In un precedente articolo avevamo suggerito un metodo per valutare la serietà della fede complottista di una persona: chiederle di aprire il portafogli. Perché dire stupidaggini al bar non costa nulla, mentre aderire alle continue richieste di denaro dei guru del complottismo richiede impegno concreto (anche se siamo in stagione di saldi).
Uno spezzone di una presentazione pubblica del video Zero a Roma, non datato ma risalente a prima del 19 febbraio 2008, rivela che i Veri Complottisti italiani, quelli disposti a finanziare Zero, sono meno di trecento. Lo dice Paolo Jormi Bianchi:
E questo film noi lo abbiamo realizzato con una sorta di sistema di azionariato popolare. 200, quasi 300 persone hanno contribuito al... a finanziare questo film, e... quindi c'è anche una... una sorta di coralità popolare dietro a questo lavoro, perché adesso ci sono 300 cittadini come voi che sono proprietari di un pezzetto di questo film.
Considerato che il valore dichiarato (dagli autori, beninteso) di Zero è 500.000 euro, questa frase sembra indicare che in tutta Italia siano meno di trecento le persone che credono così tanto che nessun aereo di linea abbia colpito il Pentagono e che i dirottatori siano ancora vivi a zonzo da scommettere oltre mille euro a testa, come afferma il video di Chiesa e Fracassi.
Il video della presentazione contiene altre affermazioni interessanti. Per esempio, lo stesso Jormi Bianchi dichiara che il libro Zero ha avuto un grande successo e che ad aprile verrà pubblicato allegandovi il video:
Zero è anche un libro, un libro curato da Giulietto Chiesa e Roberto Vignoli, che è già uscito, ha già avuto un grandissimo successo, siamo a circa 30.000 copie, ecco, correggimi se sbaglio. 30.000 copie... e questo libro ri-esce, una seconda edizione adesso, a metà aprile se non sbaglio, con allegato il DVD del film.
Non abbiamo riscontri indipendenti di questi dati di vendita, e va detto che l'uscita in DVD è stata già promessa e poi annullata più volte, ma diamoli per buoni. 30.000 copie significa che grosso modo una persona ogni duemila, in Italia, crede al cospirazionismo undicisettembrino così fermamente da pagare 17 euro e 50. Non si può certo parlare di seguito oceanico.
Un altro aspetto interessante delle dichiarazioni di Jormi Bianchi è sembrano indicare che forse anche Piemme, l'editore di Zero, fa parte della grande cospirazione. Ecco cosa racconta Jormi:
L'uscita del libro Zero in libreria è stata accompagnata da un evento piuttosto singolare, diciamo raro, se non esclusivo, nell'... nell'editoria. Praticamente... l'editore, mentre era in preparazione il libro, Giulietto ci stava lavorando insieme a Roberto Vignoli, senza dire niente né a lui né a Roberto né agli altri autori, ha fatto preparare parallelamente un altro libro che si intitola “La Cospirazione Impossibile”, che è uscito a sorpresa per tutti gli autori di Zero contemporaneamente al libro ed è stato messo dall'editore sugli scaffali di tutte le librerie accanto al nostro. Come se per poter pubblicare... tutte le analisi di persone assolutamente di rispetto e di livello... contenute nel nostro libro fosse assolutamente necessario, per lavarsi la coscienza, pubblicare anche un libro che dicesse tutto l'opposto.
Per dovere di cronaca, io e tutti gli autori de La Cospirazione Impossibile, e ancor prima il curatore del libro, Massimo Polidoro, eravamo invece al corrente del progetto letterario di Chiesa almeno da novembre 2006, quasi un anno prima della pubblicazione, anche se l'editore non ce ne anticipò i contenuti, tanto che dovemmo aspettare l'uscita in libreria per leggerli. Le parole di Jormi Bianchi sembrano accusare Piemme di favoritismo nei nostri confronti. O forse è soltanto un lapsus sintomatico di una certa mania di persecuzione, inevitabile sottoprodotto di una forma mentis che vede complotti dappertutto.
Per finire, una frase rivelatrice di Jormi Bianchi sulle motivazioni che hanno portato alla realizzazione di Zero:
Questo film è stato realizzato dall'associazione Megachip e soprattutto dalla Telemaco, una società di un giovane produttore romano, Thomas Torelli, che si è unito a Megachip di Giulietto Chiesa, questa associazione, per realizzare un prodotto sul tema 11 settembre che andasse al cinema.
Si noti l'uso della parola "prodotto".
Si noti l'uso della parola "prodotto"
RispondiEliminaAveva colpito anche me.
Direi che se lo associamo allo "strumento politico potente", abbiamo chiarito del tutto le due anime dell'iniziativa.
Quanto a La Cospirazione Impossibile, mi sembrano molto sintomatiche le parole "ha fatto preparare", che sottintendono una forte intenzionalità.
