La rivista Altreconomia ha pubblicato, nel numero 75 di settembre 2006, un mio articolo sul complottismo undicisettembrino, intitolato Complottismo versus verità. Il testo integrale dell'articolo, così come l'ho scritto a luglio 2006, è disponibile qui con il permesso della redazione della rivista.
L'articolo ha suscitato le vivaci reazioni dei lettori della rivista, ai quali ho potuto rispondere qui grazie all'ospitalità del sito Web di Altreconomia. In particolare, una delle mie risposte a una considerazione su Giulietto Chiesa (sceso in campo in materia complottista a Matrix e con l'annuncio di un film-inchiesta) ha spinto Chiesa stesso a inviare alla rivista una replica, pubblicata qui da Altreconomia e qui dal sito di Chiesa, Megachip.info. A mia volta ho risposto sulle pagine di Altreconomia alle domande di Chiesa.
Sembra che ne stia nascendo una presa di contatto e un carteggio illuminante e ben più costruttivo delle passate discussioni con altri sostenitori di verità alternative; pertanto ne raccolgo qui i vari interventi per facilitarne la consultazione da parte di chiunque sia interessato alla questione e ai suoi sviluppi.
Per prima cosa, il commento rivoltomi da un lettore di Altreconomia a proposito di Giulietto Chiesa:
Ho letto con interesse nel numero di settembre l'intervento di Paolo Attivissimo "Complottismo versus verità" circa gli attentati dell'11 settembre 2001, ma con altrettanto interesse ho letto l'intervista a Giulietto Chiesa (certo non uno sprovveduto) pubblicata dalla rivista Valori di Banca Etica "11 settembre. L'alibi per una guerra senza frontiere" (settembre 2006). In questi anni ho cercato di documentarmi il più possibile con libri e riviste e ritengo che i dubbi e gli interrogativi sulla versione ufficiale degli accadimenti dell'11 settembre siano più che legittimi, senza per questo sposare acriticamente le tesi complottiste. Sarebbe opportuno, a mio avviso, che Altreconomia tornasse sull'argomento con un contradditorio tra le diverse posizioni.
La mia risposta al lettore di Altreconomia:
Francamente la posizione di Chiesa mi sconcerta. Non è certo uno sprovveduto, eppure sostiene ancora teorie (come il Boeing fantasma al Pentagono) che persino i complottisti americani hanno abbandonato. Sostiene l'assenza di nomi arabi nelle liste dei passeggeri dei voli dirottati, ma lo fa basandosi su una lista della CNN che è chiaramente indicata da CNN stessa come un elenco di vittime, dal quale sono quindi esplicitamente esclusi i dirottatori (la questione è documentata presso http://paoloattivissimo.info/11settembre/liste-passeggeri/arabi-mancanti.htm). Perché ignora questi fatti? Credo che soltanto lui possa spiegarlo.
La replica di Giulietto Chiesa (19/12/2006):
Primo: io non sostengo nessuna "teoria", a differenza - pare - di chi scrive. Mi sono limitato, fin dal primo momento, a esprimere dubbi sulla versione ufficiale che continuo a ritenere una caricatura fumettistica. Che il Boeing 757 abbia colpito il Pentagono sono loro a doverlo dimostrare, perchè tutti i dati che abbiamo escludono che lo sia stato. Primo, fra tutti i dati che aspettiamo da cinque anni, sono le registrazioni delle circa 80 telecamere che sorvegliavano l'edificio.
Secondo: che poi i "complottisti" americani (si noti l'obiettività del giudizio) abbiano abbandonato queste domande mi pare un'invenzione totale. Bisogna vedere chi sono i "complottisti" cui si fa riferimento (perchè è comodo prendere di mira gli sciocchi, che pure esistono, per colpire quelli che sciocchi non sono).
