forme tumorali e malattie legate alla respirazione, direttamente connesse ai gas venefici respirati sul sito degli attentati. La lista di 41 malattie di Copp è mutata nel corso delle interviste rilasciate a varie emittenti televisive. Fra queste: dolori al petto, tosse, visione sfocata, demenza e colonna vertebrale fratturata.
Quindi, a causa del peggioramento del proprio stato di salute, Copp ha deciso di chiedere del denaro al fondo per il risarcimento delle vittime dell'11 settembre 2001, allegando alla richiesta documentazione medica e fotografica a sostegno della propria storia.
Il fondo per il risarcimento delle vittime dell'11 settembre 2001 fu creato dal Congresso per evitare un assalto di cause contro le linee aeree dei quattro Boeing dirottati, contro la Port Authority e contro Larry Silverstein. Lo scopo di base della fondazione era garantire da subito un congruo risarcimento monetario alla famiglia delle vittime, in cambio dell'impegno a non citare in giudizio i tre soggetti prima elencati. Fino ad oggi, il fondo per il risarcimento delle vittime dell'11 settembre 2001 ha elargito in totale ben 6,5 miliardi di dollari.
A capo del fondo fu messo l'avvocato Kenneth E. Feinberg, il quale dovette decidere quali richieste di risarcimento accettare e con quali cifre risarcire le vittime, secondo quattro regole guida definite dallo stesso Congresso:
- Il soccorritore deve essere rimasto ferito sul luogo entro le prime 96 ore dal momento in cui gli aerei avevano colpito il World Trade Center, o circa entro le nove di mattina del 15 settembre.
- Il soccorritore deve fornire le prove della ferita fisica.
- Il soccorritore deve aver fatto ricorso a cure mediche entro tre giorni dalla ferita (anche se è stata data libertà a Feinberg di fare delle eccezioni a questa regola riguardo alla limitazione di tempo).
- Il soccorritore deve aver richiesto il ricovero in ospedale o deve poter dimostrare che la ferita ha causato l'inabilità fisica, l'incapacità o il danno parziale o totale.
In generale, i premi di risarcimento sono variati, per ciascuna domanda accettata, da un minimo di 500 dollari fino anche a 8,6 milioni di dollari.
Feinberg, nei riguardi della domanda di Copp, dopo aver ascoltato per ore il racconto del presunto eroe dell'11 settembre 2001, decise di spedirgli un assegno di 649.885 dollari, esente da imposte.
Le mire di Copp erano ben altre, visto che si aspettava almeno una cifra di risarcimento a sei zeri, proprio in onore del lavoro svolto a Ground Zero, alla sua importanza ed alla temerarietà dimostrata.
L'avvocato di Copp, Charles K. Purcell di Albuquerque, conferma che il suo assistito, giunto sul luogo del disastro, assunse subito la responsabilità principale dell'esplorazione delle zone sotterranee di Ground Zero. Inoltre sostiene che Copp avrebbe cercato i superstiti giorno e notte, in luoghi dove il giorno e la notte non sono distinguibili e dove nessuno osava andare.
Le dichiarazioni del medico che ha visitato Doug Copp, Timothy Smith, uno specialista della lotta all'invecchiamento della California, inserite nella domanda di risarcimento dell'interessato spedita al fondo per le vittime dell'11 settembre 2001, indicano uno stato di salute pessimo e un tasso tossicologico dei fluidi di Copp mai riscontrato prima in un uomo.
Altro materiale che attesterebbe il racconto di Doug Copp è la dichiarazione giurata di Lentz ed un videotape, fatto dalla squadra di Copp, che mostra come si stesse impegnando a Ground Zero per localizzare corpi di vittime e di sepolti vivi con lo strumento da lui inventato per tale scopo.
Il videotape mostra anche:
- Copp che entra nella rampa che conduce al garage di un parcheggio, crollato la prima notte, e chiede una mascherina contro la polvere ed il fumo che c'è nell'aria (tuttavia in una delle tante interviste avrebbe sostenuto che lì l'aria era pulita).
