In occasione del dodicesimo anniversario della missione che uccise Osama bin Laden, il Washington Post ha ottenuto tramite una richiesta Freedom of Information Act e Presidential Records Act oltre 900 foto scattate alla Casa Bianca in quegli attimi concitati. Le foto sono di proprietà della Obama Presidential Library, che è una delle biblioteche presidenziali gestite dalla National Archives and Records Administration, ente federale preposto a conservare documenti storici e governativi. Le foto sono state scattate quasi interamente da Pete Souza, capo dei fotografi ufficiali della Casa Bianca durante le amministrazioni Reagan e Obama.
Una delle foto della situation room pubblicate dal Washington Post |
Inizialmente il Washington Post ha ricevuto, dopo 376 giorni dalla richiesta, un PDF che contiene le foto a bassa risoluzione, senza metadati né riferimenti temporali; a seguito di un'ulteriore richiesta il giornale ne ha quindi ricevuto un insieme più ristretto ad alta risoluzione e con i timestamp. La Obama Presidential Library ha comunque trattenuto altre 307 foto, sostenendo che si tratti di materiale riservato che potrebbe compromettere la sicurezza nazionale. Il Washington Post ha quindi incrociato le foto con i riferimenti temporali al racconto dello stesso Obama contenuto nell'autobiografia A Promised Land del 2020 (pubblicata in Italia con il titolo Una Terra Promessa) e alla ricostruzione del giornalista Garrett M. Graff pubblicata sul quotidiano della capitale Politico realizzata attraverso interviste con i protagonisti della war room che dalla Casa Bianca seguiva quanto avveniva ad Abbottabad.
Fino ad oggi di quel set di foto ne era stata pubblicata una sola molto celebre: quella con Obama proteso in avanti con i gomiti appoggiati sulle ginocchia e Hillary Clinton con la mano davanti alla bocca come a voler soffocare la propria stessa tensione emotiva. Dal confronto di questa foto con quelle nuove emergono dettagli interessanti. La prima cosa che si nota è che l'azione alla Casa Bianca non si è svolta in una stanza sola. Alcune immagini sono infatti state scattate in una grande situation room, di cui si vedono i maxischermi su almeno due lati, in cui sono riunite circa trenta persone tra lo staff presidenziale e i vertici degli apparati di intelligence e militari. Altre foto al contrario (tra cui quella pubblicata nel 2011) sono state scattate in una stanza più piccola con un gruppo di sole quindici persone su richiesta dello stesso Obama che decise di spostarsi in un ambiente più ristretto per poter seguire con maggiore attenzione le fasi cruciali. Per scattare questa foto Souza ha faticato a trovare posto nella stanza dovendosi mettere a ridosso di una delle stampanti. Tra l'altro, sia nella versione del 2011 sia in questo nuovo lotto, nell'unica foto precedentemente pubblicata i documenti davanti a Hillary Clinton sono stati resi illeggibili digitalmente.
L'unica foto pubblicata nel 2011 |
Dalle foto pubblicate si nota anche molto la distensione sui volti dei protagonisti dal momento in cui dal Pakistan arrivò la comunicazione enemy killed in action. Se fino ad allora Obama e il resto dello staff è teso nel visualizzare lo svolgersi dell'azione, da lì in avanti inizia a vedersi qualche sorriso e qualche viso più disteso.
Obama si congratula con il Segretario alla Difesa, l'ambiente inizia a essere più rilassato. |
Le nuove foto mostrano anche quanto Obama non si curasse particolarmente della forma. Durante la war room infatti indossa lo stesso abbigliamento con cui quella mattina era andato a giocare a golf: una polo, dei pantaloni chiari e una giacca leggera con il sigillo del Presidente degli Stati Uniti. Per l'annuncio pubblico non solo si è cambiato in un abito scuro, come è più che ovvio, ma ha cambiato anche orologio, passando da uno con cinturino di gomma a uno più classico con cinturino in pelle.
Il New York Times fa notare la differenza di stile con la war room del Presidente Trump durante la missione che uccise il leader dell'ISIS al-Baghdadi nel 2019 in cui l'allora presidente indossava l'abito classico formale già durante la missione, le foto sono in posa e Trump occupa il posto principale al tavolo, sul lato corto, sotto al sigillo del Presidente degli Stati Uniti. Anche le persone attorno a Trump indossano il vestito, mentre nel caso delle foto di Obama molti non hanno la cravatta o hanno tolto la giacca.
Queste foto pubblicate dal Washington Post mostrano quindi il lato più umano di un evento di importanza mondiale; mostrano l'ansia e la distensione di persone tra le più influenti del pianeta nel coordinare e condurre una missione di vitale importanza e che davanti a questa situazione affrontano problemi quotidiani come lo stress e il dover trovare un posto adeguato per il proprio lavoro. Non è chiaro quale problema di sicurezza nazionale si sarebbe creato con la pubblicazione delle foto rimaste secretate, non è comunque escluso che in futuro vengano rilasciate anche quelle vista la tendenza alla trasparenza che contraddistingue l'attuale amministrazione americana.
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