Questo articolo raccoglie in traduzione quasi tutti i brani del libro Firefight: Inside the Battle to Save the Pentagon on 9/11, di Patrick Creed e Rick Newman, che riguardano il ritrovamento di resti umani ed effetti personali riconducibili alle vittime dell'attentato al Pentagono. Le evidenziazioni sono aggiunte.
Lo scopo di questa raccolta non è la macabra elencazione di ciò che rimase dei poveri corpi, ma la documentazione delle condizioni terribili e caotiche in cui i soccorritori si trovarono ad operare, ben diverse dalla versione asettica presentata dalle autorità per ovvie ragioni di rispetto verso i familiari dei morti. Le scelte fatte per evitare che paparazzi e semplici curiosi pubblicassero foto dei cadaveri su Internet sono chiaramente registrate dagli autori del libro.
Un altro elemento significativo descritto dai testimoni è costituto dagli effetti personali dei passeggeri. I soccorritori parlano specificamente di valigie, gioielli e indumenti sparsi ovunque. Anche questo è un elemento che difficilmente si concilia con le tesi alternative.
Le procedure di identificazione dei resti umani, descritte in Firefight, saranno oggetto di un articolo separato.
Le testimonianze di rottami d'aereo sono raccolte in un articolo apposito.
Altri pezzi atterrarono sul tetto, insieme a parti del corpo di almeno una delle vittime. (pagina 29; la nota precisa che la fonte di questo dato è costituita da "testimonianze oculari di numerose fonti")
Il corpo del dirottatore che aveva pilotato l'aereo finì nell'Anello D, a circa 30 metri dal punto d'impatto. I cadaveri dei suoi quattro compagni di dirottamento finirono nelle vicinanze. (pagina 29; la nota precisa che la fonte di questo dato è il Summary Presentation of Damage to Pentagon and Location of Bodies Found Inside, documento preparato dall'FBI per il processo Moussaoui)
... i pezzi dei corpi si sparpagliarono secondo una macabra distribuzione, addensandosi man mano lungo il percorso dell'aereo. Le persone che stavano lavorando all'interno del Pentagono, lungo la traiettoria del velivolo, furono spazzate via e risucchiate nel maelstrom. I loro corpi finirono per mescolarsi con quelli dei passeggeri dell'aereo. (pagina 30)
La maggior parte dei corpi dei passeggeri, che erano stati radunati in coda all'aereo, finì a maggiore profondità dentro il Pentagono. (pagina 29)
[Il vigile del fuoco Bobby] Beer condusse la propria squadra dentro l'edificio, il più vicino possibile alle fiamme, passando dal vano deformato di una porta fra i Corridoi 4 e 5: il punto principale d'accesso all'eliporto... notò qualcosa di particolare: scarpe dappertutto. Pensò che provenissero dai bagagli. (pagina 93)
Appena fuori del foro [d'uscita nell'A-E Drive, il pompiere Jim Anderson] vide due piedi. Avevano la pelle scura, erano privi di scarpe, e non erano neppure bruciati. Nessuno disse nulla mentre osservavano sbigottiti la carneficina". (pagina 149)
[Griffin] disse a Mosely, "Sono sorpreso di non aver ancora visto un cadavere". "Guarda giù" rispose Mosely. Griffin stava in piedi sopra una gamba tranciata, alla cui estremità c'era una scarpa. (pagina 153)
[Brian] Spring avvistò qualcosa che somigliava a un torso bruciato sopra i rottami, fuori dal foro [d'uscita dell'aereo]. Guardò meglio e vide anche delle scarpe, nelle quali c'erano ancora i piedi mozzati. Altri pezzi di cadavere galleggiavano nell'acqua sporca. (pagina 158)
Faceva molto caldo nel corridoio dove erano appena entrati a forza... Spring fece un paio di passi e mise un piede su qualcosa di morbido. "Oh, merda". Con una smorfia, si chinò impugnando una torcia e vide la schiena di un uomo, coperta di fuliggine. Girò l'uomo per assicurarsi che fosse morto prima di lasciarlo dov'era e proseguire. (pagina 159)
