Sono passati più di dodici anni dall'11/9 e per preservarne la memoria il gruppo Undicisettembre continua la raccolta dei racconti di chi ha vissuto sulla propria pelle quel giorno drammatico.
In questa occasione pubblichiamo un'intervista realizzata con la giornalista Lori Grinker le cui foto scattate sulla scena del disastro costituiscono una testimonianza importantissima dei fatti di quel giorno.
Ringraziamo Lori Grinker per la sua gentilezza e per il tempo che ci ha dedicato.
Le immagini a corredo dell'articolo sono state realizzate dall'intervistata l'11 settembre 2001 e non possono essere riutilizzate senza il suo permesso.
Undicisettembre: Cosa ricordi in generale dell'11/9? Ci puoi fare un racconto di ciò che hai visto quel giorno?
Lori Grinker: Vivevo temporaneamente in un appartamento a Williamsburg, Brooklyn. Non sapevo se sarei rimasta lì o no quindi avevo ancora tutto negli scatoloni, non avevo un televisore, non avevo un telefono fisso. Stavo parlando al cellulare con un'amica e ci stavamo raccontando le ultime novità della mattina, presto, e poi dovevo andare a un appuntamento con un medico. Questo luogo dove abitavo era una casa privata, la proprietaria era Italiana in realtà e non parlava bene inglese. Il mio ex marito era spagnolo e in quel momento era in Spagna. Chiusi velocemente la comunicazione con la mia amica che lavorava nell'American Express Building del World Financial Center, era in ritardo a causa del suo figlio piccolo; io stavo uscendo di corsa per andare all'appuntamento dal dottore che era importante e la padrona di casa mi fermò e mi disse: “Vieni, vieni, devi vedere. Devi vedere!” Aveva tutti i televisori accesi e vidi dove l'aereo era entrato e in quel momento pensavamo che fosse un aereo piccolo, mi disse: “Chiama tuo marito!” Usai la sua linea fissa per chiamare la mia agenzia e mi dissero: “Sei in servizio, abbiamo cercato di raggiungerti” perché allora il mio cellulare aveva smesso di funzionare. Era per le riviste “People” e “Time”.
Uscii di casa, da dove abitavo a Williamsburg si vedevano le torri, quindi le vedi fumare. Iniziai a camminare e raggiunsi il Williamsburg Bridge. Mentre ero sul ponte tutta la gente veniva verso di me perché cercavano di lasciare Manhattan, io andavo nella direzione opposta e vidi la prima torre crollare dal ponte. Camminavo, fotografavo, si vedeva tutto il fumo e fotografavo anche le persone che piangevano sul ponte, quindi rialzai lo sguardo e la torre non c'era più. Era pazzesco, sembrava fatto con Photoshop, perché si vedeva ancora il contorno della torre, ma forse era solo la mia immaginazione, come se potessi ancora tracciarne il contorno. Continuai a camminare sul ponte, avevo il pass per la stampa della città di New York e la Polizia diceva a tutti di andare via dal ponte ma videro che avevo il pass e mi lasciarono passare. Arrivai nell'East Side e tutto era coperto di polvere bianca. Non vidi cadaveri, non vidi nessuno gettarsi dalle finestre, a quel punto la seconda torre era crollata ma non lo vidi. Iniziai a fotografare tutto e attraversando la punta meridionale arrivai al West Side dove si trovavano le torri e iniziai a fotografare anche lì, quindi risalii fino al World Financial Center dove scattai la foto al pompiere che issava la bandiera. So che ci sono teorie del complotto anche su questo.
Undicisettembre: Non ne so nulla. Per favore, illuminami.
Lori Grinker: Qualcuno ha detto che non era un foto autentica ma che era stata fatta apposta, “l'hanno fatto per il fotografo”. Ovviamente non è vero. E' molto stupido. Se cerchi in rete puoi trovare che qualcuno ha scritto riguardo a questa foto e hanno detto “come ha fatto ad arrivare lì?”, “non aveva il pass per la stampa”, “come è possibile che non abbia altre foto?” E' ridicolo. C'è un altro fotografo che ha fatto la foto dalla stessa posizione, e c'è anche un terzo fotografo. Quindi come possa questa persona metterlo in dubbio è qualcosa che non riesco a capire.
Undicisettembre: Cosa puoi dirci delle persone che uscivano dalla Torri? Hai incontrato qualcuno di loro?
