2012/10/03

Recensione: "La face cachée de ben Laden" (canale francese M6, 2004)

di mother

"La face cachée de ben Laden" ("la faccia nascosta di Osama bin Laden"
) è un documentario francese prodotto da Christophe Brulé e Stéphane Freess, trasmesso dal canale francese M6 nel 2004 e replicato nel maggio 2011 all'interno della  trasmissione Zone Interdite.

Passato inosservato alla maggior parte del pubblico non francese, il documentario descrive la vita di Osama bin Laden dalla sua gioventù in famiglia fino all'attentato dell'11 marzo 2004 di Madrid.

Nella ricostruzione della biografia di Osama bin Laden non mancano immagini di repertorio esclusive e poco note al pubblico.

Il documentario è estremamente minuzioso nella ricostruzione della vita del terrorista, tanto da trattare particolari apparentemente insignificanti come per esempio la presunta foto di Osama bin Laden con i suoi fratelli in Europa.

Inoltre la ricostruzione che appare dalle interviste è completamente contrastante con gli assunti imprescindibili dei teorici del complotto (per esempio i presunti legami fra Osama bin Laden e la CIA durante la guerra in Afghanistan contro l'URSS).

Anche questo documentario, come altri già descritti in questo blog, dà spazio a persone che hanno realmente incontrato Osama bin Laden e dà voce agli interpreti principali delle vicende storiche che hanno contraddistinto le guerre in Afghanistan o la nascita del terrorismo islamico.

Il documentario è disponibile anche agli indirizzi youtu.be e kewego.it.



