2021/11/13

L'FBI rilascia un secondo lotto di documenti desecretati

di Leonardo Salvaggio

A seguito dell'ordine esecutivo del Presidente Joe Biden, l’FBI ha rilasciato un secondo lotto di documenti relativi alle indiagini sull'11 settembre. La mole di documenti è impressionante e in totale ammonta a più di 700 pagine che sono in parte ancora censurate. Per ogni segmento cancellato è specificato in quale casistica rientra (ad esempio, informazioni che richiedono l'autorizzazione di un giudice, informazioni riservate alle forze di polizia o informazioni personali come date di nascita o social security numbers).


Dai documenti emergono numerose conferme di quanto già si sapeva, cioè che il governo saudita, attraverso il Ministero degli Affari Islamici e il suo direttore presso l'ambasciata di Washington, Musaed al-Jarrah, ha aiutato e finanziato due dei dirottatori del volo American Airlines 77, Khalid Al-Mihdhar e Nawaf Al-Hazmi, che si schiantò contro il Pentagono. Il gruppo che li supportò in California era guidato dal saudita Omar al-Bayoumi, che aveva stretti legami con l'ambasciata e che veniva da loro stipendiato. L'FBI, secondo quanto pubblicato, ha interrogato diverse volte lo yemenita Mohdar Abdullah, una delle personalità coinvolte nel supporto ai terroristi su ordine di al-Bayoumi, il quale si disse convinto che il suo mandante fosse stipendiato dal governo di Riyadh, ma non seppe portare prove di ciò.

Dalle oltre settecento pagine emergono anche dettagli importanti sul perché il governo saudita possa aver tollerato o organizzato azioni di supporto del genere. Una delle prime risposta arriva dal documento intitolato Documents Responsive to Executive Order 14040 Section 2-b-i- Part 01 of 02 (di 478 pagine), a pagina 381, in cui si parla di un uomo noto come Omar Khadib (altre volte scritto come Omar al-Khateeb o Omar al-Khatib), membro di al-Qaeda residente negli USA allo scopo di arruolare potenziali terroristi in occidente e stretto contatto di al-Bayoumi. Khadib era stato in passato membro di Al-Ittihad al Islamiya (organizzazione terroristica somala) ed era un sostenitore del rovesciamento del regime saudita. È quindi plausibile che il governo saudita abbia dovuto in parte accontentare gli estremisti islamici per evitare una rivolta contro il regime stesso, come ipotizzato dall'ex agente speciale dell'FBI Kenneth Williams in una recente intervista a Undicisettembre.

Inoltre l'FBI ha indagato quale possa essere il livello di collaborazione tra il Ministero per gli Affari Islamici e al-Qaeda ed è giunta a tre possibili scenari elencati nel file Documents Responsive to Executive Order 14040 Section 2-b-i- Part 02 of 02 a pagina 220: al-Qaeda potrebbe essersi infiltrata nel ministero, oppure membri estremisti del ministero potrebbero aver voluto sostenere al-Qaeda pur non facendone parte, o in ultimo potrebbe esserci un’alleanza tra ministero e al-Qaeda per interessi comuni. A questo interrogativo non esiste ancora una risposta.

La documentazione contiene anche varie testimonianze di Abdussattar Shaikh, cofondatore del Centro Islamico di San Diego e informatore dell’FBI dal 1994, nella cui casa di Lemon Groove, nella contea di San Diego, i due dirottatori abitarono nel primi mesi del 2000. Shaikh non informò l'FBI della presenza di due membri di al-Qadea nel suo complesso abitativo se non dopo gli attentati stessi. Disse di aver sentito dire nella comunità islamica locale che al-Bayoumi fosse un agente dei servizi segreti di Riyadh, ma gli risultava difficile da credere perché lo reputava di bassa intelligenza.

Il rilascio dei documenti non è ancora stato ultimato e ne sono attesi altri entro marzo del 2022.

A distanza di oltre vent'anni, i motivi per cui il governo saudita ha supportato i terroristi sembrano quindi essere una combinazione di tre fattori: la necessità di accontentarli per evitare attacchi contro il regime, l'influenza di al-Qaeda sul Ministero degli Affari Islamici e un probabile tentativo di reclutamento da parte dell'intelligence andato male a causa dell'imperizia delle persone a cui l'incarico era stato affidato.

