di John - http://www.crono911.org/
Operazione Bojinka è il nome con il quale è conosciuto un progetto, messo a punto tra il 1994 e i primi del 1995 da alcuni terroristi legati ad Al-Qaeda ed operanti nelle Filippine, che prevedeva un piano principale (la distruzione in volo di un certo numero di aerei di linea carichi di passeggeri) e una serie di piani alternativi o ulteriori, compreso quello di dirottare alcuni aerei da far schiantare contro obiettivi situati negli Stati Uniti.
Varie fonti riportano che i dettagli di questi ulteriori piani relativi al dirottamento di aerei di linea per missioni suicide erano noti ai servizi di antiterrorismo americani già dal 1995, al punto che il rischio era stato segnalato ai più alti vertici politici e di governo, che non solo preferirono ignorarli ma nascosero ogni prova di esserne venuti a conoscenza.
In questo caso ci troviamo di fronte a una circostanza che – ufficialmente smentita dal governo americano – si fonda su una serie di elementi e di fonti che meritano di essere attentamente valutati.
D'altro canto, le fonti che sostengono il contrario (ossia che quelle informazioni non sono mai esistite o non furono mai acquisite da chi avrebbe dovuto o potuto utilizzarle per prevenire gli attacchi dell'11 settembre) sono qualificate e attendibili.
In questo articolo ricostruiamo la vicenda, presentiamo le fonti, cerchiamo di risalire all'origine delle notizie che riportano e verifichiamo se è possibile tracciare delle ragionevoli conclusioni.
Al di là di esse, questo spunto è occasione per approfondire la conoscenza di un progetto terroristico che rappresenta una tappa fondamentale del percorso che ha portato dall'attentato al World Trade Center del 1993 agli attacchi dell'11 settembre 2001.
Il fatto storico
Nel 1993, un gruppo di terroristi islamici si rese responsabile di un attentato esplosivo al World Trade Center. Uno dei cervelli dell'operazione era il terrorista Ramzi Yousef, nipote di Khalid Sheikh Mohammed (alias KSM, ideatore degli attacchi dell'11 settembre). L'intento di Yousef era provocare il crollo delle Twin Towers (per saperne di più si può consultare la sezione dedicata su
Crono911).
L'FBI arrestò quasi tutti gli organizzatori ed esecutori dell'attentato, ma Yousef riuscì a sfuggire alla cattura e raggiunse KSM nelle Filippine, dove operava una cellula di Al-Qaeda molto ben ramificata.
Nelle Filippine i due iniziarono a progettare un piano terroristico estremamente ambizioso, che battezzarono
"Bojinka". Il piano prevedeva di far esplodere in volo almeno undici aerei di linea, quasi tutti diretti negli USA e carichi di passeggeri.
A questo scopo sarebbero stati utilizzati ordigni realizzati con una soluzione esplosiva nella classe della nitroglicerina, che i terroristi avrebbero portato a bordo in contenitori apparentemente innocui, come le bottiglie contenenti soluzione per lenti a contatto.
Gli attentatori non erano suicidi: avrebbero nascosto la bomba sull'aereo, dopo averla collegata ad un timer, e sarebbero sbarcati lungo la rotta durante una tappa intermedia. Quest'ultimo accorgimento avrebbe evitato la necessità di richiedere visti di ingresso per gli USA.
I terroristi studiarono anche altre idee alternative (nel caso in cui il piano principale si fosse rivelato irrealizzabile) o da attuarsi successivamente in quella che fu chiamata la Fase Due dell'operazione.
Tra queste idee, vi erano quella di utilizzare piccoli aerei carichi di esplosivo e farli schiantare contro obiettivi sul suolo americano, nonché quella di uccidere il Papa in occasione della sua visita alle Filippine nel 1995.
Per questi scopi, almeno un pilota era già disponibile: si trattava di Abdul Hakim Murad, che faceva parte del gruppetto di terroristi e aveva frequentato varie scuole di volo anche in USA.
Il piano principale procedette secondo le previsioni. La miscela esplosiva fu testata e risultò efficace, e Yousef decise di fare una prova generale prima dell'operazione vera e propria: l'11 dicembre del 1994, salito a bordo di un Boeing 747 della Philippine Airlines diretto a Tokyo, piazzò la sua bomba sotto un sedile e poi scese a uno scalo intermedio. La bomba esplose in volo uccidendo un passeggero, ma l'aereo riuscì ad atterrare in emergenza ad Okinawa.
L'operazione definitiva, però, non vide mai la luce: nei primi di gennaio del 1995, un incendio nell'appartamento in cui Yousef e Murad stavano preparando le loro miscele esplosive portò la polizia filippina a scoprire i piani dei terroristi. Murad fu arrestato subito, Yousef fu catturato in Pakistan dalle forze di sicurezza locali, ma KSM riuscì a far perdere le proprie tracce.
Sia Murad che Yousef furono estradati in USA, dove furono processati e condannati nel 1996 (Yousef anche in relazione all'attentato del 1993). Il processo di appello si chiuse nell'aprile del 2003 e confermò le sentenze di primo grado. Assieme a Murad e a Yousef fu condannato anche un terzo complice, Wali Shah.
Le notizie sul piano di dirottare aerei di linea per missioni suicide
Come abbiamo detto, il processo di primo grado si chiuse nel 1996 e quello d'appello nel 2003.
Né i media né gli atti processuali parlarono dell'eventualità che l'Operazione Bojinka prevedesse anche – sia pure come piano alternativo o successivo – l'utilizzo di aerei dirottati in missioni suicide contro il territorio americano. Possiamo confrontare quello che hanno riportato la
CNN e il
New York Times al momento della condanna nel 1996: non c'è alcun riferimento a progetti di dirottamenti suicidi.
