Prosegue l'elencazione dei 105 errori gravi, tagli ingannevoli, dati fasulli e stupidaggini tecniche presenti nella versione del video Zero presentata alla Festa di Roma (la versione in DVD è recensita qui). La prima parte, dedicata alla pre-sigla e al World Trade Center, è qui.
Il Pentagono
- L'"intera struttura" del Pentagono crolla "un'ora dopo" l'impatto. Zero dice proprio così. Ma quale "intera struttura"? E' crollata una fetta larga una ventina di metri, in un edificio in cui ogni lato misura 281 metri. E non è crollata "un'ora dopo", ma dopo 33 minuti. Se un'indagine inciampa ripetutamente anche sui dati più elementari, quanto potrà essere affidabile quando fa discorsi più complessi?
- Non ci sono tanti rottami come in ogni disastro aereo. Infatti questo non è un normale disastro aereo. Quanti disastri conoscete in cui un aereo di linea si è schiantato penetrando in un edificio? Appunto. Proprio perché l'aereo è entrato nell'edificio, ha lasciato fuori pochi rottami. Esattamente come alle Torri Gemelle. Ma i rottami ci sono, e sono stati anche identificati.
- Il foro d'impatto misura solo "cinque metri, ripeto, cinque metri", dice Dario Fo. Falso. Il foro è largo 35 metri, praticamente tanto quanto l'aereo che l'ha prodotto. Basta guardare le fotografie.
- Le finestre sono stranamente intatte. A parte il fatto che al piano terra c'è una breccia di 35 metri dove non solo non ci sono più le finestre, ma non c'è più neanche la facciata, le finestre circostanti sono quasi intatte perché sono finestre antiscoppio da 720 kg l'una, spesse cinque centimetri e infisse in un telaio d'acciaio che si estende dietro tutta la facciata, pensate proprio per proteggere il Pentagono da attacchi con camion-bomba e simili. Sarebbe bastato guardarsi un documentario di National Geographic per saperlo.
- La versione ufficiale parla di aereo "gassificato". Falso. Quello che Zero mostra a questo punto non è un documento tecnico ufficiale, ma un resoconto giornalistico, in cui uno dei testimoni dice di aver visto un motore dell'aereo (quello che Zero dice non esistere) disintegrarsi per l'impatto. Usa il termine inglese "vaporized", ma è un'iperbole, non una descrizione tecnica; e comunque è riferito soltanto al motore, non a tutto l'aereo.
- L'aereo è entrato e uscito da ciascuno dei tre anelli esterni del Pentagono. Questo è quello che mostra l'animazione realizzata da Zero, ma è falso. Come è possibile che un'indagine rigorosa non sappia che al piano terra e al primo piano, i tre anelli esterni del Pentagono formano un vano unico? L'aereo non è affatto entrato e uscito ripetutamente: è entrato dalla facciata, ha attraversato il vano unico (privo di muri portanti) che unisce i tre anelli, ed è uscito soltanto quando ha raggiunto il muro del terzo anello.
- La versione ufficiale dice che la carlinga è rimasta integra. Falso. Non è mai stata detta una stupidaggine del genere. Secondo la ricostruzione tecnica (e il buon senso), un oggetto relativamente fragile come un aereo (concepito per volare, non per fare da ariete) si frammenta in caso d'impatto, ma la sua massa e la sua inerzia rimangono invariate. Si comporta, insomma, come una valanga da cento tonnellate scagliata a 800 km/h. E' questa massa informe che trapassa il Pentagono.
- Ci dovrebbero essere i fori dei motori. Perché? Abbiamo già visto (ma Zero non l'ha ancora capito) che c'è una breccia larga 35 metri in facciata. I motori sarebbero passati di lì, senza formare un buco separato. Forse Zero si aspetta una sagoma da cartone animato? Inoltre uno dei motori ha colpito un generatore da 20 tonnellate prima che l'aereo si schiantasse. Ci sono testimoni, che Zero ha citato prima, che dicono di averlo visto disintegrarsi nell'impatto, per cui è possibile che non abbia neanche raggiunto la facciata.
- Mancano i segni delle ali. Falso. Sulla facciata ci sono danni estesi orizzontalmente in una zona lunga e stretta, proprio come le ali di un aereo. Sul lato destro dell'area d'impatto c'è un solco diagonale che si estende fino al primo piano. Sul lato sinistro c'è una fascia orizzontale di rivestimento asportato. Le loro posizioni sono compatibili con la disposizione delle ali di un Boeing 757 che colpisca la facciata con un leggero angolo di rollio. Ma Zero non lo dice e non mostra questi danni. Perché nasconde questi dati?