Cari ortocomplottisti,
RispondiEliminala parola "prodotto" è abbastanza neutra e corretta da poter essere usata in questo contesto: un prodotto è tutto ciò che può essere offerto a un mercato per attenzione, acquisizione, uso o consumo, per soddisfare un desiderio o un bisogno. Un prodotto non è quindi solamente l'oggetto fisico in sé, ma include anche servizi, persone, luoghi, organizzazione e idee. Il prodotto incorpora tempo, risorse, lavoro collettivo. E' il frutto di un lavoro. Militanza e produzione di libri sono un'accoppiata che ha già qualche secolo di vita. E il "fund raising" è connaturale a qualsiasi entità che voglia agire con relativa indipendenza economica. L'operazione Zero mi sembra trasparente. Insinuare altro mi sembra animato da un fumus polemico fuori luogo.
Secondo me è proprio "la" politica editoriale di Piemme pubblicare tutte le voci delle campane possibili su un certo argomento. Basti pensare che edita sia i libri di Zacharian (l'autore di libri di fanta archeologia) che quelli del concittadino Massimo Polidoro (membro CICAP tanto per fare un esempio). Niente di strano, almeno per me, che abbia poi pubblicato sull'11 settembre sia un libro dei complottari che dei debunker.
RispondiEliminanon sono d'accordo, limitatamente al malcelato tono canzonatorio che usi nell'articolo.
RispondiEliminaI cospir-azionisti (più azionisti che cospir) sono circa 300, ma questo significa nulla sul numero degli "appassionati" o "interessati" alla cosiddetta Ipotesi di complotto.
E poi, con questo modo di presentare le cose inizi un confronto tra "voi" e "loro" che non vai poi a chiudere:
Quante copie di "la Cospirazione impossibile" sono state vendute?
In base a quali dati puoi quantificare il maggior interesse di pubblico della parte "debunkante" su quella "cospirazionista"?
la parola "prodotto" è abbastanza neutra e corretta da poter essere usata in questo contesto
RispondiEliminaDefiniresti la Divina Commedia un "prodotto"? Definiresti Guerra e Pace un "prodotto"?
E il "fund raising" è connaturale a qualsiasi entità che voglia agire con relativa indipendenza economica.
Anche la rendicontazione è connaturale a qualsiasi entità che voglia essere trasparente. Mi sembra lecito chiedersi come possa essere costato 500.000 euro un video (girato con la telecamera e senza pagare i partecipanti, per dichiarazione degli autori) che contiene solo interviste ad altri complottisti e qualche cartone animato, e soprattutto ben 72 errori basilari che coprono l'intero video.
Mi sembra lecito chiedersi come mai persino gli autori di Loose Change hanno speso soltanto 6000 dollari per la prima versione e 200.000 per la Final Cut.
Mi sembra lecito chiedere come mai noi riusciamo a produrre articoli e filmati di debunking senza dover ricorrere a sponsor o azionariati popolari.
Mi sembra lecito chiedere come mai i complottisti, quelli che vogliono "rompere il muro del silenzio", chiedono soldi per le loro proiezioni e le loro conferenze, e noi lo facciamo gratis.
E, si badi, nessuno di noi ha stipendi da europarlamentare. E la CIA paga poco, ultimamente :-)
Rado:
Niente di strano, almeno per me, che abbia poi pubblicato sull'11 settembre sia un libro dei complottari che dei debunker.
Infatti è una politica editoriale astuta. Sono soltanto i complottisti a sottolinearla come se fosse un altro elemento della grande cospirazione mediatica contro di loro.
Che poi è buffo sentirli parlare di oscuramento da parte dei media. Ho perso il conto delle puntate di Matrix e del Costanzo Show alle quali hanno partecipato.
Orbo:
non sono d'accordo, limitatamente al malcelato tono canzonatorio che usi nell'articolo.
Non è malcelato: è intenzionale e non faccio alcunché per celarlo. Questi complottisti, ormai, meritano soltanto di essere canzonati.
I cospir-azionisti (più azionisti che cospir) sono circa 300, ma questo significa nulla sul numero degli "appassionati" o "interessati" alla cosiddetta Ipotesi di complotto.
Vero. Ma è alla prova dei fatti che si vede se qualcuno ci crede veramente o sta facendo chiacchiere da bar. E' dal contributo alla causa che si distingue il vero credente dal credente sciacquetta.
E poi, con questo modo di presentare le cose inizi un confronto tra "voi" e "loro" che non vai poi a chiudere:
Quante copie di "la Cospirazione impossibile" sono state vendute?
Non lo so e non mi interessa, sinceramente. L'importante è che sia disponibile per chi è interessato.
In base a quali dati puoi quantificare il maggior interesse di pubblico della parte "debunkante" su quella "cospirazionista"?
