2016/05/03

Le 28 pagine mancanti del Joint Inquiry

di Hammer

Nelle ultime settimane ha ripreso una notevole rilevanza mediatica la richiesta di desecretare le 28 pagine mancanti del Joint Inquiry into Intelligence Community Activities before and after the Terrorist Attacks of September 11, 2001, comunemente noto come Joint Inquiry, che secondo diverse fonti conterrebbero informazioni relative al presunto coinvolgimento saudita nel finanziamento degli attentati dell’11/9.

L'ex senatore e governatore della Florida Bob Graham recentemente è apparso recentemente in varie trasmissioni televisive allo scopo di risollevare l'interesse verso le sezioni mancanti del documento e al contempo aumentare la pressione mediatica verso il Congresso affinché il contenuto di queste venga desecretato. Graham è stato infatti ospite della puntata del celebre programma 60 Minutes della CBS lo scorso 10 aprile e il giorno seguente del programma The Kelly File di Fox News Channel.

Riguardo a questo testo non ancora pubblicato esiste anche un sito Internet denominato 28pages, creato dallo scrittore freelance Brian McGlinchey allo scopo di chiederne la pubblicazione.


Anzitutto occorre ribadire, come già scritto su Undicisettembre fin dal 2014, che anche altre parti del Joint Inquiry sono ancora secretate e quindi il testo non pubblicamente disponibile ammonta a molto più di 28 pagine.

Inoltre, contrariamente a quanto riportato da molti media, tra cui anche Fox News, le pagine mancanti non appartengono al 9/11 Commission Report, ma appunto al Joint Inquiry, che è l'indagine governativa, riassunta in un documento di quasi 900 pagine redatto e pubblicato nel 2002, che aveva lo scopo di evidenziare gli errori di intelligence che hanno consentito ai terroristi di condurre gli attentati; si tratta quindi di un pezzo di un rapporto già edito e non di un documento nuovo, come invece descritto da La Repubblica.

Nel 2003 Bandar bin Sultan, ambasciatore saudita negli stati Uniti, si espresse positivamente sulla possibilità che il testo mancante venisse pubblicato e anzi sembrò unirsi alla pressione di chi voleva che questo venisse desecretato. Disse infatti a tal proposito: “Saudi Arabia has nothing to hide. We can deal with questions in public, but we cannot respond to blank pages” (“L'Arabia Saudita non ha nulla da nascondere. Possiamo affrontare le questioni in pubblico, ma non possiamo rispondere a delle pagine bianche.”)

Ma a seguito delle nuove pressioni mediatiche di Bob Graham l’Arabia Saudita sembra aver cambiato parere: infatti, secondo quanto riportato da numerose testate, la prima delle quali è il New York Times, la monarchia saudita sta minacciando gli USA di sanzioni economiche nel caso in cui passasse un disegno di legge che consentirebbe di citare in giudizio governi esteri per gli attentati dell'11/9 ed altri attacchi terroristici.

4 commenti:

  1. Premesso che il contenuto di quelle 28 pagine è sostanzialmente ignoto a chi non ha fatto parte della commissione che le ha scritte... la tua impressione da "esperto" del ramo è che possano contenere informazioni davvero importanti, tali da poter sostanzialmente cambiare la nostra conoscenza degli eventi, oppure che si sia semplicemente voluto proteggere qualche personaggio in vista?

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  2. Più che il mio parere ti riporto quello che mi hanno detto persone che ne sanno molto più di me. L'impressione è che quelle pagine dimostrino che alcuni sauditi hanno sostenuto al qaeda economicamente e logisticamente ma senza sapere cosa al qaeda stava progettando. Quindi sostanzialmente la seconda delle tue ipotesi.

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  3. Complimenti a Paolo e a tutta la squadra di Undicisettembre.

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