Gli atti processuali si possono consultare
qui (primo grado) e
qui (appello). Proprio dalla sentenza di appello apprendiamo alcuni particolari interessanti, alla luce di ciò che esamineremo più avanti. A pagina 88 infatti leggiamo:
Shah’s attorney acknowledged the Government’s efforts: “the government has clearly indicated on the record that they’ve made efforts to gather all the reports created. The Philippine government has not turned those reports over.”
...
60. The Government explained at trial that Philippine officials told them that certain reports were “classified.” The Government understood this to mean that they were “for the eyes of the President of the Philippines only” and that the Philippine government would not turn them over.
Traduzione
La difesa di Shah ha riconosciuto gli sforzi del Governo: "il governo ha chiaramente attestato che si sono adoperati per acquisire tutti i rapporti. Il governo filippino non ha consegnato questi rapporti.
...
Nota 60. Il Governo ha spiegato al processo che gli ufficiali filippini hanno detto che certi rapporti erano "classificati". [Riservati, Segreti]. Il Governo ha compreso che ciò significa che essi erano riservati al solo Presidente delle Filippine e che il governo filippino non li avrebbe consegnati.
Abbiamo quindi una chiara indicazione del fatto che
il governo filippino non consegnò al governo americano rapporti "classificati" che possedeva in ordine ai terroristi processati.
Sempre nella stessa sentenza, a pag. 41, leggiamo che la Corte – allo scopo di legittimare la giurisdizione americana sugli imputati – considerò che il sabotaggio di aerei in volo fosse equivalente al dirottamento. In altre parole, applicò le norme sui dirottamenti per analogia: uno stratagemma giuridico che sarebbe stato del tutto superfluo se ci fosse stata consapevolezza che l'Operazione Bojinka prevedeva anche dirottamenti suicidi.
Nemmeno nei provvedimenti presi per migliorare la sicurezza delle linee aeree c'è traccia della consapevolezza che Bojinka prevedeva anche il dirottamento suicida di aerei di linea.
Il
Rapporto Finale contenente raccomandazioni sulla sicurezza dell'aviazione civile, presentato il 12 febbraio 1997 dalla White House Commissione a Bill Clinton, all'epoca presidente degli USA, non fa alcun riferimento a questo tipo di rischio.
Il rapporto, nonostante in premessa dicesse:
During the past six months, we have conducted an intensive inquiry into civil aviation safety, security and air traffic control modernization. Commission and staff have gathered information from a broad range of aviation specialists, Federal Agencies, consumer groups, and industry leaders.
Traduzione
Negli ultimi sei mesi abbiamo condotto un'approfondita indagine sulla sicurezza dell'aviazione civile e sulla modernizzazione del sistema di controllo del traffico aereo. La Commissione e lo Staff hanno acquisito informazioni da un'ampia platea di specialisti di aviazione, Agenzie Federali, gruppi di consumatori e capitani d'industria.
non faceva cenno al rischio di dirottamenti suicidi, ma anzi sottolineava che il fattore di rischio si era spostato dai dirottamenti agli atti di sabotaggio e raccomandava un potenziamento dei sistemi di rilevazione degli esplosivi. Il riferimento all'operazione Bojinka nella sua formulazione principale è evidente, ma è altrettanto evidente che l'ipotesi di dirottamenti suicidi è del tutto assente.
Anche il rapporto "
The Psychology and Sociology of Terrorism" del 1999, redatto dalla Divisione Ricerche della Libreria del Congresso USA, alle pagine 81 e 82 traccia il profilo di Yousef e la storia dell'Operazione Bojinka, menzionando il progetto di far schiantare un piccolo aereo imbottito di esplosivo contro la sede della CIA, ma non parla di alcun progetto per dirottare aerei di linea e usarli in missioni kamikaze.
Questi dati ci consentono di ipotizzare che le autorità americane, sia al momento in cui Yousef e Murad furono processati e condannati (1996) che negli anni seguenti, non erano a conoscenza del fatto che l'Operazione Bojinka prevedesse anche dirottamenti suicidi di aerei di linea da far schiantare sul suolo americano, nonostante due degli imputati, Murad e Shah, avessero adottato una posizione collaborativa con gli inquirenti.
Anche da parte dei media, come abbiamo visto, non c'è alcun riferimento alla circostanza.
Quand'è, allora, che viene fuori l'informazione che Bojinka prevedeva anche dirottamenti suicidi?
Nelle nostre ricerche non abbiamo trovato nulla fino a dopo gli attentati dell'11 settembre del 2001.
In particolare, da
questo articolo del
Taipei Times, un giornale asiatico, apprendiamo che il 13 settembre del 2001 Associated Press e Reuters riportarono le dichiarazioni rese da un ufficiale della polizia filippina, il sovrintendente capo Avelino Razon, responsabile della sicurezza presidenziale e di quella del Papa al momento della sua visita nelle Filippine, avvenuta pochi giorni dopo l'arresto di Murad.
Esaminiamo alcuni stralci di questo articolo, significativamente titolato:
"Suicide-pilot plan unconvered six years ago in Philippines" (
Un progetto di usare piloti suicidi fu scoperto sei anni fa nelle Filippine).
A plan to use suicide pilots against US targets was uncovered as early as six years ago during the investigation that led to the arrest of the alleged mastermind of the 1993 World Trade Center bombing, a Philippine police official said yesterday...
"When we interrogated Murad, he mentioned that he was a skilled pilot, trained in the US, in Afghanistan and also here in the Philippines, who was recruited to undertake a suicide mission," Razon said.