- Copp che discute quella notte con un soprintendente del Dipartimento di Polizia di New York, il quale gli ha ordinato di lasciare più volte il sito per chiedere l'autorizzazione al centro di comando.
La ricostruzione dell'Albuquerque Journal online
L'Albuquerque Journal Online ha voluto verificare questo racconto, creando una ricostruzione cronologica degli spostamenti di Doug Copp, servendosi delle testimonianze sia di membri della NYPD/FEMA che di alcuni membri del suo team. In base a queste testimonianze possono essere notate difformità rispetto al racconto dell'interessato.
La partenza di Copp avviene effettivamente il 12 settembre 2001 a bordo del jet della Journal Publishing Co. pilotato dall'editore T. H. Lang, con il consenso della FAA ottenuto dall'ufficio di Heather Wilson, ma l'arrivo di Copp all'aeroporto del New Jersey avviene soltanto nel pomeriggio del 13 settembre 2001.
Lang si è prestato ad aiutare Copp perché era convinto che fosse realmente un soccorritore esperto che poteva fare la differenza a Ground Zero. Tuttavia, una volta sbarcato ha iniziato a sospettare di essersi sbagliato, visto che la squadra di Copp era costituita da un produttore scenografico, da un produttore cinematografico e da Copp stesso.
Lang è critico anche nei confronti dell'atteggiamento di Doug Copp al momento dello sbarco, considerato troppo gioviale per la realtà dei fatti che stava per andare ad affrontare a New York.
Dopo essere sbarcato, Copp si sarebbe recato al centro di comando e coordinamento per i soccorsi, per cercare di ottenere un permesso di accedere a Ground Zero.
John Norman, il capo principale dei vigili del fuoco di New York, incaricato di dirigere le operazioni di salvataggio e recupero a Ground Zero, dice che non fu concesso alcun permesso a Copp e che anzi, se fosse stato trovato a Ground Zero o nella metropolitana, sarebbe stato costretto ad andarsene (Copp afferma di essere stato il primo a giungere alla stazione sotterranea).
Analogamente, Chase Sargent, capo delle operazioni notturne per la Federal Emergency Management Agency, afferma che ordinò a Copp di uscire dal sito del World Trade Center, convinto che la sua organizzazione di recupero fosse una bufala.
Assieme al team di Copp c'era anche Stephen Lentz, un archeologo dell'ufficio degli Affari Culturali dello stato del New Mexico, che voleva scrivere un libro ed una sceneggiatura sull'avventuriero. Doug Copp gli permise di seguirlo sul sito di Ground Zero e lo convinse in seguito a scrivere una dichiarazione giurata in sostituzione del libro.
Ad insaputa di Lentz, tale dichiarazione giurata fu inserita nella richiesta di risarcimento alla fondazione per le vittime dell'11 settembre 2001. Lentz rimase sorpreso dalla richiesta di risarcimento inoltrata da Copp alla fondazione e da altri suoi comportamenti messi in atto per ottenere del denaro.
Questo fece mutare radicalmente l'opinione che Lentz aveva di Copp e, ammettendo di aver esagerato a descrivere il ruolo di Copp a Ground Zero nella sua dichiarazione giurata, lo portò a sollevare varie critiche al suo racconto di quei giorni, a cominciare dal tempo trascorso sul luogo del disastro.
Nelle interviste televisive, Copp inizialmente affermava di aver passato decine di ore a Ground Zero, mentre in seguito la sua testimonianza variò a favore di un periodo più breve (8-10 ore). Al contrario Lentz, che di quei giorni tenne un diario, afferma che delle due settimane passate a New York, Copp trascorse solo qualche ora al sito di Ground Zero.
Copp trascorse la maggior parte di quelle due settimane al bar dell'hotel Marriott Marquis di Times Square, dove dormiva, e nella hall a telefonare alle redazioni di vari giornali e televisioni.
In particolar modo, il 14 settembre 2001 Copp passò la giornata ad organizzare un'intervista con la trasmissione Inside Edition con l'aiuto di Mike Miller, poiché il sito di Ground Zero era fortemente controllato per la visita del presidente George Bush Jr. e Copp non aveva a disposizione un permesso per entrare.
