2015/12/20

Purgatory Ironworks smentisce i complottisti

di Hammer

Il 15 dicembre del 2015 l’azienda americana Purgatory Ironworks, con sede a Morgan nello stato della Georgia, ha pubblicato sul proprio canale YouTube un video in cui il fondatore dell'azienda, Trenton Tye, smentisce con una prova pratica l'asserzione complottista secondo cui il calore sviluppato dal carburante avio quando brucia non è sufficiente a far cedere l'acciaio perché questo fonde a una temperatura molto maggiore.

Tye esordisce dicendo che è stato spinto a realizzare questa prova pratica sentendo i complottisti dire che le Torri Gemelle non possono essere crollate a causa del calore prodotto dagli incendi perché il carburante avio brucia a 800 gradi Celsius (1500 gradi Fahrenheit) mentre l’acciaio fonde a 1500 gradi Celsius (2700 gradi Fahrenheit).

Per dimostrare che non serve fondere l’acciaio affinché questo ceda Tye prende una barra d'acciaio conforme allo standard A36, cioè quello utilizzato per le costruzioni, e mostra come questa possa essere usata come leva per sollevare a un’estremità un’incudine di circa 125 chilogrammi (250 libbre). Quindi prende dal forno metallurgico una barra identica che è stata scaldata a 980 gradi Celsius (1800 gradi Fahreneit), cioè poco più della temperatura a cui brucia il carburante avio ma comunque una temperatura compatibile con un incendio al chiuso come quello del WTC, e mostra, battendolo sull’incudine, che il materiale è incandescente ma non fuso. Tuttavia infilando la punta incandescente della barra nel foro dell'incudine mostra come questa possa essere piegata spingendola semplicemente con il mignolo e poi la piega di nuovo ripetutamente senza alcuna fatica. La frase con cui descrive quanto avviene è lapidaria "It's a freaking noodle" (traduzione: "E' un dannato spaghetto".)

E ancora più lapidaria è la frase con cui chiude il video: "Your argument is invalid, get over it. Find a job." (traduzione: "La vostra argomentazione è sbagliata, accettatelo. Trovatevi un lavoro.")

2015/12/14

Il ventesimo dirottatore

di Hammer

Il commando che condusse gli attentati dell'11/9 era formato da 19 terroristi suddivisi in tre gruppi di cinque persone e uno, quello che dirottò il volo United 93, composto da soli quattro uomini. Nel gruppo guidato da Ziad Jarrah mancava quindi il quinto terrorista e fin dal 2001 si sono susseguite numerose ipotesi su chi fosse nelle intenzioni originali di al-Qaeda il ventesimo dirottatore.

Negli anni le ricostruzioni giornalistiche hanno abusato dell'espressione il ventesimo dirottatore e il terrorista più famoso a cui è stato attribuito tale ruolo è Zacarias Moussaoui (foto accanto), arrestato nel Minnesota il 16 agosto del 2001 per aver violato le norme sull'immigrazione. Tuttavia Moussaoui era stato addestrato da pilota e quindi il suo ruolo non sarebbe stato quello di ventesimo dirottatore inteso come quarto muscle hijacker di United 93; al contrario era stato individuato come possibile sostituto di Ziad Jarrah nel caso in cui questi si fosse ritirato dal commando per via di malumori interni, come confermato dal 9/11 Commission Report; lo stesso Osama bin Laden, in un messaggio audio emesso il 23 maggio del 2006, smentì che Moussaoui fosse uno dei venti terroristi che avrebbero dovuto condurre gli attacchi.

Il ruolo di ventesimo dirottatore fu attribuito anche allo yemenita Ramzi Binalshibh, ma anche questi avrebbe dovuto essere uno dei possibili piloti; infatti fece richiesta per l'iscrizione a scuole di volo negli USA ma non poté entrare negli Stati Uniti perché gli fu negato il visto quattro volte (il 17 maggio, il 15 giugno, il 14 agosto e il 15 settembre del 2000, come riportato nell'atto d'accusa contro Moussaoui) per via dello scetticismo nei confronti dei cittadini yemeniti in particolare quando la richiesta veniva fatta da un altro stato (la Germania, in questo caso) come descritto di nuovo dal 9/11 Commission Report.