"He was committed to ... fly a plane and ram it into some targets," Razon said, adding that information from a laptop computer seized from Murad indicated one target was CIA headquarters. "There was mention of about a dozen" trained pilots to be recruited for such attacks.
"I didn't imagine that they would ram a 757 aircraft into the World Trade Center. I thought the suicide mission [would involve] a Cessna light aircraft loaded with several kilos of explosives, like a Japanese Kamikaze World War II pilot diving into a target," he said.
He said the investigation started with reports on threats to the Pope that led to Murad and the discovery of an international terrorist cell in the Philippines that also "had plans to bomb US aircraft and the US CIA headquarters in Langley, Virginia.''
Traduzione
Un piano per l'utilizzo di piloti suicidi contro obiettivi in USA fu scoperto sei anni or sono durante le indagini che portarono all'arresto di quello che è ritenuto l'organizzatore dell'attacco al World Trade Center nel 1993, ha dichiarato ieri un ufficiale della polizia filippina.
"Quando abbiamo interrogato Murad, rivelò che era un abile pilota, addestratosi negli Stati Uniti, in Afghanistan e anche qui nelle Filippine, che era stato reclutato per intraprendere una missione suicida" ha detto Razon.
"Era previsto che pilotasse un aereo e lo schiantasse su qualche bersaglio" ha detto Razon, aggiungendo che le informazioni ottenute da un computer sequestrato a Murad indicavano uno dei bersagli nel quartier generale della CIA. "Si faceva riferimento a circa una dozzina di piloti addestrati che dovevano essere reclutati per questi attacchi".
"Non immaginavo che essi avrebbero pilotato un Boeing 757 contro il World Trade Center. Pensavo che la missione suicida [comportasse l'utilizzo di] un piccolo aereo tipo Cessna caricato con molti chilogrammi di esplosivo, come un pilota kamikaze giapponese della Seconda Guerra Mondiale che picchia su un bersaglio" ha detto.
[Razon] ha detto che l'indagini iniziò con alcuni rapporti su pericoli per il Papa che condussero a Murad e alla scoperta di una cella terroristica internazionale nelle Filippine che aveva anche "piani per fare attentati esplosivi contro aerei USA ed il quartier generale della CIA a Langley in Virginia."
E' interessante notare come anche Razon non faccia alcun riferimento a dirottamenti suicidi di aerei di linea. Anzi, si meraviglia che l'11 settembre sia successo ciò, in quanto si aspettava – piuttosto –
l'utilizzo di un piccolo aereo riempito di esplosivo. Non un aereo dirottato, quindi, ma un aereo appositamente predisposto per una missione kamikaze.
E' di questo che sta parlando, è questa la sua "rivelazione": piccoli aerei tipo Cessna riempiti di esplosivo e scagliati contro bersagli in USA.
Quest'informazione, però, non era una novità. Diversi documenti pubblici già la citavano da tempo e lo
Staff Statement n. 9 (che è parte dei documenti prodotti nell'ambito dei lavori della Commissione Indipendente sui fatti dell'11 settembre) spiega che essa era conosciuta dall'FBI sin dal 1995. Il dato è ribadito nello stesso Rapporto finale della Commissione (Capitolo 11), che spiega che se ne tenne conto persino nel sistema di sicurezza predisposto per le Olimpiadi di Atlanta nel 1996. I due documenti possono essere visionati sul
relativo sito.
Semmai, erano stati i media, sino a quel momento, a non prestare attenzione a questo dettaglio, che pure conoscevano.
Prima dello "scoop" di AP/Reuters, infatti, il 12 settembre 2001, vari giornali, come il
Guardian, senza alcuna necessità di ricorrere a fonti filippine, avevano ricordato l'operazione Bojinka come
"an audacious plan to simultaneously destroy 12 airliners over the Pacific ocean and fly a suicide bomber in a plane into the side of the CIA headquarters in Langley, Virginia".
Nessun vero mistero, quindi, sul fatto che i pianificatori di Bojinka pensassero alla possibilità di schiantare un aereo riempito di esplosivo contro la sede CIA di Langley, né sul fatto che questa informazione fosse stata acquisita dalle autorità americane.
Il mistero nasce nel momento in cui vari media e giornalisti, fiondatisi sulla notizia, iniziano a raccogliere informazioni da fonti della polizia filippina che parlano di quel piano aggiuntivo all'operazione Bojinka che prevedeva attacchi suicidi sul suolo americano utilizzando aerei di linea dirottati.
Inizialmente deve trattarsi di informazioni frammentarie e imprecise.
Questo articolo del 27 settembre 2001, pubblicato su Accuracy in Media, riferisce che Osama Bin Laden pianificava nel 1995 di usare aerei civili dirottati per missioni kamikaze, dà per scontato che FBI e CIA ne fossero al corrente, parla solo della sede della CIA come possibile obiettivo e non fornisce alcuna fonte di provenienza delle notizie.
Il Washington Post, in
questo articolo del 30 dicembre del 2001 a firma di Matthew Brzezinski, basandosi su una precisata fonte filippina (ispettore superiore Aida Fariscal) spiega:
But, Philippine and U.S intelligence officials said, the Bojinka operation called for a second, perhaps even more ambitious phase, as interrogators discovered when they pressed Murad about his pilot's license. All those years in flight school, he confessed, had been in preparation for a suicide mission. He was to buy, rent, or steal – that part of the plan had not yet been worked out – a small plane, preferably a Cessna, fill it with explosives and crash it into CIA headquarters.
There were secondary targets the terrorist cell wanted hit: Congress, the White House, the Pentagon and possibly some skyscrapers. The only problem, Murad complained, was that they needed more trained pilots to carry out the plot.
...
