2022/04/29

World Trade Center: intervista all'ex cuoco del Windows on the World Sekou Siby

di Leonardo Salvaggio. L'originale in inglese è disponibile qui.

Undicisettembre offre oggi ai suoi lettori il racconto personale di Sekou Siby, che è un ex cuoco del ristorante Windows on the World, ai piani più alti della Torre Nord, e che l'11/9 perse il lavoro a causa del crollo delle torri. Siby si unì quindi all'organizzazione senza scopo di lucro Restaurant Opportunities Center di cui divenne negli anni l'amministratore delegato.

Ringraziamo Sekou Siby per la sua cortesia e disponibilità.





Undicisettembre: L'11 settembre ha cambiato la tua vita: hai perso il lavoro da cuoco al Windows on the World e dopo un lungo percorso sei diventato un amministratore delegato. Puoi spiegarci cosa è successo e come l'11 settembre ha cambiato la tua vita?

Sekou Siby:
Nel 2001 ero un cuoco per banchetti al ristorante Windows on the World. Quello che generalmente facevo era sbucciare patate e carote, in seguito sono diventato un cuoco garde-manger [cuoco specializzato nella realizzazione di piatti freddi, NdT]. Quando c'era una festa, perché ospitavamo feste con due o tremila ospiti, preparavamo tre cibi caldi e tre freddi e li davamo agli avventori prima che iniziassero il pasto.

Al tempo vivevo nel Bronx. La mattina dell'11 settembre ero a casa con mia moglie. Stavo dormendo quando ricevetti la telefonata della moglie di un mio collega che stava cercando suo marito. Fu così che mi svegliai. Mi disse che il nostro palazzo era in fiamme e voleva sapere se potevo aiutarla a chiamare suo marito. Poi mi disse di accendere la TV. Quando lo feci, fu scioccante perché vidi il fumo che usciva dall'edificio. Provai a chiamare la cucina del Windows on the World. Il collega che cercavo era un cuoco per banchetti; il telefono squillava. Chiamai fino a quando l'edificio crollò, a quel punto il telefono smise di suonare. La moglie del mio amico richiamò e mi chiese "Pensi che sia uscito?" dissi "Sì, è un ragazzo intelligente, avrà trovato il modo di uscire". Le promisi che se non avesse chiamato a casa entro la fine della giornata, il giorno dopo saremmo andati in tutti gli ospedali a cercarlo. Le dissi "Avremo sue notizie". Purtroppo non accadde.

Il giorno dopo mi svegliai, mi vestii e uscii di casa ma quando arrivai alla stazione della metropolitana capii di aver perso il lavoro perché l'edificio era crollato. L'11 settembre non me ne ero reso conto. Tornai indietro e mi domandai "Cosa faccio?" Ero un immigrato, non guadagnavo molto e avevo pochi risparmi.

Eravamo tutti dipendenti del sindacato, quindi quando perdemmo il lavoro il sindacato ci disse che ci avrebbero dato dei fondi per organizzarci. Organizzarono un centro chiamato Immigrant Workers Center che durò sei mesi, in modo che potessimo ottenere aiuto per trovare un altro lavoro. Nel 2002 quell'istituto si trasformò in un'organizzazione senza scopo di lucro chiamata ROC-NY, Restaurant Opportunities Center di New York. Nel 2003 vi entrai come direttore di comunità. Poi sono diventato direttore capo, cioè direttore di una sede, e poi nel 2008 l'organizzazione si espanse a livello nazionale per via delle similitudini con quanto accadde a New Orleans. La persone della Louisiana ci chiamarono per chiederci se potevamo creare una filiale della ROC nella loro zona e così diventammo un'organizzazione nazionale. Nel 2012 diventai vicedirettore nazionale, salii nella gerarchia. Diventai direttore della finanza, direttore delle risorse umane e infine divenni presidente e amministratore delegato.

Durante quel percorso, mi resi conto conto che "mi serve una laurea a supporto di ciò che sto facendo", quindi tornai a studiare e conseguii un master e un dottorato in economia aziendale.


Undicisettembre: Da quanto tempo vivevi negli Stati Uniti quando avvennero gli attacchi dell'11 settembre?

Sekou Siby: Arrivai qui nel 1996. Vengo dalla Costa d'Avorio, la mia lingua madre è il francese e quando arrivai qui parlavo a malapena inglese. Per essere in questa posizione oggi mi ci è voluto molto duro lavoro.