Terzo: Nessuno, a quanto mi risulta, ha visto la lista completa dei passeggeri dei quattro aerei. Le mie contestazioni non riguardano la lista della CNN che, come tutte le altre fonti giornalistiche, può essere imprecisa e incompleta (e infatti lo è). Riguardano il dato che gli elenchi degli arabi kamikaze furono resi noti dall'FBI quarantott'ore dopo. Punto e basta. Altre fonti non abbiamo. Dunque bisogna credere all'FBI. C'è chi lo ritiene ovvio, e chi, come me, vorrebbe sentire tutta la storia. Si erano imbarcati con i loro nomi veri? Oppure che nomi hanno usato? Poichè alcuni di loro erano ricercati, o avevano posizioni variamente irregolari, come mai nessuno se n'è accorto, per nessuno dei 19 dirottatori? Attivissimo non risponde affatto a tutte queste domande. Crede, libero di farlo, all'elenco dell'FBI. A priori, senza mettere insieme tutti i fatti incredibili e inquietanti che precedono e seguono la vicenda. Per esempio il dato provato che di Mohamed Atta ce n'era più d'uno in circolazione e uno di questi faceva di tutto per farsi notare, con comportamenti così stravaganti (si veda l'accurato libro di Marina Montesano, "Mistero americano", che ne segue le tracce, attraverso la stampa americana, nei mesi precedenti) che infatti portarono alla sua identificazione come sospetto terrorista. Che sale a bordo dell'aereo senza essere intercettato. Ma, in ogni caso, poichè sono passati cinque anni abbondanti, perchè le liste dei passeggeri, quelle complete, quelle del check-in, non vengono pubblicate, con fotografia?
Attivissimo non se lo chiede. Io me lo chiedo.
Quindi io non ho teorie, faccio domande. E le farò finchè non sentirò risposte convincenti e documentate. Altri invece considerano scandaloso che si facciano domande. Anche quando è ormai dimostrato che le persone cui queste domande sono rivolte sono dei bugiardi matricolati e degli assassini.
Peggio per loro.
La mia risposta a Chiesa (28/12/2006):
Caro Giulietto,
non vorrei abusare dell'ospitalità offerta da Altreconomia, per cui mi scuso se qui risponderò sinteticamente alle tue considerazioni principali. Potremo poi approfondire i dettagli a tu per tu quando vorrai, via e-mail o di persona.
Dici che "tutti i dati che abbiamo escludono" che un Boeing 757 abbia colpito il Pentagono. Ma ci sono oltre ottanta testimoni oculari che hanno identificato un aereo di linea; molti hanno anche precisato che era un velivolo della American Airlines. Fra questi testimoni ci sono i giornalisti Steve Anderson, Richard Benedetto, Joel Sucherman e Mike Walter di USA Today, e Dave Winslow, giornalista di AP Radio; e ci sono numerosi passanti, pendolari, tassisti; gente comune, insomma. Sarebbe arduo non sfiorare il ridicolo ipotizzando che mentano tutti.
Ci sono anche i dati riscontrabili sulla scena del delitto, documentati da centinaia di foto, filmati e analisi:
Chiedi delle registrazioni delle telecamere: ora che è terminato il processo Moussaoui, questi filmati sono in corso di desegretazione. Cinque sono già stati rilasciati e sono disponibili anche sul sito Undicisettembre.info che gestisco insieme ad altri ricercatori; gli altri lo saranno nei prossimi mesi. Ma sono comunque un di più rispetto alla massa di altre evidenze già disponibili.