- Le immagini dei rottami sono comparse solo in seguito, per dare una mano alla versione ufficiale che era in difficoltà. Falso. Sono comparse subito, alcune già durante le dirette, e la presenza di rottami era testimoniata dai giornalisti, dai fotoreporter e dai semplici passanti presenti quel giorno nelle vicinanze del Pentagono, che sorge in un centro abitato e ha un'intasatissima autostrada che gli passa in fianco.
- Dario Fo dice che secondo la versione ufficiale, l'aereo ha chiuso le ali "come fanno le libellule" per entrare nel foro troppo piccolo. Falso. Un testimone ha descritto qualcosa di vagamente simile (un accartocciamento delle ali), ma la ricostruzione tecnica non ha mai asserito una stupidaggine di questo calibro. Del resto, siccome la breccia vera (non quella asserita da Zero) è larga abbastanza da far penetrare l'aereo senza piegare le ali, non ci sarebbe comunque bisogno di un'asserzione del genere.
- Un esperto di misurazione tramite fotografia dice che l'aereo, in quel foro, non ci sta. Se gli autori di Zero non gli fanno vedere le foto che mostrano la vera breccia e gli mostrano invece soltanto le foto in cui il getto degli idranti copre quasi tutto lo squarcio, è ovvio che l'esperto arriverà alla conclusione sbagliata.
- Il generale Arnold mandò un pilota di caccia in ricognizione, e il pilota non vide tracce d'impatto d'aereo al Pentagono. A parte un grande incendio e una breccia nell'edificio, s'intende. Ma cosa si aspettano che vedesse? L'aereo è entrato nel Pentagono ad altissma velocità: fuori non potevano certo rimanere pezzi così grandi da poter essere visto da un caccia che sfreccia a qualche centinaio di metri di quota.
- Dario Fo: ci sono ottantasei filmati "totali" dell'impatto al Pentagono, e i militari non li mostrano. Falso. Innanzi tutto i filmati non sono affatto "totali": non mostrano l'impatto. Sono solo fotogrammi sgranati di telecamere di sorveglianza situate approssimativamente nei paraggi. In secondo luogo, quattro di questi filmati sono già stati rilasciati integralmente, e Zero lo sta per dire, autocontraddicendosi.
- Nel 2006 il Ministero della Difesa statunitense fu "costretto" a rilasciare quattro filmati. Ma come? Dario Fo ha appena detto che i militari non mostrano neanche un filmato, e adesso Zero dice che invece li hanno già mostrati, e da ben due anni? Comunque il Ministero non fu "costretto" affatto: i filmati erano prova d'accusa di un processo in corso all'epoca, quello a Zacarias Moussaoui. Quindi, secondo la prassi giuridica statunitense, non potevano essere diffusi pubblicamente prima della fine del processo. Terminato il processo, furono rilasciati. La "costrizione" inventata da Zero fu in realtà una semplice richiesta FOIA: un procedimento gratuito estremamente semplice, che anche il gruppo Undicisettembre ha seguito per richiedere alcuni dati riguardanti gli eventi dell'11 settembre. Non solo: i primi fotogrammi dei filmati, gli unici significativi, furono rilasciati addrittura a marzo 2002.
- I filmati mostrano qualcosa che non è un Boeing 757: è troppo piccolo. Quindi, secondo Zero, i militari sarebbero stati così stupidi da pubblicare dei filmati che rivelano la messinscena? La realtà è che chi dice queste cose non tiene conto del fatto che i filmati furono ripresi con una lente grandangolare, tipica delle telecamere di sorveglianza, che esagera la prospettiva e fa sembrare più piccoli del normale gli oggetti lontani. E l'aereo era a 190 metri di distanza dalla telecamera.
- E' impossibile che l'aereo sia passato "fra un fotogramma e l'altro". Zero non dice che il filmato non proviene da una registrazione video standard, che riprende da 25 a 30 fotogrammi al secondo, ma da una telecamera di sorveglianza che registrava un solo fotogramma al secondo. I filmati, in altre parole, non sono veri e propri video: sono sequenze di immagini fisse, scattate a un secondo di distanza l'una dall'altra. E in un secondo, un aereo lanciato a 800 km/h si sposta di 220 metri.
- L'FBI ha detto che una sola telecamera ha ripreso la scena, e ci sono solo i fotogrammi già noti. Falso: l'FBI ha detto che l'impatto (non "la scena") è stato registrato su un solo nastro. Ma su quel nastro hanno scritto due telecamere, non una. Un dettaglio importante, perché le posizioni differenti delle telecamere permettono analisi che una singola ripresa non consentirebbe. Perché Zero è così impreciso? Inoltre non si tratta solo dei "fotogrammi che conosciamo già", ma di due sequenze di immagini ben più lunghe, che rivelano la caduta di rottami vicino alle telecamere e l'arrivo dei primi soccorsi. Anche questi sono dettagli importanti.
