2008/03/03

Zero fa fiasco al Parlamento Europeo

di John - www.crono911.org. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Il 26 febbraio 2008 l'europarlamentare Giulietto Chiesa, co-autore di "Zero", ha proiettato il video in una sala del Parlamento Europeo, a Bruxelles.

L'iniziativa ha tutto il sapore di un'astuta trovata pubblicitaria: far credere che la proiezione sia stata in qualche modo patrocinata dall'assemblea europea.

Infatti, quando si legge "Zero al Parlamento Europeo" (qui uno screen-shot dell'annuncio sul sito del video) si tende a pensare che il film sia stato presentato al massimo organo assembleare europeo. La realtà è ben diversa.

Innanzitutto l'agenda dei lavori europarlamentari per il 2008 dimostra che il 26 febbraio l'assemblea non era riunita. Questo significa che di europarlamentari ce n'erano ben pochi, giusto i membri di qualche commissione.

In pratica, Chiesa ha semplicemente utilizzato una delle aule della struttura per organizzare un dibattito (cui hanno partecipato noti complottisti, come il deputato giapponese Fujita e lo scrittore David Ray Griffin) rispetto al quale l'Europarlamento si è mostrato del tutto indifferente.

Difatti sul sito dell'organo europeo non c'è alcuna traccia dell'evento, nemmeno a livello di comunicato stampa.

Il complottista belga Mark Dermul ha offerto un dettagliato resoconto della proiezione e del dibattito, completo di intervista a Chiesa e di foto, che si può visionare sia sul sito Portland Indymedia che sul sito 911blogger.

E' lo stesso Chiesa, rispondendo alle domande di Dermul, a spiegare:

The fact that this group of about 300 people has only 6 Europarlementarians [sic] and 2 journalists among them shows that the US is controlling everything. They are all powerful.

TRADUZIONE: Il fatto che in questo gruppo di circa 300 persone ci siano solo 6 europarlamentari e 2 giornalisti dimostra che gli USA controllano ogni cosa. Sono onnipotenti.

Sappiamo così che appena sei europarlamentari erano presenti alla proiezione, assieme a soli due giornalisti. Una presenza davvero scarna, che trasforma l'iniziativa di Chiesa in un fiasco colossale.

A questo va poi aggiunto, come fa notare Dermul, che nessun giornale ha ripreso la notizia, né prima, né durante né dopo la proiezione:

True to form, the Belgian media didn't publish or broadcast any of this debate on this or the following day, even thought this debate took place inside the European Parliament.

TRADUZIONE: Come ci aspettavamo, i media belgi non hanno pubblicato né trasmesso alcunché su questo dibattito, sia il giorno stesso che quello successivo, anche se il dibattito era stato tenuto all'interno del Parlamento Europeo.

Si è trattato quindi di un fiasco netto e il paranoico tentativo di volerlo addebitare a misteriosi interventi di non meglio specificati poteri americani è ridicolo, oltre che offensivo nei confronti di tutti gli altri europarlamentari.

Sembra piuttosto di capire che ormai la comunità giornalistica e istituzionale, dopo quasi sette anni in cui i complottisti hanno sostenuto centinaia di teorie alternative sui fatti dell'11 settembre, tutte senza capo né coda, senza mai riuscire a dimostrarne una sola, si sia assuefatta a questo vociare sconclusionato.

Del resto, nel resoconto di Dermul leggiamo che persino Griffin è costretto ad ammettere, rispondendo ad alcune domande:

As in any movement, the 9/11 Truth Movement is a minority movement... I had a good reputation as an author before as well and now I've just written my sixth book on the subject. But I have yet to get a review in any mainstream publication.

TRADUZIONE: Come qualsiasi movimento, il Movimento per la Verità sull'11/9 è un movimento di minoranza... In precedenza avevo una buona reputazione come scrittore e ho appena scritto il mio sesto libro su questo argomento. Ma ancora non ho ricevuto una recensione su una qualunque testata del giornalismo mainstream.

Dalle parole di Griffin si evince chiaramente che anche le roboanti affermazioni dei complottisti secondo le quali "gran parte della gente ormai è convinta che l'11-9 è stato un inside-job" sono ben lontane dai fatti.

21 commenti:

  1. Ciao,
    vorrei far notare solo un paio di cose:

    - numero totale di europarlamentari dell'attuale eurolegislatura 2004-2009: 732

    (quindi 6 europarlamentari - Chiesa compreso - su 732 è pari allo 0.8%)

    - numero parlamentari del gruppo socialista europeo (gruppo cui credo aderisca Chiesa): 202
    (6 su 202 = 2.9%)

    ma non dimentichiamo che dovremmo togliere Chiesa dal computo, in quanto promotore dell'iniziativa, quindi le percentuali di presenti scendono rispettivamente a 0.68% di europarlamentari presenti che, ammettendo siano tutti dello stesso gruppo socialista, darebbero una presenza del 2.47% di parlamentari di quel gruppo.

