di John - www.crono911.org. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Molto spesso i “cospirazionisti”, ossia quell'insieme di persone e personaggi che sostengono la teoria che i fatti dell'11 settembre siano stati provocati, direttamente o indirettamente, dallo stesso governo americano (la teoria dell'“autoattentato” o dell'“inside job”), amano parlare di una “versione ufficiale” che fa acqua da tutte le parti, di “mille interrogativi senza risposta”, della necessità che ci sia una “nuova inchiesta che faccia luce sui fatti” e così via.
Spesso vien da chiedersi se queste persone si rendano conto delle migliaia e migliaia di pagine nelle quali organismi come il FEMA (Federal Emergency Management Agency), il NIST (National Institute of Standards and Technology), l'ASCE (American Society of Civil Engineers) hanno dettagliatamente analizzato le dinamiche degli attentati in relazione agli edifici interessati (WTC e Pentagono), per non parlare delle quasi 600 pagine del Rapporto Finale della Commissione Indipendente sull'11 settembre, con le sue migliaia di fonti e testimonianze citate, e di tutti gli atti, le memorie, le audizioni ed i rapporti ad esso connessi.
Qui daremo un'occhiata al Pentagon Building Performance Report, il rapporto dell'ASCE (2003) sull'impatto al Pentagono, scaricabile liberamente qui in formato PDF.
Aggiornamento (2014/04/12): il rapporto è stato disponibile per molti anni presso http://fire.nist.gov/bfrlpubs/build03/PDF/b03017.pdf ma è stato successivamente rimosso e reso disponibile solo su ordinazione. Per questo il link sopra citato è stato aggiornato per portare alla copia disponibile presso Attivissimo.net.
Si tratta di un rapporto di 45 pagine, redatto da una serie di esperti, tra i quali figurano professori universitari e ricercatori di ingegneria strutturale, ingegneri dei sistemi antincendio, ricercatori sugli effetti delle armi e sulle dinamiche strutturali ecc. (non, quindi, professori di filosofia, di religione eccetera; ogni riferimento non è casuale).
Nelle sue prime pagine, il rapporto si sofferma sui dettagli costruttivi del Pentagono e sui vari progetti di ristrutturazione e di rinforzo adottati.
A pagina 12 il rapporto analizza le caratteristiche del Boeing 757 e in particolare i pesi e le caratteristiche cinematiche dell'aereo che ha impattato il Pentagono.
Si tratta di dati estremamente significativi, perché nel rapporto l'ASCE dichiara di essersi basata sulle informazioni fornite dall'NTSB (l'ente americano per la sicurezza del volo), e l'NTSB ha potuto esaminare i dati delle “scatole nere” (che in realtà sono rosse) del Volo 77, ed in particolare quelli del Flight Recorder (registratore dei dati di volo).
Apprendiamo così che, al momento dell'impatto contro il Pentagono, il Boeing 757 pesava 181.520 libbre (pari a oltre 82 tonnellate) di cui 36.200 libbre di carburante (pari a 16.420 kg, ossia oltre 24.000 litri), viaggiava a 460 nodi (850 km/h, pari a oltre 230 metri al secondo) e la sua rotta, segnata dalla bussola magnetica di bordo, era di 70 gradi.
Delle decine di testimoni che hanno visto sopraggiungere l'aereo e impattare contro il Pentagono, l'ASCE si sofferma sulle dichiarazioni di due di essi, un tenente colonnello in pensione e uno specialista in comunicazioni (l'ASCE cita anche un terzo testimone, ma in relazione al successivo collasso della struttura colpita).
Successivamente il rapporto passa ad esaminare i fotogrammi di una delle telecamere di sorveglianza del Pentagono (nel 2003 erano gli unici disponibili) ed infine analizza la dinamica dell'impatto, i danni alla struttura e il successivo collasso, avvalendosi di immagini e ricostruzioni grafiche.
Sulla base di tutti questi elementi, l'ASCE calcola che l'altezza del velivolo dal suolo, pochi istanti prima dell'impatto, fosse di circa 20 piedi (sei metri).
Il Boeing giunse da sud-ovest (come abbiamo visto prima, con rotta di 70 gradi rispetto al Nord magnetico) alla velocità di 850 km/h, colpì alcuni pali di illuminazione della strada adiacente al Pentagono, nonché l'antenna di un autoveicolo che percorreva la medesima strada, e procedeva ancora abbastanza livellato quando si trovava a 320 piedi (circa 100 metri) dalla facciata ovest del Pentagono.
Quando mancavano solo 100 piedi (30 metri) dalla facciata, l'ala destra colpì un generatore posizionato nei pressi del Pentagono e l'aereo si inclinò verso sinistra, con l'ala destra sollevata rispetto a quella sinistra.
Il motore sinistro, a circa 25 piedi dalla facciata (7 metri) impattò il suolo e contemporaneamente il muso dell'aereo colpì la facciata.
Si noti che questa sequenza durò poco meno di mezzo secondo.
A pagina 21 del rapporto, la figura 3.17 mostra la posizione in cui sono stati rinvenuti i cadaveri dei passeggeri, il Flight Data Recorder (“scatola nera”) e parti del carrello.
Questa figura è estremamente significativa, perché dimostra come la fusoliera sia penetrata attraverso i tre anelli esterni (C, D, E) della struttura del Pentagono, fino a sfondare la parete interna dell'anello C provocando il famoso “buco”, in prossimità del quale sono stati rinvenuti la scatola nera ed il carrello dell'aereo.
Il rapporto dell'ASCE, che è ricco di fotografie molto interessanti, prosegue poi con analisi di natura ingegneristica sul comportamento della struttura, e sotto questo aspetto è interessante notare che le famose finestre della facciata del Pentagono, rimaste integre anche dopo l'impatto, erano finestre speciali blindate, progettate per assorbire gli urti e gli effetti di un attentato esplosivo grazie anche a intelaiature in acciaio.
In conclusione, anche se il rapporto dell'ASCE risale al 2003 ed oggi sono disponibili dettagliate ricostruzioni tridimensionali della sequenza dell'impatto (come il lavoro di Mike Wilson, segnalato da Attivissimo in questo stesso blog) nondimeno esso contiene una serie di elementi utilissimi e troppo spesso ignorati, che forniscono chiare risposte sulla cinematica dell'impatto.
jb@libero.it
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