Il 14 settembre, Copp tentò anche di ottenere un permesso per poter entrare a Ground Zero, dicendo ai pompieri di Roosevelt Island, nell'East River, che avrebbe potuto contribuire notevolmente alla ricerca dei cadaveri con il suo strumento inventato appositamente.
John Grace e Eric Wade dicono che fallì la dimostrazione e non ottenne il permesso. Tale testimonianza riguardo l'inefficacia dello strumento contrasta con il racconto di Doug Copp, secondo il quale avrebbe trovato più di 40 corpi grazie a tale marchingegno dal funzionamento segreto.
Eric Wade è uno scrittore e produttore cinematografico, rimasto per un breve periodo nel team di Copp all'incirca quando si verificarono questi fatti. Si dice profondamente amareggiato che Copp abbia fatto domanda di risarcimento al fondo per le vittime dell'11 settembre 2001, anche perché non lo ritiene né una vittima, né un soccorritore, visto che passava anche 16 ore al giorno in hotel. Secondo Wade, Copp rimase tutto il giorno in hotel anche quando lui ed altri entrarono per la prima volta nella metropolitana.
Anche John Grace, un autore di video di Albuquerque che andò a New York con Copp, non capisce per quale motivo l’uomo avrebbe diritto ad un risarcimento dal fondo delle vittime per l'11 settembre 2001.
La mattina del 15 settembre, quando si concludeva il termine ultimo per poter ottenere risarcimenti dalla fondazione, Copp deve essere stato nel sottosuolo soltanto una volta, come descritto anche da Lentz, e deve aver trascorso solo qualche ora in superficie a Ground Zero.
Mike Holley, ex capo regionale per la North Valley dei vigili del fuoco della contea di Bernalillo, che volò a New York con Copp, afferma di averlo visto passare solo qualche ora ad intrufolarsi fra i detriti di Ground Zero. Inoltre sembrava più interessato alla sua videocamera che al recupero di cadaveri o superstiti, tanto che afferma di averlo visto uscire e poi tornare nel sottosuolo solo perché aveva le batterie esaurite e voleva registrare una maggior quantità di immagini. A tal riguardo Holley dice di aver passato più tempo lui nel sottosuolo, fino alla metropolitana, di quanto abbia mai fatto Copp.
Al contrario di quanto asserito da queste persone, Copp afferma di aver fatto due viaggi nel garage del parcheggio e quattro nella stazione della metropolitana, ogni volta per cercare corpi. Tuttavia Lentz ha annotato nel proprio diario che il primo viaggio del canadese nella metropolitana è avvenuto alla mezzanotte del 16 settembre 2001.
Da questa escursione avrebbe riportato parte del materiale video, in seguito venduto per una seconda intervista rilasciata alla trasmissione televisiva Inside Edition (video 1 video 2).
In questa escursione Copp avrebbe trovato per la prima volta il fumo che intasava gli anfratti, il carburante per aerei che gocciolava ed i residui di fogne e tubazioni che hanno minato il suo stato di salute.
A tal riguardo, Albuquerque Journal Online si è fatto dare la documentazione medica che attesterebbe le pessime condizioni di Doug Copp. La testata ha poi girato questo materiale ad altri due medici specialisti, i quali hanno espresso un parere del tutto contrario rispetto quello fornito dal dottor Timothy Smith.
Nel video è possibile vedere anche un messaggio fatto con una bomboletta all'entrata della metropolitana, che ammoniva a "non entrare perché instabile". Secondo Copp l'essersi spinto oltre quella scritta comproverebbe la sua temerarietà, che lo ha portato in luoghi dove altri non volevano andare.
In realtà il capo principale dei vigili del fuoco di New York, John Norman, dice di non aver mai autorizzato Copp a visitare quei luoghi per cercare corpi per l'FDNY e la FEMA e di aver mandato due esplorazioni nell'area, decidendo in seguito di dichiararla pericolosa per non rischiare altre perdite oltre a quelle già subite per il crollo delle Torri Gemelle.