"The FBI knew all about Yousef's plans," she says. "They'd seen the files, been inside 603. The CIA had access to everything, too. Look," she adds, fishing in a plastic shopping bag for one of her most prized possessions, a laminated certificate of merit bearing the seal of the Central Intelligence Agency. "Awarded to Senior Inspector Aida D. Fariscal," it reads. "In recognition of your personal outstanding efforts and cooperation."
Traduzione
Ma fonti dell'intelligence filippina e americana riferiscono che l'operazione Bojinka prevedeva una seconda fase, forse perfino più ambiziosa, come hanno scoperto gli inquirenti che pressavano Murad per sapere della sua licenza di pilota. Tutti quegli anni nelle scuole di volo, ha ammesso, erano in previsione di una missione suicida. Avrebbe dovuto comprare, affittare o rubare – questa parte del piano non era stata ancora sviluppata – un piccolo aereo, preferibilmente un Cessna, riempirlo di esplosivo e schiantarlo contro i quartieri generali della CIA.
Vi erano bersagli secondari che i terroristi volevano colpire: il Congresso, la Casa Bianca e forse alcuni grattacieli. L'unico problema – aveva ammesso Murad – era che avevano bisogno di più piloti addestrati per portare avanti il piano.
"L'FBI sapeva tutto dei piani di Yousef" ha detto. "Loro hanno visto i files, dentro l'appartamento 603. Anche la CIA aveva accesso a ogni cosa. Guardi" aggiunge lei, pescando da una borsa della spesa uno dei suoi oggetti più preziosi, un attestato di riconoscimento in metallo con il simbolo della CIA. "Concesso all'Ispettore Superiore Aida D. Fariscal" si legge. "In riconoscimento del suo impegno e della sua cooperazione non comuni".
Fin qui però, niente di nuovo. Stiamo ancora parlando di Cessna riempiti di esplosivo.
Ma l'articolo poi più sotto aggiunge:
FBI spokesman John E. Collingwood denies that the bureau had advance knowledge of a plot to turn airliners into flying bombs.
Traduzione
Il portavoce dell'FBI John E. Collingwood smentisce che l'ufficio avesse una preventiva conoscenza di un piano per trasformare aerei di linea in bombe volanti.
Badate bene: la fonte parla di piccoli aerei carichi di esplosivo, informazione già nota. Collingwood smentisce tutt'altro: aerei di linea trasformati in bombe volanti.
E' chiaro che
Collingwood sta rispondendo a una domanda diversa, che riguarda aerei di linea (e quindi dirottamenti come quelli dell'11 settembre) e non semplici aerei da turismo riempiti di esplosivo.
Questa confusione tra "piccolo aereo carico di esplosivo" e "dirottamento di aerei di linea da usare come bombe" sembra essersi fatta strada su molti articoli scritti in quei mesi.
Ad aumentare la confusione, anche la scarsa chiarezza di alcuni passaggi dell'
Intelligence Joint Inquiry into the Terrorist Attacks of 9/11, il corposo rapporto della Commissione di Inchiesta sull'operato dei servizi di Intelligence con riferimento ai fatti dell'11 settembre.
Nel rapporto, a pag. 9, si legge infatti:
From at least 1994, and continuing into the summer of 2001, the Intelligence Community received information indicating that terrorists were contemplating, among other means of attack, the use of aircraft as weapons. This information did not stimulate any specific Intelligence Community assessment of, or collective U.S. Government reaction to, this form of threat.
While the credibility of the sources was sometimes questionable and the information often sketchy, the Inquiry confirmed that the Intelligence Community did receive intelligence reporting concerning the potential use of aircraft as weapons. For example, the Community received information in 1998 about a Bin Ladin operation that would involve flying an explosive-laden aircraft into a U.S. airport and, in summer 2001, about a plot to bomb a U.S. embassy from an airplane or crash an airplane into it. The FBI and CIA were also aware that convicted terrorist Abdul Hakim Murad and several others had discussed the possibility of crashing an airplane into CIA Headquarters as part of “the Bojinka Plot” in the Philippines, discussed later in this report.
Traduzione:
Almeno dal 1994 e fino all'estate del 2001, la comunità di Intelligence ha ricevuto informazioni che indicavano che i terroristi stavano meditando, insieme ad altri tipi di attacco, l'uso di aerei come armi. Queste informazioni non hanno provocato alcuna specifica risposta da parte della comunità di Intelligence o alcuna reazione da parte del Governo nei confronti di questo tipo di minaccia.
Mentre la credibilità delle fonti è stata in qualche caso opinabile e le informazioni spesso generiche, l'Inchiesta ha confermato che la comunità di Intelligence ha ricevuto informazioni riservate che riguardavano l'uso di aerei come armi. Per esempio, la comunità ha ricevuto informazioni nel 1998 in ordine a un'operazione di bin Laden che implicava schiantare un aereo carico di esplosivo contro aeroporti americani e, nell'estate del 2001, in ordine a un piano di bombardare un'ambasciata americana da un aereo o di schiantare un aereo contro di essa. L'FBI e la CIA erano inoltre a conoscenza che il terrorista arrestato Abdul Hakim Murad e diversi altri avevano discusso della possibilità di schiantare un aereo contro il quartier generale della CIA come parte del Piano Bojinka nelle Filippine, di cui si parla più avanti in questo rapporto.
Questo passaggio, che parla genericamente dell'utilizzo di "aerei come armi" è stato più volte citato a conferma del fatto che l'Intelligence americana fosse già a conoscenza dei piani di far schiantare aerei dirottati.
In realtà il rapporto non fa che continuare a riferirsi al progetto di usare piccoli aerei carichi di esplosivo (ed in particolare contro la sede della CIA).
