2009/09/30

Le zone grigie: il viaggio di Atta e Al-Omari a Portland

di John - www.crono911.org

Come avevamo anticipato, iniziamo ad approfondire la tematica delle zone grigie dell'11 settembre 2001, ossia di quegli aspetti che non sono stati sufficientemente chiariti o spiegati e che – pur non modificando di punto la ricostruzione dei fatti – potrebbero rivelarsi utili per integrare e completare la conoscenza storica dell'evento.

In questo articolo parleremo delle ultime 24 ore di vita di Mohammed Atta, capo operativo dei 19 terroristi e pilota suicida del volo American 11, e di Abdulaziz Al-Omari, uno degli altri dirottatori dello stesso volo.


Il fatto anomalo


Alle 6 del mattino dell'11 settembre 2001, Atta e Al-Omari si imbarcarono su un volo diretto da Portland, nello stato del Maine, a Boston. L' immagine di apertura, ripresa dai sistemi di videosorveglianza dello scalo di Portland, mostra i due terroristi al momento dell'imbarco. All'aeroporto di Boston, dove erano atterrati alle 6:45, i due si imbarcarono sul volo AA11, il cui decollo era previsto alle 8.

Fin qui niente di strano, ma la circostanza anomala è che i due dirottatori si trovavano già a Boston il giorno precedente e si erano recati in auto a Portland, dove avevano trascorso l'ultima notte della loro vita.

E' quindi del tutto legittimo domandarsi per quale ragione i due terroristi fecero quel viaggio a Portland assumendosi il rischio – nel caso in cui il volo da Portland avesse subito ritardi – di perdere la coincidenza con il volo American 11, ossia l'aereo che avevano deciso di dirottare.

E in effetti la mossa non fu priva di conseguenze: le due valigie che i terroristi avevano imbarcato a Portland, entrambe registrate a nome di Atta, rimasero a terra, nell'aeroporto Logan di Boston, probabilmente a causa dei tempi stretti di coincidenza. I due bagagli si rivelarono una fonte preziosa di informazioni, per i documenti e il materiale che contenevano.


La cronologia


Ricostruiamo nel dettaglio i movimenti dei due terroristi.

Alle 18:08 del 9 settembre 2001 Atta ritirò un'autovettura Nissan Altima di colore blu da un'agenzia di noleggio di Boston. Il contratto prevedeva la restituzione dell'auto sempre a Boston alle 18 dell'11 settembre 2001.

Con quell'auto, il 10 settembre, Atta e Al-Omari raggiunsero Portland. Alle 17:37 presero una camera presso l'albergo Comfort Inn; in serata prelevarono denaro contante da apparecchiature Bancomat e furono ripresi dalla telecamera di uno sportello automatico (ore 20:41).

Successivamente effettuarono acquisti in alcuni negozi nei pressi dell'aeroporto di Portland e anche in questo caso furono ripresi dai sistemi di videosorveglianza installati negli esercizi commerciali (ore 21:15).

Risulta documentato che i due acquistarono un "adattatore per batterie da 6 volt". Anche se non è specificato l'utilizzo dell'adattatore, questo tipo di attrezzo è adoperato come accessorio per consentire l'impiego di comuni batterie AA nelle apparecchiature che utilizzano batterie da 6 volt, come taluni ricevitori GPS professionali.

La mattina dell'11 settembre, Atta e il suo compagno lasciarono l'albergo alle 5:33, raggiunsero l'aeroporto e si imbarcarono per Boston con il volo Colgan Air 5930. Al momento del check-in, i due pretesero all'arrivo il trasbordo diretto sul volo AA11, ma il personale aeroportuale di Portland comunicò loro che avrebbero dovuto ripetere il check-in a Boston.


Le indagini


La Commissione 9/11 si è posta il problema di capire lo scopo del viaggio di Atta e Al-Omari a Portland e ha indagato in tal senso.