Vorrei chiarire che qui non c'è nessuna competizione in corso. Non è una gara a chi ha più seguito. E l'argumentum ad populum non è certo applicabile, altrimenti dovremmo sostenere che Elvis è vivo.
Non ho dati sull'interesse relativo delle due fazioni e non li cerco. L'unica concessione alla curiosità in questo senso è il contatore che vedi in basso nel blog, che lascia comunque un po' il tempo che trova.
paolo:
RispondiEliminanon sono d'accordo, limitatamente al malcelato tono canzonatorio che usi nell'articolo.
Non è malcelato: è intenzionale e non faccio alcunché per celarlo. Questi complottisti, ormai, meritano soltanto di essere canzonati.
Ma no!!
Non è nobile da parte tua...
Hai sempre cercato (e trovato) il tuo modus operandi nella precisione dei riferimenti e nell'astensione dalla gratuita offesa.
I cospir-azionisti (più azionisti che cospir) sono circa 300, ma questo significa nulla sul numero degli "appassionati" o "interessati" alla cosiddetta Ipotesi di complotto.
Vero. Ma è alla prova dei fatti che si vede se qualcuno ci crede veramente o sta facendo chiacchiere da bar. E' dal contributo alla causa che si distingue il vero credente dal credente sciacquetta.
Sono d'accordo con te, è proprio il vil denaro che fa da diga tra il monte delle grandi intenzioni e la valle delle illusioni.
Quante copie di "la Cospirazione impossibile" sono state vendute?
Non lo so e non mi interessa, sinceramente. L'importante è che sia disponibile per chi è interessato.
Non ti interessa??
Ma se sei un autore!!!!
Che ti dicano "con il libro hai guadagnato 150.000 euro" oppure "con il libro hai guadagnato 15 euro" non fa differenza?
Vorrei chiarire che qui non c'è nessuna competizione in corso. Non è una gara a chi ha più seguito. E l'argumentum ad populum non è certo applicabile, altrimenti dovremmo sostenere che Elvis è vivo.
Va beh, ma i dati, nel modo che cerchi di comunicarli tu, possono essere sbilanciati e fuorvianti.
Ho capito bene il tuo discorso e non rincorrerò più spiegazioni.
Inter nos, se io fossi uno dei finanziatori di Zero, inizierei giusto a innervosirmi un po'...
Anzi, avrei forse già depositato denuncia per truffa aggravata, procurato allarme e una serie di altre cose...
Non è una gara a chi ha più seguito.
RispondiEliminaSono perfettamente d'accordo.
Chi fa proclami che inneggiano al furor di popolo, chi parla di "rompere il muro del silenzio", chi usa espressioni tipo "schiumano di rabbia" o se ne esce con affermazioni tipo "Noi siamo i più forti della partita", come se fosse una partita di calcio, non sta da questa parte della barricata.
Non si tratta di una gara.
Si tratta semmai di sostenere delle idee. Ma di sostenerle in relazione ai fatti.
Quando invece per dar forza al proprio pensiero si fa ricorso a elementi inventati di sana pianta si mina alla base la propria credibilità. E anzichè stimolare il dibattito e la ricerca, si da semplicemente fiato alla fantasia più inutile.
Hanno speso 500.000 euro?
Problemi loro e dei loro azionisti, che, presto o tardi, vorranno dei risultati che valgano la spesa.
Ma non possono basare su illazioni il loro lavoro e pretendere che non ci sia qualcuno cui, a un certo punto, scappa un "ohibò, cosa state farneticando?"
Pretendiamo un po' troppo, no?
OrboVeggente:
RispondiEliminaNon è nobile da parte tua...
Hai sempre cercato (e trovato) il tuo modus operandi nella precisione dei riferimenti e nell'astensione dalla gratuita offesa.
Il modus operandi non cambia: le indagini tecniche proseguono (ne vedrai presto i cospicui risultati), ma a questo si affianca da tempo anche il monitoraggio dei "risultati" dei guru cospirazionisti. E' importante che si tenga traccia di quanto si credono importanti e seguiti e di quanto non lo siano nella realtà. Anche il loro asserito grande seguito è una bufala, e come tale va smascherata.
Da parte mia non c'è offesa, ma ironia. Non ho bisogno di offenderli: con le cose che dicono e le continue richieste di denaro, si offendono da soli meglio di quanto potrei mai fare io.
Non ti interessa??
Ma se sei un autore!!!!
Che ti dicano "con il libro hai guadagnato 150.000 euro" oppure "con il libro hai guadagnato 15 euro" non fa differenza?
No, nessuna. Nessuno di noi fa queste cose per guadagno, e gli autori non scrivono per guadagnare. Scrivono per bisogno personale di esprimere, raccontare, far sapere agli altri ciò che hanno vissuto, scoperto, indagato.
Io ho ricevuto un compenso a forfait, con il quale ho pagato libri, DVD, viaggi e documenti per le indagini. Tutto qui.