La conferma ce la fornisce lo stesso rapporto, a pag. 192:
Captured material and interrogations of Murad revealed Yousef’s plot to kill the Pope, bomb the U.S. and Israeli embassies in Manila, blow up twelve U.S. airliners over the Pacific Ocean, and crash a plane into CIA Headquarters. These plans were known collectively as the “Bojinka Plot.”
Traduzione
I materiali sequestrati e gli interrogatori di Murad hanno rivelato che Yousef pianificava di uccidere il Papa e fare attentati esplosivi contro le ambasciate di USA e Israele a Manila, far saltare in aria dodici aerei di linea americani sull'Oceano Pacifico e schiantare un aereo contro il quartier generale della CIA. Questi piani sono conosciuti nel loro insieme come "operazione Bojinka".
e a pag. 213:
A 1995 NIE mentioned the plot to blow up twelve U.S. airliners and cited the consideration the Bojinka conspirators gave to attacking CIA Headquarters with an aircraft laden with explosives.
Traduzione
Una valutazione dell'intelligence nazionale ha citato il piano di distruggere dodici aerei di linea e ha parlato della considerazione che i cospiratori del piano Bojinka diedero all'idea di attaccare il quartier generale della CIA con un aereo carico di esplosivi.
Sta chiaramente parlando del progetto di attaccare la sede della CIA con un singolo aereo carico di esplosivo, non di utilizzare aerei di linea.
Nel 2002 il giornalista arabo Yousri Fouda ottiene un'intervista esclusiva con KSM, che si nasconde in Pakistan. L'intervista sarà poi inserita nel libro
Masterminds of Terror, pubblicato da Fouda l'anno successivo. L'edizione italiana si intitola
"Le menti criminali del terrorismo" (ISBN 88-8289-998-5) e da essa riportiamo le citazioni che seguono.
Fouda scrive di aver intervistato l'analista filippino che esaminò il computer portatile trovato nell'appartamento in cui Yousef e Murad stavano confezionando le loro miscele esplosive.
pag. 120: "E' stato trovato un rapporto che presentava un piano alternativo all'attentato contro gli undici aerei in volo sul Pacifico e che parlava di aerei lanciati e fatti esplodere contro il World Trade Center di New York, la Casa Bianca e il palazzo del Pentagono a Washington D.C., la Torre John Hancock a Boston, la Sears Tower di Chicago e la Transamerica Tower di San Francisco. Va sottolineato che il piano in origine prevedeva di far esplodere undici aerei mentre gli attentati alle torri e contro gli altri edifici sarebbero serviti da piano di emergenza".
L'analista aveva messo le mani proprio sui piani degli attentati all'America del settembre 2001. La scoperta fu confermata in seguito da Murad stesso, il quale confessò agli inquirenti di aver personalmente parlato a Khalid [KSM] della possibilità di dirottare un aereo e lanciarlo contro la sede della CIA a Langley.
pag. 121: "Era una rete di cospiratori molto solida. Dopo ben sette anni sono stati in grado di portare a termine ciò che avevano lasciato in sospeso, ecco come stanno le cose" ha dichiarato il colonnello Rodolfo Mendoza, responsabile delle inchieste sul caso a Manila. [Fouda spiega di citare un articolo del Los Angeles Times del 25 giugno 2002] I dischetti ritrovati furono messi a disposizione delle autorità statunitensi... risulta molto difficile per i servizi di intelligence statunitensi affermare di non aver mai ricevuto alcun tipo di segnale di allarme in merito agli attentati.
L'articolo sul Los Angeles Times introduce la fonte filippina rappresentata dal colonnello Mendoza, che avrà – come vedremo tra poco – un ruolo fondamentale in questa rivelazione.
La lettura dell'articolo è interessante perché
riporta la dichiarazione di Mendoza ma non dice nulla né di dirottamenti di aerei di linea né di dischetti passati alle autorità americane.
Proprio il colonnello Mendoza (nella foto) si sarebbe rivelato la fonte principale del giornalista investigativo Peter Lance, che nel 2003 pubblicava il libro
"1000 Years for Revenge: International Terrorism and the FBI – the Untold Story".
Nel libro Lance riporta dichiarazioni di Mendoza secondo le quali Murad parlò espressamente alla polizia filippina del progetto di dirottare aerei di linea da utilizzare in missioni suicide contro una serie di obiettivi americani. Secondo Mendoza queste informazioni furono tempestivamente passate alla CIA.
Le dichiarazioni di Mendoza sarebbero state raccolte da Lance nel marzo del 2002.
A conferma della sua storia, un po' di tempo dopo, Mendoza consegnò a Lance un
"memo" riservato, una specie di rapporto della polizia filippina, datato 20 gennaio 1995 e intitolato
"After Debriefing Report".
Il memo si compone di 5 fogli dattiloscritti, nell'ultimo dei quali leggiamo:
With regards to their plan to dive-crash a commercial aircraft at the CIA headquarters in Virginia, subject alleged that the idea of doing same came out during his casual conversation with Abdul Basit and there is no specific plan yet for its execution. What the subject have in his mind is that he will board any american commercial aircraft pretending to be an ordinary passenger. Then he will hijack said aircraft, control its cockpit and dive it at the CIA Headquarters. There will be no bomb or any explosive that he will use in its execution. It is simply a suicidal mission that he is very much willing to execute. That all he need is to be able to board the aircraft with a pistol so that he could execute the hijacking.
