La mattina dell'11 settembre del 2001, i caccia intercettori assegnati alla difesa aerea degli Stati Uniti decollarono nel tentativo di intercettare i quattro voli dirottati, ma per una serie di ragioni strettamente connesse al funzionamento del controllo aereo civile e alle dinamiche degli eventi non ebbero alcuna possibilità concreta di intervenire prima che la tragedia si fosse consumata.
Anche per questa ragione, al di fuori delle pubblicazioni specializzate, il ruolo e le vicende dei piloti e dei caccia sono passati sostanzialmente in secondo piano.
Eppure quella mezza dozzina di uomini visse la tragedia da un punto di vista assolutamente eccezionale: furono gli unici americani a disporre degli strumenti militari idonei a contrastare l'attacco; furono l'unica speranza di salvare migliaia di vite umane; furono i primi militari ad aver "impugnato le armi" con la prospettiva di dover uccidere centinaia di propri connazionali per salvarne altri. Seduti ai comandi di velivoli supersonici progettati per abbattere i più avanzati caccia e bombardieri dell'ex Unione Sovietica, furono del tutto impotenti di fronte a una minaccia molto meno sofisticata, che non proveniva dall'esterno ma si era materializzata all'interno del traffico aereo civile americano.
Lynn Spencer, nel libro Touching History, oggetto di una nostra recensione, ha recentemente approfondito questo frammento di storia, integrando e completando alcuni servizi della stampa specializzata. Grazie alle risorse provenienti dal mondo degli "spotter" (appassionati che fotografano e annotano ogni singolo velivolo con il numero di matricola e il reparto di appartenenza) e a una ricerca del lettore "Ice Rocket" che ha condotto alcune interviste via mail, possiamo fornire alcuni dati precisi sugli uomini e sui velivoli interessati.
La mattina dell'11 settembre 2001, presso la base aerea di Otis, sede del 101st Fighter Squadron, erano predisposti in servizio di allarme due caccia:
- l'F-15A matricola 77-0102 (nella foto in apertura; le prime due cifre indicano l'anno di produzione, ossia il 1977), assegnato al tenente colonnello Timothy "Duff" Duffy;
- l'F-15A matricola 77-0100, assegnato al maggiore Daniel "Nasty" Nash.
La foto del 77-0100 qui a fianco consente di apprezzare la posizione dei serbatoi esterni subalari e di un missile Sidewinder sulla slitta. Gli AIM-7 Sparrow sono missili aria-aria a guida radar semi-attiva (SARH) e a media gittata (circa 40 km in condizioni operative reali). Il sistema di guida SARH ha bisogno che il radar dell'aereo che ha lanciato il missile "illumini" costantemente il bersaglio con un fascio radar. Il missile si dirige seguendo le onde radar riflesse dal bersaglio.
Gli AIM-9 Sidewinder sono missili aria-aria a guida infrarossa a corta gittata (circa 10 km in condizioni operative reali). Sono completamente autonomi dopo il lancio, grazie a un sensore che rileva le differenze di temperatura del bersaglio rispetto all'ambiente circostante e in particolare il calore dei motori.
Gli F-15 "Eagle" possono trasportare fino a 4 missili Sparrow in nicchie semi-annegate nella fusoliera e 4 missili Sidewinder agganciati a doppie slitte sotto i piloni subalari.
Entrambi i caccia decollarono alle 8:53, quando il volo American 11 si era già schiantato contro il World Trade Center. Il volo United 175 seguì la stessa sorte dieci minuti dopo, alle 9:03, per cui gli intercettori non ebbero alcuna concreta possibilità di intervenire.
L'F-15 77-0102 è stato ritirato dal servizio e accantonato nel deposito AMARC, e dovrebbe essere trasferito in un museo.
Sulla base di Langley, invece, erano in allarme due caccia del 178th Fighter Squadron:
- l'F-16A/ADF matricola 82-0926, pilotato dal capitano Dean "Otis" Eckmann;
- lF-16A/ADF matricola 82-0929, pilotato dal maggiore Bradley "Lou" Derrig.
Entrambi i velivoli erano equipaggiati con 2 serbatoi subalari, due missili Sparrow ai piloni subalari esterni, due missili Slammer alle estremità alari, due missili Sidewinder ai piloni subalari interni e un cannone Vulcan (nella foto qui accanto) da 20mm con 511 colpi.
Vi era poi un terzo caccia, l' F-16A/ADF matricola 81-0789, tenuto in riserva ed equipaggiato con due serbatoi subalari e un cannone con 511 colpi, senza missili aria-aria.
I missili AIM-120 Slammer sono esternamente molto simili agli Sparrow e appartengono alla stessa classe (medio raggio), ma hanno un sistema di guida molto più avanzato, con un radar attivo e un computer di rotta che consentono di ingaggiare i bersagli in modalità completamente autonoma.
Tutti e tre i velivoli decollarono alle 9:30, compreso quello di riserva, che fu pilotato dal capitano Craig "Borgy" Borgstrom. I tre F-16 "Falcon" non ebbero concretamente alcuna possibilità di intercettare il volo American 77 che si schiantò contro il Pentagono alle 9:37. Alle 9:58, però, i piloti di Langley avevano stabilito un pattugliamento difensivo su Washington D.C. e sarebbero stati in grado, almeno teoricamente, di intercettare il volo United 93 se non si fosse schiantato prima di raggiungere la capitale.
In realtà, la prima disposizione formale che ordinava l'abbattimento di velivoli dirottati fu data dal vicepresidente Cheney alle 10:10 e raggiunse i comandi della difesa aerea soltanto alle 10:31. Senza ordini specifici è ben difficile che i piloti avrebbero abbattuto aerei di linea di propria iniziativa.
I tre F-16 decollati da Langley sono stati tutti ritirati dal servizio. I primi due sono ospitati nei musei di McChord (nella foto, l'82-929) e di Fargo, mentre il terzo è conservato nella base aerea di Sheppard, dove è utilizzato per l'addestramento al suolo.
A questi primi cinque velivoli, gli unici armati e immediatamente disponibili nello spazio aereo interessato dai dirottamenti, se ne aggiunsero altri, decollati da varie basi aeree.
Si trattò di caccia approntati e mandati in volo in tutta fretta, disarmati o armati con proiettili da esercitazione. I primi caccia equipaggiati con armamento reale (oltre ai cinque già citati) riuscirono a decollare dalla base di Andrews solo alle 10:50: si trattò di una coppia di F-16 armati con missili Sidewinder.
Questi caccia diedero un contributo fondamentale a gestire lo spazio aereo americano nel corso delle procedure per mettere a terra tutte le migliaia di aerei civili in volo e a verificare i numerosi "falsi allarmi" che si susseguirono in quelle ore.