...iniziarono a notare vittime sparse per gli uffici. Molte sembravano mummificate al loro posto, come se fossero perite istantaneamente quando l'esplosione iniziale aveva risucchiato dalla stanza tutta l'aria e l'aveva sostituita con gas surriscaldato e tossico. Alcune vittime erano ancora sedute alle proprie scrivanie. Altri corpi erano più vicini alle porte o nei corridoi, dove forse erano caduti nel tentativo di fuggire. (pagina 163)
Al secondo livello, verso il margine esterno di un'area gravemente danneggiata dal fuoco, un uomo giaceva sul pavimento accanto a una porta. Il suo corpo era riverso come se fosse entrato correndo nell'ufficio, con le spalle verso l'uscita. Era impossibile sapere con certezza cosa fosse successo, ma Roberts pensò che quell'uomo fosse entrato nell'area di corsa per cercare di salvare delle persone ma fosse stato sopraffatto dal fumo prima di riuscire ad allontanarsi. Roberts guardò più da vicino e poté leggere la targhetta ancora appuntata sull'uniforme: MAJ. STEPHEN LONG. (pagina 163)
[l'agente speciale Garrett McKenzie, incaricato di fotografare i resti] vide più che altro pezzi di cadavere talmente mutilati che sarebbero stati riconoscibili soltanto a chi aveva dimestichezza con gli effetti di grandi attentati con bombe. Eppure alcuni sembravano talmente normali che avrebbero potuto essere le appendici smontate di un manichino, cadute da una scatola. Fu stupito di vedere, fra le macerie [presso il foro d'uscita] una mano di donna, in condizioni perfette, con unghie rosse che sembravano essere state oggetto di manicure quella stessa mattina. Un grande anello con diamanti luccicava su un dito. (pagina 184)
Dopo un paio di passi, Regan, in testa al gruppo, scorse il corpo di un uomo, gravemente consumato dal fuoco, che era caduto con le spalle alla porta. I resti fortemente carbonizzati testimoniavano il calore intenso all'interno... Prese nota dell'ubicazione del corpo, ma dato che la loro prima priorità erano le vittime vive, non il recupero di resti, fece andare avanti la squadra. (pagina 208)
Steve McFarland s'imbatté in qualcosa, in una stanza, che sembrava spiccare rispetto alle macerie circostanti. Poi scorse le forme di un teschio e di una cassa toracica, rivolti in basso. I resti erano anneriti dal fuoco. Guardò più da vicino e vide un brandello di carne accanto alle ossa.... Chiese a Regan cosa fare. Il capo della squadra gli disse di contrassegnare il corpo con il nastro giallo di delimitazione e di legare il nastro a qualcosa nelle vicinanze, non al corpo stesso. Cinque minuti dopo, McFarland trovò il suo secondo cadavere, fra le macerie sul pavimento. Sembrava che fosse seduto su una poltrona, ma i suoi resti erano fusi insieme alle macerie ed era difficile distinguerli: non riusciva neppure a capire se fosse un uomo o una donna. (pagina 211)
Più vicino alla zona crollata, tuttavia, nelle adiacenze degli incendi ancora in corso, Leatherman trovò quella che gli parve una serie di tre resti. C'erano solo pezzi di scheletri, senza tracce di braccia o gambe. Le ossa sembravano quasi accatastate, come la legna da ardere per il caminetto. (pagina 212)
Cornwell rientrò nel Corridoio 5, diretto verso il cortile interno. Girò a destra, dentro l'AE Drive, dove esaminò attentamente il foro d'uscita e i rottami sparsi all'esterno del foro. Vide la ruota che sembrava far parte del carrello. Pezzi di cadavere galleggiavano nell'acqua oleosa. (pagina 223)
Nell'AE Drive, [Powell] aveva visto un piede con su un calzino nero, del tipo usato con le divise khaki della Marina. Era un calzino della Marina? A chi era appartenuto? Quella persona era stata ridotta in atomi dall'esplosione e quel piede era l'unica traccia rimanente della sua esistenza? (pagina 253)