    Non mi sembra che Chiesa abbia avuto molto seguito in questa specifica e tanto reclamizzata proiezione di Zero.

    ----------------------

    Le statistiche di presenza di parlamentari fanno capire il reale impatto di queste iniziative:

    ZERO virgola ZERO ZERO e qualche decimale.

    Se si è tanto insistito in queste settimane da parte complottista sul fatto che venisse proiettato Zero al Parlamento Europeo, i dati ci dicono che i parlamentari europei presenti (Chiesa escluso) si contavano letteralmente sulle dita di una mano...

    Ciao

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  2. piccolo refuso:

    dici "dopo oltre 7 anni" ma dovresti correggerlo in "dopo quasi 7 anni"

    i complottisti potrebbero attaccarsi anche a queste piccole imprecisioni

    ciao

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  3. "Si è trattato quindi di un fiasco netto e il paranoico tentativo di volerlo addebitare a misteriosi interventi di non meglio specificati poteri americani è ridicolo, oltre che offensivo nei confronti di tutti gli altri europarlamentari."
    Più che altro, lo definirei emblematico. E' il solito ragionamento: se ne parlano, grandioso, abbiamo ragione noi, se non ne parlano, è perchè lo coprono quindi abbiamo ragione noi. Comunque 'hanno ragione' loro... sappiamo tutti chi sono quelli che vogliono sempre ragione.
    Certo, non è perchè raccontano fandonie e nessuno vuol più prestargli ascolto, sono i "poteri occulti", così detti perchè controllati dagli occulti supersovrani dell'universo.

    Complimenti a Chiesa comunque, ha ricevuto tutta l'attenzione di pubblico che si meritava. Non fatemi pensare che è pure stipendiato come europarlamentare, per favore...

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  4. Un'altra autorevole sostenitrice della teoria del complotto. Le schiere dei teorici del complotto diventano ogni giorno più nutrite...

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  5. Perdonate il commento precedente, non mi ero accorto che era già stato pubblicato un articolo sulla tizia...

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  6. Nessun problema, Logan: ho colto lo spunto per aggiungere all'articolo anche il link al Corriere, grazie.

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  7. Mi sfugge il collegamento logico dell'ultima affermazione dell'articolo: Griffin afferma che nessun mezzo di informazione mainstream gli ha (ancora) recensito il suo ultimo libro sull'11 settembre e la conclusione di Paolo è che ciò prova che l'affermazione che la maggioranza della "ggente" sia convinta del complottone è quindi falsa.

    Non vedo il nesso fra "zero recensioni" con "nessuno crede al complottone". Se Griffin avesse invece detto "non sono ancora riuscito a vendere una copia una del mio ultimo libro" capirei la conclusione ("c'è così tanta gente che crede al complottone... che nessuno poi ti compra il libro") ma non coll'assenza di recensioni.

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  8. Rado, quella non è la "conclusione di Paolo". L'articolo l'ha scritto John. Ti rispondo io solo in veste di moderatore.

    Non vedo il nesso fra "zero recensioni" con "nessuno crede al complottone".

    Questo te lo potrà dire meglio John, ma a mio parere è abbastanza evidente che zero recensioni equivale a scarso interesse di pubblico.

    Un libro che avesse un grande successo di pubblico riceverebbe giocoforza delle recensioni. Vedi Meyssan e compagnia: snobbati dai recensori come stupidaggini (a ragione), ma recensiti quando è diventato evidente il loro risultato importante di vendite.

    Griffin ovviamente ci tiene a far sembrare tutto opera di complotto: i recensori non parlano del suo libro, secondo lui, perché fanno parte del Grande Complotto per zittire la Verità. L'idea che il suo libro sia una fetecchia non lo sfiora minimamente. Del resto, da uno che scriveva di medium e parapsicologia, non c'è da aspettarsi molto.

    Ammettere che i suoi libri vendono poco perché è il pubblico a non volerli sarebbe molto più imbarazzante da dire.

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  9. Scusate entrambi: ho scritto Paolo "per forza d'inerzia", anche se l'articolo era di John.

    Ristabilito l'autore della considerazione, tuttavia, rimango della mia perplessità sulla stessa: secondo me Griffin intendeva solo dire, come anche affermato da Paolo, che viene snobbato dalle recensioni "ufficiali" ma da qui a dire che per quel motivo non vende il suo libro ce ne corre. Il che può anche essere (ovvero che non vende) però non è, per me, così automatico più vendite=recensioni.

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  10. Non vedo il nesso fra "zero recensioni" con "nessuno crede al complottone".

    Innanzitutto non c'è scritto che nessuno crede al complottone.

    Quanto al resto, scusa Rado ma basta leggere quello che ha detto Griffin.