Traduzione
Con riferimento al loro piano di schiantare un aereo commerciale contro il quartier generale della CIA in Virginia, il soggetto ha riferito che l'idea venne fuori durante la sua conversazione casuale con Abdul Basit e non c'è ancora alcun piano specifico per la sua attuazione. Ciò che il soggetto aveva in mente era di salire a bordo di un qualsiasi aereo commerciale americano come un normale passeggero. Avrebbe dirottato l'aereo, preso il controllo della cabina di pilotaggio e lo avrebbe scagliato in picchiata contro il quartier generale della CIA. Non ci sarebbe stato bisogno di bombe o esplosivi per eseguire questo piano. Era semplicemente una missione suicida che lui desiderava tanto attuare. Tutto ciò di cui aveva bisogno era la possibilità di salire a bordo dell'aereo con una pistola in modo da poterlo dirottare.
Sulla falsariga di Lance hanno scritto anche altri autori e giornalisti e sono spuntate fuori altre fonti, sia filippine che americane, che riferiscono più o meno la stessa cosa: ossia che la polizia filippine raccolse queste informazioni che parlavano di dirottamenti suicidi di aerei di linea e le trasmise alle autorità americane. Si confronti ad esempio
questo servizio di Fox News che ripete le stesse identiche frasi.
E' importante però sottolineare che a tutt'oggi
l'unica traccia scritta di queste informazioni sta in queste poche righe scritte nel memo riservato datato 20 gennaio 1995, che farebbe parte di un gruppo di 17 memo analoghi redatti per riassumere il contenuto delle dichiarazioni fatte da Murad nel corso degli interrogatori che seguirono la sua cattura.
Non esistono – per quanto è dato sapere – documenti che attestino l'autenticità o il contenuto di questo memo, né esistono documenti di alcun genere che provino che esso sia mai stato trasmesso alle autorità americane.
Tutto ruota attorno alle dichiarazioni di alcuni ufficiali della polizia filippina, primo fra tutti Mendoza, e su dichiarazioni di fonte statunitense che hanno successivamente affermato che quei memo furono acquisiti dall'intelligence americana.
Si impongono però alcune considerazioni.
La prima è che quelle poche righe dicono davvero ben poco. Si parla, in pratica, di un desiderio di Murad, una sua idea comunicata a Yousef (alias Basit) durante un incontro occasionale. Murad parla comunque di schianto contro la sede della CIA, operazione per la quale, invece, era previsto l'utilizzo di un piccolo aereo carico di esplosivo.
Infine, Murad legava la possibilità di attuare il piano a una condizione irrealizzabile: quella di poter salire a bordo dell'aereo con una pistola.
Siamo in presenza di un "sogno", più che di un piano. Le modalità operative con cui i terroristi hanno preso il controllo degli aerei usati negli attentati dell'11 settembre sono state diverse.
Queste dichiarazioni hanno tuttavia sollevato un vero polverone, giacché – se autentiche – avrebbero costituito un grave atto di accusa contro la comunità di intelligence americana, per averle ignorate se non addirittura nascoste.
Non deve stupire, poi, che alcune fonti americane abbiano colto la palla al balzo per rincarare la dose: il libro di Lance è uscito nel 2003 ed è stato seguito, circa un anno dopo, da un altro libro di tenore analogo:
"Triple Cross".
Nel 2004 si giocavano le elezioni presidenziali americane, e c'era chi aveva tutto l'interesse di dire che l'amministrazione repubblicana di Bush aveva nascosto quelle informazioni, così come chi aveva tutto l'interesse di dire che quelle informazioni erano state nascoste dall'amministrazione democratica di Clinton.
Ne è un esempio il tenente colonnello Robert Patterson, che nel suo libro
Reckless Disregard sostiene che quelle informazioni furono trasmesse dalla polizia filippina e acquisite dall'amministrazione Clinton che decise di ignorarle e nasconderle. Patterson afferma di aver visto personalmente quei rapporti. Lo stesso Patterson, però, nel libro raccomanda per queste ragioni di non votare il democratico Kerry ma di confermare Bush nelle elezioni del 2004.
Difficile stabilire quanto queste fonti possano essere ritenute attendibili e imparziali, per cui la prudenza consiglia di attenersi ai dati di fatto.
Dati di fatto che, come abbiamo visto, sono davvero pochi.
Lo stesso Lance, infatti, in una
intervista del 15 marzo 2004, affermava:
In the 6,000 page transcript for the Bojinka trial in 1996... [Yousef] referenced the fact that his partner, a fellow Baluchistani named Abdul Hakim Murad had been to four U.S. flight schools... the plot did NOT involve suicide bombers and there was no reason for Murad to have attended U.S. flight schools in order to participate in such a plot... This led me to the Philippines where I did the most extensive interview to that date with Col. Rodolfo B. Mendoza, chief interrogator of Murad... He told me and provided heretofore classified documents to support the fact that Yousef and Murad had set what became the 9/11 plot into motion as early as 1994...
Traduzione
Nelle 6000 pagine di trascrizione del processo Bojinka nel 1996... [Yousef] aveva dichiarato che il suo complice, un soggetto del Belukistan di nome Abdul Hakim Murad, era stato in quattro scuole di volo americane... il piano non prevedeva attentati esplosivi suicidi e non c'era ragione per cui Murad frequentasse scuole di volo americane per partecipare a un simile piano... Questo mi condusse alle Filippine dove effettuai la più ampia intervista dell'epoca con il colonello Rodolfo B. Mendoza, capo interrogatore di Murad... Lui mi disse e mi consegnò documenti classificati per supportarlo, che Yousef e Murad avevano pianificato quello che sarebbe diventato il piano per l'11 settembre sin dal 1994...
Si noti quindi che
Lance ammette che in 6000 pagine di trascrizioni non c'è traccia di questi dirottamenti suicidi. E' poi interessante notare il madornale errore di Lance, quando dice che non c'era ragione che Murad avesse imparato a volare per un piano che non prevedeva attentati suicidi: in realtà abbiamo visto che l'operazione Bojinka prevedeva di schiantare un piccolo aereo carico di esplosivo contro la sede della CIA, ed è evidente che ciò richiedeva un pilota.