Ramzi Binalshibh, il terrorista che manteneva i contatti con Atta dalla Germania, è stato interrogato sul punto ma non ha saputo spiegare la circostanza.

Le indagini della Commissione non hanno permesso di scoprire alcun indizio utile a chiarire il comportamento di Atta, ma è stato accertato che l'aeroporto di Portland era quello più vicino con un volo per Boston utile per imbarcarsi sull'American 11.

Atta aveva acquistato i biglietti per sé e Al-Omari il 28 agosto 2001, sul sito Internet dell'American Airlines, pagando 4226 dollari con carta di credito.

Infatti la Colgan Air era una compagnia sussidiaria dell'American Airlines, per cui la tratta coperta dai biglietti era unica: da Portland a Los Angeles via Boston.

Di conseguenza i bagagli furono caricati sul volo Colgan 5930 a Portland con destinazione Los Angeles: solo per essi (ma non per i viaggiatori) non era previsto un ulteriore check-in.

Quando apprese che avrebbe dovuto ripetere i controlli di imbarco a Boston per salire a bordo dell'AA11, Atta manifestò il proprio disappunto e protestò affermando che gli era stato garantito che avrebbero potuto imbarcarsi direttamente su quel volo.


Conclusioni e ipotesi


E' improbabile che Atta e Al-Omari si recarono a Portland per incontrare qualcuno. La distanza tra Boston e Portland è pari a circa 200 km e la percorrenza in auto non supera le due ore.

Se ci fosse stato un incontro prima delle 17:37, quando i terroristi affittarono la camera al Comfort Inn, non si vede la ragione per cui non avrebbero dovuto rientrare a Boston in auto.

Dopo le 17:37, i due erano soli sia quando fecero i prelievi Bancomat, sia quando fecero acquisti nei negozi, sia quando consumarono la pizza.

Questa circostanza, unita al fatto che l'aeroporto di Portland era l'unico ad avere un volo utile in coincidenza con la partenza di American 11, lascia ritenere che Atta e Al-Omari raggiunsero Portland perché il loro scopo era proprio quello di arrivare in volo a Boston.

La conclusione è pacificamente confermata dal fatto che i biglietti Portland-Boston-Los Angeles erano stati acquistati sin dal 28 agosto 2001.

Tra l'altro, il rischio che Atta e Al-Omari perdessero la coincidenza con American 11 era remoto: trattandosi di biglietti acquistati in “bundle” dall'American Airlines, quest'ultima era responsabile dell'intera tratta da Portland a Los Angeles (con cambio a Boston) e chiunque abbia viaggiato in aereo sa che le compagnie aeree non hanno problemi a ritardare di qualche minuto la partenza di un proprio velivolo se è necessario per garantire la coincidenza a passeggeri in arrivo con un altro velivolo della stessa compagnia.

Non c'è alcun dubbio, quindi, che Atta e Al-Omari intenzionalmente previdero e decisero di partire da Portland per imbarcarsi sull'American 11.

Questa constatazione lascia però in piedi l'interrogativo: perché optarono per questa soluzione?

La domanda è probabilmente destinata a rimanere senza risposte certe, perché non possiamo sapere cosa pensarono Atta e i suoi complici. Tuttavia si possono esaminare un paio di ipotesi.

L'ipotesi avanzata dalla Commissione 9/11 è quella che Atta pensava che a Portland i sistemi di sicurezza sarebbero stati meno severi che a Boston. A sostegno di questa ipotesi va il disappunto con cui Atta reagì alla notizia che avrebbe dovuto ripetere i controlli di imbarco a Boston.

Se l'ipotesi fosse corretta, però, ci sarebbe da chiedersi che senso avrebbe avuto non adottare lo stesso stratagemma per gli altri tre terroristi che componevano il team destinato a dirottare il volo AA11 o per i cinque destinati a prendere il controllo di United 175, anch'esso in partenza da Boston. Atta e Al-Omari da soli, infatti, avrebbero potuto fare ben poco.