    Griffin ha detto due cose, non una:
    1) Il Truth Movement è un movimento di minoranza.
    2) Nessun giornalista si fila i suoi libri (e siamo al sesto...)

    Tu citi solo la seconda, ma c'è anche la prima.

    Se il Truth Movement è una minoranza, questo significa che la maggioranza sta da un'altra parte, o sbaglio?

    Quindi prenditela con lui, non con me.

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  11. Mi permetto di chiosare un po':
    il fiasco di zero dimostra che il "movimento" è ai minimi termini, diverso dire nessuno crede al complotto.
    Capita spesso che opinioni e azioni non coincidano, ad esempio tutti ci diciamo preoccupati per il riscaldamento globale e poi facciamo ben poco per mutare il nostro stile di vita.
    Dal mio, limitato, punto di vista osservo che sono tanti a dire "l'11/9? se lo sono fatti da soli", anche se pochi scendono in piazza.
    Sarebbe interessante analizzare i motivi
    di questa contraddizione?
    Perché non aprire il sito anche a interventi di sociologia o psicologia sociale ?

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  12. Perché non aprire il sito anche a interventi di sociologia o psicologia sociale ?

    Marcov, ci piacerebbe, ma significherebbe spalancare le porte a materie basate in gran parte su opinioni ed elementi intangibili, e francamente preferiamo restare ai fatti concreti.

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  13. Mi chiedo se fosse possibile, sempre che non sia stato già fatto, chiedere a Giulietto Chiesa se lui stesso, o qualche suo collaboratore impegnato nella ricerca della verità sull’11/9, abbia mai subito pressioni, minacce, consigli “insistenti”, tentativi di corruzione da parte di personaggi che, secondo la sua valutazione, agiscano su incarico del governo degli Stati Uniti. O se anche solo abbia avuto sentore di essere seguito ed osservato. Se abbia per esempio notato la presenza intorno a lui di individui sospetti o abbia scoperto di avere telefono e posta sotto controllo.
    Se infatti l’imbarazzante fiasco a Bruxelles per la visione di Zero, numero fatalmente prossimo alla percentuale dei parlamentari che hanno assistito alla proiezione, è da imputarsi all’onnipotenza degli Usa che controllano ogni cosa, mi sembra ragionevole presumere che a tale onnipotente capacità di controllo non possano essere sfuggite l’attività e l’opera di Chiesa.
    Non stiamo infatti parlando di un qualsiasi teorico del complotto che dice la sua su di un qualsiasi sito internet, ma di un deputato al parlamento europeo che è altresì membro della commissione di quella assemblea per la sicurezza e la difesa. Una figura che dovrebbe dunque preoccupare non poco l’esecutore degli attentati, il governo americano.
    Sarebbe verosimile ipotizzare che la formidabile potenza di intimidazione e corruzione necessaria per costringere al silenzio le ormai decine di migliaia di persone coinvolte direttamente o indirettamente nel più clamoroso complotto criminale dell’evo moderno possa trascurare il pericolo rappresentato dalle investigazioni del nostro?

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  14. Stefano,

    una risposta di Chiesa potrebbe essere psicologicamente interessante. Chiaramente non possiamo rivolgerliela noi, perché per lui noi siamo i "kamikaze di Bush" (sic). Ma se vuoi provarci tu, fai pure, poi ci racconti cos'ha detto.

    Restiamo comunque ancorati ai dati di fatto e lasciamo in secondo piano le questioni psicologiche, che sono per definizione soggettive, senza trascurarle del tutto.

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  15. Stefano:

    dimenticavo, Chiesa ha già risposto in parte alla tua domanda a Le Storie (Raitre), trovi la trascrizione completa in questo blog:

    AUGIAS: Si è mai sentito in pericolo mentre conduce questa campagna con tanta determinazione?

    CHIESA: Credo che comincerò a sentirmi in pericolo quando questa campagna diventerà una grande campagna di massa; per adesso ci stiamo provando. Allora diventerò [sic] in pericolo. Sì, lo so.

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  16. Scusate cosa ci sarebbe di buono se solo 6 europarlamenteri si presentano a vedere un documentario sull'11/9?

    State tutto il giorno a sbufalare i complottisti e poi vi mostrate contenti se non si interessa nessuno all'11/9?

    Non mi tirate in ballo la storia "Zero è una boiata" perchè questo lo può dire solo chi lo ha visto e non certo gli europarlamentari.

    Cito dal messaggio di Dan:
    Complimenti a Chiesa comunque, ha ricevuto tutta l'attenzione di pubblico che si meritava. Non fatemi pensare che è pure stipendiato come europarlamentare, per favore...

    Perché gli europarlamentari che non si sono presentati alla visione del documentario non si vedranno pagate le ore di assenza? Io penso che verrano pagati eccome.

