2010/02/15

World Trade Center 7: intervista a un pompiere di New York

di Hammer. L'originale inglese è disponibile qui.

I pompieri di New York sono considerati da tutti i veri eroi dell'11/9/2001. Furono loro, infatti, a salire le interminabili scale delle Torri Gemelle in fiamme portando il loro pesantissimo equipaggiamento nella speranza di sottrarre alla morte chi si trovava negli uffici del World Trade Center, spesso rimettendoci la propria stessa vita o la salute.

Uno di loro, Lenny Curcio (citato con il suo permesso), ci ha rilasciato un'intervista dalla quale emergono l'emozione e la determinazione di chi ha lavorato instancabilmente nel tentativo di salvare vite umane e che smonta senza ogni dubbio le tesi cospirazioniste che vorrebbero, tra altre assurdità, il World Trade Center 7 demolito con esplosivi.

L'intervista è proposta di seguito ai nostri lettori, nel nostro costante sforzo di diffondere il più possibile la verità su quanto accaduto quel giorno e perché appaia ogni giorno più evidente l'assurdità delle tesi del complotto.

Ringraziamo Lenny Curcio per la disponibilità e la cortesia.

Undicisettembre: Ciao Lenny, è un onore parlare con te e condividere le tue parole con i nostri lettori italiani, che sono spesso ostacolati dalla barriera linguistica. Ti siamo molto grati per aver trovato il tempo di discutere con noi la tua esperienza.

Cosa ricordi, in generale, di quel giorno? Ci puoi fare un breve racconto della tua esperienza?

Lenny Curcio: Non so quanto saranno rilevanti per voi le mie informazioni, quindi ti racconterò un po' di quel giorno per quanto mi riguarda. Ero un tenente del Dipartimento dei Vigili del Fuoco della città di New York ed ero ad un corso nel Queens. Quando il primo aereo colpì, fummo messi in attesa. Quando il secondo aereo colpì, fummo inviati sul luogo.

Arrivai mentre la seconda torre crollava. Fummo portati la in autobus fino alla West Side Highway e proseguimmo a piedi verso il disastro mentre tutti gli altri se ne allontanavano di corsa. Entrammo a piedi nella nube di polvere e ci radunammo per ricevere gli incarichi. Eravamo sull'orlo del caos e cercammo di mantenere l'organizzazione. Fui assegnato alla supervisione dello spegnimento dell'incendio del World Trade Center 7, proprio l'edificio da cui era uscita mia sorella. L'incendio si estendeva per dieci piani e decisi di interrompere l'incarico dopo che non avevamo ottenuto alcun miglioramento. Stavamo aspirando acqua dal fiume Hudson, ma non servì a nulla. A quel punto ritirai [in originale, Curcio usa il verbo "pull", con buona pace di chi sostiene che significhi "demolire"] gli uomini fino alla West Side Highway e formai un piccolo gruppo per la ricerca e il salvataggio.

Raccoglievamo parti di cadaveri e li portavamo in una singola area centrale. A quel punto riuscii a mettere in moto una pala meccanica e sfondai delle colonne di cemento lungo il passaggio pedonale. Lo feci per cominciare a rimuovere dalla strada le automobili schiacciate e i camion dei pompieri, trascinandoli via con il mezzo pesante. Dopo averli spostati, potemmo continuare a cercare altre vittime.

Mentre stavamo facendo questa ricerca, il World Trade Center 7 crollò, proprio come ci aspettavamo. Si stava facendo sera ed entrammo nell'edificio dell'American Express che era stato evacuato. Non c'era corrente, i telefoni non funzionavano e le batterie dei nostri mezzi di comunicazione erano esaurite. Forzammo molte porte di uffici in cerca di acqua e asciugamani. Gli uomini dovevano usare il bagno e avevano necessità di lavarsi gli occhi. Dopo una breve pausa, ci riunimmo e continuammo.

