L'alto leader di al-Qaeda Ayman al-Zawahri è stato ucciso domenica 31 luglio da un attacco missilistico con un drone, condotto dalle forze statunitensi in Afghanistan; al-Zawahiri è stato ucciso nella capitale Kabul alle 6:18 del mattino locali. L'annuncio è stato dato il giorno seguente dal presidente Joe Biden in un messaggio video.
Il terrorista è stato ucciso da due missili Hellfire lanciati contro un palazzo
di Sherpur, quartiere centrale della capitale a poca distanza dall'università e
dall'ambasciata americana rinnovato nel 2003 dal governo sostenuto dagli Stati
Uniti per ospitare gli ufficiali del governo stesso e delle organizzazioni
internazionali.
Quello che ha ucciso al-Zawahiri è il primo attacco americano in Afghanistan dopo il ritiro delle truppe avvenuto nell'agosto del 2021. L'uomo è stato colpito in un momento in cui era uscito su uno dei balconi del palazzo in cui viveva da pochi mesi con la famiglia, ed è stato tradito proprio dalla sua abitudine di passare molto tempo su quel balcone che ha concesso all'intelligence americana di individuarlo.
La modalità dell'attacco è stata
scelta proprio per evitare altre vittime, infatti oltre ad al-Zawahiri nessun
altro è rimasto colpito. Subito dopo l'attacco la rete Haqqani, organizzazione
terroristica al momento alleata con i Talebani il cui leader è oggi
de facto ministro degli interni di Kabul, ha tentato di nascondere il
fatto che al-Zawahiri fosse ospitato in un'area controllata da loro e dai
Talebani affermando che l'attacco fosse stato condotto dal Pakistan e che non
avesse ucciso nessuno. Tuttavia la conferma è arrivata alla Casa Bianca da varie
fonti di intelligence e anche l'FBI lo indica come
deceased (deceduto) nella lista dei
terroristi più ricercati.
Ayman al-Zawahiri era nato in Egitto nel 1951; si era unito ad al-Qaeda nel 1998, quando fuse la propria organizzazione egiziana con quella di bin Laden. Ebbe un ruolo fondamentale nell'organizzazione dell'11/9, reclutando i terroristi e trovando i fondi per finanziare l'operazione; non ebbe tuttavia ruoli decisionali e non venne coinvolto nella scelta degli obiettivi e delle modalità. Inoltre era il leader supremo di al-Qaeda dalla morte di Osama bin Laden nel 2011. Nel 2020 il giornale Arab News Pakistan aveva annunciato la possibile morte di al-Zawahiri per problemi respiratori, ma si è trattato evidentemente di una notizia infondata.
La morte di al-Zawahiri apre ora almeno due temi per il futuro. Il primo riguarda la leadership di al-Qaeda, perché molti dei potenziali successori tra cui Abdullah Ahmed Abdullah, Abu Muhsin al-Masri e Hamza bin Laden, figlio di Osama, sono stati recentemente uccisi. Secondo l'ex agente speciale dell'FBI Ali Soufan (autore del celeberrimo volume The Black Banners sul coinvolgimento del regime saudita negli attentati dell'11/9), il prossimo leader potrebbe essere il sessantenne egiziano Saif al-Adel, uno degli organizzatori degli attentati in Africa del 1998. Il secondo tema di discussione che si apre è il mancato rispetto degli accordi di Doha, stretti dall'allora presidente americano Donald Trump con i Talebani tagliando fuori il governo afghano in carica, perché entrambe le parti accusano l'altra di averli violati. Gli USA infatti sostengono che i Talebani non abbiano rispettato l'accordo di non ospitare organizzazioni terroristiche (l'accordo menziona esplicitamente al-Qaeda) proprio per il fatto che al-Zawahiri si trovasse in un'area controllata dai Talebani. Questi ultimi parimenti accusano con un tweet gli USA di aver violato il cessate il fuoco previsto dagli accordi.
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