Se un giornalista che ha assistito di persona allo schianto del volo American Airlines 77 contro il Pentagono decide di farne un documentario, è normale aspettarsi un video che racconta l'11 settembre da un punto di vista insolito.
Ma "Breaking News, Breaking Down" di Mike Walter, uscito nei primi mesi del 2009 e già insignito di diversi riconoscimenti in vari festival del cinema, non è solo questo: è la storia di persone colpite da un disastro, delle loro emozioni e della loro voglia di non arrendersi davanti alle tragedie della vita.
Mike Walter (da noi intervistato nello scorso mese di giugno), dopo essere stato testimone della morte orribile di centinaia di persone innocenti, fu vittima di incubi ricorrenti, crisi depressive e un forte senso di solitudine che lo stava allontanando dalla sua stessa famiglia.
Nonostante la lunga carriera giornalistica, in cui aveva raccontato a un vasto pubblico più morti violente, sciagure e disastri di quanti ne potesse ricordare, ciò che vide quel terribile giorno lo sconvolse come non era mai successo prima. Le immagini del Boeing 757 lanciato come uno strumento di morte contro un edificio abitato continuavano a riproporsi nella sua mente.
Mike si accorse che raccontare notizie drammatiche può avere conseguenze devastanti, ma riuscì a uscire dalla depressione grazie allo spunto offerto da una nota scritta su un fazzoletto di carta da un collega, che aveva assistito al crollo del World Trade Center e aveva intrapreso il proprio cammino di guarigione presso il DART Center, un ente che aiuta giornalisti emotivamente provati dal loro lavoro a vincere i loro problemi psicologici. Il collega invitò Walter a fare altrettanto.
Grazie al DART Center, Mike Walter conobbe altri cronisti e fotoreporter afflitti dagli stessi suoi problemi. Nel documentario ci porta a conoscenza delle loro storie: storie di persone abituate a raccontare i fatti più tragici, ma che difficilmente hanno modo di esprimere le proprie emozioni.
Il gruppo in cui Mike venne inserito lavorò al progetto "Target New Orleans", in cui giornalisti provenienti da varie parti del mondo unirono i propri sforzi per contribuire ai lavori di sgombero delle macerie, pulizia e ricostruzione della città di New Orleans, colpita dall'uragano Katrina nel 2005.
Insieme impararono a superare il senso di solitudine che li affliggeva per il fatto di non poter condividere il loro tormento con nessuno che lo potesse capire. Così oggi, rimuovendo gli effetti più evidenti della catastrofe che aveva colpito molti di loro, hanno rimosso le proprie barriere emotive. Aiutando la comunità e sentendosi utili, hanno recuperato fiducia e gioia di vivere.
Non è, come dicevamo, solo un racconto insolito sull'11/9 e nemmeno il racconto della rinascita di New Orleans. Questa è la storia di chi ha superato le proprie difficoltà impegnandosi ad aiutare chi ne aveva più bisogno. E ci ricorda che anche i giornalisti, che spesso trascuriamo e vediamo come semplici e indifferenti intermediari, sono traumatizzati quanto e più di noi dalle vicende di cui sono testimoni e che portano nelle nostre case.
Come dice il film stesso: "this is a story of hope". "Questa è una storia di speranza".
English translation
If a journalist who directly witnessed the crash of American Airlines 77 into the Pentagon decides to make a documentary about his experience, naturally an unusual viewpoint on 9/11 is to be expected.
But "Breaking News, Breaking Down" by Mike Walter, which debuted in early 2009 and has already received many accolades at several movie festivals, is more than just a different viewpoint. It's a story about people struck by disaster, about their emotions and their will to stand up to the tragedies of life.
Mike Walter (whom we interviewed last June), after witnessing the horrible death of hundreds of innocent people, was plagued by recurring nightmares, depression and a strong sense of loneliness that began to estrange him from his own family.
Despite his many years as a journalist, in which he had reported to a vast audience more violent deaths, accidents and disasters than he could remember, what he saw that fateful day shocked him like never before. The image of that Boeing 757, hurled as an instrument of death against a building full of people, continued to resurface in his mind.
Mike realized that reporting dramatic news can have devastating consequences, but managed to escape from depression thanks to a note scribbled on a paper napkin by one of his colleagues who had seen the World Trade Center collapse and had started his healing process at the DART Center, an organization that helps journalists who have been shattered emotionally by their job to overcome their psychological problems. Mike's colleague invited him to do the same.
Thanks to the DART Center, Mike Walter met other reporters and photojournalists who were affected in the same way. His documentary allows us to get to know their stories. Stories of people who are accustomed to reporting the most tragic events but seldom have an outlet for their own emotions.
Mike joined a group on the Target New Orleans project: journalists from many parts of the world combined their efforts to help with clearing the debris, cleaning up and rebuilding New Orleans after hurricane Katrina in 2005.
Together they learned to overcome the loneliness that stemmed from being unable to share their pain with someone who could understand it. Today, by removing the most conspicuous effects of the catastrophe that struck many of them, they have also removed their emotional barriers. By helping the community and feeling useful, they have regained confidence and learned again to appreciate life.
"Breaking News, Breaking Down" is not just an unconventional angle on 9/11 or a story on the recovery of New Orleans. It's the story of someone who has overcome his troubles through his commitment to help the neediest of the needy. And it reminds us that while we often regard journalists as mere, indifferent intermediaries, they too are traumatized just like us, and even more than us, by the events they witness and bring into our homes.
As the documentary itself says, this is a story of hope.