Lori Grinker: Quando scesi dal ponte c'erano molte persone che camminavano indossando le mascherine e coperte di polvere, ma io stavo cercando di arrivare laggiù quindi non parlai con nessuno. Continuai a camminare e alcuni volontari mi fermarono e mi dissero: “Dovresti indossare la mascherina”, quindi ne presi una e continuai a camminare. Avrei dovuto incontrare un articolista con cui ero in servizio ma era impossibile cercare di incontrarsi con qualcuno, specialmente perché i telefoni cellulari funzionavano solo a tratti. Quindi quando arrivai a Ground Zero pensai: “Voglio riprendere ciò che sta succedendo e non fermarmi, provare a scrivere una storia e seguire qualche persona in particolare.”, volevo fotografare ciò che stava succedendo. Quando arrivai erano rimaste poche persone. C'era un uomo col vestito con una valigia in mano che guardava in alto, tutti guardavano in alto dove prima c'erano le Torri. Questo successe a Broadway, sul lato orientale della zona di Wall Street. Quando arrivai sul West Side vidi dei pompieri che portavano via dei corpi ma non vidi persone ferite uscire dalle Torri e non parlai con nessuno quel giorno. Il giorno seguente invece sì.
Undicisettembre: Perché? Cosa successe il giorno seguente?
Lori Grinker: Il giorno seguente stavo fotografando per la rivista “People” le persone che cercavano i loro cari all'ospedale, all'obitorio. Erano nel panico, sperando di ottenere informazioni sulle persone che avevano perso e i cui corpi non erano stati rinvenuti.
Parlai con una donna, lavorava per Bloomberg News, il suo fidanzato era disperso. La gente appendeva cartelli e foto dei loro cari cercando informazioni desiderosi di parlare con la stampa nella speranza di avere aiuto nella ricerca dei loro cari.
Undicisettembre: Cosa pensi dei pompieri e dei soccorritori che hanno rischiato la propria vita per salvare quelle degli altri?
Lori Grinker: Con alcuni di loro parlai. Quando arrivai a Ground Zero i cellulari non funzionavano. Ma alle volte il mio cellulare funzionava, mi videro parlare al telefono e mi chiesero se potevano usare il mio telefono per chiamare le loro famiglia e far loro sapere che stavano bene, quindi io passavo il telefono di mano in mano. Erano esausti e molto gentili, i poliziotti non erano altrettanto gentili mentre cercavano di liberarsi di noi. I pompieri erano un po' più protettivi, ci dicevano: “Non stare sotto a quel lampione, perché sta per cadere e potresti esserne colpito” e cose di questo genere.
C'erano dei volontari che giravano con dei sandwich e bottiglie d'acqua e non potevo credere che davvero qualcuno potesse mangiare i sandwich presi da quei vassoi per via dei granelli che volavano nell'aria. Ma la maggior parte dei volontari voleva solo aiutare i pompieri, i poliziotti e i giornalisti.
Undicisettembre: Sai qualcosa del WTC7? Lo hai visto crollare?
Lori Grinker: Ero lì quando crollò. Non lì vicino ma nel World Financial Center 2 stavo facendo la foto al pompiere che issava la bandiera. Stavo aspettando un collega che mi doveva portare della pellicola, perché avevo anche fatto riprese su pellicola e non ne avevo più. Quando finalmente lo incontrai lo feci entrare nel palazzo e un pompiere disse: “Tutti fuori! Il palazzo può crollare.” Quindi uscimmo e i poliziotti cercavano di allontanarci da quella zona, c'era un poliziotto che ci prese per il braccio tentando di portarci via. Mentre ci allontanavamo c'era molta gente su un cumulo di macerie e tutti stavano guardando verso l'edificio 7. Non lo avevo visto fino ad allora ed era appena crollato, quindi loro lo videro crollare.
Per quanto ne sto stava bruciando, perché l'ho visto dalle foto.
Undicisettembre: Cosa pensi delle teorie del complotto secondo cui l'11/9 è stato un inside-job?
Lori Grinker: Non ci credo assolutamente. Non è difficile schiantare un aereo contro un palazzo se lo vuoi fare. Lì ci sono tre aerovie per i tre aeroporti. Ma non vogliono ascoltare e non ascoltano.
