2007/12/07

Modellazione del Pentagono 2

Prosegue la pubblicazione di una serie articoli contenenti informazioni destinate a chi vuole conoscere gli aspetti tecnici e la geografia dei luoghi dell'attentato al Pentagono. Il primo articolo della serie è disponibile qui.

Giunti di dilatazione


Un altro aspetto estremamente importante è la presenza, come in ogni edificio, di giunti di dilatazione, che sostanzialmente suddividono l'edificio in 30 elementi strutturali che si reggono autonomamente. Questi giunti consentono alla struttura di sopportare le dilatazioni e contrazioni dei materiali di costruzione al variare della temperatura ambiente.

Il concetto è significativo nell'osservazione degli effetti dell'attentato, perché la porzione crollata successivamente all'impatto è delimitata a sinistra proprio da uno di questi giunti di dilatazione: per questo ha un aspetto così netto. La mappa dei giunti è presentata nella Figura 2.1, già vista nell'articolo precedente.

Figura 2.1. La distribuzione dei giunti di dilatazione (i tratti neri sottili) al piano terra. Il giunto interessato dal crollo è indicato dal numero 11. L'immagine è cliccabile per ingrandirla.


Figura 2.2. La porzione dell'edificio crollata 33 minuti dopo l'impatto è delimitata, sulla sinistra, da un giunto di dilatazione. L'immagine è cliccabile per ingrandirla.


Colonne


Un altro fatto poco noto è che il Pentagono non ha muri maestri. E' interamente retto su colonne di cemento armato con armatura a spirale, che al piano terra misurano 53 x 53 cm e reggono solai in cemento armato. I vari locali sono separati da tramezze leggere e non portanti.

Figura 2.3. Un'immagine delle colonne portanti del Pentagono durante la ricostruzione. L'immagine è cliccabile per ingrandirla.


Figura 2.4. I lavori di ristrutturazione del Pentagono mostrano la struttura a colonne portanti e tramezze riconfigurabili non portanti ("smart walls"). L'immagine è cliccabile per ingrandirla. Dalla rivista Renovator, novembre 2007.


Figura 2.5. Pianta del piano terra della zona interessata dall'impatto. Si notano l'assenza di muri maestri e la distribuzione regolare delle colonne portanti. L'immagine è cliccabile per ingrandirla. Da Pentagon 9/11, pagina 21.


Figura 2.6. Pianta delle colonne e dei danni al piano terra. In rosso, le colonne danneggiate; in blu quelle completamente distrutte. Si nota che la breccia d'entrata occupa nove spazi fra colonne. L'immagine è cliccabile per ingrandirla. Dall'Arlington County After-Action Report.


Anche la facciata esterna è composta da colonne, fra le quali vi sono pareti non portanti, fatte di mattoni non armati, e il tutto è rivestito in pietra calcarea, come descrive il Pentagon Building Performance Report a pag. 6: "The perimeter exterior walls of Ring E are faced in limestone and backed with unreinforced brick infilled in the concrete frame." Questa è un'altra nozione indispensabile per comprendere gli effetti dell'impatto.

Figura 2.7. I danni riportati dalla facciata esterna del Pentagono ne rivelano la struttura: colonne portanti e solai in cemento armato, muri di mattoni non strutturali. Dal Pentagon Building Performance Report.


Figura 2.8. Il rivestimento di pietra calcarea della facciata è chiaramente visibile in questo dettaglio di un'immagine dei danni prodotti a sinistra della breccia d'impatto.

Anche i muri che si affacciano sulla strada carrabile interna (A-E Drive) e verso l'interno del Pentagono sono anch'essi composti da mattoni non portanti che riempiono lo spazio fra le colonne portanti in cemento armato. L'immagine della breccia d'uscita mostrata in Figura 2.9 permette di notare i materiali.

Figura 2.9. Questa fotografia, cliccabile per ingrandirla, della breccia d'uscita consente di cogliere la struttura a colonne portanti con muri di riempimento in mattoni delle facciate interne e in particolare della facciata che dà sulla strada carrabile interna (A-E Drive). Fonte: FEMA.

Finestre: struttura e differenze


Nell'articolo precedente sono già state indicate le dimensioni fisiche delle finestre del Pentagono. Anche la loro struttura, tuttavia, è importante per la comprensione degli effetti dell'attentato.