In realtà il libro è soltanto una piccola parte del lavoro. Qualcosa su carta bisogna fare, perché è un oggetto tangibile che raggiunge chi non ha familiarità con Internet. Ma il grosso è su Internet, in questo blog.
Va beh, ma i dati, nel modo che cerchi di comunicarli tu, possono essere sbilanciati e fuorvianti.
Possono. Ma lo sono? Io riferisco quello che Jormi ha detto. Avrei potuto tagliare la citazione prima delle 30.000 copie asseritamente vendute (che sarebbero un buon successo) e fermarmi a 300. Ma non sarebbe stato corretto.
avrei forse già depositato denuncia per truffa aggravata, procurato allarme e una serie di altre cose...
Ogni cosa a suo tempo.
paolo:
RispondiEliminaE' importante che si tenga traccia di quanto si credono importanti e seguiti e di quanto non lo siano nella realtà. Anche il loro asserito grande seguito è una bufala, e come tale va smascherata.
Che dire? Hai ragione.
Sempre diffidare di chi, a vuoto di idee e argomenti, si appella a "centinaia, migliaia, milioni di persone interessate".
Che poi è successo sul tuo stesso blog pochi giorni fa:
la cospirazionista senza argomenti dopo un paio di battute, si è subito appellata ai "lurker silenziosi" che la seguono...
Attivissimo:
RispondiElimina--Definiresti la Divina Commedia un "prodotto"? Definiresti Guerra e Pace un "prodotto"?
Certo che sì: nel momento in cui sono opere proposte con mezzi industriali-editoriali, fossero pure limitati, sono "anche" dei 'prodotti'. Non per ripetermi, ma un prodotto non è quindi solamente l'oggetto fisico in sé, ma include altresì "servizi, persone, luoghi, organizzazione e idee. Il prodotto incorpora tempo, risorse, lavoro collettivo". E nel prezzo di mercato si cerca di coprire più di un "compenso a forfait, con il quale ho pagato libri, DVD, viaggi e documenti per le indagini".
Tutto il resto è un processo alle intenzioni, perché la rendicontazione è già avviata.
Certo non è la CIA a pagarvi. E'la Pizza-ware inc.
Sarà che sotto Pasqua ho (ri)visto (per l'ennesima volta) il film "Mary Poppins", ma il discorso fra "seguito" e "mano al portafoglio" mi fa venire in mente l'artista di strada che si esibisce e poi fa la questua. Solitamente raccoglie dindi solo da una percentuale molto esigua di spettatori, anche se magari da detti spettatori ha appena ricevuto scroscianti applausi all'unanimità.
RispondiEliminaPer riallacciarmi al discorso della discussione, la conclusione di Paolo Attivissimo è: "Solo chi ti ha dato alla fine dei soldi per la tua esibizione pensa che tu sia effettivamente bravo; gli altri no. Un applauso non costa nulla - e non si nega a nessuno in via tendenziale - ma se veramente credono nella tua bravura avresti raccolto un sacco di soldi".
Una prima obiezione sarebbe: "Assodato che chi ha scucito ha riconosciuto la bravura dell'artista, non è però automatico concludere che chi non ha elargito in realtà non condivisa lo stesso giudizio sull'artista. Ovvero: posso ritenerlo bravo, tant'è che lo applaudo, ma a dargli soldi non ci penso - perché non ho voglia, ci penseranno gli altri, ho appena pagato le tasse, altre scuse".
La controbiezione logica è: "Sì, ma sei davvero convinto che sia bravo,qualcosa gli daresti altrimenti non "sopravvive (in senso lato)" e quindi sotto sotto non credi veramente che sia tanto bravo da poter vivere esibendosi".
Ma siamo sicuri che la cosiddetta "ggente" sia così logica? Conosco parecchia "ggente" che, per fare un altro esempio, dice: "Il programma x era bello ed istruttivo, mi dispiace che non lo facciano più, anche se non lo guardavo e preferivo sintonizzarmi sul Grande Fratello (o altra porcata similare)". E credo che sia questo un discorso, per quanto "illogico", anche molto "comune".
Solo un appunto a Paolo, ora che ho letto meglio (ma può essere che sbagli ad interpretare): non condivido la conclusione che la vendita di 300.000 libri significhi che solo 1 italiano su 2.000 sia un complottaro. Perché facendo la popolazione italiana 60.000.000 (300.000 x 2.000), anche eliminando da questo "universo" chi non è in grado di intendere e volere (neonati, ammalati, ecc.), non è detto che ogni singolo complottaro compri 1 libro. Ad esempio: può esserci una famiglia intera di complottari che, ovviamente, comprerà un solo libro anche se poi i suoi membri/lettori possono essere 3 o di più. Oppure penso a qualche scuola o classe (spunto che mi viene da un articolo letto su Perle Complottare) dove un singolo libro è a disposizione di decine di persone.
