di Hammer
Tra il 5 e l'8 gennaio del 2000 si svolse a Kuala Lumpur, capitale della Malesia, un incontro di alcuni membri di al-Qaeda allo scopo di organizzare i principali attacchi terroristici che avrebbero condotto negli anni successivi. L'incontro è noto come il summit del terrore.
L'incontro fu organizzato da Riduan Isamuddin, noto con il nome di battaglia Hambali, nella casa malese del microbiologo Yazid Sufaat; entrambi gli uomini erano affiliati al gruppo terroristico del sudest asiatico Jemaah Islamiyah, legato ad al-Qaeda e ai Talebani. L'appartamento in cui si svolse l'incontro è nel quartiere di Bandar Sungai Long (foto sotto), complesso residenziale sorto attorno a un campo da golf nella citta di Kajang, a pochi chilometri da Kuala Lumpur; durante la sua detenzione a Guantanamo Hambali indicò il luogo con il nome di Song Gai Long.
Secondo quanto riportato dal 9/11 Commission Report, Hambali invitò all'incontro quattro membri di al-Qaeda che bin Laden aveva selezionato per condurre un attentato con l'uso di aeroplani: Khalid al-Mihdhar, Nawaf al-Hazmi, Tawfiq bin Attash (detto Khallad) e Abu Bara al-Yemeni. I primi due sarebbero poi stati tra i cinque dirottatori del volo American Airlines 77 che si schiantò sul Pentagono. Khallad e Abu Bara volarono a Kuala Lumpur a metà dicembre del 1999 da Karachi, in Pakistan; al-Hazmi li raggiunse una decina di giorni da Quetta, dove si spostò dopo essere stato a Karachi con gli altri due.
Sempre secondo il 9/11 Commission Report, Khalid Sheikh Mohammed disse in un'intervista agli inquirenti che ad al-Hazmi e al-Mihdhar fu indicato di usare i propri documenti yemeniti (il rapporto parla di yemeni documents, ma non specifica di quali documenti si tratti) per poi viaggiare verso gli USA con i passaporti sauditi, così da nascondere agli agenti di frontiera statunitensi di essere stati in Pakistan poco prima.
Il primo scopo di Khallad nella capitale malese non era però partecipare al summit, ma condurre alcuni test sulla sicurezza aerea. Il 31 dicembre infatti volò a Bangkok e il giorno seguente si spostò a Hong Kong con un volo di linea americano; prese in biglietto di prima classe, sperando di poter vedere l'interno della cabina di pilotaggio, ma dal sedile che gli fu assegnato non riuscì nel suo intento. Inoltre Khallad portò nel proprio bagaglio a mano un tagliacarte all'interno di una busta con i propri oggetti da toeletta. Il giorno seguente tornò a Bangkok da Hong Kong e ai controlli di sicurezza all'imbarco i controllori verificarono il suo bagaglio a mano e controllarono anche la busta con il tagliacarte, ma diedero un'occhiata generale e lo lasciarono passare. Sul volo Khallad attese che gli altri in prima classe si addormentassero, quindi tirò fuori la busta e nessun assistente di volo fece alcuna obiezione.
Da Bangkok Khallad tornò a Kuala Lumpur, dove il 5 gennaio arrivò anche al-Mihdhar. Durante l'incontro, che durò quattro giorni, i quattro discussero della pianificazione di alcuni degli attentati più importanti che al-Qaeda avrebbe condotto nei mesi successivi, come l'attacco alla USS Cole e quelli che si sarebbero svolto l'11 settembre del 2001. I partecipanti discussero anche alcuni scenari che poi non si concretizzarono, come il prendere in ostaggio i passeggeri dei voli dirottati.
In quel periodo la CIA seguiva già i due dirottatori, che avevano i visti per entrare negli USA, e continuò a sorvegliarli durante i quattro giorni del summit. I due furono anche fotografati dalla CIA, anche con il supporto delle autorità malesi. La CIA era anche informata del fatto che al-Mihdhar e al-Hazmi avevano visti per entrare negli USA, ma non ne informò l'INS, che avrebbe potuto bloccarli all'ingresso, né ne informò l'FBI, che avrebbe potuto seguirli negli USA così da capire le loro intenzioni. La CIA chiese all'INS solo il 21 agosto del 2001 di controllare se i due sospetti volessero entrare negli USA, ma ottenne come risposta che erano già entrati. A quel punto l'agenzia chiese all'FBI di cercarli, ma il tempo non fu sufficiente.
Purtroppo tutto sembra indicare che la CIA sottovalutò la minaccia rappresentata dai due terroristi che avevano visti per entrare negli USA e se avesse agito in anticipo è probabile che l’11/9 sarebbe stato evitato.