Le teorie del complotto sono principalmente una perdita di tempo. Ricordo di aver parlato con dei complottisti. Stavo tornando da non ricordo dove poco dopo l'11/9 e un ragazzo canadese che stava tornando dall'Europa iniziò a parlarmi delle teorie del complotto; credo che fosse la prima volta che ne sentivo parlare. Poi ho approfondito l'argomento perché ero curiosa ma non ci credevo.
Dopo aver sentito la teoria del complotto sul pompiere che issava la bandiera, non do molto credito alle teorie del complotto. Credo che siano persone con troppo tempo libero a cui piace diffondere storie. Non dubito che il nostro governo abbia fatto qualcosa in altri luoghi in passato ma non credo che questo sia stato fatto da loro.
Guarda tutte le persone che dicono che non c'erano Ebrei nelle Torri quel giorno, c'erano molti Ebrei nel palazzo. Quindi è semplicemente ridicolo.
Credo che nessuna di queste teorie del complotto meriti alcuna attenzione.
Undicisettembre: Ci sono molti complottisti tra i tuoi colleghi?
Lori Grinker: No. Nessuno che io sappia.
Undicisettembre: Ti ha dato una nuova visione dell'arte di fare giornalismo?
Lori Grinker: Mi ha insegnato molte cose sull'istinto. E' stato molto difficile perché alcuni volontari erano arrabbiati perché stavo fotografando; avrei dovuto aiutare, non fare foto. Queste persone chiaramente non capiscono come si diffonde l'informazione. Se viaggi nel mondo e fotografi disastri o piccole storie che nessuno conosce, queste persone apprezzano davvero il fatto che lo stai documentando, così che altri possono esserne a conoscenza e fare qualcosa per aiutare o capire cosa succede nel mondo.
Non ero una fotografa di cronaca, mi occupavo di storie collegate a problemi politici o sociali, ma non andavo in giro a caccia della notizia. Quindi seguii il mio istinto quando la polizia cercava di mandare tutti verso Brooklyn dal ponte e io stavo andando verso Manhattan, il mio primo pensiero fu pure quello di tornare verso Brooklyn ma poi pensai: “No, no. Devi documentare quello che succede, devi andare a riprendere la notizia.” Quindi capii davvero il coraggio e i pensieri che servono a riprendere questo tipo di eventi perché se fossi stata proprio lì quando le Torri sono crollate non so per certo cosa averi fatto, perché credo che si debba davvero capire come scappare dal pericolo e andare a prendere ciò che ti serve e poi metterti in riparo. Molti miei colleghi che erano lì erano esperti fotografi di guerra o di cronaca e sapevano cosa fare e io non sono sicura che avrei saputo cosa fare. Credo che non sia solo andare lì e fare delle foto, devi avere molta dedizione e conoscere ciò che sta accadendo.
Sono una persona piuttosto sensibile, ma devi proprio sapere cosa riprendere e cosa non riprendere. Alle volte devi riprendere anche se non ti senti di farlo perché devi documentare una storia.
Mi ha insegnato molte cose come questa e credo che uno debba attenersi strenuamente a quello che crede che la storia debba essere e su ciò che sente di dover documentare piuttosto che documentare ciò che chiedono gli editori. Devi documentare perché loro non sono lì e torni a casa a mani vuote se ciò che loro vogliono è troppo difficile da ottenere. Ad esempio: seguire una persona e fare una storia su questa non è una cosa che farei in una situazione del genere e sono contenta di aver seguito il mio istinto.
Quindi seguire l'istinto è molto importante.
Undicisettembre: Hai avuto conseguenze psicologiche dopo l'11/9?
Lori Grinker: No, non ne ho avute. Non ho visto nulla dei momenti veramente terribili, vedere la torre crollare fu orribile ma io ero molto lontana. Non vidi persone saltare dal palazzo o parti di cadavere, quindi ciò che vidi fu molto astratto e questo dà una certa protezione.
C'erano altre cose che stavano succedendo nella mia vita in quel periodo, avrebbe potuto amplificare queste cose perché aggiunse stress a un periodo già molto stressante per me. Avevo appena recuperato da una cura per il cancro, il mio matrimonio stava finendo e quindi avevo molte cose in corso in quel periodo particolare, fu molto duro. Credo che questo abbia tenuto lontano ogni tipo di trauma psicologico che avrei potuto avere.