A mezzanotte non riuscivo più a vedere nulla per via della polvere e i miei occhi erano così gonfi da non poterli quasi aprire. Tornammo indietro a piedi per circa tre chilometri fino alla Stazione dei Vigili del Fuoco di Pitt Street per ripulirci. Non ricordo come tornai nel Bronx, ma fu su dei pick-up, dei taxi, e altro. La mattina dopo tornai e fui assegnato all'obitorio per via della mia esperienza in polizia. Identificavo i cadaveri dei pompieri, dei poliziotti e dei passeggeri degli aerei. Dopo due giorni all'obitorio, fui assegnato a un'operazione organizzata di ricerca e salvataggio per le successive sei settimane. In realtà non c'era nessuna missione di salvataggio dopo il crollo... solo una missione di recupero.

L'evento mi ha lasciato con dei disturbi invalidanti e ha lasciato una ferita permanente nella mia mente. Per due anni, ogni volta che ne avevo tempo, ho partecipato ai funerali e ho fatto da volontario in ogni cosa che potesse aiutare le vittime di questo atto di guerra... non di cospirazione.


Undicisettembre: C'è un punto del tuo racconto che vorrei sottolineare. Quali erano le condizioni del WTC7 prima che crollasse? In particolare, quanto erano violenti e diffusi gli incendi? Come immagino tu sappia, i cospirazionisti sostengono che gli incendi fossero modesti e deboli e che il palazzo non era seriamente danneggiato. Qual era la vera situazione?

Lenny Curcio: Come ho detto prima, eravamo sull'orlo del caos e abbiamo tentato di mantenere l'organizzazione. Fui assegnato alla supervisione dello spegnimento dell'incendio al World Trade Center 7, c'erano incendi per più di dieci piani a partire dal ventesimo circa in su. L'incendio andava da un lato all'altro dell'edificio ed era estremamente intenso; una cosa del genere poteva essere stata causata solo da una sostanza accelerante, come del carburante. Questo tipo di incendi ha conseguenze molto negative su strutture come quella degli edifici del WTC. Le facciate portanti dell'edificio numero 7 sul lato interno, rivolto verso il WTC, subirono danni molto gravi per via del precedente crollo del WTC 1 e 2. Dopo aver speso poco tempo a usare potenti flussi d'acqua decisi di interrompere l'incarico. Poco dopo il WTC7 crollò.


Undicisettembre: La domanda successiva riguarda inevitabilmente il modo in cui crollò il WTC7. Come probabilmente sai, i cospirazionisti credono che sia stato demolito con esplosivi e che le persone per strada non si aspettassero il crollo. Immagino che tu possa smentire definitivamente questa folle idea una volta per tutte, giusto?

Lenny Curcio: Personalmente posso escluderla. Dal momento in cui arrivai fino a quando me ne andai dal luogo dell'evento l'11/09/2001, lavorai davanti e in prossimità del WTC7, verso ovest. Al momento in cui il WTC7 crollò, le uniche "persone per strada" erano il personale di emergenza che stava all'interno di una zona bloccata precostituita. Quindi non solo ci aspettavamo che il WTC7 crollasse, ma assistemmo anche al suo crollo e dovemmo correre per trovare un riparo. Non ci fu alcun segno di nessun tipo di esplosivo o nessuna esplosione in quel momento. Gli ultimi rumori furono quelli stridenti di una struttura metallica che si contorce e poi il rumore delle macerie in caduta libera, con onde d'urto che sconquassarono il terreno.


Undicisettembre: Ok, passiamo ad argomenti più seri. Tu hai fatto parte dei soccorsi. Cosa puoi dirci dei soccorritori e del lavoro che stavano facendo?

Lenny Curcio: Il mio impegno nei soccorsi è stato molto grande, ma ha prodotto risultati negativi. Ricordati che sono arrivato da un'altra parte di New York al momento del secondo crollo. Il motivo per cui sono vivo è che arrivai troppo tardi. La mia radio fu usata per comunicare con molti membri che ne uscirono vivi. Tutti gli altri sforzi furono principalmente di supporto a una missione di ricerca e salvataggio. I soccorritori furono impeccabili nel loro impegno. Nessuno voleva andarsene. Non era lavoro. Era un atto di guerra. Ci sentivamo tutti violati ed eravamo decisi a fare tutto il necessario per riportare a casa le nostre vittime e i soccorritori.


Undicisettembre: E per quanto riguarda i sopravvissuti e le persone che uscirono dalle Torri? Cosa puoi dirci di loro?