5 commenti:

  1. Ho appena scoperto questo blog e non ha ancora fatto in tempo a guardarmi i documenti che vi sono contenuti. Faccio giusto un commento a quest'ultimo post.
    Premessa: non credo alle tante teorie complottistiche sull'11 settembre, e sono convinto che le torri gemelle siano crollate perché due aerei vi si siano schiantati sopra dirottati da terroristi islamici (per farla breve). Quindi credo alla tesi dell'attentato terroristico, e credo alla versione ufficiale dei fatti, almeno nelle sue linee principali. Infine, penso anche che da un regime come quello saudita ci si possa aspettare di tutto: chiedere ai parenti di Jamal Khashoggi, casomai vi fosse qualche dubbio.
    Fatta la lunga premessa, mi si apre veramente un grosso punto interrogativo sul perché mai i sauditi possano aver organizzato una cosa del genere nei confronti di un loro strettissimo alleato quali sono gli USA, e come mai la reazione degli stessi Stati Uniti sia stata di fatto inesistente, almeno nei loro confronti. Bisognerebbe leggersi tutte le 478 pagine del rapporto, ma forse non basterebbe. Gli USA hanno rovesciato governi non dico ostili, ma solo "sgraditi" per molto meno, e non penso che nelle 478 pagine vi siano considerazioni politiche.
    Questa è quindi una cosa che non mi torna, almeno al momento. Detto ciò, non è che con questo stia escludendo le responsabilità saudite, ma è semplicemente un cerchio che faccio fatica a chiudere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Marco, é proprio questo uno dei punti oscuri sull'11/9 su cui stiamo indagando.

      Sul perché i sauditi abbiano permesso questo ci sono varie possibili spiegazioni (che elenco nell'articolo che stiamo commentando): operazione di intelligence andata male, pressione di di al-Qaeda sul governo o necessità del governo stesso di accogliere alcune richieste degli estremisti.

      Sul perché gli USA non abbiano affrontato a dovere le colpe saudite, il motivo é probabilmente perché l'alleanza tra i due stati é troppo preziosa. Leggi as esempio l'intervista all'ex agente dell'FBI Mark Rossini del 2016, la trovi linkata nella colonna di destra se visualizzi in modalità desktop.

      Elimina
  2. Marco, questa è l'intervista a cui facevo riferimento

    https://undicisettembre.blogspot.com/2016/04/intervista-allex-agente-dellfbi-mark.html

    RispondiElimina
  3. Grazie per il link, molto interessante. Però la frase "No, no, no. Nessun saudita voleva che succedesse, è impossibile. C’erano sauditi importanti, membri della famiglia reale e non, che stavano dando soldi ad associazioni affiliate ad al-Qaeda e ad associazioni non governative. Ma queste persone sapevano che i loro soldi erano utilizzati per il terrorismo e specificamente per l’11/9? No." è, come si potrebbe dire... pirandelliana? Nel senso dell'impossibilità di distinguere tra realtà e finzione, naturalmente.

    E' pur vero che l'ambiente saudita, o meglio una sua parte, è dicotomico per sua natura, anche se non credo che Pirandello sia molto conosciuto da quelle parti.

    Continuerò a seguirti, sicuramente!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Marco, si tratta di opinioni personali e nessuno, almeno per ora, ha una risposta alla domanda che poni che è la più importante e complessa in questo momento.

      Leggi anche il parere di Kenneth Williams

      https://undicisettembre.blogspot.com/2021/09/intervista-allex-agente-speciale.html

      Che avanza un'ipotesi diversa.

      Grazie dell'interesse.

      Elimina

I commenti sono moderati e possono restare in sospeso anche per giorni, ossia fino a quando qualcuno ha tempo di occuparsene.

Prima di fare domande, leggete per favore le FAQ nella colonna di destra del blog.

Evitate commenti non attinenti all'argomento trattato nell'articolo: quindi state in tema o pubblicate il vostro commento in un articolo pertinente.

Non verranno pubblicati messaggi contenenti polemiche o insulti, a meno che siano utili per mostrare l’infantile maleducazione di chi li invia.

Lo scopo dei commenti è arricchire, aggiornare e (se necessario) correggere gli articoli, non perdere tempo in battibecchi personali. Se siete capaci di avere davvero qualcosa di utile da dire, siete anche capaci di essere civili.

Per evitare confusioni d’identità, non sono ammessi i commenti anonimi: possono commentare soltanto gli utenti che si identificano con un nome o pseudonimo tramite il loro account Google o OpenID.