Le finestre del Pentagono si dividono sostanzialmente in due tipi: quelle originali e quelle antiscoppio installate durante i lavori di ristrutturazione. E' infatti in corso dalla fine degli anni Novanta il Pentagon Renovation Program, nell'ambito del quale la facciata esterna del Pentagono viene progressivamente rinforzata per rendere l'edificio resistente ad attentati esplosivi con camion-bomba simili a quello compiuto con risultati devastanti contro il Murrah Building di Oklahoma City nell'aprile del 1995.

La ristrutturazione è discussa in dettaglio in questo articolo di Undicisettembre, nell'articolo Retrofitting the Pentagon for Blast Resistance di Michael N. Biscotte e Keith A. Almoney, pubblicato sulla rivista specialistica Structure di luglio/agosto 2001, e in Technology for Improving the Blast-Resistance of Structures, di Robert L. Hall (consultabile qui).

In sintesi, le finestre originali del Pentagono risalgono all'epoca della sua costruzione (i primi anni Quaranta) e sono in vetro comune; le finestre nuove, quelle antiscoppio, sono simili per forma a quelle originali ma sono invece costituite da lastre stratificate, spesse 5 cm, e pesano circa 730 kg ciascuna. La consistenza particolare di queste finestre è osservabile anche nella foto sotto il titolo di questa sezione.

Le finestre antiscoppio sono montate in un telaio continuo in acciaio con rete di contenimento in Kevlar che si estende su tutta la facciata dietro i muri esterni, come si può vedere in Figura 2.10.

Interno

Figura 2.10. Vista dall'interno del telaio di supporto delle finestre antiscoppio al Pentagono. Da Technology for Improving the Blast-Resistance of Structures, di Robert L. Hall.

Figura 2.11. Una delle finestre antiscoppio viene trasportata usando mezzi sollevatori pesanti. Dal documentario Inside the Pentagon di National Geographic.

La ristrutturazione del Pentagono procedeva per settori o wedge, e all'epoca dell'attacco dell'11 settembre 2001 era arrivata al sostanziale completamento delle opere al Wedge 1, ossia quello interessato dall'impatto. L'impatto ha coinvolto esclusivamente il Wedge 1 già ristrutturato, anche se gli incendi si sono estesi anche al Wedge 2, come mostrato nella Figura 1.6 dell'articolo precedente e in Figura 2.12 qui sotto.

Figura 2.12. L'estensione del settore (wedge) già ristrutturato all'epoca degli attentati.

La presenza di queste finestre antiscoppio e degli irrobustimenti interni nella zona colpita ha senz'altro contribuito a contenere il pur tragico bilancio delle vittime, ma ha anche prodotto un fenomeno che lascia perplessi molti osservatori che non sanno della natura delle finestre: la loro condizione pressoché intatta nelle vicinanze dell'area colpita (Figure 2.13 e 2.14). Un effetto apparentemente sospetto e innaturale, se si presume che si tratti di comuni finestre, ma pienamente comprensibile se si conosce la loro effettiva robustezza.

Figura 2.13. Finestre intatte a pochissima distanza dal punto d'impatto, in un'immagine successiva al crollo della porzione colpita.

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Figura 2.14. In quest'immagine, scattata prima del crollo, si nota che anche le finestre nelle immediate vicinanze della zona d'impatto (il cui centro è all'estrema destra) sono ancora in buono stato.

Completata così questa panoramica degli elementi strutturali significativi del Pentagono, il prossimo articolo sarà dedicato all'esame della geografia dell'area circostante l'edificio, per rilevarne i numerosi aspetti poco noti e gli elementi che consentono di determinare dimensioni e traiettoria dell'oggetto che ha colpito il Pentagono.

2 commenti:

  1. C'è una discrepanza ad un certo punto: la spiegazione nel testo dice che i muri esterni sono in mattoni e non armati, mentre in Figura 2.7 si vede chiaramente che c'è un'armatura a rete inglobata nel muro in mattoni.

    Come si può risolvere questa differenza? L'armatura è stata forse aggiunta all'interno con i lavori di ristrutturazione?

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  2. Ciao Fabio,

    quella che si vede in Figura 2.7 sembra essere, come dici, l'armatura aggiunta durante la ristrutturazione per reggere le finestre antiscoppio e rinforzare la facciata. Se la confronti con la Figura 2.10 si nota una forte somiglianza.

    Purtroppo le immagini pubblicamente disponibili di questi lavori di ristrutturazione sono poche. Sono in contatto con i rappresentanti del Pentagon Renovation Program e ho chiesto loro se è possibile avere altre immagini dei lavori.

    La materia è molto delicata (pubblicare troppi dettagli può essere visto come un rischio che facilita il compito di eventuali attentatori), ma non escludo sviluppi a breve.

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