di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Una notizia AP riportata da Tendenzeonline.info segnala che Giulietto Chiesa vuole far riaprire la commissione d'inchiesta sull'11 settembre. Lo dichiara in occasione del lancio di Zero, un ennesimo "film-inchiesta" sull'argomento, diretto da Franco Fracassi e ideato anche da Chiesa stesso.
Sono perfettamente d'accordo con Chiesa: riapriamola. A chi la si possa far fare non lo so, visto che sono già state fatte un'inchiesta giudiziaria, una governativa, e almeno cinque tecniche (degli enti FAA, NTSB, FEMA, ASCE e NIST), per tacere di quelle giornalistiche, e non sarà facile trovare qualcuno che non sia inviso ai complottisti.
Ma riapriamola, perché è il modo migliore per spazzare via una volta per tutte le stupidaggini disseminate sull'argomento.
C'è chi, per esempio, va in giro a dire che un gigantesco bombardiere nucleare B-52 da 200 tonnellate colpì l'Empire State Building e che quindi le Torri Gemelle non potevano crollare per l'impatto di un Boeing 767. In realtà era un modestissimo B-25, lento bimotore a elica, peso medio dieci tonnellate. Lo dissero quei pasticcioni di Loose Change, ammettendo poi l'errore; lo disse Maurizio Blondet in un suo articolo; e lo disse, con parole che escludono ogni possibile lapsus ("Sì, il B-52 è molto più g... è l'aereo più grande che ci sia"), anche Franco Fracassi a Matrix il 31/5/2005, senza mai correggersi.
C'è chi, per esempio, scrive al Corriere della Sera dicendo che il libro-inchiesta giornalistico (non governativo, si noti) di Popular Mechanics, che smonta le teorie di complotto ricorrendo ad esperti indipendenti e che sarà presto disponibile in edizione integrale italiana, è assolutamente inaffidabile perché macchiato dal nepotismo: l'inchiesta sarebbe stata "redatta, utilizzando testimoni 'compiacenti', da Benjamin Chertoff, nipote venticinquenne di quel Michael Chertoff, da Bush nominato a capo del Dipartimento 'Homeland Security'" (Corriere della Sera, 17 ottobre 2006, consultabile nella scansione in cima a quest'articolo).
Solo che Benjamin Chertoff non è nipote di Michael Chertoff. Neppure i suoi accusatori dicono che è nipote. Dicono che è forse suo lontano cugino, non nipote, e lo dicono partendo da una singola fonte (Christopher Bollyn) già colta a manipolare i dati sismografici del WTC per adattarli alle proprie tesi.
Inoltre Benjamin Chertoff non fu redattore unico dell'inchiesta, ma soltanto uno dei suoi tantissimi collaboratori: semplicemente, sfiga vuole che abbia lo stesso cognome di un pezzo grosso del governo USA. Tutta la faccenda è insomma una bufala al pari di quella che vorrebbe la famiglia di Cogne parente di Prodi, soltanto perché hanno in comune il cognome Franzoni (è questo il cognome da nubile della signora Prodi).
Riapriamo dunque la Commissione d'inchiesta, così chi ha detto questa stupidaggine dovrà chiedere scusa. Chi l'ha detta? Giulietto Chiesa, insieme a Franco Cardini, come si può vedere nella scansione dell'articolo qui sopra.
Mettiamo una cosa in chiaro. La riapertura di una commissione non spaventa chi si basa sui fatti; è un problema, semmai, per tutti coloro che spacciano per fatti quelle che in realtà sono congetture e dicerie maldestramente ricopiate e stiracchiate per adattarle ai propri preconcetti. Ben venga, quindi, una nuova indagine. Preferibilmente con potere d'imporre la mordacchia a chi viene colto a dire bugie sapendo di mentire.
In questo senso desta perplessità la scelta di Chiesa di fare un film-inchiesta basato su una colletta popolare anziché adire vie più istituzionali e autorevoli. Lui che è europarlamentare, con accesso privilegiato ai luoghi dove si decide il futuro di noi semplici cittadini, lui che è persino "membro della commissione d'inchiesta del Parlamento Europeo sui voli della CIA e i carceri segreti" (sua dichiarazione a Matrix del 24/5/2006), perché non mobilita appunto l'Europarlamento o il governo italiano, invece di cercare di piazzare un film nei cinema usando oltretutto i soldi degli altri?
Dopotutto il Parlamento europeo avrebbe delle ottime ragioni per indagare. Nella tragedia dell'11 settembre ci sono molte vittime europee, e se per caso le ipotesi di complotto fossero fondate, ci sarebbero ripercussioni inimmaginabili sui rapporti fra Europa e Stati Uniti. Non sono, insomma, quisquilie da affrontare con un documentarietto condito da inserti a cartoni animati, le cui anteprime indicano un livello di rigore investigativo che fa di Zero un titolo quanto mai azzeccato.
mmh... una scansione un pochino più grande non avrebbe fatto male... e una lettera di smentita alla stessa rubrica dello stesso giornale sarebbe una buona idea. Sai, equità dell'informazione, diritto di replica, queste cose qui... poi fra colleghi giornalisti (o meglio tra giornalisti e web-giornalisti.. :) )
RispondiEliminaMi piace la sintetica risposta del curatore Pierluigi Battista, a quanto pare uno che non si fa menare per il naso tanto facilmente:
"Una parentela diventa, in quanto tale, un indizio di illegittimità. E la critica va alla persona, non agli argomenti. Complimenti." :D
LOL!
In aggiunta quindi potremmo aggiungere che quell'indizio è pure completamente campato per aria... così i due scrittori di lettere fanno appaiono per quello che sono, due peracottari, o nella migliore delle ipotesi due ingenui. :D
Oh, e scusate per il post vagamente polemico, ma mi pare che la prima stoccata l'abbiano data Bibì e Bibò qui sopra, con accuse infondate su un quotidiano giusto per avere un pò più di visibilità, quindi.. non è che ho tanti rimorsi.