di Leonardo Salvaggio
Il National Directorate of Security (anche noto come NDS, il servizio di sicurezza e intelligence afghano) ha annunciato il 24 ottobre su Twitter di aver ucciso in un'operazione delle forze speciali il terrorista Husam Abd-al-Ra'uf, noto anche con il nome di guerra Abu Muhsin al-Masri, considerato il leader di al-Qaeda nel subcontinente indiano e il secondo in comando dell'intera organizzazione dietro a Ayman al-Zawahiri. L'uccisione di al-Masri è stata confermata anche dal direttore dello US National Counterterrorism Center, ente federale americano preposto a coordinare tutte le attività antiterrorismo, Chris Miller.
Il terrorista era dal 2018 nella lista dei terroristi più ricercati dall'FBI. L'NDS ha pubblicato in un altro tweet (ATTENZIONE - foto impressionante) la foto di un uomo deceduto che effettivamente corrisponde alla persona che compare sul sito dell'FBI. Il vice governatore della provincia di Ghazni, dove è avvenuta l'operazione, ha comunicato all'Associated Press che i militari avrebbero invaso la casa in cui vivevano sette terroristi, tra cui al-Masri, nel villaggio di Kunsaf. Secondo l'NDS e secondo il governatore della provincia, al-Masri viveva sotto la protezione dei Talebani, in quanto il villaggio in cui si nascondeva era sotto il loro controllo. Sempre secondo l'Associated Press, anche i Talebani starebbero conducendo indagini, non meglio chiarite, sull'accaduto.
Se fosse confermato che al-Marsi viveva sotto la protezione dei Talebani, questi ultimi avrebbero violato il trattato di pace firmato a febbraio con gli USA, in quanto il secondo punto della sezione che elenca gli obblighi dei Talebani (denominati nel documento Islamic Emirate of Afghanistan) vieta espressamente di cooperare con gruppi che minaccino la sicurezza degli Stati Uniti e dei loro alleati.
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