- cinque lampioni abbattuti in mezzo a molti altri intatti dinanzi al Pentagono, che delineano un corridoio largo oltre 25 metri, a suggerire un velivolo largo almeno altrettanto (incompatibile, quindi, con ipotetici missili o caccia, mentre un Boeing 757 ha un'apertura alare di 38 metri);
- 35 metri di pareti sfondate al piano terra della facciata esterna del Pentagono, con una porzione centrale più alta al secondo piano, documentata fotograficamente prima del crollo della facciata (come puoi vedere per esempio qui);
- la mancanza di macerie d'edificio proiettate verso l'esterno, che suggerisce un danno prodotto per penetrazione dall'esterno e non tramite esplosivo dall'interno;
- l'inclinazione delle colonne divelte, orientate verso l'interno, che suggerisce anch'essa la penetrazione di un oggetto estremamente massiccio e contrasta con le ipotesi di danni prodotti da esplosivi, che avrebbero piegato anche verso l'esterno le colonne divelte;
- la distribuzione dei danni all'interno del Pentagono: è appiattita sul piano orizzontale e si restringe progressivamente sul piano verticale, con una forma a cuneo incompatibile con un'esplosione (che avrebbe prodotto danni distribuiti a raggiera) ma compatibile con la penetrazione di un oggetto largo e piatto ed avente una struttura più robusta nella propria zona centrale;
- i numerosi rottami, grandi e piccoli, compatibili con un Boeing 757, fotografati e testimoniati, per esempio dal capo dei pompieri Ed Plaugher (citato persino dal celebre complottista Thierry Meyssan) e dal sito anti-Bush Rense.com. Ci sono testimonianze di sedili, carrelli, motori, quadri di comando, porzioni di cabina, resti di piloti e passeggeri, e molto altro.
Capisco che non ti piaccia il termine "complottista", ma è meno goffo e prolisso di "sostenitori di teorie alternative" e meno ambiguo di "dubbiosi" o "scettici" (anche perché di norma i sostenitori di queste teorie non hanno dubbi e non hanno scetticismi, ma anzi sono certi di sapere come sono andate davvero le cose). Del resto, anche a me non piace essere etichettato "debunker". Ma pazienza: sono semplificazioni giornalistiche, necessarie per non appesantire il discorso.
Non è "invenzione totale" il fatto che la corrente principale dei complottisti abbia abbandonato la teoria del "nessun Boeing al Pentagono":
Anche molte altre teorie di complotto sono state sconfessate dai complottisti stessi: ti invito a leggere in proposito questo articolo del già citato 911truth.org. Risale al 2004, eppure noto che nel materiale che proponi su Megachip.info sono ancora ben presenti le teorie che quell'articolo dichiara già da tempo manifestamente sballate.
- La questione è totalmente assente dai quaranta punti-chiave concordati al convegno dei "complottisti" tenutosi a Chicago il 2-4 giugno 2006 e organizzato da 911truth.org.
- 9-11 Research e Oilempire.us, altri siti di riferimento per il complottismo, definiscono la teoria del "nessun Boeing" come una "trappola" per ridicolizzare i complottisti (qui) e "screditare lo scetticismo sull'11/9" (qui).
- Dello stesso avviso sono personaggi di indubbio risalto in materia, come Michael Ruppert, Jamey Hecht, Scott Bingham, Jeff Wells, Kris Millegan, Emanuel Sferios, Sander Hicks, G. Edward Griffin e tanti altri (un elenco più completo è pubblicato qui).
Dici che non ti risulta che qualcuno abbia visto la lista completa dei passeggeri dei quattro aerei. Ma io e molti altri ricercatori su entrambi i fronti del dibattito abbiamo da tempo questa lista, sotto forma di copia dei tabulati originali, nei quali compaiono i nomi dei dirottatori.
La lista completa dei passeggeri, con i rispettivi posti assegnati sui velivoli, è stata fornita anche durante il processo Moussaoui. Ti invierei volentieri copia di questi documenti.