- Dario Fo: l'aereo ha fatto una virata di 170 gradi a 800 km/h: difficilissima. I dati dichiarati da Fo sono errati. I tracciati radar, i testimoni e le scatole nere confermano che la virata non fu di 170 gradi, ma di 330: quindi quasi un giro completo, non un'inversione a U. Non solo: la velocità massima fu ben più bassa, con un massimo di 290 nodi (540 km/h). L'allergia di Zero alla correttezza nel riferire i dati si manifesta ancora una volta: perché? Ma soprattutto, Zero omette di dire che la virata durò più di due minuti e mezzo e fu larga 10 km, per cui fu una virata perfettamente fattibile, anche se non nella norma del pilotaggio dolce che si usa per non nauseare i passeggeri. Ma i dirottatori probabilmente non avevano a cuore il benessere delle loro vittime.
- La manovra sarebbe stata difficile anche per un esperto. Falso. Il programma d'indagine Zembla, della televisione olandese, l'ha ricreata usando un simulatore di volo professionale di un Boeing 757, comandato da un pilota dilettante di piccoli monomotori. La manovra è risultata fattibile senza particolari difficoltà. Su tre tentativi al simulatore, il Pentagono è stato colpito tre volte.
- Un Boeing 757 non è progettato per fare quella manovra: non è possibile farla. Gli aerei di linea non sono in grado di fare una virata di 330 gradi, larga 10 chilometri, a 540 km/h? Ma allora come fanno a orbitare intorno agli aeroporti quando c'è traffico? Provate a fare l'affermazione di Zero davanti a un pilota di linea: vi riderà in faccia.
- Un caccia radiocomandato sarebbe stato in grado di fare quella manovra. Se è stato un caccia, come mai tutti i testimoni hanno detto di aver visto un aereo di linea? E dove sono finiti i suoi rottami? E come ha fatto un caccia ad abbattere cinque lampioni che distano 26 metri l'uno dall'altro lungo la traiettoria?
- Un controllore di volo dice che pensarono fosse un caccia. Quindi fu un caccia a colpire il Pentagono. Ci risiamo: allora come mai i testimoni hanno visto un aereo di linea? In realtà il controllore dice semplicemente che pensarono si trattasse di un aereo militare perché di solito gli aerei di linea non fanno manovre di quel genere. Ma nessuno di loro ha dubbi sul fatto che si trattasse di un aereo di linea: infatti Zero ha tagliato la frase successiva del controllore citato: "Non si pilota un 757 in quel modo: non è sicuro".
- Dario Fo dice che l'aereo ha volato a sei metri dal suolo per un chilometro, scavalcando una collina. Fo descrive una traiettoria fasulla. Di nuovo. Come mai Zero è ripetutamente così disinvolto con i fatti? Dalla geografia del luogo, dai testimoni e dalle tracce lasciate dal velivolo sui lampioni abbattuti, situati su un cavalcavia sopraelevato davanti alla facciata colpita, sappiamo invece con certezza che il volo rasoterra è avvenuto soltanto negli ultimi 250 metri circa. E non c'è nessuna "collina" da scavalcare. Zero sta presentando dati fasulli, col risultato di far sembrare impossibile la manovra.
- Un aereo di linea non può volare così veloce rasoterra. Se così fosse, i creatori della versione ufficiale sarebbero stati così imbecilli da sperare che nessun pilota o ingegnere aeronautico si accorgesse che la versione ufficiale dichiarava una cosa tecnicamente impossibile.
Gli intervistati di Zero confondono le velocità massime di progetto, definite per non sottoporre l'aereo a sollecitazioni a lungo andare dannose, con le velocità fisicamente raggiungibili. Altri incidenti aerei hanno dimostrato, infatti, che un aereo di linea può volare ad altissima velocità a bassa quota senza per questo disintegrarsi in volo. Al Pentagono, quell'altissima velocità durò soltanto pochi secondi prima di concludersi con uno schianto. Del resto, la velocità dell'aereo al Pentagono è la stessa raggiunta dagli aerei che colpirono le Torri Gemelle, quindi è chiaramente una velocità possibile anche a bassa quota. - L'esperto di Zero dice che la manovra è aerodinamicamente impossibile, ma usa dati fasulli. Un ex pilota sfida chiunque a ripetere la manovra andare a 740 km/h a 6 m dal suolo per 800 m. Ma questa non è la manovra fatta al Pentagono: come già detto, a circa 250 metri dall'impatto l'aereo era ancora 10 metri sopra un cavalcavia che è sopraelevato rispetto al prato del Pentagono: 800 metri sono una distanza più che tripla di quella reale. E la traiettoria non fu a sei metri costanti da terra, ma fu invece inclinata verso il basso fino a incontrare il suolo.