Lenny Curcio: Non diedi assistenza a nessun sopravvissuto, ad eccezione di un piccolo gruppo di soccorritori che alla fine ne uscirono vivi grazie alle comunicazioni di ogni tipo che eravamo in grado di offrire. Mentre camminavo verso sud nella nube di polvere verso la scena del crollo, centinaia di persone coperte di polvere cinerea camminavano verso nord sulla West Side Highway. Vidi solo sguardi di terrore, paura e un ambiente surreale.


Undicisettembre: Voi, insieme ai poliziotti e agli altri soccorritori, siete considerati gli eroi di quel giorno. A mio parere questo riconoscimento è totalmente meritato, poiché vi stavate avvicinando a una situazione potenzialmente mortale mentre tutti gli altri andavano nella direzione opposta. Cosa ne pensi? Considerando che molti di loro ci hanno rimesso la propria salute, credi anche tu che i pompieri siano eroi?

Lenny Curcio: I pompieri sono stati soprannominati "I più coraggiosi di New York". "Gli altri corrono via, noi corriamo dentro". C'è un motivo. Siamo addestrati a fare questo tipo di lavoro. Oltre al panico, è una reazione involontaria al fuoco che porta le persone a fuggire e a gettarsi dalle finestre. E' un lavoro insidioso, ma il più gratificante che io abbia mai fatto. Ogni soccorritore proveniente da qualunque disciplina, inclusi i militari, ha dimostrato coraggio e dedizione supremi quel giorno e lo fa abitualmente nel proprio lavoro. Ma per quanto io abbia sofferto quel giorno, non sono mai stato così orgoglioso di essere nella più grande squadra di eroi di questa era e forse di questa generazione. Ma io sono anche una di quelle vittime dell'11 settembre che ci hanno rimesso la propria salute. Questo fa di me un eroe? Forse, ma voglio pensare che lo avrei fatto comunque.


Undicisettembre: Cosa pensi dei tuoi colleghi che si arrampicarono lungo le scale nelle Torri 1 e 2 del WTC durante l'evacuazione? La maggior parte di loro è morta, ma lo ha fatto mentre tentava di salvare delle persone che sarebbero morte al posto loro.

Lenny Curcio: Eroi assoluti! Il meglio del meglio! La pura definizione del coraggio!


Undicisettembre: Giusto per capire meglio l'intera questione, quanto pesa l'equipaggiamento che un pompiere trasporta quando è in servizio in un incendio in un grattacielo?

Lenny Curcio: Circa 35-45 chili. Stivali, tuta di protezione, casco, apparato per la reapirazione autonoma, 15 metri di idrante e attrezzi pesanti.


Undicisettembre: Essendo stato un pompiere di lunga esperienza, hai mai visto qualche altro caso, ad esclusione dell'11/9, di danni all'acciaio dovuti a incendi intensi? La formazione dei pompieri include corsi specifici sulla debolezza delle strutture in acciaio non protetto in caso di incendio?

Lenny Curcio: Si, ho visto personalmente e sono stato coinvolto in incendi in cui erano interessate travi d'acciaio e ho verificato quanto la stabilità strutturale ne sia compromessa per via dell'esposizione diretta al fuoco e alle alte temperature. I pompieri sono preparati a capire e riconoscere questi segni. Gli ufficiali dei Vigili del Fuoco frequentano corsi supplementari sugli effetti del fuoco su ogni tipo di costruzione.


Undicisettembre: Cosa puoi dirci dei giorni successivi? Cosa avete fatto e cosa successe dopo l'11/9 mentre lavoravate alla ricerca e al salvataggio?

Lenny Curcio: Il secondo giorno fu implementata una valutazione maggiore e furono formulati dei piani. Furono apportati continui cambiamenti per adattarsi alla situazione mutevole in cui ci trovavamo. I pericoli maggiori furono affrontati nel miglior modo possibile e molte altre forze stavano arrivando e furono messe all'opera. Fu straordinario e rassicurante vedere la città e la nazione unirsi nello sforzo di dare assistenza e sostegno. Ogni giorno sembrava uguale, come se non stessimo facendo progressi, ma in realtà il lavoro di 24 ore al giorno per sette giorni la settimana faceva rapidi, improvvisi progressi.


