Con il nome di Able Danger si identifica un programma militare condotto dallo United States Special Operations Command (il comando per le operazioni speciali controllato dal Dipartimento della Difesa) e dalla DIA (Defense Intelligence Agency) su richiesta degli Stati Maggiori Riuniti allo scopo di raccogliere informazioni sulle organizzazioni terroristiche e sui loro membri. Il programma utilizzava tecniche di data mining incrociando dati pubblicamente disponibili con altri secretati e in possesso dell'intelligence per identificare attività terroristiche.
Uno dei grafici sopravvissuti di Able Danger, reso più leggibile dal sito Intelwire. |
La prima menzione pubblica dell'esistenza di Able Danger risale al 2005, quando il membro della Camera dei Rappresentanti Curt Weldon pubblicò il libro intitolato Countdown to Terror, nel quale scrisse che nel 2000 il programma aveva individuato Mohamed Atta, Marwan al-Shehhi, Khalid al-Mihdhar e Nawaf al-Hazmi (la cosiddetta cellula di Brooklyn) come affiliati di al-Qaeda. Dopo la pubblicazione del libro, Weldon disse davanti alla Camera che Able Danger aveva individuato la cellula, ma fu impedito allo staff del programma di passare le informazioni all'FBI perché Atta era in possesso della green card e il Congresso ritenne che l'FBI non potesse fare azioni di forza contro qualcuno in possesso di tale autorizzazione per timore di ripercussioni sull'opinione pubblica simili a quelle causate dall'assedio di Waco.
Nel febbraio del 2006 Weldon ribadì in una conferenza stampa che Able Danger aveva individuato tredici volte attività sospette legate a Mohamed Atta prima dell'11/9 e citò un caso simile in cui il programma aveva segnalato possibili problemi (non meglio descritti) per la nave USS Cole nel porto di Aden, in Yemen, due settimane prima dell'attentato, ma anche in quel caso nessuna azione fu intrapresa. La testimonianza di Weldon fu riportata anche dal bimestrale Government Security News nell'agosto del 2005 e in quell'occasione Weldon aggiunse che i problemi riscontrati da Able Danger furono riportati anche alla commissione di inchiesta sull'11/9, che ignorò la segnalazione.
In risposta alle parole di Weldon, molti membri della commissione smentirono quanto detto dal membro del congresso. Timothy Roemer e John F. Lehman dissero entrambi di non essere stati messi a conoscenza dell'esistenza di Able Danger; Al Felzenberg smentì che la commissione avesse saputo di un'identificazione di Atta, e infine il presidente e il vicepresidente Thomas Kean e Lee Hamilton rilasciarono una dichiarazione secondo cui la commissione sapeva dell'esistenza di Able Danger ma nessuna delle informazioni in loro possesso indicava che il programma avesse individuato Mohamed Atta.
Ad aumentare la confusione su questo intricato caso Weldon dichiarò al Time di non essere più sicuro che Able Danger avesse identificato Atta e in quella dichiarazione aggiunse di non poterlo verificare, in quanto aveva consegnato l'unica copia che aveva del rapporto al vice consigliere per la sicurezza nazionale Steve Hadley. Lo stesso giorno dell'articolo del Time, il giornale del New Jersey The Record pubblicò un articolo del giornalista Mike Kelly in cui l'autore riportava di aver avuto una conversazione telefonica con un membro di Able Danger che confermò che il programma aveva individuato Atta e la cellula di Brooklyn ma che fu impedito loro dal governo di passare i dati all'FBI o alla polizia locale.
Pochi giorni dopo Weldon riprese l'argomento davanti alla Camera dei Rappresentanti, dapprima sottolineando le apparenti contraddizioni delle dichiarazioni dei membri della commissione e ribadendo quindi la sua posizione originale.
Weldon tornò sull'argomento un mese dopo, nel settembre del 2005, quando dichiarò all'Associated Press di essere entrato in contatto con un membro dello staff di Able Danger, di cui non fece il nome, che gli aveva comunicato che due anni prima dell'11/9 fu ordinato al programma di distruggere i dati in cui veniva menzionato Mohamed Atta. Tuttavia l'Associated Press raccolse anche il parere del portavoce del Pentagono Paul Swiergosz, che spiegò che la distruzione di quei dati rientrava nella normale procedura in base alla normativa vigente sui dati raccolti dall'intelligence.
