di Hammer
Nel corso del 2015 l’ISIS ha pubblicato su Internet due video in cui inneggia agli attentati dell’11/9 e minaccia nuovi attacchi sul suolo americano.
Il primo è stato pubblicato nel mese di aprile, si intitola We Will Burn America e al momento in cui scriviamo è disponibile a questo indirizzo, tuttavia ne sconsigliamo la visione perché mostra immagini orribili di decapitazioni di massa e di quelle dei giornalisti americani James Foley e Steven Sotloff oltre alla morte del pilota giordano Moaz al-Kasasbeh, bruciato vivo in una gabbia.
Il filmato, narrato in arabo con sottotitoli in inglese, mostra anche immagini della devastazione dell’11/9 e loda quanto compiuto da al-Qaeda, sostenendo che i gruppi jihadisti siano cresciuti da allora e dispongano oggi di mezzi migliori per portare avanti i propri attacchi. Il video sostiene quindi che l'attacco verso i membri europei della coalizione guidata dagli USA è già iniziato con gli attentati di Parigi contro il giornale Charlie Hebdo, perpetrato dai terroristi francesi Said e Cherif Kouachi, e contro un negozio kosher, compiuto dal terrorista Amedy Coulibaly; inoltre, secondo il video, anche l'America subirà lo stesso trattamento e verrà interamente bruciata, la jihad ha già iniziato a spostarsi verso gli Stati Uniti con la sparatoria al Parlamento Canadese operata da Michael Zehaf-Bibeau.
Il video si conclude con la celebrazione degli attacchi informatici compiuti dal gruppo Cyber Caliphate, legato all'ISIS, ai danni di alcuni media francesi e degli account Twitter di U.S. Central Command, Newsweek e International Business Times.
Contestualmente alla pubblicazione del video l'ISIS ha lanciato l'hashtag #WeWillBurnUSAgain e alcuni estremisti e simpatizzanti dello Stato Islamico lo hanno utilizzato per pubblicare su Twitter inquietanti fotomontaggi che mostrano obiettivi americani, come la Statua della Libertà, il Campidoglio o la Casa Bianca avvolti dalle fiamme. Esempi di queste immagini sono stati pubblicati dal New York Post, dal sito della ricercatrice Pamela Geller e dal blog di SITE Intelligence Group.
Un secondo video dello stesso tenore è stato pubblicato anche in occasione dell’anniversario dell’11/9. Il filmato, intitolato We Are Back in America, si apre lodando di nuovo le violazioni di sicurezza informatica operate da Cyber Caliphate ed esagerandone i successi: le scritte in sovrimpressione, con grossolani errori di inglese, sostengono che gli hacker abbiano violato le reti di NASA e Casa Bianca, cosa che ovviamente non è successa.
Anche in questo secondo video vengono mostrate le immagini delle Torri Gemelle in fiamme e di Osama bin Laden, di cui viene anche riportata una frase che invita i musulmani di tutto il mondo alla lotta contro americani, ebrei e cristiani; poco dopo l'ISIS minaccia un nuovo attacco sul suolo americano con la frase: “We will repeat September 11 and we will send cars full of explosives and suicide bombers.” (la traduzione in italiano è “Ripeteremo l'11/9 e invieremo auto piene di esplosivi e attentatori suicidi”). Il filmato è disponibile a questo indirizzo ma di nuovo ne sconsigliamo la visione per via delle immagini brutali; il video si distingue anche per il canto di sottofondo in inglese che loda i soldati di Allah con un linguaggio perfettamente comprensibile e non in arabo come nei precedenti.
Nonostante i rapporti tra ISIS e al-Qaeda non siano per nulla buoni, anche lo Stato Islamico loda quanto compiuto nel 2001 dall'organizzazione guidata da Osama bin Laden. Ci chiediamo se i complottisti pensino che l'ISIS sia parte della cospirazione o che i suoi leader siano tanto stupidi da confondere un inside job per un attentato terroristico.
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