Undicisettembre: Cosa pensi delle teorie del complotto che sostengono che l'11/9 sia stato un "inside job"? La maggior parte di queste teorie sostiene che le Torri furono demolite intenzionalmente con esplosivi; alcune di queste sostengono addirittura che nessun aereo si sia mai schiantato nelle Torri e che i video che lo dimostrano siano fasulli. Qual è la tua opinione? Cosa pensano i tuoi colleghi di queste idee? Sono irritati, indifferenti?

Lenny Curcio: Puoi correggere l'ignoranza, ma non la stupidità. È innegabile che due aerei si siano schiantati contro le Torri. Abbiamo visto i video in diretta. Mio padre vide lo schianto del secondo aereo (lavorava come meccanico per la Polizia di New York e si trovava sul tetto del proprio edificio dall'altra parte del fiume). Abbiamo video di ogni tipo. Dovemmo sopportare il caldo estremo del fuoco del carburante avio e anche il suo odore. Da un punto di vista ingegneristico e dal punto di vista della scienza degli incendi, entrambi gli aerei colpirono strategicamente le Torri e i risultati si sono visti subito dopo. Non conosco neanche un collega che la pensi diversamente... neanche uno. Chiunque non fosse sulla scena più o meno dall'inizio non può dare giudizi, dire cose diverse o insinuare che ci sia una tesi di complotto.


Undicisettembre: Hai mai incontrato dei complottisti e provato a discutere con loro? Se si, come è andata e qual'è la tua impressione di queste persone? Hai trovato una spiegazione del perché queste teorie dell'"inside job" sembrano così diffuse anche tra persone che di solito non considereremmo pazze?

Lenny Curcio: Ho incontrato delle persone che non la pensavano come me. Credo di avere messo a riposo le loro "preoccupazioni" usando i fatti. Per quanto riguarda i complottisti più inflessibili, non ne ho mai incontrati. Il loro lavoro... o missione... è di insinuare dubbi nella mente dell'ascoltatore. Lo fanno offrendo una tesi che può sembrare sensata ma non può essere né dimostrata né smentita interamente. Se conosci i fatti, non puoi sbagliare!


Undicisettembre: Credi che il vostro duro lavoro e sacrificio personale non sia stato riconosciuto adeguatamente dalle autorità? Voglio dire, tutti fecero un grande elogio di voi all'epoca, ma quali passi concreti sono stati fatti per aiutarvi a riprendervi e per equipaggiarvi meglio per questo tipo di emergenza? Tutti noi abbiamo sentito il risentimento per via delle radio che non funzionavano a dovere e per la comunicazione scadente e per la necessità di norme di sicurezza più rigorose nei grattacieli. Questo è stato dimenticato o la situazione sta migliorando?

Lenny Curcio: Credo che siamo stati riconosciuti nel miglior modo possibile, considerato il momento. Diciamo costantemente "non dimenticheremo mai". Temo che le generazioni future possano dimenticare e a quel punto la storia potrà ripetersi. Credo anche che con i fondi federali abbiamo a disposizione gli opportuni programmi di monitoraggio medico. Basta decidere di parteciparvi. Per quanto riguarda gli sforzi per una guarigione completa... il danno è fatto. Il WTC Medical Monitoring Program mi ha aiutato molto.

Per quanto riguarda un equipaggiamento migliore... nulla avrebbe potuto prepararci per quello che accadde. Le radio non erano le migliori, ma è stata posta troppa enfasi sui problemi di comunicazione. Oso credere che se la stessa situazione si verificasse oggi con radio migliori, i nostri soccorritori sarebbero ancora nell'edificio a evacuare le persone e si verificherebbero di nuovo gli stessi risultati. L'equipaggiamento... ce l'abbiamo. Sembra che qualcuno o qualcosa debba rispondere della morte quel giorno di 343 pompieri ed è toccato alle radio prendersi la colpa. Concordo che le radio erano scadenti e offrirono comunicazioni scarse in questo evento.

Le norme di sicurezza dei grattacieli per il WTC risalivano ai primi anni '70. Le regole sono cambiate per il meglio e vengono fatte rispettare. Questo non aiuta la questione per gli edifici meno recenti, come il WTC. Nel complesso puntiamo sempre nella direzione della sicurezza e del progresso. Le cose stanno leggermente migliorando.