Il World Financial Center visto dal Windows on the World

Undicisettembre: Quali sono i tuoi ricordi del World Trade Center prima dell'11 settembre?

Sekou Siby: Era un posto molto bello: dall'interno degli edifici si vedeva tutta Manhattan, la Statua della Libertà, il New Jersey. È stato tutto molto bello, ma lavorare lì era una sensazione speciale perché le persone che ci lavoravano erano così diverse! Il proprietario dell'azienda voleva davvero creare una finestra sul mondo, nel senso che voleva dipendenti da tutto il mondo. Come musulmano, durante il Ramadan, digiunavo e mangiavo al tramonto; la cosa incredibile era che persone provenienti da luoghi diversi, Africa occidentale, India, Bangladesh, Pakistan, arrivavano con i loro piatti locali per interrompere il digiuno. Era una comunità di persone che si vedevano l’un l’altro come persone. Pregavamo insieme in uno spazio enorme messo a disposizione, non importava di che nazionalità fossi. Anche alla mensa avevamo cibo da tutto il mondo: messicano, africano, australiano. Tutto questo ci ha fatto sentire davvero bene perché era un gruppo molto vario.


Undicisettembre: All'epoca vivevi nel Bronx, com'era la vita nel Bronx in quegli anni?

Sekou Siby: Costava poco, molto meno di adesso! [Ride – NdR] Ma era comunque difficile per un immigrato dall'Africa occidentale che guadagnava 8,25 dollari l'ora e al tempo mia moglie era incinta di otto mesi, mia figlia è nata tre settimane dopo l'11 settembre. Era un posto difficile dove stare! Il Bronx non era, e non è, un quartiere ad alto reddito, ma ce la cavavamo.


Undicisettembre: L'11 settembre influisce ancora sulla tua vita anche oggi?

Sekou Siby: Influenza molto la mia vita, non sono cambiamenti si dimenticano facilmente. Non ho più lavorato per un ristorante dopo l'11 settembre perché mi avrebbe ricordato ciò che mi era successo e non voglio pensarci, non voglio trovarmi nella situazione di farmi di nuovo delle amicizie in una cucina o godermi la vita come dipendente di un ristorante, riporterebbe molti ricordi.

Tre giorni prima dell'11 settembre, sabato, ero andato a giocare a calcio con i miei colleghi sudamericani. Eravamo sedici persone e abbiamo giocato a Corona Park, nel Queens, e da lì sono tornato a casa. Tre giorni dopo, erano tutti morti tranne due persone: un ragazzo dal Messico di nome Luis e io. Te lo immagini? Giochi a calcio con degli amici e tre giorni dopo sono tutti morti.

L'11 settembre per me è questo tipo di esperienza: molto difficile da spiegare, molto difficile da dimenticare perché fa parte di me e a cui è molto difficile dare un senso, perché è impossibile dargli un senso.


Undicisettembre: Sei stato alla celebrazione per il 20° anniversario?

Sekou Siby: Beh, ora vivo nel Queens e vado al World Trade Center almeno una volta all'anno uno o due giorni prima dell'11 settembre, perché il giorno dell'anniversario è molto affollato. Se deve essere un luogo in cui vuoi commemorare i tuoi amici, ci vai in un giorno in cui non è troppo affollato. Quindi ci vado, ma non l'11 settembre.


Undicisettembre: Sei sia americano che immigrato, cosa pensi della politica estera degli USA in Africa?

Sekou Siby: In Africa credo si debba fare di più, investire in infrastrutture. So che c'è molto supporto militare, ma penso che la politica estera in Africa dovrebbe basarsi maggiormente sulla costruzione di infrastrutture. Ora americani ed europei sono più interessati a farlo perché la Cina ha scombinato molti paesi africani. Le aziende più grandi possono acquistare qualsiasi cosa in Africa al prezzo che vogliono, ma questo non aiuta i paesi africani. Ad esempio, la Costa d'Avorio è il numero uno per la produzione di cacao, ma il paese non è diventato ricco per via di questo. La materia prima è estremamente economica, il prodotto finale è molto costoso, ma portare le fabbriche in Africa è molto problematico perché non è l'investimento che si vuole fare. Se non lo si fa, se non si aiutano a creare fabbriche che creerebbero buoni posti di lavoro, l'aiuto estero non libererà questi paesi dai loro problemi.

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