Certo, il mio ragionamento vale per qualsiasi libro.
Matzu:
RispondiEliminaA me la scelta del termine "prodotto" suggerisce una forma mentis commerciale. Se poi la abbini alle continue richieste di soldi, soldi, soldi, la suggestione diventa molto forte.
La mia obiezione è semplice: se davvero i complottisti hanno a cuore la rivelazione della terribile verità (quale che sia, perché in otto anni non hanno ancora deciso quale versione alternativa proporre), perché venderla? Perché non metterla online, affinché tutti possano vederla gratis?
Se lo scopo è far conoscere al massimo pubblico possibile un'idea in cui credi veramente, non la richiudi, non la lucchetti: la distribuisci il più possibile.
E' quello che hanno fatto gli autori di LooseChange: 30 milioni di download. Zero, invece, chi l'ha visto? Quattro gatti.
E non dirmi che realizzare Zero è stato costoso. Un giretto in USA per filmare con una telecamera HD quattro svitati che parlano in una stanza e qualche cartone animato non costano 500.000 euro. Oltretutto i partecipanti non sono stati neanche pagati (l'hanno dichiarato gli autori).
Permettimi, quindi, di avere un minimo di perplessità sull'uso efficace di quella montagna di denaro.
Tutto il resto è un processo alle intenzioni, perché la rendicontazione è già avviata.
Bene. Allora ci verrà spiegato come mai, dopo aver chiesto 500.000 euro, Zero dice ancora che il buco nel Pentagono è largo "cinque metri ripeto cinque metri". Mancavano i soldi per un righello?
E ci verrà spiegato, spero, anche come mai, dopo 500.000 euro, nessuno degli autori di Zero ha ancora capito che il Pentagono non è formato da cinque anelli separati, per cui l'aereo non è entrato e uscito bucando "sei muri maestri".
E ci verrà spiegato come mai il video contiene ben 72 errori tecnici che ne minano tutti gli assunti. Non rimane in piedi nulla.
Rado:
RispondiEliminaSolitamente raccoglie dindi solo da una percentuale molto esigua di spettatori, anche se magari da detti spettatori ha appena ricevuto scroscianti applausi all'unanimità
Il paragone è poco calzante. Qui si sta parlando di dare sostegno alla rivelazione di una verità terribile (presunta), non di applaudire Dick Van Dyke.
E' come se ti chiedessero di contribuire a un documentario che svelasse al mondo le atrocità dell'Olocausto rimaste nascoste fino a quel momento.
non condivido la conclusione che la vendita di 300.000 libri
Attenzione: trentamila, non trecentomila.
non è detto che ogni singolo complottaro compri 1 libro
Giusto. Al tempo stesso, un singolo complottaro potrebbe comprare più copie da dare agli amici. Il mio è un conto spannometrico.
Confronta i numeri di Zero (libro) con quelli di L'Effroyable Imposture di Meyssan in Francia. Meyssan ha guadagnato oltre un milione di euro solo con le royalties del primo anno.
@Matzu Yagi
RispondiEliminaper realizzare un prodotto sul tema 11 settembre che andasse al cinema.
Se guardiamo la cosa da un punto di vista "produttivo", con una mentalità aziendale, la frase è perfettamente coerente, e Zero è un "prodotto", a tema 11 Settembre, pensato per il cinema.
Ma forse sono io che sono troppo idealista, forse sono io che nutro avversione per l'utilizzo straripante che si fa di questa mentalità, ma a me questa frase lascia un profondo senso di amarezza.
Mi sembra cinica, come se Zero fosse solo "uno dei tanti" "prodotti" di megachip, come se l'argomento di cui tratta non si rispecchiasse costantemente nei volti delle 3000 persone morte quel giorno, come se non se quell'evento non avesse la portata storica che ha avuto e sta avendo, e come se in quel "prodotto" non venisse affermato che "ci hanno ingannato", come se questa non fosse un'accusa terribile e atroce e dolorosa con cui dobbiamo confrontarci.
No, "Zero" è un "prodotto", come ce ne sono tanti. Parla di un argomento come ce ne sono tanti, dà una versione delle cose come ce ne sono tante, parla di morti come ce ne sono tanti.
Parlare di qualcosa sull'11 settembre solo come un "prodotto", sapendo che quel prodotto lancia accuse pesantissime e rimescola la veridicità stessa dell'evento, denota un cinismo sconfinato, una mentalità orientata al marketing, un pensiero volto ad elaborare una buona strategia di vendita per avere un buon ritorno piuttosto che a svelare la verità sull'11 settembre.
Con quella mentalità non importa tanto "cosa" vendi, ma "quanto" ne vendi.
Io non riesco a non vedere un contrasto stridente fra la "ricerca della verità" e il marketing orientato al profitto. Ma forse sono solo troppo idealista.