Contesti il dato che "gli elenchi degli arabi kamikaze furono resi noti dall'FBI quarantott'ore dopo", e fai bene. Infatti se rileggi le notizie di quei giorni, noterai che il dato è falso. Infatti in realtà i dati anagrafici definitivi, completi di foto, furono divulgati dall'FBI ben sedici giorni dopo gli attentati: il comunicato stampa con la lista dei nomi dei diciannove dirottatori e le loro fotografie fu rilasciato dall'FBI soltanto il 27 settembre 2001. L'FBI diffuse un elenco parziale ed impreciso, di soli nomi (senza foto), soltanto il 14 settembre 2001, ossia tre giorni dopo gli attentati. Essendoci una lista d'imbarco, non fu particolarmente difficile procedere per esclusione controllando le passate attività di ciascun passeggero; essendoci una scheda d'immigrazione a carico di ciascun dirottatore, non fu particolarmente difficile procurarsi le loro fotografie.
Rispondo brevemente alle altre tue domande: sì, si erano imbarcati con i loro nomi veri. Nessuno si è accorto del fatto che erano ricercati perché i controlli d'imbarco, all'epoca, non prevedevano questo tipo di verifica e perché molti di loro non erano per nulla ricercati. Il fatto che ci sia stato più di un Mohammed Atta in circolazione non deve stupire: esistono ovviamente gli omonimi, dopotutto, e la grafia latina dei nomi arabi ha molte possibili varianti equivalenti. Per fare un paragone, non sarai, credo, l'unico Giulio o Giulietto Chiesa in circolazione. Se vuoi un esempio legato all'11/9, vale la pena di citare Mahmoud Atta, il giordano che commise un attentato su un autobus israeliano nell'86. E come dicevo prima, le liste dei passeggeri sono state pubblicate da tempo.
Non trovo nulla di scandaloso nel fare domande: anzi, lo ritengo diritto-dovere civico di ogni cittadino in una democrazia sana. Ma è anche doveroso evitare domande che screditino le legittime richieste di trasparenza e si basino su premesse manifestamente sbagliate o manipolate.
Resto a tua disposizione per fornirti, tramite l'enorme massa di documentazione (super partes e verificabile) e le testimonianze di esperti di settore raccolte in questi anni, le risposte a ogni altra tua domanda sull'11 settembre.
A scanso di equivoci, vorrei chiarire che non desidero affatto difendere né una "versione ufficiale", né tanto meno "bugiardi matricolati e assassini" di nessun paese, e che l'Amministrazione Bush non gode certo della mia stima. Ma non ne gode neppure chi crea nebbia e confusione raccontando al pubblico storie indiscutibilmente errate e ingannevoli, come quella del "più grande aereo che ci sia", un "B-52", che secondo il tuo collaboratore Franco Fracassi si sarebbe abbattuto sull'Empire State Building nel 1945 senza farlo crollare (così affermò ripetutamente a Matrix il 31/5/2006). Fu un ben più modesto bimotore a elica, un Mitchell B-25, peso 15 tonnellate. Un decimo del peso dei Boeing che colpirono le Torri Gemelle l'11 settembre 2001. Errori come questo creano miti e percezioni distorte nel pubblico (e anche in te, visto che hai presentato questo episodio a Matrix del 24/5/2006 come presunta prova che le Torri non dovevano cadere per un impatto d'aereo), ed è essenziale evitarli.
Il mio lavoro di ricerca, condotto insieme ai membri del gruppo Undicisettembre, ha il solo scopo di sgombrare il campo dagli errori (come quello del superbombardiere di Fracassi), dai miti (come quello dei nomi resi noti dopo 48 ore) e dalle teorie strampalate (come gli ologrammi al posto degli aerei, le microonde dallo spazio per demolire il World Trade Center, i "pod" appesi sotto gli aerei) e incompatibili con i fatti osservabili e verificabili. Credo che questa scrematura sia nell'interesse di tutti coloro, "complottisti" e "debunker", che hanno sinceramente a cuore la ricerca della verità sull'11 settembre, qualunque essa sia.
Con l'augurio che questo sia l'inizio di un dialogo di comune esplorazione,
cordiali saluti
Paolo Attivissimo
Il carteggio, per ora, si ferma a questo punto. Se vi saranno aggiunte, le pubblicherò qui.
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