Trovandosi quindi nell'impossibilità di prendere parte all'attentato, Binalshibh assunse il nuovo ruolo di coordinatore tra i terroristi che erano entrati negli USA e Khalid Sheikh Mohammed e quindi neanche Binalshibh era il designato ventesimo dirottatore.

Nel 2006 al-Qaeda stessa indicò chi avrebbe dovuto essere il ventesimo dirottatore; secondo quanto riportato dalla BBC e dalla CNN l'organizzazione fondata da Osama bin Laden pubblicò un messaggio online e un video in cui sostenne che Fawaz al-Nashimi (foto accanto) sarebbe stato il quarto muscle hijacker di United 93. Tuttavia non vengono chiariti i motivi per cui al-Nashimi non prese parte agli attacchi. L'uomo è morto nel 2004 in uno scontro a fuoco con le forze saudite a Khobar a seguito di un attentato perpetrato da un gruppo legato ad al-Qaeda contro le sedi di alcune aziende petrolifere.

Il governo americano non si è mai pronunciato ufficialmente sulla credibilità di questa attribuzione e si tratta probabilmente solo di propaganda per glorificare un terrorista morto, perché gli indizi che indicano un'altra persona come il ventesimo dirottatore sono molto più solidi; infatti secondo le autorità americane il vero ventesimo dirottatore sarebbe Mohammed al-Qahtani. L'uomo, un saudita nato nel 1975 (o nel 79 secondo altre fonti), tentò di entrare negli USA all'aeroporto di Orlando il 4 agosto 2001 arrivando da Dubai dopo uno scalo a Londra, ma gli fu negato il permesso all'ingresso dall'agente José Meléndez-Pérez, che fu anche ascoltato dalla 9/11 Commission.

La testimonianza di Melendez-Pérez riporta che al-Qahtani non parlava inglese e quindi fu necessario un interprete per interrogarlo. L'agente gli chiese perché non avesse un biglietto aereo di ritorno né una prenotazione in albergo, ma al-Qahtani divenne aggressivo e puntando il dito all'agente gli disse che non sapeva ancora da quale aeroporto sarebbe ripartito dagli Stati Uniti. L'uomo aggiunse che un amico lo avrebbe raggiunto in America nel giro di tre o quattro giorni e questo amico sapeva dove si sarebbero spostati all'interno degli USA, L'agente gli chiese quanto tempo intendeva restare e quale fosse il motivo del viaggio, il terrorista rispose che sarebbe rimasto solo sei giorni per una vacanza. A quel punto fu chiaro che la sua storia non reggeva perché avrebbe dovuto aspettare il misterioso amico per circa la metà della sua permanenza negli Stati Uniti.

Melendez-Pérez gli chiese quindi dove avrebbe alloggiato e al-Qahtani (foto accanto) rispose vagamente che avrebbe alloggiato in un albergo e che un altro amico era venuto a prenderlo all'aeroporto. L'agente gli chiese il nome dell'amico che lo avrebbe prelevato e l'uomo cambiò versione dicendo che avrebbe telefonato a qualcuno affinché venisse a prenderlo, ma si rifiutò di darne il numero all'agente. Al-Qahtani si mostrò aggressivo e indisponente per tutto il colloquio, che durò circa un'ora e mezza.

Considerando che l'uomo, oltre a non saper l'inglese, aveva con sé solo 2800 dollari e nessuna carta di credito, Mendelez-Pèrez in accordo con il proprio superiore gli negò il permesso all'ingresso e lo accompagnò personalmente al gate, dove prese un volo della Virgin Airlines (la stessa con cui era arrivato) per Londra dove avrebbe preso un altro per Dubai.

