2022/02/17

L'amministrazione Biden vuole destinare 3,5 milioni di fondi afghani alle famiglie delle vittime dell'11/9

di Leonardo Salvaggio

L'11 febbraio 2022 il Presidente Joe Biden ha emesso un ordine esecutivo in cui ordina il blocco dei fondi afghani depositati presso la Federal Reserve Bank di New York dal governo di Kabul caduto lo scorso agosto in seguito alla seconda salita al potere dei Talebani. L'amministrazione Biden chiederà quindi a un giudice il permesso di spostare metà del capitale, che assomma a sette milioni di dollari, ai fondi per gli aiuti umanitari per la popolazione afghana e l'altra metà alle famiglie delle vittime dell'11/9. Il precedente governo afghano, che è stato al potere fino ad agosto 2021, aveva depositato nove milioni di dollari, provenienti principalmente da donazioni di governi occidentali raccolte tra il 2001 e il 2021, in banche estere. Oltre a questi sette ve ne sono infatti altri due divisi tra Germania, Svizzera ed Emirati Arabi.


Il New York Times ha spiegato in un recente articolo che è estremamente inusuale che gli USA si impossessino di fondi appartenenti a governi esteri depositati sul suolo americano, tuttavia in questo caso la situazione è singolare. Il governo che li ha depositati, infatti, non esiste di fatto più da quando i Talebani hanno ripreso Kabul; al contempo sarebbe illegale restituire i fondi ai Talebani perché condurre transazioni finanziarie con loro è vietato dalle delle sanzioni antiterrorismo messe in atto proprio dagli USA. Un'altra ipotesi avrebbe potuto essere quella di lasciarli bloccati finché un governo legittimo possa rovesciare quello dei Talebani, ma non c'è alcuna certezza che questo possa mai succedere. Sempre il New York Times specifica che non è chiaro come il governo USA abbia ottenuto l'autorizzazione a disporre di quel denaro; una clausola del Federal Reserve Act, la legge costitutiva della banca centrale americana, permette di disporre di denaro depositato negli USA da un altro governo nel caso in cui un rappresentate di quest'ultimo, riconosciuto dal Segretario di Stato, ne dia il benestare. Tuttavia in questo caso il governo che ha depositato i fondi non esiste più e non è quindi chiaro chi possa averlo rappresentato.

I fondi da trasferire al popolo afghano verrebbero spostati attraverso un fondo fiduciario per evitare che finiscano nelle mani dei Talebani. Se il fatto di destinare parte dei fondi agli aiuti umanitari è stato accolto con unanime favore, la scelta di destinarli alle famiglie delle vittime dell'11/9 ha invece suscitato, come è ovvio, ampie polemiche. Un gruppo di 150 famiglie delle vittime ha chiesto parte dei fondi come risarcimento in seguito alla causa legale intentata contro al-Qaeda e i Talebani, vinta dalle famiglie nel 2012 in quanto la controparte ovviamente non si è presentata in tribunale. Le famiglie sostengono che il denaro depositato negli USA debba quindi essere bloccato e destinato a loro. Tale posizione si presta ovviamente a molte critiche, a partire dal fatto che i fondi nella Federal Reserve Bank non sono dei Talebani, ma del governo istituito a seguito della loro caduta nel dicembre 2001. Il portavoce dei Talebani Mohammad Naeem ha scritto su Twitter l'11 febbraio che quello che l'amministrazione Biden vuole compiere è un vero e proprio furto nei confronti dell'Afghanistan, anche alcuni dei rappresentanti delle famiglie delle vittime hanno definito la scelta di Biden un tradimento ai danni del popolo afghano e Shah Mohammad Mehrabi, membro del consiglio di amministrazione della banca centrale afghana ed ex professore di economia al Montgomery College nel Maryland, ha commentato che sarebbe meglio devolvere l'intera cifra alla Da Afghanistan Bank (la banca centrale di Kabul) affinché possa riprendere le proprie attività il modo indipendente dai Talebani, rispetto ai quali deve essere considerata un organo scollegato. Anche uno dei consiglieri del precedente governo afghano, Torek Farhadi, si è opposto alla decisione sostenendo che non sia legale che uno stato possa appropriarsi di fondi di un altro stato con una decisione unilaterale.

La scelta dell'amministrazione USA ha scatenato proteste in Afghanistan anche tra la popolazione, dove un gruppo di manifestanti si è radunato davanti alla moschea Eid Gah di Kabul per esprimere il proprio dissenso subito dopo l'emissione dell'ordine esecutivo. La strada per la destinazione dei sette milioni è ancora lunga, ma sembra già tracciata lungo un percorso che causerà polemiche e strascichi.



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