Nota di Undicisettembre: Gli eventi dell'11 settembre 2001 hanno provocato molte vittime anche a distanza di anni dall'attentato, principalmente a causa delle polveri dei crolli delle Twin Towers, inalate dai soccorritori e dalle moltissime persone presenti nell'area.
Molte testate giornalistiche si sono occupate delle problematiche mediche insorte nella salute dei soccorritori e della popolazione di New York in genere (ad esempio qui, qui e qui il New York Times, qui il Washington Post, qui la CNN, qui e qui la BBC, qui la ABC, qui il Daily Mail ecc...).
Anche MedBunker, il blog dedicato a smascherare bufale mediche e ciarlatani gestito dal Dott. Salvo Di Grazia, ha già affrontato questa tematica in un interessante articolo pubblicato in occasione del decennale dell'attentato.
Oggi il Dott. Di Grazia ci concede gentilmente un nuovo articolo di aggiornamento che siamo lieti di poter offrire direttamente ai lettori di Undicisettebre.
La tragedia dell’11 settembre 2001 non fu soltanto dramma istantaneo ma si è prolungato nel tempo lasciando una scia di dolore e sofferenza lungo gli anni, fino ad oggi. Il lutto per chi è scomparso giace nell’intimo di chi resta ma chi ha subìto traumi, ferite e contaminazioni in quel giorno indimenticabile ne porta le conseguenze nel fisico e spesso in maniera evidente.
C’è un lato poco conosciuto della tragedia: il pensiero va subito a chi è stato coinvolto direttamente nei crolli delle torri ma c’è stato un altro nemico insidioso e poco prevedibile, la polvere, risultato del crollo delle torri del World Trade Center che ha invaso il corpo dei soccorritori, dei lavoratori e dei passanti che invano cercavano riparo.
2753 è la cifra ufficiale delle persone che quel giorno persero la vita ma se consideriamo tutti i decessi successivi dei feriti, le morti per infortunio o per malattie contratte per motivi direttamente legati al crollo, le vittime devono essere probabilmente triplicate.
La comunità medica ha studiato in maniera ossessiva le conseguenze del "dopo 11 settembre", tanto da far diventare quel giorno il disastro storico più studiato dalla scienza. Persino The Lancet, la rivista medica più prestigiosa al mondo ha dedicato articoli e speciali all’avvenimento.
Si studia soprattutto ciò che resta dei piccolissimi granelli di cemento, amianto, vetro, idrocarburi, piombo e diossina che si sono insinuati nelle vie respiratorie e nell’organismo di chi era lì, la nube di polvere era formata per il 95% da queste sostanze che creavano un velo alcalino già da solo molto irritante per la cute. Su oltre 42000 individui controllati, il 12% ha riferito prurito, eczemi e dermatiti dopo l’esposizione alla nube di polvere.
I primi disturbi, quelli più evidenti e diagnosticabili furono relativi alle vie respiratorie. I soccorritori, quelli più vicini ai crolli, soffrirono per mesi di rinite, disturbi asmatici e bronchite ed alcuni di essi svilupparono malattie respiratorie croniche.
Per capire l’entità del problema, basti pensare che a ridosso dell’evento raddoppiarono i parti di neonati con importanti deficit di crescita, la stessa patologia che si riscontra nelle donne in gravidanza fumatrici.
Angosciante anche l’aspetto psicologico. Subito dopo l’attentato aumentarono i casi di depressione ed ansia che cominciarono a diminuire lievemente con il tempo. Stesso fenomeno per l’abuso di sostanze stupefacenti e per le intenzioni suicide. In particolare, le persone che si trovavano all’interno delle torri prima del crollo e che riuscirono a sopravvivere presentavano la percentuale più alta di individui con disturbi ansioso-depressivi: il 95,6% di essi aveva almeno un sintomo di stress post traumatico.
Innumerevoli i traumi fisici, anche gravissimi: furono tante le persone decedute non durante il crollo ma dopo, per le ferite riportate dalla caduta di detriti, suppellettili o materiali vari ed un terzo dei volontari (soccorritori, operai, in uno studio su più di 7000 persone) ha accusato un disturbo legato agli eventi mentre il 20% di essi ha riportato un trauma fisico. Tutto questo a ridosso dell’avvenimento.