Ad attendere al-Qahtani all'aeroporto di Orlando c'era Mohamed Atta. Nel libro The Black Banners l'ex agente dell'FBI Ali Soufan spiega come fu possibile verificare questa circostanza: quel giorno da un telefono a pagamento dell'aeroporto di Orlando furono effettuate cinque telefonate al terrorista saudita Mustafa al-Hawsawi con una tessera telefonica prepagata acquistata con la carta di credito di Atta; inoltre un'automobile noleggiata con la medesima carta di credito entrò nel parcheggio alle 16:30 e ne uscì alle 21:04. Il fatto che Atta si trovasse all'aeroporto di Orlando ad attendere l'arrivo di al-Qahtani è riportato anche dal documento Prisoner 63 pubblicato da WikiLeaks nell'ambito dei Guantanamo Files.

Al-Qahtani fu catturato nel dicembre del 2001 durante la battaglia di Tora Bora e poi imprigionato a Guantanamo, dove è tuttora detenuto.

2015/12/02

World Trade Center: professore di ingegneria civile e scienza dei materiali risponde a Beyond Misinformation di AE911

di Paolo Attivissimo. L’articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2015/12/03 18:50.

A ottobre scorso l’associazione AE911 (Architects and Engineers for 9/11 Truth) ha pubblicato un opuscolo autoprodotto, Beyond Misinformation, disponibile soltanto su ordinazione a pagamento, che illustra le tesi alternative dell’associazione sugli eventi dell’11 settembre a New York.

Questa pubblicazione ha destato un certo interesse nei media perché è prodotta da un’associazione che afferma di avere oltre 2300 architetti e ingegneri fra i propri aderenti e perché il comitato di revisione dell’opuscolo di 50 pagine include due architetti e due professori emeriti di ingegneria civile (va detto che Undicisettembre ha accertato che molti dei membri di AE911 sono studenti o ingegneri idraulici, elettronici o comunque di altro campo non pertinente alle strutture di edifici). L'autore di Beyond Misinformation, Ted Walter, si qualifica invece soltanto come direttore della strategia e dello sviluppo dell’associazione, senza alcun accenno a qualifiche tecniche pertinenti alla materia trattata.

Zdenek Bazant, professore di ingegneria civile e scienza dei materiali alla Northwestern University in Illinois, ha risposto alle argomentazioni tecniche dell'opuscolo con una dichiarazione in inglese che include, fra l'altro, un rimando a un archivio pubblico di oltre 800 sue pubblicazioni scientifiche scaricabili. Fra queste pubblicazioni, Bazant segnala in particolare i seguenti quattro articoli, tutti appunto disponibili in formato PDF scaricabile:

Why Did the World Trade Center Collapse?—Simple Analysis (documento 405), di Bazant e Yong Zhou (Graduate Research Assistant, Northwestern University), pubblicato nel Journal of Engineering Mechanics dell’ASCE a gennaio 2002 e seguito da una discussione pubblicata nel JEM a luglio 2003, che “mostra chiaramente che gli impatti degli aerei, da soli, erano sufficienti a causare il crollo completo, sospinto esclusivamente dalla gravità, e che la progressione del crollo doveva essere essenzialmente verticale”;

Mechanics of Progressive Collapse: Learning from World Trade Center and Building Demolitions (documento 466) di Bazant e Mathieu Verdure (Visiting Fellow, Ecole Polytechnique, Palaiseau, Francia), pubblicato nel Journal of Engineering Mechanics dell’ASCE a marzo 2007, con relativa discussione (documento D25) pubblicata nel JEM a ottobre 2008, che “deriva le equazioni differenziali che governano la modalità di crollo verticale con accrezione della massa, triturazione dei solai in cemento, dissipazione plastica dell'energia nell'acciaio, espulsione dinamica di aria, ed eiezione dinamica di frammenti”;