- Il suo istruttore ha detto che il dirottatore pilota era incapace di pilotare. Queste, perlomeno, sono le parole che gli attribuisce Dario Fo. Ma Marcel Bernard, istruttore di Hani Hanjour, ha anche dichiarato (paradossalmente in un film complottista, Loose Change) che era "molto tranquillo, nella media di un pilota... non vi era dubbio che una volta che quel [jet dirottato] fosse partito, avrebbe saputo dirigere l'aereo verso un edificio e l'avrebbe colpito". Come mai questa testimonianza non c'è in Zero?
- Il Pentagono è "lo spazio aereo più protetto del mondo". Falso. Come può verificare chiunque consultando il sito Web della Federal Aviation Administration, ancora oggi il Pentagono non è spazio aereo protetto, né da sistemi di difesa, né da norme di non sorvolo. Qui sotto vedete quanto passino vicino al Pentagono, anche dopo l'11 settembre, gli aerei di linea.
- E' impossibile avvicinarsi al Pentagono e alla Casa Bianca in aereo. Falso: è vietato avvicinarsi alla Casa Bianca (al Pentagono, come visto sopra, no), ma questo non vuol dire che sia impossibile. La FAA ha registrato 300 violazioni delle zone interdette solo nel 2007. E nel 1994 un Cessna si schiantò sul prato della Casa Bianca. Altro che "impossibile".
- Intorno a Washington c'era una zona di 50 miglia impenetrabile ai voli. Falso. La zona, denominata ADIZ (Air Defense Identification Zone), fu attivata dopo l'11 settembre, come risulta dalle comunicazioni della FAA ai piloti civili.
- C'erano caccia pronti nelle basi vicine al Pentagono, ma non sono intervenuti. Un caccia non è una Fiat Panda nella quale basta infilare le chiavi e partire: va preparato, rifornito, armato, dotato di un pilota. Proprio per questo si tiene un certo numero di caccia sempre in allerta. Nel 2001, l'aviazione militare USA ne teneva ogni giorno quattordici, scelti a turno fra le varie basi: un numero esiguo, perché la Guerra Fredda era finita. Nessuno dei caccia pronti al decollo l'11 settembre era presso le basi vicine al Pentagono.
- C'erano missili antiaereo al Pentagono. Zero ne "dimostra" l'esistenza... con un cartone animato. Davvero. Come mai non ce ne mostra una foto? E sì che dal cartone animato sembrerebbero postazioni belle grosse.
In realtà non esiste alcuna postazione missilistica nelle adiacenze del Pentagono. Sarebbe visibile nelle foto satellitari dell'edificio e dall'autostrada che gli passa in fianco. - Il Pentagono è stato colpito da un aereo militare, perché solo gli aerei militari hanno un segnalatore IFF che li autorizza ad avvicinarsi all'edificio. Ma l'aeroporto Reagan sta a 1200 metri dal Pentagono. L'asse di una delle sue piste interseca il Pentagono, per cui gli aerei sono quasi costretti a sorvolarlo sistematicamente. E' un aeroporto civile, non militare. Gli aerei civili non hanno segnalatori IFF. Come la mettiamo?
- Si dice che scoppiarono bombe dentro il Pentagono prima dell'impatto. In altre parole, siccome temevano che non bastasse colpirlo con un aereo, ci hanno messo dentro anche un po' di bombe, giusto per essere sicuri?
E' ovvio che le persone dentro il Pentagono che non videro arrivare l'aereo pensarono inizialmente a una bomba (ipotesi istintiva, visti i precedenti attentati contro basi militari USA) e ne sparsero la voce, ma nessun testimone, né civile né militare, né dentro né fuori del Pentagono, ha mai sostenuto che ci furono esplosioni prima dell'impatto.
Zero non dice chi, secondo i suoi autori e l'intervistata Barbara Honegger, avrebbe fatto questa dichiarazione. Che strano. Ma aspettate di sentire quali "prove" ha la Honegger. - Ci sono orologi del Pentagono fermi alle 9:32. Questo prova che vi fu un'esplosione cinque minuti prima dell'impatto. Centinaia di persone uscirono dal lato ovest dopo l'esplosione. Tutte qui le prove clamorose? L'idea che qualche orologio al Pentagono possa essere stato indietro di cinque minuti al momento dell'attentato non viene assolutamente contemplata dalla Honegger e da Zero.