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Confronta i numeri di Zero (libro) con quelli di L'Effroyable Imposture di Meyssan in Francia. Meyssan ha guadagnato oltre un milione di euro solo con le royalties del primo anno.
E li ha guadagnati parlando di buchi di 5 metri e carrelli a discesa automatica, non dimentichiamolo.
E' questo che detesto: fare soldi vendendo bugie, errori, omissioni. E' una truffa alla gente, che viene privata del proprio denaro e in cambio non riceve nemmeno delle informazioni, ma solo confusione e menzogne e tentativi di raggiro (facendo in modo che credano cose false).
Derubati del soldi, del proprio tempo, della realtà e di alcuni dei mezzi per interpretare il mondo. Derubati facendo leva sulla loro fiducia e su quello che volevano sentirsi dire.
Derubati di nuovo ogni volta che Meyssan continua a negare l'evidenza.
E derubati anche noi che dobbiamo perdere tempo a smontare le bufale di questi signori.
Ecco, in tutto questo il "prodotto" Zero arriva a dire più o meno le stesse cose (il buco di 5 metri è ancora lì!!!) di Meyssan con sei anni di ritardo e nonostante tutte le debunkerate del lavoro.
Sì, decisamente sono un'idealista.
P.S. Scusate gli errori di battitura. Ero un po' di fretta.
RispondiEliminaooops! hai ragione; ho visto uno zero in più. Chiedo venia.
RispondiEliminaQuanto al calzante o meno del mio esempio, forse non sono stato molto chiaro: tu stai opponendo delle obiezioni "logiche", ma secondo me mooolta "ggente" non usa la "logica". E molti si avvicinano alle teorie complottare ragionando come se stessero guardando le esibizioni van Dyke.
Ovvero: se io credo in un complotto e voglio smascherarlo, o meglio aiutare chi mi dice che potrebbe farlo, è "logico" che metta mano al portafoglio. Ma il ragionamento che fa la "ggente" è diverso. Più o meno si avvicina al complottaro di turno, lo ascolta, pensa "però! accidenti! questo qua ha anche ragione!", guarda il prezzo del libro/dvd, dice "ma...un po' troppi dindi per me..." e non lo compra. Ma questo non significa che non creda al complottaro: anzi, di fronte alle "lamentele" di quest'ultimo di aver avuto poche vendite, la "ggente" è capacissima di pensare: "allora aveva ragione! c'era il complotto, ma l'hanno boicottato! figurati se una verità del genere poteva lasciarla uscire". Senza rendersi conto che le scarse vendite dipendono anche dal loro mancato acquisto.
Un po' come quelli che gettano la spazzatura fuori dal cassonetto e poi si lamentano che la città è sporca.
"Giusto. Al tempo stesso, un singolo complottaro potrebbe comprare più copie da dare agli amici. Il mio è un conto spannometrico."
RispondiEliminaChe era comunque decisamente meglio del mio, dato che avevo saltato uno zero. Lasciamo solo il dubbio sul complottaro che compra le copie degli amici: non mi pare un comportamento da complottaro.
"Confronta i numeri di Zero (libro) con quelli di L'Effroyable Imposture di Meyssan in Francia. Meyssan ha guadagnato oltre un milione di euro solo con le royalties del primo anno."
Azzardo: Meyssan ha battuto il ferro finché era caldo. Nel senso che forse all'epoca dell'uscita del suo libro era ancora pochi i titoli pro complotti (magari anche solo della sua stessa "qualità").
Ora francamente mi pare che Zero subisca fin troppa concorrenza e che sia anche ostracizzato da MMZZ, e dai suoi adepti elleccini.
rado:
RispondiEliminaOra francamente mi pare che Zero subisca fin troppa concorrenza e che sia anche ostracizzato da MMZZ, e dai suoi adepti elleccini.
no!!!!!
Non la sapevo questa!!
@Siredward:
RispondiEliminaE' questo che detesto: fare soldi vendendo bugie, errori, omissioni. E' una truffa alla gente, che viene privata del proprio denaro e in cambio non riceve nemmeno delle informazioni, ma solo confusione e menzogne e tentativi di raggiro ecc...
Fratello! :-)
Buon fine settimana da Maria
RispondiEliminaSe si vuol irridere i maicolmur de noantri va bene, ma sostenere che gli autori di zero (film) stiano facendo i soldi è un po' azzardato.
RispondiEliminaCinquecentomila euro erano l'obiettivo della sottoscrizione, ma con 300 azionisti grasso che cola se sono arrivati a 60-75 mila. E' plausibile che le spese di produzione siano state superiori. Gli incassi forse copriranno i costi di distribuzione e poco più.
Insomma come si dice dalle mia parti "non si sono fatti le budella d'oro".