Un'altra escursione di Copp nella metropolitana fu compiuta il 18 settembre 2001. Lo scopo di questa escursione non era tanto recuperare altre vittime, quanto quello di registrare più materiale multimediale, poiché vi era molta richiesta di materiale audiovisivo visto che le TV non avevano pieno accesso al sito di Ground Zero (specialmente alle aree sotterranee).
In questa escursione, Copp afferma di essere scivolato e di essersi fatto male alla schiena e, siccome il termine ultimo per richiedere un risarcimento al fondo per le vittime dell'11 settembre 2001 era il 15 settembre, Copp avrebbe chiesto a Lentz di modificare la dichiarazione giurata scritta dall'archeologo, anticipando la data dell'infortunio di tre giorni, per farla rientrare nel periodo utile per il risarcimento.
In questo secondo viaggio, videoregistrato da Lentz, sarebbe stata scattata l'immagine di Copp con il volto pieno di fuliggine.
In questo caso Lentz dice di aver visto Copp sporcarsi appositamente il volto per montare la scena e dimostrare di aver passato delle ore dentro ad anfratti pieni di fumo e sporcizia.
Al contrario, Copp dice che Lentz si sbaglia e deve averlo confuso con qualcun altro.
Questo fatto, la totale mancanza di Copp a svolgere un qualsiasi lavoro di supporto per i soccorsi, e il desiderio di ottenere materiale multimediale da rivendere ai vari editori, convinsero Lentz a non lavorare più con Copp.
Risposte di Copp a chi lo critica
Nei confronti di questa ricostruzione e di queste testimonianze, Copp dice di essere profondamente amareggiato e di sentirsi condannato a morte dall'avvocato Feinberg, che non gli permette di avere i soldi necessari per le sue cure.
Degli altri dice:
- I membri della sua squadra stanno mentendo, perché sono confusi riguardo alle sue azioni a Ground Zero o perché vogliono rubare la sua tecnologia per individuare i corpi delle vittime.
- I funzionari della FEMA stanno mentendo su di lui, perché sono gelosi del tempo che egli passa in TV.
- Il dipartimento dei pompieri di New York sta mentendo riguardo a lui per nascondere il fatto che non è riuscito a cercare le vittime.
- Lang sta eseguendo una vendetta contro di lui, perché sarebbe voluto arrivare prima lui nella metropolitana.
- Lentz si sbaglia, confondendolo con un'altra persona, spezzandogli il cuore con il racconto di bugie su di lui.
Copp ha fatto il nome di Ron Hadani, un elettrotecnico del New Jersey, giunto a New York per aiutare come volontario e che ha conosciuto sul posto il canadese. Contattato per via telefonica, Hadani ha descritto come strano il tempo passato con Copp nell'immediato pomeriggio del 9/11. Ha detto di aver aiutato Copp al Jacob Javits Center e di averlo trovato due volte a Ground Zero.
La zona che stavano esplorando era inquinata e pericolosa, ma non ha avuto l'impressione che Copp stesse cercando vittime, in quanto girava sempre con una videocamera. Tuttavia non può confermare né che Copp abbia visitato Ground Zero solo per avere immagini e video, né che abbia realmente trovato le salme di vittime dell'attentato, visto che non sembrava farlo. Infine, quando la FEMA ha sbattuto fuori il team di Copp dall'area di Ground Zero, ha compreso come non fosse un soccorritore autorizzato.
In conclusione
La verifica della verità sul lavoro fatto da Copp a Ground Zero passa attraverso l'incrocio dei particolari raccontati dalle varie persone.
Da un lato vi è Doug Copp, dall'altro una serie di individui di gruppi diversi, da appartenenti al suo team a funzionari, anche con posizioni di rilievo nelle operazioni di salvataggio.
La verifica dell'articolo dell'Albuquerque Journal online imporrebbe di contattare i testimoni riportati per accertare la correttezza dell'indagine del giornale.
Tuttavia poter contattare i vari Norman, Sargent, Lentz, John Grace, Eric Wade, eccetera è cosa semplice per una testata giornalistica e difficile per un blogger. Si può comunque ragionare su alcuni aspetti.