Se è per quello, ci sono anche foto di orologi al Pentagono fermi all'ora dell'impatto. Perché Zero si fida di un orologio e non dell'altro?
Ma soprattutto, se centinaia di persone fossero uscite dal lato ovest poco dopo l'esplosione, sarebbero state centrate in pieno dall'aereo: il lato ovest è quello colpito. - C'erano cadaveri al centro del Pentagono: come è possibile, se l'aereo ha colpito i tre anelli esterni? Perché l'area adibita a verde al centro del Pentagono fu usata come area di triage: vi furono collocati in emergenza i morti e i feriti in attesa di soccorsi. C'è scritto nel rapporto dei soccorritori civili della contea di Arlington, disponibile persino su Internet. Come mai Zero non lo sa?
- Nessuna fonte ufficiale dice esplicitamente che fu il Volo 77 a colpire il Pentagono. Questa è una delle affermazioni più demenziali di Zero, al punto che è persino ridicolo contraddirla. Ci sono migliaia di fonti, ufficiali e non ufficiali, che attestano senza alcun dubbio che il Volo 77 si è schiantato contro il Pentagono. Basterà citare il Rapporto della Commissione Indipendente sui fatti dell'11 settembre, o il referto tecnico dell'analisi della scatola nera che la identifica come appartenente al Volo 77, o le analisi mediche condotte sui i corpi delle vittime, che li identificano come quelli dei passeggeri del Volo 77. Giusto per fare qualche esempio.
- I controllori di volo non chiesero ai dirottatori di farsi identificare facendo delle virate a comando, e questo è "clamoroso". Quindi anche i controllori di volo facevano parte del complotto? Ma quanta gente ne fa parte, allora?
Gli aerei erano pilotati dai dirottatori, che mantenevano il silenzio radio. Erano dirottatori suicidi intenti nella loro missione. Avevano spento apposta i transponder per non farsi trovare. Perché mai avrebbero dovuto rispondere agli ordini dei controllori di volo facendo virate di qua e di là per farsi trovare? - Il Volo 77 scomparve dai radar per 36 minuti, durante i quali potrebbe essere atterrato altrove. Falso. I controllori non riuscirono a identificarlo sui propri schermi in tempo reale, ma l'esame a posteriori dei tracciati dimostra che l'aereo rimase sempre nel raggio dei radar.
Sono passati circa 55 minuti dall'inizio del video e siamo già a quota 68 errori. La media conquistata inizialmente di una bubbola al minuto si mantiene dunque piuttosto costante.
Nel prossimo articolo verranno elencate le bubbole della parte successiva di Zero, dedicata alle mancate intercettazioni degli aerei dirottati.
"C'erano missili antiaereo al Pentagono"
RispondiEliminaFra l'altro, nessun complottista si è mai chiesto a che diavolo servirebbero dei missili antiarei in una struttura sostanzialmente ministeriale, all'interno dello stato,VICINA AD UNA PISTA DI ATTERRAGGIO CIVILE?
Gli USA , nel 2001, non erano la Germania nazista sotto i bombardamenti alleati. Che se ne facevano dei missili antiareo al Pentagono?
Mah..mi spiace solo che due personalità della cultura "alta" (non soubrette o vari pseudo-giornalisti) come Moni Ovadia e Dario Fo si siano prestate a questa buffonata.
Hitachi.
Credo che i complottisti non lo sapessero proprio della vicinanza dell'aeroporto civile. E non sapendolo si sono inventati al storiella dei missili antiaerei.
RispondiEliminaEppure era semplice informarsi. Bastava vedere la foto del Pentagono vista da satellite per riconoscere subito un aeroporto li' accanto. Nel sito dell'aeroporto Reagan addirittura vi sono le statistiche del traffico aereo: nel settembre 2001 c'erano piu' di 100 voli giornalieri che sorvolavano il Pentagono .
Una postazione missilistica vicino al cimitero? oltre quanto già detto
RispondiEliminaComplimenti al buon gusto complottista.
Mi viene in mente una bellissima puntata di South Park sui complotti dell'11/9:
RispondiElimina"Se un americano su quattro crede alla tesi del complotto, significa solo che un americano su quattro è ritardato"
Che se ne facevano dei missili antiareo al Pentagono?
RispondiEliminaSe è per questo, qualche complottista della prima ora aveva sostenuto anche che ci fossero batterie missilistiche anche sul WTC qui e anche qui (nei commenti: cerca Marcy Gordon) nonché le mirabolanti rivelazioni di Paolo....