Come sostenuto da altri il paragone con meyssan è improprio, se al giorno d'oggi aprissi un sito d'aste difficilmente diventerei ricco come jeff bezos.
sostenere che gli autori di zero (film) stiano facendo i soldi è un po' azzardato
RispondiEliminaAttenzione: io non sostengo che ci stiano facendo i soldi. Anzi, temo che gli investitori riceveranno una solenne buggeratura, di questo passo (lo dico sulla base dei fatti fin qui, non sulla base di antipatie o simpatie). Io sostengo che ci stanno provando.
Cinquecentomila euro erano l'obiettivo della sottoscrizione, ma con 300 azionisti grasso che cola se sono arrivati a 60-75 mila.
E' una tua spannometria, o hai dati precisi?
Ammettiamo che siano dati precisi. Se sono arrivati a 60-75 mila e hanno fatto il loro video, allora l'asserzione che ce ne volevano 500.000 è una bubbola. Imbarazzante.
Non solo: se hanno speso 60-75 mila euro e hanno fatto un video che ripropone le stesse storielle presentate da altri video complottisti, e se non sono stati capaci di misurare le dimensioni della breccia del Pentagono e sono riusciti a trascinare Dario Fo in un bufala di questa portata, hanno speso troppo e hanno infangato la reputazione di un premio Nobel italiano.
Per non parlare del fatto che (ti posso dire per esperienza personale) che con 60.000 euro di budget si poteva fare molto più che intervistare quattro complottisti e un pompiere.
E' plausibile che le spese di produzione siano state superiori.
Tieni presente che nessuno dei collaboratori è stato pagato, a loro dire.
Gli incassi forse copriranno i costi di distribuzione e poco più.
Quali "costi di distribuzione"? Se ci tieni a far conoscere la tua verità, sbatti il tuo video su Internet e la gente se lo masterizza e lo distribuisce per te. Loose Change non ha insegnato niente?
Come sostenuto da altri il paragone con meyssan è improprio, se al giorno d'oggi aprissi un sito d'aste difficilmente diventerei ricco come jeff bezos.
Esatto. Ed è per questo che a molti questa sembra un'operazione commerciale di chi è arrivato da buon ultimo sul mercato e crede ancora che ci siano polli da spennare.
Be', trecento li hanno trovati, a quanto pare.
E' una tua spannometria, o hai dati precisi?
RispondiEliminaUna mia spannometria, ho calcolato una media di 200-250 euro a persona.
Per non parlare del fatto che (ti posso dire per esperienza personale) che con 60.000 euro di budget si poteva fare molto più che intervistare quattro complottisti e un pompiere.
"Mai attribuire alla malizia ciò che si spiega adeguatamente con l'incompetenza"
Se ci tieni a far conoscere la tua verità, sbatti il tuo video su Internet e la gente se lo masterizza e lo distribuisce per te. Loose Change non ha insegnato niente?
Hanno preferito seguire le orme di Michael Moore o Sabina Guzzanti che hanno usato metodologie più tradizionali. Almeno questo è il mio parere.
Ed è per questo che a molti questa sembra un'operazione commerciale di chi è arrivato da buon ultimo sul mercato e crede ancora che ci siano polli da spennare.
A me pare semplicemente un atto di arroganza di chi è convinto di aver capito tutto e ritiene la sua missione sia di spiegarlo alle masse, ritenendo giusto che la sua attività sia almeno parzialmente remunerata.
Insomma, a mio parere (non definitivo) non penso che sia stata l'avidità a portare al disastro di "Zero". Credo che vadano ricercate altre cause quali l'ottusità ideologica, la presunzione, la mancanza di onestà intellettuale...
Alla presentazione del futuro film Zero, scrisse Fausta Chiesa in
RispondiEliminahttp://torabora.it/zero.html
"Il 5% del film sarà messo in vendita sotto forma di 50 "quote" da 500 euro ciascuna, pari allo 0,1% del costo di produzione. Chi acquista questo mini-pacchetto azionario, ha spiegato ancora, diventerà co-produttore, cioè socio dell'impresa cinematografica".
Da un'intervista a G.Chiesa il 9/06/2007
RispondiEliminahttp://www.abitarearoma.net/index.php?doc=articolo&id_articolo=4953
"Nel dettaglio:
1 - Il 100% del film vale 500.000 €. Tale ammontare è suddiviso in 1.000 quote da 500 €, che corrispondono ognuna allo 0,1% del totale. Per partecipare alla produzione, essere COPRODUTTORI, bisogna versare almeno 500 € o multipli di 500 €. I coproduttori partecipano ai guadagni complessivi del film in proporzione alla percentuale acquistata.