La variazione delle testimonianze di Doug Copp in diverse trasmissioni televisive può essere sintomo sia di una verità inventata, i cui particolari si modificano di volta in volta, sia di un naturale processo di reinterpretazione dei ricordi che porta a dimenticare dettagli e ad esaltarne altri con il passare degli anni.
Un esempio simile di verità discorde è il racconto di William Rodriguez, mutato dall’intervista rilasciata l’11 settembre 2001 fino ad oggi. Un'analisi più dettagliata sul racconto di Rodriguez, fatta incrociando le varie fonti, è disponibile nel sito 911Stories di Mark Roberts, in cui viene mostrato come molti particolari del racconto di Rodriguez siano confutati dalle testimonianze di altri superstiti o dalle prove audiovisive.
Avere una funzione prioritaria nelle operazioni di salvataggio e recupero non consiste solo col ritrovamento dei corpi, bensì corrisponde con la gestione celere e in sicurezza delle problematiche che si presentavano a Ground Zero (recuperare i sopravvissuti o le salme era solo una delle problematiche prioritarie).
Inoltre tutte le persone e i volontari che hanno partecipato al soccorso delle vittime vengono equamente lodati, senza fare distinzione per la quantità o qualità di lavoro svolto sul sito. Quindi non esiste una differenziazione fra chi ha scoperto un numero maggiore o minore di cadaveri, e chi ha lavorato per alzare e spostare detriti o tagliarli con fiamme ossidriche ed ossiacetileniche.
Quel tragico giorno morirono quasi 3000 persone. Parte delle salme furono recuperate integre, di altre fu recuperato solo qualche resto, e di altre ancora non fu mai recuperato nulla. Oltre alla questione morale, l'aver recuperato 40 salme, qualora fosse vero, non è un valore così elevato da indicare Copp come primo soccorritore del sito di Ground Zero.
Altro aspetto interessante è l'interpretazione data ai messaggi di "divieto di ingresso perché pericolante" nella stazione della metropolitana. La dichiarazione che una zona o una costruzione è a “pericolo di crollo” viene fatta sulla base di un'accurata ispezione da parte di tecnici o ingegneri. Da questo punto di vista, l'essersi spinti in una zona dichiarata tale non è temerarietà nell'essere andati dove altri non sono voluti entrare, bensì rischiare la propria vita in ambienti dichiarati come non sicuri in un precedente sopralluogo.
Come visto nell'articolo Molten metal - USGS e Geonews, il sito di Ground Zero sviluppò tutta una serie di incendi sotterranei in ambienti in parte distrutti e in parte solo lesionati.
A formare il calderone venefico c'erano reazioni di combustione di sostanze lignee, polimeriche e carburanti, liberazione di gas di serbatoi, polvere di calcestruzzo ed esalazioni solforose, tubazioni fognarie distrutte, reazioni di ossidazione, eccetera.
Nei due racconti, quello di Doug Copp e la ricostruzione dell'Albuquerque Journal Online, vi è analogamente accenno a zone nei piani interrati in cui vi era la presenza di liquame putrido e aria contaminata e tossica, cosa che conferma la descrizione già fornita in questo blog.
Il fattore di contrasto consiste nel considerare se effettivamente Doug Copp sia entrato in contatto con tali ambienti e se ciò abbia effettivamente provocato l'alterazione del suo stato di salute entro i termini temporali previsti per la richiesta di risarcimento alla fondazione delle vittime dell’11 settembre 2001.
Su questo punto è bene notare che oltre a Doug Copp, altri sono scesi nella metropolitana o hanno lavorato sul sito di Ground Zero per aiutare i soccorsi e la bonifica. Tuttavia nell'articolo di Albuquerque Journal non vi è accenno ad altre richieste di risarcimento e sembra che solo Doug Copp abbia fatto una tale richiesta alla fondazione. Gli stessi collaboratori del team di Doug Copp si dicono indignati del tentativo compiuto dal canadese di ottenere il risarcimento.