Un'altra ipotesi è che il volo Portland-Boston fu una specie di controllo finale, l'ultimo test per verificare che i servizi di contro-terrorismo non fossero pronti a saltare addosso ai dirottatori nel momento in cui salivano a bordo degli aerei.

Quando Atta fece i biglietti, il 28 agosto, erano trascorse nemmeno due settimane dall'arresto di Zacarias Moussaoui, e all'inizio del mese Mohamed Al-Khatani era stato respinto all'ingresso negli Stati Uniti.

Entrambi erano coinvolti nell'operazione ed è verosimile che i due episodi abbiano indotto Atta a considerare la possibilità che l'FBI fosse venuta a conoscenza del piano.

Atta si era personalmente occupato di accogliere e smistare i vari terroristi in arrivo negli Stati Uniti, aveva personalmente mantenuto i contatti con i quadri di Al-Qaeda in Europa e aveva curato che nessun team fosse a conoscenza dell'identità e degli obiettivi degli altri team, per cui rappresentava l'anello di congiunzione tra tutti i terroristi implicati nel piano. Era quindi il più esposto nell'eventualità di una fuga di notizie.

Il suo biglietto online Portland – Boston – Los Angeles era una vera e propria esca, perché gli agenti dell'FBI eventualmente sulle sue tracce avrebbero avuto una precisa indicazione del volo su cui si sarebbe imbarcato e avrebbero potuto arrestarlo quando partiva da Portland o all'arrivo a Boston.

In tal caso gli altri dirottatori avrebbero avuto un preavviso sufficiente per tentare di allontanarsi dagli aeroporti e far perdere le proprie tracce.

Se invece si fosse imbarcato senza intoppi a Portland e fosse sbarcato a Boston per salire direttamente sul volo American 11 senza ulteriori controlli (come abbiamo visto, Atta era convinto che non ci sarebbe stato un secondo check-in), quella sarebbe stata una prova significativa che la segretezza dell'operazione non era stata compromessa.

Per tutte queste ragioni, l'ipotesi che la sortita di Portland sia stata concepita come una vera e propria esca appare quella più verosimile.


Le fonti


La recente discovery della documentazione e dei materiali provenienti dal processo Moussaoui, dall'indagine PENTTBOM dell'FBI, dai lavori della Commissione di Inchiesta consente oggi di affrontare il tema delle zone grigie in modo più completo e pertinente, perché conosciamo molti dettagli prima del tutto ignoti.

Tuttavia il materiale disponibile è così copioso che difficilmente potremo esaminarlo e analizzarlo nella sua interezza: l'aiuto dei lettori è certamente prezioso e ogni segnalazione utile a integrare o correggere quanto esposto sarà graditissima.

Per questo articolo abbiamo consultato:

– l'intervista rilasciata alla CNN da Michael Touhey, l'addetto aeroportuale che effettuò il check-in di Atta e Al-Omari a Portland;

– il documento Chronology of events for hijackers, reperto n. OG00020.2 / 01-455A, tratto dai documenti del processo Moussaoui;

– il rapporto Colgan 302, File 280350 FD302, tratto dagli atti investigativi dell'indagine PENTTBOM condotta dall'FBI;

– Il memorandum for record MFR04020016 tratto dagli atti della Commissione 9/11;

– Il documento dell'FBI Working Draft Chronology;

– gli atti redatti dall'FBI per il sequestro della Nissan Altima e dei bagagli di Atta e Al-Omari;

– il 9/11 Report, in particolare alle pagg. 451 e 533.

Sono state scartate invece le segnalazioni di fonte giornalistica che indicavano la presenza di Mohammed Atta, la mattina del 10 settembre 2001, a New York. Si è accertato infatti che quelle segnalazioni erano riferite a un omonimo del dirottatore.