Fui molto grata di non aver visto persone lanciarsi dalle finestre. Credo che sia la cosa più orribile da affrontare o da sapere che è stato fatto da qualcuno che ami. Mi sono commossa per le persone che hanno visto o dovuto affrontare questo. Mi sono sentita molto fortunata.
Vedere le persone che cercavano i loro cari all'ospedale fu molto duro. Vedere le persone nel panico, che non sapevano cosa fosse successo ai loro cari e al contempo così speranzosi, anche se sapevano che era molto probabile che i loro parenti fossero morti, fu la cosa più triste per me.
Undicisettembre: Cosa pensi del nuovo WTC? In qualche modo guarisce la ferita?
Lori Grinker: Non posso parlare per chi ne è stato direttamente coinvolto, ma sicuramente rappresenta qualcosa di positivo e che spinge ad andare avanti. C'è un museo sull'11/9, quindi non verrà dimenticato. Ci sono delle vasche dove c'erano le Torri. Sì, a me sembra che guarisca la ferita e aiuti la ripresa.
Undicisettembre: Credi che la nazione viva ancora nella paura o ha ripreso la sua posizione mondiale?
Lori Grinker: Ci sono molte cose che almeno per come le vedo io sono ancora legate al “post 11/9”. Come spiegare agli studenti cosa possono o non possono fotografare per le strade di New York o avere accesso a luoghi a cui si entrava più facilmente prima dell'11/9. Quindi credo che sia molta, non so se è paura, ma almeno cautela su cose che erano più facili prima.
Non credo che le persone abbiano dimenticato e credo che quando succede qualcosa qui la gente pensa subito al terrorismo, anche se è un blackout o la sparatoria a Boston. Ma adesso abbiamo problemi più grandi come le armi da fuoco o la violenza, che non c'entrano nulla con il terrorismo, che causano più morti e paura secondo me.
"Cosa pensi dei pompieri e dei soccorritori che hanno rischiato la propria vita per salvare quelle degli altri?"
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=noGH877SfUE
OPS.
Roberto,
RispondiEliminaavrai notato che nessuno di quei pompieri parla di esplosivi, ma descrivono un rumore che hanno sentito.
Mentre tu non fai nulla di utile, io ho intervistato un pompiere che ha sentito lo stesso rumore e gli ho chiesto come lo interpreta:
http://undicisettembre.blogspot.it/2012/09/world-trade-center-intervista-con-il.html
Come mai questa volta niente insulti nei tuoi commenti? Quelli che abbiamo respinto e che iniziavano con "Ciao cipollini" davano un ottimo esempio del livello intellettivo della gente con cui dobbiamo dialogare.
Niente insulti stavolta?
Roberto,
RispondiEliminail tuo ultimo commento, che non pubblico, è stupendo perché dimostra a quale infimo livello ti esprimi e a quale infimo livello vuoi portare la discussione.
Ovviamente, visto che oltre a noi, ti permetti di prendere in giro l'intervistata vieni nuovamente e definitivamente accompagnato all'uscita.
Non perdere tempo a scrivere altro e non fare perdere tempo a me, grazie.
Undicisettembre: Ci sono molti complottisti tra i tuoi colleghi?
RispondiEliminaLori Grinker: No. Nessuno che io sappia.
-------------
Ho letto parecchi articoli della stampa dell'epoca, Washington Post e NYTimes. Molti sono critici sull'efficenza della difesa aerea e critici ed anche sui servizi informativi che non sono riusciti a bloccare in tempo i terroristi che frequentavano le scuole di pilotaggio. Critici anche sul 9/11 Commission Report. Ma non ho letto mai articoli di piega complottista.
Personalmente il fatto che dopo aver letto un'intervista di tale spessore umano e professionale uno abbia il coraggio di commentare come Roberto aumenta ancora di più il mio disgusto verso i complottisti. E questo vale ovviamente per tutte le intervista qui pubblicate, beninteso. Vi ringrazio sinceramente non solo per dare a tutti la possibilità di leggere testimonianze dirette di questi avvenimenti, ma anche per dimostrare come in circostanze del genere possano esistere persone con una tale forza d'animo.
RispondiEliminaEmanuele,
RispondiEliminagrazie a te per l'apprezzamento.
Sicuramente trattare con i parenti delle vittime é una cosa che dilania il cuore. Lo so io che vivo queste situazioni in ospedale. Bel lavoro Hammer, come sempre.
RispondiEliminaGrazie, Gabriele.
RispondiElimina