In entrambe le versioni dei fatti vi è una conferma che le immagini riprese nei video sono state registrate scendendo nell'interrato e nella metropolitana, benché da un lato sembrino essere una casualità a supporto della descrizione biografica dell'esperto soccorritore canadese, dall'altro materiale sottratto illecitamente per fini di lucro in pericolose fasi di intervento sull'area.
Tale vicenda ricorda in parte quella di Tania Head, considerata come una dei 19 sopravvissuti agli attentati delle Torri Gemelle, e per questo a lungo presidente dell'associazione World Trade Center Survivors' Network, per la quale organizzazione ha anche raccolto i fondi.
Anche in questo caso non sono stati i complottisti o i dietrologi ad accorgersi delle difformità presenti nel racconto del presunto superstite o presunto soccorritore dell’11 settembre 2001.
Nel caso di Tania Head, fu il New York Times a svelare varie difformità del suo racconto rispetto ai fatti specifici, tramite interviste a famigliari e una verifica che la donna lavorasse effettivamente per la Merrill Lynch.
Tutto ciò contrasta con quella parte delle teorie dietrologiche/paranoiche che vedono società segrete sfruttare tv e giornali per creare un'informazione deviata, atta a nascondere la verità con la cosiddetta "Versione Ufficiale" piuttosto che verificare la correttezza dei fatti e svelare i dubbi.
Fonti
Articolo di Albuquerque Journal OnlineMark Ghilarducci riguardo Doug Copp
Terremoto di Islamabad
Albuquerque Journal Online - terror
Articolo CBS riguardo al racconto di Doug Copp
Il sito di Doug Copp
Copp ha capito prima ancora di Meyssan che l'11 Settembre poteva essere redditizio. Spero che i parenti delle vittime e gli autentici soccorritori ammalatosi gli sputino in faccia.
RispondiEliminaRingrazio dell'articolo, è un aspetto che non conoscevo.
RispondiEliminaMa mi sembra che l'informazione sia incompleta: sono passati quattro anni e ci potrebbero essere stati degli sviluppi interessanti, di cui però (almeno stamattina con una veloce ricerca) non ho ancora trovato esiti:
- Albuquerque Journal ha pubblicato una serie di 11 articoli tra l'11 e il 14 luglio 2004 - e non "un" articolo il 7 luglio ;-) - tacciando apertamente Copp di essere un millantatore se non proprio un approfittatore:"a nearly 20-year history of exaggeration, self-promotion, freeloading and very little evidence of real rescue work. Copp on various occasions has bartered tales of bravado and heroism for free airline flights, hotel rooms and donations"
- il Dipartimento della Giustizia ha aperto un'inchiesta su Copp (cfr articolo di follow-up dell'AJ il 18 luglio 2004)
- Copp ha fatto causa al giornalista e all'editore
- nel frattempo Copp sul sito della sua organizzazione American Rescue Team, Inc. (ARTI) www.amerrescue.org se l'è presa (qui, cercando Hurricane Rita) con la Croce Rossa americana, che non aveva gradito le sue opinioni su cosa fare in caso di terremoti (qui)
- e naturalmente se l'è presa anche con la FEMA (di nuovo qui, cercando FEMA and ARTI fought again) accusata di essere come la CIA: "They used foreign disasters as CIA Operations. People died, as a result of this.
- va da sè che nella polemica ce n'è pure per i pompieri, vedi sempre qui cercando Paulison: "Metro Dade (NdR: di Miami, Florida) was the first 'rescue' organization to use disasters to kill [...] METRO -DADE was used to supply illegal troops and weapons to wars unauthorized by the US Congress
(...tutti cattivi, tutti contro di me... uhmmm...)
Ripeto, una veloce scandagliata non mi ha dato esiti e il sito dell'ARTI sembra fermo a dicembre 2005; chissà se qualcuno dei corrispondenti americani di Undicisettembre ha qualche aggiornamento.
Oops
RispondiEliminaho scritto frettolosamente "American Rescue Team, Inc. (ARTI)", in realtà si tratta di American Rescue Team International (ARTI)
Chiedo scusa!
