2015/04/20

Afghanistan 1998: il primo tentativo americano di uccidere Osama bin Laden

di Hammer. Le foto satellitari dei siti bombardati a corredo di questo articolo sono state prese dall'archivio della George Washington University.

Il 7 agosto del 1998 al Qaeda attaccò con dei camion bomba le ambasciate statunitensi a Dar es Salaam, in Tanzania, e a Nairobi, in Kenya. La risposta americana agli attacchi non si fece attendere e il 20 agosto dello stesso anno le forze statunitensi condussero un attacco missilistico contro un industria farmaceutica legata ad al Qaeda a Karthum, in Sudan, e contro alcuni campi di addestramento in Afghanistan: una di tali sedi veniva regolarmente frequentata da bin Laden e quindi l'attacco aveva anche lo scopo di uccidere proprio terrorista saudita. L'operazione fu denominata Operation Infinite Reach.

Le fonti che abbiamo utilizzato per la nostra ricerca sono gli articoli del New York Times Post Look at the Place! Sudan Says, 'Say Sorry,' but U.S. Won't di Marc Lacey del 20 ottobre 2005 e To Bomb Sudan Plant, or Not: A Year Later, Debates Rankle di James Risen del 27 ottobre 1999, gli articoli CIA Trained Pakistanis to Nab Terrorist But Military Coup Put an End to 1999 Plot, pubblicato sul Washington Times da Bob Woodward e Thomas E. Ricks il 3 ottobre 2001; Inside the Ring, pubblicato da Bill Gertz il 18 settembre 2009 sul Washington Post e U.S. missiles pound targets in Afghanistan, Sudan di Jamie McIntyre and Andrea Koppel pubblicato dalla CNN il 21 agosto 1998.

Oltre a questi abbiamo consultato i libri Ghost Wars: The Secret History of the CIA, Afghanistan, and Bin Laden, from the Soviet Invasion to September 10, 2001 di Steve Coll, The Osama bin Laden I Know di Peter Bergen, Taliban di Ahmed Rashid e la dichiarazione dell'ex Segretario alla Difesa William Cohen alla 9/11 Commission.

I campi di addestramento di al Qaeda oggetto dell'attacco in Afghanistan furono quattro, tutti nelle vicinanze di Kandahar. Uno di questi, chiamato Zhawar Kili al-Badr, veniva spesso utilizzato da bin Laden per organizzare incontri con i vertici di al Qaeda. Un summit era previsto proprio per il 20 di agosto, ma nonostante lo sforzo militare americano Osama non era presente al momento del bombardamento. Secondo quanto riportato da Coll, Osama era effettivamente presente a Zhawar Kili al-Badr il giorno dell'attacco ma lasciò la sede poche ore prima del bombardamento; al contrario secondo quanto riportato da Gertz, nei giorni immediatamente precedenti il leader di al Qaeda avrebbe cautelativamente cancellato l'incontro previsto per il 20 agosto dopo che Mohammed Sadeeq Odeh, uno dei leader di al Qaeda che avrebbe dovuto parteciparvi, fu arrestato in Pakistan.

L'attacco contro le quattro basi afghane fu condotto con 66 missili cruise lanciati da navi da guerra posizionate nel Mar Arabico. La scelta usare solo missili e di non impiegare forze umane fu ovviamente dettato dalla volontà di non rischiare la vita dei propri militari. Il numero di morti causati dall'attacco non è mai stato chiarito: secondo il giornalista pakistano Ahmed Rashid furono circa 30, mentre il membro di al Qaeda Nasser al-Bahri ha sostenuto che le vittime furono solo 6.