Voltarono a destra nell'Anello D, verso i resti del Navy Command Center. Le fiamme si levavano ancora da dietro cataste di macerie... "Ehi, fate attenzione laggiù" li avvisò uno dei pompieri, indicando un angolo dove due o tre scheletri, con ossa annerite e completamente spoglie, giacevano come reperti di uno scavo archeologico. "Non disturbateli" disse sommessamente il pompiere. Più avanti trovarono due corpi maggiormente intatti. Un uomo giaceva sulla schiena, la mano alla fronte. La bocca e gli occhi erano spalancati, come se guardasse Kilsheimer e stesse per gridare. L'altro corpo aveva del sangue che colava dalla bocca. Dopo essere rimasto a fissarli per un momento, Strock disse "Non vorresti tanto poter fare qualcosa per questa gente?" "Ricostruiremo questo posto entro un anno" disse Kilsheimer. "Questo è quello che faremo per loro". (pagina 273)
Avendo completato la costruzione dei tre puntelli sotto la parte più vulnerabile dell'Anello E, la priorità successiva era rimuovere i resti che gli addetti della FEMA avevano trovato tra le macerie nel corso della notte. Rimuoverli rapidamente, invece di lasciarli dov'erano, era la cosa dignitosa da fare. C'era anche una fretta ulteriore per via della loro posizione, così vicina al perimetro esterno dell'edificio. Qualche fotografo con un teleobiettivo avrebbe potuto scattare foto dei resti stando sulla collina che guarda sul Pentagono, e l'FBI era decisa ad impedire la pubblicazione non necessaria di immagini macabre. Inoltre i comandanti della FEMA non volevano che i loro uomini lavorassero più dello stretto necessario vicino a cadaveri in vista.
Anche se i resti giacevano pochi metri all'interno dell'edificio, era complicato tirarli fuori. C'erano numerosi pezzi di cadaveri, aggrovigliati alle macerie che le squadre di ricerca avrebbero dovuto portare via. (pagina 324)
C'erano dozzine di bandierine a contrassegnare resti umani, ma videro comunque almeno mezza dozzina di corpi che non erano ancora stati scoperti e non erano contrassegnati. (pagina 327)
I pompieri sul tetto riferirono che lassù c'erano piccoli pezzi di rottami d'aereo, insieme a pezzetti di altro materiale che sembravano poter essere resti umani. (pagina 347)
Martinette indicò tutte le zone all'interno del'edificio che erano considerate ancora insicure. "Ma puoi andare nel Corridoio 4" disse ad Adams. "C'è una zona là con parecchie vittime." ... C'erano corpi intatti, gente che sembrava essere perita per aver inalato il fumo, non per l'incendio o per le esplosioni. Poteva vedere che alcune persone indossavano divise militari, mentre altre sembravano essere in abiti civili. Due erano seduti su delle sedie intorno a un tavolo. Altri erano sul pavimento... era importante prendere nota dell'esatta posizione di ogni resto umano, dato che stavano analizzando un omicidio di massa. (pagina 348-349)
C'era una grande catasta di pezzi d'aereo intorno al foro d'uscita nell'A-E Drive. Agenti, pompieri e soccorritori avevano riferito di aver visto pezzi della cabina di pilotaggio, del carrello e pezzi d'aereo d'ogni sorta in quel posto, insieme a dozzine di pezzi di cadavere. (pagina 352)
[vicino al foro d'uscita, nell'A-E Drive allagato], man mano che il livello dell'acqua calava, si rivelava un grottesco garbuglio di rottami d'aereo e di parti di cadavere... Titus notò l'odore: così rancido da essere indescrivibile... non c'era nulla che somigliasse a pezzi d'aereo, tranne dei piccoli pezzi di metallo fuso e contorto. Era difficile anche individuare parti di cadavere, ma tutti sapevano che c'erano... Man mano che [il medico Ron Sacra] identificava parti di cadavere, alcune più piccole di un dito, gli addetti li contrassegnavano, e in breve tempo vi furono diverse centinaia di bandierine conficcate nelle macerie. Gli agenti dell'FBI iniziarono a fotografare e documentare ogni pezzo di questi resti, rallentando il ritmo del lavoro. (pagina 369)
Appena dentro il foro [d'uscita dell'aereo], qualcuno aveva contrassegnato due serie di resti, che [lo specialista strutturale Titus] non avrebbe notato se non fosse stato per il nastro rosso che li delimitava. (pagina 369)