2 - Chi investe tra i 100 e i 500 euro acquisterà una percentuale di quota (ad es. 100 euro sono il 20% di una quota)
3 - Chiunque verserà meno di 100 euro lo farà a titolo di donazione a fondo perduto".
ad orboveggente:
RispondiEliminanon so se era ironica la tua risposta, ma da quel che ne so, MMZZ e GC dopo un primo approccio alla "volemose bene, fratello complottaro", sono poi arrivati alla rottura. Più o meno il motivo "nascosto" sarebbe di natura squisitamente politica, essendo di sinistra GC e di destra MMZZ, che infatti va a braccetto con Blondet (per chi non lo conoscesse, il genio che ha ipotizzato che Zidane avrebbe dato la testata a Materazzi perché l'Italia avrebbe comprato la vittoria ai Mondiali).
Suggello della rottura, una simpatica considerazione di GC che sbeffeggiava MMZZ asserendo che pur essendosi avvicinato da poco all'11/9 era stato già in grado di fare un egregio compito di "scoperchiamento", migliore di gente (tipo, a caso, MMZZ) che invece tratta l'argomento da anni, suscitando quindi le invidie di costoro.
Segnalazione "preoccupante":
RispondiEliminaQui si trova una recensione di Zero dai toni che avrebbe usato Zdanov per descrivere "La Caduta di Berlino".
Grazie della segnalazione. Ho aggiunto un mio commento educato e documentato, firmandomi con nome e cognome e senza fare alcun riferimento "pubblicitario" a Undicisettembre.
RispondiEliminaVediamo se hanno la correttezza di pubblicarlo.
Vediamo se hanno la correttezza di pubblicarlo
RispondiEliminaIl tuo commento è già on line.
Ottimo. Una boccata d'aria fresca rispetto alle censure di altri siti. Grazie della segnalazione.
RispondiEliminaMa quante ne sanno...
RispondiEliminaNon sto neanche a commentare.
Leggete: è bellissima!
http://www.giuliettochiesa.it/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=1046
Ho postato un commento anche io, già pubblicato:
RispondiElimina"Film decisamente "povero", sia di idee che di verità. Raccogliere materiale da internet senza un minimo lavoro di selezione e verifica delle fonti non può che portare alla realizzazione di un prodotto mediocre se non decisamente sciatto. Le affermazioni secondo cui ci sarebbero ancora molti misteri nei fatti dell'11/9 sono volutamente amplificate e strillate ad arte, per far dubitare di cose ormai chiarite da tempo. Vengono ignorate in modo sistematico tutte le prove e le testimonianze che danno risposte chiare ed esaurienti a molti degli interrogativi mostrati, viene dato credito a persone senza alcuna esperienza specifica, e molte delle "teorie" illustrate non sono supportate da alcuna prova, ma solo da idee personali o sensazioni estemporanee. Sono state prodotte migliaia di pagine di documentazione tecnica che evidentemente gli autori di questo film non hanno mai letto. La riproposizione di "teorie" alternative francamente risibili e impossibili da sostenere con argomenti scientifici rende questo film sostanzialmente inutile, un pastrocchio che nulla aggiunge a quanto già noto. Difficile credere che qualcuno possa trovarlo interessante, specialmente se nel tempo passato dall'attentato ad oggi si sia documentato leggendo parte del materiale a disposizione. Forse potrà raccogliere consensi tra chi è più affascinato tout court dalle teorie "alternative", per partito preso, o tra quelle persone che ancora oggi credono che l'allunaggio sia stato "costruito" in studio... o che gli alieni ci vengono a trovare regolarmente da millenni. L'aver scelto testimonial che appartengono al mondo dello spettacolo e non poter annoverare tra le proprie fila nessun esperto che sia in grado di sostenere con qualcosa più che parole o sensazioni intestine le teorie esposte dovrebbe chiarire la vera portata di questo film, mera operazione speculativa e commerciale che nulla può aggiungere ed in nessun modo può contribuire a rispondere a quegli interrogativi che il film stesso solleva. Il limite principale, che rende di fatto inutile e sterile la realizzazione del film, è proprio l'approccio volutamente orientato alla spettacolarizzazione, tanto che è stato necessario tagliare e montare il materiale per modificare, nella sostanza, anche alcune delle interviste mostrate. Questo fatto rende chiaro lo scopo del film e la mancanza di onestà intellettuale e morale che ha ispirato questa operazione. Tanto fumo e ZERO contenuti, l'ennesima occasione persa da parte di chi, pur di sostenere che il governo USA mente sui fatti del'11/9, non si fa alcuno scrupolo di alterare la verità e di costruire con le menzogne un film. Da notare le dichiarazioni degli autori a contorno degli eventi legati al film, e le solite affermazioni vuote e chiaramente ideologiche di chi, anche qui, si ostina a difendere questo film non citando prove inoppugnabili ma le solite (stantie e ritrite) chiacchiere da bar. Non lascerà traccia nella storia del cinema né nei cuori e nelle coscienze di chi sarà costretto a vederlo."