2024/06/11

Le strane morti successive alle dichiarazioni del leader di al-Qaeda Abu Zubaydah

di Leonardo Salvaggio. Si ringrazia la giornalista investigativa Robbyn Swan, coautrice di "The Eleventh Day: The Full Story of 9/11 and Osama bin Laden", per la consulenza fornita. Una traduzione in inglese di questo articolo è disponibile qui.


Nel marzo del 2002 le forze USA, in collaborazione con l'intelligence di Islamabad, catturarono in Pakistan il terrorista saudita Abu Zubaydah che al tempo era ritenuto il terzo in comando nella gerarchia di al-Qaeda. Si trattò in realtà, come spiegato dall'ex ufficiale della CIA John Kiriakou, di un caso di omonimia, ma l'uomo catturato aveva comunque stretti legami con bin Laden e aveva conoscenza della pianificazione degli attentati dell'11/9. Abu Zubaydah fu interrogato dalla CIA con tecniche poco ortodosse da agenti americani che si finsero sauditi e nel corso di questi interrogatori il terrorista rivelò di aver partecipato a vari incontri tra Osama bin Laden e il principe saudita Turki bin Faisal Al Saud (al tempo capo dell'intelligence saudita) nei quali quest'ultimo offriva fondi segreti ad al-Qaeda purché il terrorista si impegnasse a non compiere attentati in Arabia Saudita. I fondi sauditi arrivavano ad al-Qaeda attraverso tre principi: lo stesso Turki, Ahmed bin Salman Al Saud (di cui Abu Zubaydah aveva con sé il numero di telefono) e Fahd bin Turki bin Saud al-Kabir.

Di questo accordo clandestino avrebbe fatto parte, secondo la testimonianza di Abu Zubaydah, anche un alto ufficiale dell'aviazione militare pakistana, Mushaf Ali Mir, il quale offrì armi e protezione ad al-Qaeda in accordo con la corona saudita.

Venuta in possesso di queste informazioni, la CIA le passò alle agenzie di intelligence di Riyadh e Islamabad e nel giro di pochi mesi sia i tre principi sauditi sia il militare pakistano persero la vita in situazioni strane.

Schema parziale della famiglia reale saudita

Il primo dei tre reali sauditi a perdere la vita in circostanze poco chiare è stato Ahmed bin Salman Al Saud, terzo figlio dell'allora governatore di Riyadh e attuale re dell'Arabia Saudita Salman bin Abdulaziz Al Saud. Nato nel 1958, dopo una carriera militare si occupò di media e comunicazione diventando nel 1999 il presidente della Saudi Research and Media Group (società saudita attiva nel campo dei media) e proprietario dell'80% del giornale panarabo Asharq Al Awsat. Il principe Ahmed bin Salman morì di insufficienza cardiaca a seguito di un'operazione chirurgica addominale a Riyadh il 22 luglio del 2002. L'uomo era anche attivamente coinvolto nelle corse di cavalli, al punto che la notizia della sua morte fu data anche dal network di informazione sportiva ESPN. L'11 settembre 2001 si trovava negli USA e fu uno dei primi a lasciare al paese per tornare in Arabia Saudita appena ripresero i voli.

Il giorno dopo, il 23 luglio del 2002, anche il principe Sultan bin Faisal bin Turki bin Abdullah Al Saud, figlio della sorella del re Luluwah bint Abdulaziz Al Saud, perse la vita in una situazione atipica, proprio mentre tornava nella capitale da Jeddah per partecipare al funerale del cugino. Le informazioni su questo incidente sono molto scarse, le poche disponibili sono riassunte di nuovo da ESPN. L'uomo fu coinvolto in un incidente d'auto e fu portato ancora vivo al King Faisal Specialist Hospital di Riyadh, lo stesso dove era morto Ahmed il giorno prima, dove non sopravvisse alle ferite. Per i due cugini si tenne un solo funerale e vennero sepolti insieme.

La settimana seguente, il 30 luglio del 2002, il principe Fahd bin Turki bin Saud al-Kabir morì di sete a 25 anni mentre viaggiava con la sua Rolls Royce nel deserto del governatorato di Rimah nel caldo estivo di oltre 47 gradi, apparentemente dopo essersi perso. Questa volta, non sono noti altri dettagli.

La serie delle strane morti seguenti alle dichiarazioni di Abu Zubaydah non si esaurisce con i tre principi sauditi. Dopo di loro infatti, anche Mushaf Ali Mir perse la vita in un incidente quando il Fokker F27 su cui si stava spostando dalla base dell'aeronautica di Chaklala a quella di Kohat, entrambe nel nord del paese, si schiantò contro una montagna nel distretto di Kohat. Insieme a lui viaggiavano altre sedici persone tra cui i suoi più stretti collaboratori. Una fonte rimasta anonima riportò al giornalista Rahimullah Yusufzai che l'incidente era stato causato da errore umano e condizioni meteo avverse; un'indagine parlamentare stabilì invece che la causa fu un malfunzionamento del velivolo, escludendo in ogni caso che si sia trattato di un sabotaggio. L'indagine riscontrò che l'aereo era già stato indicato come pericoloso e difettoso nel 1993 dalla Marina Militare che l'anno seguente lo passò all'Aviazione.

Fonte: Air Power Asia

Questi quattro eventi possono ovviamente essere slegati l'uno dall'altro ed essere effettivamente degli incidenti. Nel caso di Ali Mir almeno un'indagine ufficiale è stata condotta ed è forse l'evento meno misterioso dei quattro. Ma è quantomeno strano che queste persone, e in particolare i principi sauditi, siano morte vittime di altrettanti incidenti, in condizioni così poco probabili, settimane dopo che Abu Zubaydah rivelò alla CIA che questi stessi avevano accordi clandestini con al-Qaeda. Non possiamo che sospendere il giudizio nella speranza che un'indagine governativa faccia luce sui legami tra al-Qaeda e la famiglia reale saudita. Altrimenti rimarrà per sempre uno degli aspetti più oscuri riguardo all'11/9.


Fonti:
  • "Why America Slept" di Gerald Posner, 2003
  • "The Eleventh Day: The Full Story of 9/11 and Osama bin Laden" di Anthony Summers e Robbyn Swan, 2011

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