Lo stesso giorno e secondo le stesse modalità un simile attacco fu condotto contro l'industria farmaceutica Al-Shifa, a Khartoum, in Sudan. L'intelligence americana riteneva, come dichiarato da William Cohen, che vi fossero forti evidenze del fatto che Al-Shifa lavorasse alla creazione di armi chimiche, specificatamente gas nervini, per al Qaeda. Tuttavia l'anno seguente il Bureau of Intelligence and Research condusse un'indagine per chiarire se vi fossero effettivamente prove sufficienti e concluse che gli indizi in tal senso erano in realtà molto deboli. L'attacco fu condotto con il lancio di 13 missili cruise lanciati da navi da guerra posizionate nel Mar Rosso; il bilancio fu di un morto e dieci feriti, e ovviamente i danni prodotti ebbero un effetto nefasto sulla disponibilità di medicinali in Sudan.

Dopo quasi vent'anni i punti oscuri su quanto avvenuto quel giorno sono ancora molti e a distanza di tanto tempo sembra molto improbabile che vengano mai chiariti.

2015/04/06

United 93: confronto con lo schianto del volo Tatarstan Airlines 363

di Hammer. L'articolo è stato corretto dopo la pubblicazione iniziale per tenere conto delle osservazioni emerse nei commenti.

Lo schianto del volo United 93 è un aspetto degli attentati dell'11/9 che sfida l'intuizione anche di chi non è propenso a credere alle teorie del complotto. Verrebbe naturale attendersi che in qualunque disastro aereo restino grosse carcasse del velivolo facilmente identificabili anche da lontano, ma nel caso di United 93 non è stato così. Abbiamo già mostrato in passato come casi analoghi abbiano prodotto effetti analoghi in termini di dimensione e forma dei rottami e di condizioni della scena del disastro: si vedano ad esempio gli incidenti occorsi ai voli United 585, Pacific Southwest Airlines 1771 e Kenya Airways 507.

In tempi più recenti si è verificato un caso di schianto quasi verticale che ha avuto conseguenze simili a quelle di UA93: lo schianto del volo Tatarstan Airlines 363 precipitato a Kazan, in Russia, il 17 novembre 2013.

Il velivolo, un Boeing 737-500, era partito dall'aeroporto di Mosca-Domodedovo alle 18:25 (ora locale) con destinazione Kazan, a circa 800 chilometri di distanza. In fase di atterraggio, a causa di un errore del pilota dovuto anche alle condizione meteo avverse, l'aereo si schiantò con un angolo di circa 75 gradi sulla pista di atterraggio, alla velocità di circa 450 chilometri orari. Dello schianto esiste anche un video, decisamente impressionante, disponibile qui.

Lo schianto può essere paragonato per l'angolo di impatto a quello di United 93. Va tuttavia notato che il Boeing 757-222 (ossia il modello di UA93) è notevolmente più grande del 737-500, che la velocità di impatto di UA93 fu circa doppia rispetto a quella del Tatarstan Airlines 363 (450 km/h per il volo della Tatarstan Airlines, 900 km/h per United 93) e che UA93 si schiantò su un terreno morbido mentre il velivolo russo su una pista di asfalto.

Come si può vedere dalle seguenti foto, i rottami del volo Tatarstan Airlines 363 sono per forma e dimensione molto simili a quelli di United 93 (che si possono vedere per confronto in questo video).








Un secondo aspetto importante da sottolineare è la forma della nube di fumo prodotta dall'impatto. Poco prima del secondo 30 nel video di Russia Today si può vedere, nonostante l'immagine sia molto buia, la nuvola nera che si alza dal luogo d'impatto, staccandosi dalle fiamme in modo del tutto simile a quanto accaduto nel caso di United 93.



Un ultimo aspetto che merita di essere considerato è che al secondo 45 del video si può vedere una seconda esplosione che avviene 40 secondi dopo l'impatto (anche se il video è rallentato e quindi la seconda esplosione è avvenuta nella realtà entro un tempo minore). Nonostante questo aspetto non sia strettamente legato a un confronto con United 93, è utile sottolineare che gli schianti aerei non sempre si comportano in modo intuitivo e a causa della grosse quantità di carburante coinvolte possono dare luogo a esplosioni secondarie ben dopo l'impatto principale.

Ancora una volta l'analisi di questo caso ha dimostrato che i comportamenti poco intuitivi dipendono più dalla scarsa conoscenza degli argomenti che da improbabili complotti.