Dopo le asserzioni di Weldon, il tenente Anthony Shaffer, uno dei membri del gruppo di Able Danger, partecipò come ospite alla trasmissione televisiva The Situation Room with Wolf Blitzer e in quella occasione si identificò come la fonte delle informazioni in possesso di Weldon. Aggiunse Shaffer che Able Danger aveva scoperto l'esistenza della cellula di Brooklyn nel settembre del 2000 e sostenne di aver tentato di avvisare l'FBI di quanto scoperto, ma i tre incontri in cui avrebbe dovuto riferire i dettagli furono bloccati dai legali del Dipartimento della Difesa. Shaffer aggiunse anche di averne riferito alla 9/11 Commission, ma che la sua testimonianza non finì nella stesura finale del rapporto. La versione di Anthony Shaffer venne corroborata dalle testimonianze di altri membri del programma, quali il capitano della marina Scott Phillpott e il fornitore esterno James Smith; inoltre il maggiore Erik Kleinsmith confermò di aver distrutto i dati raccolti da Able Danger.
Il Dipartimento della Difesa avviò un'indagine, i cui risultati furono resi pubblici l'1 settembre del 2005; l'indagine individuò tre ex membri del programma che confermarono di aver visto un diagramma creato con i dati raccolti dal programma che mostrava una foto di Mohamed Atta. Tuttavia non fu possibile produrne l'evidenza, probabilmente perché i documenti erano stati distrutti.
Anthony Shaffer |
Una probabile ipotesi che fu avanzata per spiegare perché Able Danger non riuscì a fermare Mohamed Atta è quella nota come "Two Attas Theory", secondo cui il Mohamed Atta individuato dal programma non era il dirottatore del volo American Airlines 11 ma un altro terrorista vicino a Omar Abdel Rahman (uno dei cospiratori dell'attentato al World Trade Center del 1993, più noto come The Blind Sheikh), chiamato Mohamed el-Amir e quindi parzialmente omonimo di Atta, il cui nome per esteso era Mohamed Mohamed el-Amir Awad el-Sayed Atta. Tuttavia l'ipotesi è ovviamente molto debole, perché l'uomo individuato da Able Danger si chiama Atta e non el-Amir; inoltre questa teoria non dà alcuna spiegazione sull'individuazione degli altri terroristi.
Il 21 settembre 2005 il il Comitato Giudiziario del Senato condusse delle audizioni su Able Danger, ma in quell'occasione Shaffer non fu ammesso a testimoniare. Al suo posto fu ricevuto dal comitato l'avvocato Mark Zaid, il quale nel suo discorso spiegò brevemente cosa fosse Able Danger e confermò che il programma aveva individuato quattro dirottatori, tra cui Atta, come associati di The Blind Sheik, ma non era entrato in possesso di informazioni sufficienti per asserire che i quattro si trovassero negli Stati Uniti. Zaid aggiunse che le informazioni raccolte da Able Danger non bastavano a lasciar supporre che fosse in corso la pianificazione di un attentato su larga scala sul suolo americano. Nella stessa occasione testimoniò anche Erik Kleinsmith, a cui fu chiesto se tali dati avrebbero potuto prevenire l'11/9; il maggiore rispose che probabilmente sarebbero stati utili.
Nel 2006 anche il Dipartimento della Difesa condusse un'indagine su Able Danger. La commissione interrogò quattro ex membri di Able Danger che avevano sostenuto di aver identificato Mohamed Atta e ravvisò numerose contraddizioni nei racconti. Nel rapporto finale la commissione sostenne che il programma non aveva individuato nessuno dei terroristi che avrebbero compiuto gli attentati dell'11/9 e che a nessuno dei membri dello staff fu negata la possibilità di riferire le proprie scoperte all'FBI.
Se le indagini ufficiali chiarirono che Able Danger non raccolse informazioni che avrebbero potuto fermare i dirottatori in anticipo, le polemiche sull'argomento non si fermarono con la pubblicazione dei rapporti delle inchieste. Alcuni testimoni, tra cui proprio Anthony Shaffer, sostennero infatti anni dopo che l'Ispettore Generale del Dipartimento della Difesa distorse le loro parole e che la commissione ignorò molte delle informazioni da loro fornite.
Nel 2010 Shaffer pubblicò un libro intitolato Operation Dark Heart, in cui narrava la propria versione dei fatti; tuttavia poco dopo la pubblicazione l'editore St. Martin ricomprò tutte le 9.500 copie stampate e le distrusse su richiesta del Pentagono. Da allora il libro è stato ristampato più volte, ma solo in versioni censurate.
È quindi ad oggi molto difficile stabilire quale sia la verità in questa intricatissima vicenda. Le informazioni disponibile su Able Danger sono talmente confuse che non è facile capire se davvero i dati raccolti dal programma avrebbero potuto prevenire gli attentati. Quello di Able Danger è sicuramente uno dei lati meno chiari, e meritevoli di indagine, di quanto accaduto l'11 settembre del 2001.
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