Lance si è quindi precipitato nelle Filippine sulla base di una premessa totalmente errata e fallace... stranamente lì però ha trovato Mendoza che l'ha trasformata in una notizia reale. Pura fortuna?
Sta di fatto che, come vedremo più avanti, i documenti classificati che secondo Lance confermerebbero le dichiarazioni di Mendoza si riducono a quelle poche righe su quel memo che abbiamo visto in precedenza.
Non sono mancate forti critiche a Lance e alle dichiarazioni di Mendoza.
Larry Johnson, uno dei massimi esperti del contro-terrorismo americano (
biografia) in questo suo
articolo fa notare che il colonnello Mendoza non è menzionato tra gli ufficiali che interrogarono Murad; che nei documenti della polizia filippina non c'è nulla che confermi il racconto di Mendoza; che Lance ha preso varie cantonate.
Persino Matthew Brzezinski, giornalista del Washington Post che, come abbiamo visto più sopra, indagò proprio sull'operazione Bojinka e sulle fonti informative filippine, in questa intervista del 2 gennaio 2002, che si apre con la premessa:
"We told the Americans about the plans to turn planes into flying bombs as far back as 1995," a Philippine inspector says. "Why didn't they pay attention?"
Traduzione
"Riferimmo agli americani dei piani di trasformare aerei in bombe volanti già nel 1995" afferma un ispettore della polizia filippina. "Perchè non sono stati attenti?"
affermava:
No one imagined something like this possible, and there was no US precedent to justify heightened security. Bojinka was about blowing planes up not hijacking them.
Traduzione
Nessuno immaginava che fosse possibile una cosa del genere, e non c'era alcun precedente in USA per giustificare misure di sicurezza più stringenti. Bojinka parlava di far saltare in aria degli aerei, non di dirottarli.
Nonostante, come abbiamo visto, non ci fosse alcun riscontro reale alle affermazioni che volevano il governo americano informato di questi presunti piani di dirottamenti suicidi, la Commissione Indipendente sui fatti dell'11 settembre ha investigato questa circostanza.
A pagina 491 del Rapporto, leggiamo:
After 9/11, some Philippine government officials claimed that while in Philippine custody in February 1995, KSM’s Manila air plot co-conspirator Abdul Hakim Murad had confessed having discussed withYousef the idea of attacking targets, including the World Trade Center,with hijacked commercial airliners flown by U.S.-trained Middle Eastern pilots. See Peter Lance, 1000 Years for Revenge: International Terrorism and the FBI — the Untold Story (HarperCollins, 2003), pp. 278–280. In Murad’s initial taped confession, he referred to an idea of crashing a plane into CIA headquarters. Lance gave us his copy of an apparent 1995 Philippine National Police document on an interrogation of Murad. That document reports Murad describing his idea of crashing a plane into CIA headquarters, but in this report Murad claims he was thinking of hijacking a commercial aircraft to do it, saying the idea had come up in a casual conversation with Yousef with no specific plan for its execution. We have seen no pre-9/11 evidence that Murad referred in interrogations to the training of other pilots, or referred in this casual conversation to targets other than the CIA. According to Lance, the Philippine police officer, who after 9/11 offered the much more elaborate account of Murad’s statements reported in Lance’s book, claims to have passed this added information to U.S. officials. But Lance states the Philippine officer declined to identify these officials. Peter Lance interview (Mar. 15, 2004). If such information was provided to a U.S. official, we have seen no indication that it was written down or disseminated within the U.S. government. Incidentally, KSM says he never discussed his idea for the planes operation with Murad, a person KSM regarded as a minor figure.
Traduzione
Dopo l'11 settembre, alcuni ufficiali governativi filippini hanno affermato che durante la sua detenzione nelle Filippine nel febbraio 1995, Abdul Hakim Murad, complice di KSM a Manila nel progetto di attentati aerei, ha confessato di aver parlato con Yousef dell'idea di attaccare alcuni bersagli, compreso il World Trade Center, utilizzando aerei di linea civili pilotati da medio-orientali addestrati in USA. Si veda Peter Lance, 1000 Years for Revenge: International Terrorism and the FBI — the Untold Story (HarperCollins, 2003) pagine 278-280. Nella prima confessione registrata di Murad, egli ha fatto riferimento all'idea di schiantare un aereo contro il quartier generale della CIA. Lance ci ha dato la sua copia di quello che sembra essere un documento del 1995 della Polizia Nazionale Filippina relativo a un interrogatorio di Murad. Quel documento riporta che Murad descrive la sua idea di schiantare un aereo contro il quartier generale della CIA, ma in questo rapporto Murad afferma che stava pensando di dirottare un aereo di linea per farlo, e dice che l'idea era saltata fuori durante una conversazione occasionale con Yousef, senza che ci fosse un preciso piano per eseguirla. Non abbiamo trovato alcuna prova precedente l'11 settembre 2001, che Murad, nel corso degli interrogatori, abbia fatto riferimento all'addestramento di altri piloti o abbia parlato in questa conversazione occasionale di bersagli diversi dalla CIA. Secondo Lance, l'ufficiale della polizia filippina che dopo l'11 settembre ha offerto la ricostruzione più accurata delle affermazioni riportate nel libro di Lance, afferma di aver passato queste informazioni aggiuntive a ufficiali americani. Ma Lance afferma che l'ufficiale filippino si è rifiutato di identificare questi ufficiali. Vedi interrogatorio di Peter Lance del 15 marzo 2004. Se queste informazioni furono passate a un ufficiale americano, non abbiamo trovato alcuna indicazione che siano state trascritte o diffuse tra gli enti governativi statunitensi. Incidentalmente, KSM afferma di non aver mai parlato della sua idea di azioni con aerei con Murad, una persona che KSM considerava di scarsa rilevanza.