A distanza di anni le autorità sanitarie statunitensi continuano a seguire la salute delle persone coinvolte nei crolli ed hanno creato un’unità apposita. Persistono, anche se in maniera molto meno marcata, i disturbi respiratori con rischio comunque particolarmente elevato di sviluppare asma bronchiale (un individuo esposto alle polveri del WTC ha un rischio di sviluppare asma del 19% contro il 2% della popolazione normale).
Si scopre quindi che la tragedia non ha mai fine.
Quasi un quarto delle persone con esposizione ravvicinata al crollo (soccorritori, passanti, impiegati) soffre sia di disturbi respiratori che di depressione post-traumatica, anche se i sintomi respiratori più diffusi e meno gravi (tosse ed affanno) sono oggi quasi tutti risolti. Per quanto riguarda le malattie più gravi gli esperti prevedono un aumento dei casi di tumore polmonare anche se in atto non si nota alcun picco significativo di patologia tumorale negli individui esposti al crollo del WTC. Identica situazione per le malattie cardiovascolari: si è registrato un lieve aumento di patologie cardiache e vascolari ma solo in gruppi esposti per lungo tempo ed in vicinanza di Ground Zero.
Il rischio comunque di malattie cardiache è particolarmente elevato negli individui esposti più a lungo ai contaminanti. Anche il rischio di cancro, nei soccorritori e nei volontari, sembra lievemente aumentato ma i numeri non consentono di trarre conclusioni definitive perché sono troppi i fattori che confondono la statistica.
Ecco, la statistica. Tutto ciò può servire a fissare con dei numeri l’enorme tragedia immediata ed eterna di quel giorno ma nulla può farci comprendere pienamente cosa hanno vissuto gli uomini che quel giorno erano lì.
Saluti a tutti. Vorrei segnalare un punto che, salvo mio errore, non viene mai discusso. Si tratta proprio delle persone che hanno subito danni alla salute per gli eventi dell'11 settembre 2001. Decine di migliaia di nuovayorchesi hanno riportato notevoli danni (anche gravi) alla salute. Per non parlare dei danni materiali e delle coperture miliardarie sborsate dalle compagnie assicuratrici. Se tutto ciò fosse riconducibile alla diretta responsabilità delle autorità governative (parlo di abbattimento per mezzo di esplosivi del WTC senza misure di sicurezza) questi cittadini e queste Compagnie potrebbero intentare un'azione risarcitoria contro il Governo. E poi ci sono le compagnie che hanno subito tracolli finanziari e tutti coloro che hanno perso capitali in borsa. Basterebbe che un solo soggetto vincesse la propria causa e dimostrare che le torri furono abbatture da un'operazione segreta del Governo per scatenare un effetto domino di risarcimenti, tanto da sconvolgere il bilancio federale USA per decenni (ad onta dei presunti vantaggi che sarebbero scaturiti dall'abbattimento volontario). Evidentemente i danneggiati (cittadini e Compagnie) non credono affatto alla responsabilità del proprio Governo; non ci hanno creduto allora, né ci credono oggi.
RispondiEliminaTerribile...un vero dramma....avevo letto non so dove che molti cani da salvataggio erano morti, molto probabilmente, a causa di esalazioni nelle rovine delle torri. Dello stress post-traumatico lo ha chiarito l'intervista della signora Lippis, che ancora oggi si porta gli strascichi. Un abbraccio di cuore a tutte queste inconsapevoli vittime.
RispondiEliminaPer dettagli sulle conseguenze psicologiche, si puo' usare il SEARCH del sito ufficiale dei Vigili del fuoco di New York:
RispondiEliminahttp://www.nyc.gov/html/fdny/html/home2.shtml
Il Search si trova in altro a sinistra.
Parole chiave:
psychiatric damage wtc
oppure
psychiatric disorder wtc
o altro.
Vengono trattati anche i danni alla salute corporale.
Alla faccia di coloro che affermano che i Vigili del fuoco, complici, nascondono tutto.