    Non mischiate la questione denaro con l’11/9 perché vi può sempre tornare indietro come un boomerang e perché non mi pare eticamente corretto (né dall’una né dall’altra parte).

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  17. Buongiorno TomTom,

    Scusate cosa ci sarebbe di buono se solo 6 europarlamenteri si presentano a vedere un documentario sull'11/9?

    Premessa importante: "Zero" non è un documentario. Un documentario mostra eventi, raccoglie testimonianze. Zero, come sa bene chi l'ha visto, presenta soltanto qualche immagine di repertorio e una serie di teste parlanti che non erano sul posto all'epoca ma espongono le loro teorie personali. Le uniche eccezioni sono Louie Cacchioli e Brian Clark, che però non dicono nulla di complottista.

    Se Zero fosse un documentario, allora Superquark si limiterebbe a intervistare il portinaio di Piero Angela.

    Premesso questo, il fatto che soltanto lo 0,8% degli europarlamentari sia andato alla presentazione di Zero indica che non gliene frega niente a nessuno, fra gli europarlamentari, delle fantasie paranoiche di un gruppetto di eccentrici. Credevo che il concetto fosse sufficiemente chiaro già nell'articolo.

    State tutto il giorno a sbufalare i complottisti e poi vi mostrate contenti se non si interessa nessuno all'11/9?

    Premesso che nessuno di noi sta "tutto il giorno" a fare debunking perché a differenza di altri personaggi da queste cose non ricaviamo uno stipendio o un finanziamento a fondo perduto, certo che siamo contenti se nessuno si interessa alle teorie cospirazioniste sull'11/9.

    L'11/9 è materia che va approfondita e capita. Togliere di mezzo le fantasie complottiste è come spegnere la radio in biblioteca.


    Non mi tirate in ballo la storia "Zero è una boiata" perchè questo lo può dire solo chi lo ha visto e non certo gli europarlamentari.

    Caro TomTom, io l'ho visto, Zero. Quindi ti posso dire, in tutta franchezza, che Zero è una boiata. E lo è anche per i cospirazionisti: nessun accenno al Volo 93, niente sul WTC7... glielo hanno contestato anche alla prima di Roma, dove c'ero io.


    Perché gli europarlamentari che non si sono presentati alla visione del documentario non si vedranno pagate le ore di assenza? Io penso che verrano pagati eccome.

    Guarda che la proiezione non era un evento organizzato dall'Europarlamento. Era una cosa privata organizzata da Chiesa in una sala dell'Europarlamento, fuori orario d'ufficio.


    Non mischiate la questione denaro con l’11/9 perché vi può sempre tornare indietro come un boomerang e perché non mi pare eticamente corretto (né dall’una né dall’altra parte).

    Che torni pure: non abbiamo nulla da temere e nulla da nascondere. Li vedi i banner pubblicitari su Undicisettembre? Li vedi i DVD di debunking in vendita su Internet? No? Ecco, appunto. Ora confronta con la situazione dei vari guru e siti cospirazionisti.

    Non siamo noi quelli che vendono magliette, cappellini, orologi e DVD, sparano banner a destra e a manca, e organizzano collette e azionariati popolari. Forse ti sei confuso: prova a fare questa critica sull'"eticamente corretto" a Luogocomune.net o a Megachip.info. Poi raccontaci cosa rispondono.

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  18. ma vi da proprio così tanto fastidio che ci sia gente che crede al complotto?

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  19. ma vi da proprio così tanto fastidio che ci sia gente che crede al complotto?

    "Fastidio" non è la parola giusta. Ci preoccupa che persone in posizione di potere abbiano una visione del mondo così distorta e irreale e prendano decisioni che riguardano tutti noi sulla base di questa visione.

    Ci preoccupa che queste persone vadano in giro a plagiare i giovani nelle scuole.

    Scusa se è poco.

    Tu saresti tranquillo di essere rappresentato o giudicato da uno che crede alle streghe, o se i tuoi figli avessero un docente che insegna loro che i neri sono inferiori?

    I principi sono gli stessi.

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  20. Nemmeno a me da' fastidio in senso stretto.
    Mi preoccupa invece la grande ignoranza scientifica di molte persone le quali cadono nelle malie dei vari complottismi (luna-complottismo, 2012-complottismo,...) perche' (forse e' meglio scrivere "anche perche' ") non possiedono un sufficente bagaglio culturale per capire se il guru di turno le spara grosse o no.
    Un esempio e' il dubbio, espresso piu' volte nel blog Il Disinformatico, che gli astronauti non siano atterrati sulla Luna ma si siano limitati ad orbitarle attorno. E piu' volte Paolo in risposta ha citato l'effetto Doppler. Semplice, no? Non e' mica roba da Universita' e tecnicamente e' facile accorgersi del trucco.
    Eppure non e' servito.

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