Si noti quindi che Peter Lance è stato addirittura interrogato dalla Commissione.
Si noti pure che sembra che Mendoza non abbia detto di aver passato i "memo" a ufficiali americani, ma di aver passato le informazioni verbalmente, al punto che la Commissione fa notare che non c'è traccia di una loro trascrizione.
Va poi sottolineata l'importanza delle dichiarazioni di KSM.
L'ideatore degli attacchi dell'11 settembre, come abbiamo già detto, fu intervistato nel 2002 da Fouda e le sue dichiarazioni raccolte in un libro nel 2003.
Quello stesso anno KSM fu arrestato in Pakistan e consegnato agli americani.
Le sue prime dichiarazioni, risalenti alla primavera del 2003, sono state raccolte in una
relazione che è stata acquisita come prova nel processo Moussaoui.
In esse leggiamo che
[KSM] traveled to Afghanistan in 1996 to convince Bin Laden to give him money and operatives so that he could hijack 10 planes in the U.S. to fly them into targets, with five targets on each coast of the United States.
Traduzione
[KSM] si recò in Afghanistan nel 1996 per convincere Bin Laden a dargli denaro e uomini affinchè potesse dirottare 10 aerei in USA e portarli a schiantarsi contro alcuni bersagli, cinque per ciascuna costa degli Stati Uniti.
Dunque è solo nel 2003, con le dichiarazioni di KSM, che si apprendono i progetti di Al-Qaeda sul dirottamento suicida di aerei di linea e gli stessi possono essere collocati temporalmente. Si tratta di progetti che KSM propose nel 1996 e che probabilmente nascono dalle ceneri dell'operazione Bojinka, più che costituirne un'appendice.
Conclusioni
Alla luce di quanto raccolto ed esaminato in questo studio, si possono trarre alcune conclusioni, serenamente rivedibili ove dovessero emergere dati fattuali differenti.
- L'Operazione Bojinka del 1995 era incentrata sull'esplosione in volo di una dozzina di aerei di linea sul Pacifico;
- L'Operazione Bojinka prevedeva piani alternativi come l'uccisione del Papa e l'utilizzo di aerei leggeri tipo Cessna caricati di esplosivo da far schiantare contro la sede della CIA a Langley;
- L'Operazione Bojinka non prevedeva il dirottamento di aerei di linea americani da pilotare contro bersagli sul suolo americano: è possibile però che questa idea sia stata oggetto di discussione;
- L'autenticità dei "memo" (Debriefing Report) della polizia filippina sugli interrogatori di Murad non è riscontrata, ma è verosimile. L'unico accenno al dirottamento suicida di aerei di linea, però, sta in poche righe contenute in uno di essi e riguardano più un desiderio di Murad che un piano;
- L'idea di Murad presupponeva di poter salire a bordo dell'aereo con una pistola, ed era pressoché impossibile da realizzare;
- Non esiste alcuna prova che questi Debriefing Report, di natura classificata, siano mai stati consegnati alle autorità americane, mentre esiste prova che il governo filippino non intese consegnare rapporti classificati al governo americano, nemmeno in occasione del processo a Yousef e a Murad, nel 1996;
- Le testimonianze di fonte filippina e di fonte americana che affermano la presenza, nell'operazione Bojinka, di un piano per dirottare aerei di linea e scagliarli contro obiettivi sul suolo americano, e di una conoscenza di questo piano da parte delle autorità americane, non trovano alcun riscontro documentale e sono smentite da altre fonti sia filippine che americane, nonché dalle dichiarazioni di KSM;
- Né l'inchiesta sull'Intelligence del 2002, né l'inchiesta sui fatti dell'11 settembre del 2004, né il processo contro Yousef e Murad, né il processo Moussaoui hanno fornito un singolo elemento di riscontro a tali affermazioni;
- Appare evidente la frequente confusione, da parte dei media, del piano di schiantare un aereo leggero carico di esplosivo contro la sede della CIA a Langley, con un piano per dirottare aerei di linea in missioni suicide.
L'Operazione Bojinka resta un tassello fondamentale del percorso che ha portato KSM a ideare gli attacchi dell'11 settembre del 2001.
Fino a quel momento, i progetti criminosi di KSM avevano riposto fiducia nell'utilizzo di esplosivi, grazie alla competenza di Yousef. L'attentato del 1993 al World Trade Center era stato un discreto successo, le prove generali dell'operazione Bojinka avevano avuto buon esito. La disponibilità di un pilota, Murad, consentiva di pensare ad un attentato utilizzando un piccolo aereo carico di esplosivo.
L'arresto di Yousef, con tutta probabilità, privò KSM della possibilità di disporre di esplosivi in grado di superare i controlli aeroportuali e la scoperta del piano Bojinka indusse aeroporti e compagnie aeree a introdurre nuove tecnologie per rilevare sostanze esplosive e relativi detonatori.
KSM, con tutta evidenza, maturò allora il proposito di utilizzare una strategia del tutto diversa. L'utilizzo di piloti addestrati in USA e di dirottatori imbarcatisi come normali passeggeri, destinati a prendere il controllo di normali aerei di linea utilizzando semplicemente la forza fisica e gli strumenti che era possibile portare a bordo, consentiva di superare tutti i problemi legati all'uso di esplosivi o alla necessità di portare con sé vere e proprie armi.
L'11 settembre non è stato l'attuazione di un piano già contemplato dall'Operazione Bojinka ma ne ha rappresentato una diabolica evoluzione.