What Did and Did Not Cause Collapse of World Trade Center Twin Towers in New York? (documento 476), di Bazant e Jia-Liang Le (Graduate Research Assistant, Northwestern University), Frank R. Greening (Engineering Consultant), David B. Benson (Professor Emeritus, School of Electrical Engineering and Computer Science, Washington State University), pubblicato nel Journal of Engineering Mechanics dell’ASCE a ottobre 2008, con relativa discussione (documento D27) pubblicata nel JEM a luglio 2010, che “confuta tutte le argomentazioni principali dei profani che credono in un complotto di qualche genere (comprese le argomentazioni riguardanti le temperature elevate)”;

Why the Observed Motion History of World Trade Center Towers Is Smooth (documento 499), di Jia-Liang Le (Assistant Professor, Department of Civil Engineering, University of Minnesota) e Bazant, pubblicato nel Journal of Engineering Mechanics dell’ASCE a gennaio 2011 e seguito da una discussione (documento D28, ottobre 2012); insieme alle discussioni, questo articolo “confuta le critiche ulteriori e gli equivoci affermati dai profani dopo la pubblicazione di What Did and Did Not Cause Collapse of World Trade Center Twin Towers in New York?. Bazant nota che quest’ultimo suo articolo è stato “citato, anche se frainteso e male interpretato, nell’opuscolo Beyond Misinformation diffuso a ottobre 2015 da Architects and Engineers for 9/11 Truth.”

Questi suoi articoli, spiega Bazant,

“forniscono spiegazioni completamente razionali e matematicamente fondate per tutti gli eventi che furono osservati e confutano tutte le teorie erronee che sono state proposte. La credibilità di queste spiegazioni si basa sul fatto che

(a) si basano su principi universalmente accettati di meccanica strutturale, dinamica strutturale e meccanica del continuo,

(b) sono ampiamente accettate presso l'Engineering Mechanics Institute (EMI, Istituto di Meccanica Ingegneristica) e presso lo Structural Engineering Institute (SEI, Istituto di Ingegneria Strutturale) della American Society of Civil Engineers (ASCE, Società Americana degli Ingegneri Civili), presso la Applied Mechanics Division (AMD, Divisione di Meccanica Applicata) della American Society of Mechanical Engineers (ASME, Società Americana degli Ingegneri Meccanici), presso l'American Institute of Steel Construction (AISC, Istituto Americano delle Costruzioni in Acciaio), presso la Society of Engineering Science (SES, Società di Scienza dell'Ingegneria) e presso la International Union of Theoretical and Applied Mechanics (IUTAM, Unione Internazionale di Meccanica Teorica e Applicata), senza alcuna obiezione da nessuna di queste organizzazioni, e

(c) non sono in disaccordo, in nessun aspetto, con l’analisi dettagliata degli incendi e del collasso dei piani colpiti dagli aerei effettuata presso il National Institute of Standards and Technology (NIST, Istituto Nazionale degli Standard e della Tecnologia) sotto la direzione del Dott. Shyam Sunder.”

Va notato che nonostante Beyond Misinformation sia elegantemente confezionato e riccamente illustrato e impaginato, resta un documento autoprodotto, senza alcuna validazione o revisione esterna. Pertanto il numero di articoli a sostegno delle tesi alternative validati e pubblicati su riviste tecniche è ancora fermo allo stesso valore di 14 anni fa: zero.


Nota: la dichiarazione di Bazant accenna all’esistenza di due ulteriori pubblicazioni di discussione tecnica, etichettate D20 e D28, che però al momento non sono presenti nell'archivio pubblico. Undicisettembre ha contattato Bazant chiedendo di renderle disponibili; se ci sarà risposta positiva, questo articolo verrà aggiornato per includere i rispettivi link.

Aggiornamento (2015/12/03): Il professor Bazant ha risposto fornendo a Undicisettembre le due discussioni e dicendo che verranno aggiunte all’archivio pubblico a breve. Per ora sono disponibili su Attivissimo.net qui e qui.