Nel suo sito ARTI così si autodefinisce "American Rescue Team International is a 501(c)3 not for profit organization. Organized and duly constituted under the laws of the State of California since 1985."
Non conosco la normativa USA, ma mi sembra che la specifica 501(c)3 stia ad indicare - nella dichiarata assenza di fini di lucro - la non assoggettabilità a tasse federali sui redditi
Questo è quel tipo di esemplare che tassonomicamente possiamo ricondurre ad essere Homo sapiens sapiens (Linneo, 1758) ma che manca di elementi distintivi chiave per essere in altro modo identificato come "persona".
RispondiElimina@ Ice_Rocket che ha detto... "manca di elementi distintivi chiave per essere in altro modo identificato come "persona".
RispondiEliminae anche @ alexandro che ha detto... "Spero che ... gli sputino in faccia."
Ehi, se proprio dovete attaccare ad personam un tale di cui sentiamo parlare per la prima volta su un giornale - e che non vi può rispondere - fatelo magari senza queste cadute di stile!
In fin dei conti ha fatto causa e non sappiamo ancora com'è finita...
-Ma il signor Copp cosa faceva esattamente prima dell'11/9/2001 per potersi autoreferenziare come "espertissimo soccorritore" tanto da convincere di questo le autorità?
RispondiElimina-Si può sapere qualcosa di più riguardo la sua macchina per trovare i cadaveri?
@ OrboVeggente
RispondiElimina-Ma il signor Copp cosa faceva esattamente prima dell'11/9/2001 per potersi autoreferenziare come "espertissimo soccorritore" tanto da convincere di questo le autorità?
secondo www.amerrescue.org la ARTI opera nel campo dei soccorsi dal 1985, dopo il terremoto di Mexico City, e sostiene di essere consulente di governi e autorità:
"ARTI responds to catastrophic emergencies anywhere, anytime.
ARTI assist Government Agencies, throughout the world, to be more functional and effective during the disaster; by modifying their systems not dramatically changing them just modifying with methods and knowledge ARTI has acquired at the world's disasters.
ARTI has advised the Army, Navy, Air Force, Fire Depts., Ministry of Communication, Ministry of Transportation, Ministry of Civil Defense even Presidents and Prime Ministers.
se hanno ragione non sono gli ultimi arrivati, se hanno torto sono comunque noti (25 anni di "attività")
-Si può sapere qualcosa di più riguardo la sua macchina per trovare i cadaveri?
Nel suo sito ARTI sembrerebbe commercializzare l'apparecchio (vedi qui item # 2 e item # 3) ma non ci sono indicazioni per l'acquisto, e anche nel resto del sito le caratteristiche del marchingegno sono decantate in maniera molto vaga e senza dettagli tecnici.
Ma considerato che se fosse vero sarebbe roba da Nobel, tendo a credere a una bufala
Oh, la commercializzazione riguarda articoli tecnici (p.es. segnalatori di terremoto); non che voglia dir molto, ma almeno non sono i soliti CD, T-shirt e spilline
repiazz
"Ehi, se proprio dovete attaccare ad personam un tale di cui sentiamo parlare per la prima volta su un giornale - e che non vi può rispondere - fatelo magari senza queste cadute di stile!
RispondiEliminaIn fin dei conti ha fatto causa e non sappiamo ancora com'è finita..."
Onestamente me ne frego delle cause; Uno che dice di aver inventato uno strumento che cerca-cadaveri dal "funzionamento segreto" merita i commenti miei e di alexandro in andata e ritorno, diverse volte.
E' un ciarlatano, punto. Perchè me la prendo tanto? Perchè le sue insulse speculazioni le sta facendo sulla tomba di tremila persone.
C'è da dire che Doug Copp non mette in dubbio (o non sembra mettere in dubbio) la paternità degli attentati, bensì nella ricostruzione di Albuquerque Journal ha sfruttato la vicenda per fini di lucro.
RispondiEliminaMeyssan mette in discussione la paternità degli attentati, e vari aspetti nello svolgimento. I debunker sono convinti che l'abbia fatto per fini politici (elezione a deputato europeo) ricavandone anche una considerevole quantità di denaro.