Quando Titus uscì dal foro, non aveva granché che potesse fare, se non osservare gli specialisti di raccolta delle prove al lavoro... li osservò affascinato mentre disponevano ordinatamente alcune delle cose che stavano recuperando. Una valigetta. Un portafogli. Un libretto di assegni. Scarpe. Pezzetti di indumenti. Fotografie formato tessera. Una valigia. (pagina 370)
...trovarono numerose poltrone d'aereo, accatastate in mezzo ai soliti mucchi di mobili per ufficio rovesciati e macerie eterogenee. Un paio di queste poltrone tratteneva ancora i corpi tramite le cinture. (pagina 373)
Man mano che le squadre di soccorso scavavano più in profondità, c'erano ovunque resti inconfondibili di un aereo passeggeri. Portafogli, scarpe, gioielli e gli oggetti d'uso quotidiano che erano stati stipati in dozzine di valigie erano disseminati dappertutto fra le macerie. Praticamente tutti i soccorritori fecero conoscenza con la sensazione sconcertante di frugare fra i grigi rottami indistinti di metallo e cemento e scoprire qualcosa di piccolo e personale, come un anello o una fotografia. (pagina 426)
[L'odore del carburante d'aereo] sembrava però una fragranza rispetto al fetore dei resti umani dopo alcuni giorni nell'edificio caldo e fradicio. Uno degli addetti lo descrisse come "odore di cane bagnato in fiamme". Altri furono meno delicati. Molti addetti presero l'abitudine di spalmarsi creme al mentolo sotto le narici; altri impararono rapidamente a respirare dalla bocca.
L'odore s'intensificava verso il foro d'uscita, perché lì c'erano così tanti pezzi di cadavere... dato che il contenuto del retro dell'aereo in genere aveva percorso una distanza maggiore rispetto alle parti anteriori, molti dei corpi dei passeggeri si erano fermati in mezzo ai rottami vicino al foro d'uscita... Non erano soltanto i cani a poter trovare con l'olfatto i pezzi di cadavere. (pagina 426)
[Il 15 settembre trovarono] un cadavere nelle macerie [nella catasta formatasi all'esterno dopo il crollo]; era un problema complesso. Il cadavere era in parte esposto e chiaramente visibile, ma un'altra parte era bloccata da diverse tonnellate di cemento a strati... Se avessero cercato di scavare per tirare fuori l'intero corpo e avessero innescato anche un modesto franamento delle macerie, Shughart stimò che avrebbero potuto finire uccisi tre o quattro addetti.
C'era un'altra complicazione: l'intera scena si stava svolgendo sotto gli occhi di tutti e c'era la preoccupazione continua che immagini macabre finissero nei telegiornali o su Internet... Non vi era dubbio che ci fossero teleobiettivi puntati direttamente sull'area dei soccorsi... non era il genere di cosa che si voleva vedere andare in onda nel telegiornale della sera. (pagina 429)
La maggior parte dei corpi dei passeggeri, che erano stati radunati in coda all'aereo, finì a maggiore profondità dentro il Pentagono.
RispondiEliminaQuesta completa la seguente di Spiegel:
Parti dei corpi dei terroristi, che si trovavano presumibilmente in cabina di pilotaggio, sono state trovate accanto alla facciata dell'anello più esterno del Pentagono, come se la fusoliera dell'aereo si fosse aperta nell'impatto e avesse scagliato fuori le proprie parti più interne. Resti dei passeggeri sono stati invece trovati ben all'interno dell'edificio.
Chissà i complottisti quando prevedono che sono stati portati all'interno resti delle vittime....soprattutto considerando il crollo di parte della struttura proprio sui resti!!!
RispondiEliminaMi piacerebbe sapere cosa ne pensa il nostro premio nobel, dario fo (tutte le minuscole sono volontarie.)
RispondiEliminaAvete pensato di fargli pervenire il testo in inglese?
Saluti
Hanmar
@hanmar
RispondiEliminaIn "Pentagono, parlano i pompieri" avevo gia' proposto di tassarci per fargli arrivare il libro. Poi si potra' vedere come, ma non ho trovato l'indirizzo postale di dario fo.
@ giuliano47
RispondiEliminaProva amandarlo a suo figlio, magari nel suo sito c'e' un indirizzo di riferimento...
Saluti
Hanmar