Persone intervistate:
  • Jamal Khashoggi: giornalista che ha incontrato una ventina di volte Osama bin Laden, autore di numerose interviste allo sceicco del terrore;
  • Jason Burke: esperto giornalista inglese, autore di un'inchiesta su al-Qaeda, che ha intervistato decine di persone vicine a Osama bin Laden;
  • Saad al-Faghi: oppositore del regime saudita, esule in inghilterra, accusato in Arabia Saudita di sostenere il terrorismo;
  • Olvier Roy: scrittore e ricercatore specializzato nella politica dell'Afghanistan (CNRS);
  • Milton Bearden: capo dell'ufficio CIA ad Islamabad (1986-1989) in Pakistan;
  • Abdallah Anas: vecchio compagno d'armi ed amico di Osama bin Laden, condanna il terrorismo;
  • Abdul Bari Atwan: giornalista palestinese, caporedattore di Al Quds Al Arabia, che ha intervistato Osama bin Laden ed ha sempre avuto informazioni esclusive su al-Qaeda;
  • Marc Sageman: agente CIA in Pakistan (1986-1989), incaricato dei contatti con la resistenza afghana nella guerra contro l'URSS;
  • Charles Cogan: agente CIA (1981-1984), capo delle azioni nella zona dell'estremo oriente ed afghana;
  • Steve Coll: caporedattore del Washington Post, che ha pubblicato un'opera sulla CIA e su al-Qaeda relativamente al periodo della guerra in Iraq;
  • Turki al-Faysal: principe dell'Arabia Saudita, capo dei servizi segreti sauditi (1977-2001);
  • Tom Simons: ambasciatore degli Stati Uniti in Pakistan (1996-1998);
  • Yosri Fouda: giornalista egiziano, capo del servizio inchieste per al-Jazeera, il solo giornalista al mondo ad aver incontrato Khalid Sheikh Mohammed nel 2002, prima della sua cattura;
Argomenti principali del documentario:
  • Breve storia del padre Mohammed bin Laden e della madre di Osama;
  • Breve descrizione della gioventù di Osama bin Laden fatta da Saad al-Faghi;
  • Bufala della foto di Osama bin Laden in Inghilterra (Khashoggi e Saad al-Faghi);
  • Studi a Jeddah e radicalizzazione islamica al seguito di Abdallah Azzam (immagini esclusive);
  • Guerra in Afghanistan, avvicinamento fra Azzam e Osama bin Laden a Peshawar (testimonianza di Abdallah Annas, amico di Osama);
  • Critiche alla tesi secondo cui Osama bin Laden sarebbe legato agli agenti CIA durante la guerra in Afghanistan (testimonianza di Marc Sageman, di Abdallah Anas, e di Charles Cogan);
  • Formazione della "brigata di arabi" a Jaji per differenziarsi dai Mujahedeen afgani, diretta da Osama bin Laden (immagini esclusive dell'addestramento) per i problemi esistenti fra arabi e afghani dovuti ai diversi intenti;
  • Battaglie di Jaji della brigata di arabi;
  • Avvicinamento ad Aiman al-Zawahiri, esponente radicale dei Fratelli Musulmani, incriminato per aver partecipato all'assassinio di Sadat, arrivato in Afghanistan per combattere dopo un periodo di detenzione in Egitto (immagini esclusive della carcerazione);
  • Formazione di al-Qaeda, una brigata jihadista internazionale, secondo la testimonianza di Abdallah Anas (marzo o aprile 1988) a Peshawar sotto il comando di Osama bin Laden;
  • Vittoria della guerra in Afghanistan; ruolo minore giocato dalla "brigata di arabi" contro l'URSS; convinzione di Osama bin Laden di poter vincere qualsiasi esercito e rientro a Jeddah;
  • Formazione di una brigata contro Saddam Hussein, e tentativo di convincere il principe Turki al-Faysal ad intervenire contro l'Iraq che aveva invaso il Kuwait; accentuazione del radicalismo fondamentalista quando i militari americani stanziarono truppe in Arabia Saudita e vinsero contro Saddam Hussein;
  • Nuove teorie: nascita dell'idea del Califfato e teorizzazione della divisione dell'Arabia Saudita in una repubblica islamica; ricerca da parte di Osama bin Laden di teorie complottiste che dimostrassero l'illegittimità della dinastia regnante saudita; isolamento da parte di molti leader politici ed espulsione dal suo paese natale;
  • Sudan 1991-1996: relazioni con i leader religiosi locali; lavori edili, finanziamenti e investimenti (compravendita cotone e sesamo, acquisto terre); creazione di un complesso edile dove risiedeva (immagini esclusive del complesso dove passava il tempo con i suoi uomini fra attività agricole ed addestramento militare);
  • Primo attentato a Riad (13-11-1995), non organizzato da Osama bin Laden, in cui tuttavia i terroristi affermano di ispirarsi ai discorsi di Osama bin Laden;
  • Trasferimento di Osama bin Laden e dei suoi uomini, in Afghanistan (1996-2004) in una ex-cooperativa agricola russa offerta dai Talebani al leader saudita (Abdul Bari Atwan al seguito - prima Fatwah di Osama bin Laden contro gli Stati Uniti); il progetto al-Qaeda prende forma ed acquisisce nuove leve come movimento rivoluzionario terrorista grazie anche ai video di propaganda dello sceicco saudita;
  • Avvicinamento di Osama bin Laden a Mohammed Atef, siglato anche con il matrimonio fra figli delle due famiglie;
  • Interviste con giornalisti, anche occidentali e seconda Fatwah contro gli Stati uniti nel 1998;
  • Creazione di un gruppo segreto di mujahedeen afghani vicini agli Stati Uniti con il compito di ricercare Osama bin Laden in Afghanistan; piano segreto di cattura della CIA fallito;
  • Attentati di al-Qaeda in Kenya e Tanzania; rappresaglie del governo Clinton contro le presunte basi di al-Qaeda in Afghanistan (alcune immagini delle aree bombardate, diversamente dal documentario I Knew bin Ladin di al-Jazeera non vi appare lo sceicco saudita);
  • "Bin Laden come un produttore del cinema": la fama raggiunta con la propaganda ed i primi attentati faceva si che non era lui a cercare terroristi suicidi, ma erano persone volontarie che andavano a proporgli possibili attentati; lo sceicco valutava i vari progetti e decideva se meritavano il finanziamento ed il supporto di al-Qaeda;
  • Nel 1999 Khalid Sheikh Mohammed presenta il suo progetto terroristico ad Osama bin Laden (Khalid Sheikh Mohammed viene anche associato all'attentato del 1993 al World Trade Center);
  • Testimonianza di Yosri Fouda sul piano di Khalid Sheikh Mohammed e sulla sua cattura;
  • Video di Osama bin Laden in cui lo sceicco saudita commenta l'attentato terriristico dell'11 settembre 2001 (novembre 2001); inizio della guerra in Afghanistan;
  • Critiche alla "grotta di James Bond", la grotta ultratecnologica e su più livelli, presentata dal Pentagono ai media, in cui Osama bin Laden si sarebbe nascosto in Afghanistan;
  • Operazione fra agenti CIA e uomini dell'alleanza del Nord (Operation Jawbreaker) per cacciare Osama bin Laden, come piano alternativo ai bombardamenti di Tora Bora (vengono mostrate alcune immagini di militanti di al-Qaeda catturati lasciati indietro dal gruppo in fuga verso il Waziristan, uomini catturati in grotte); caccia a Osama bin Laden dei militari pakistani;
  • Attentato di Bali del 2002, finanziato da Osama bin Laden con 35 milioni di dollari (alcune scene del processo al leader organizzatore dell'attentato);
  • Analisi degli attentati post 11 settembre 2001 e della difficoltà di bloccare l'ideologia jihadista, seguita dai terroristi anche senza frequentare i campi d'addestramento di al-Qaeda in Afghanistan;
  • Madrid, attentato dell'11 marzo 2004 (immagini dell'attentato ad Atocha, ma anche della successiva esplosione degli organizzatori dell'attentato, braccati dalla polizia spagnola);

In conclusione: da anni diversi giornalisti di tutto il mondo indagano sugli attentati dell'11 settembre o sulla storia di al-Qaeda, raccogliendo fatti che confermano la ricostruzione ufficiale degli eventi. Non presenti al festival del Cinema di Roma, né premiati al festival di Cannes, vengono comunque pubblicati dai più disparati media internazionali, da al-Jazeera ai francesi M6, dalla CNN a Canal+.

Mentre il mondo complottista vive di favole inventate, spesso copiate di forum in forum dagli stessi sostenitori, la libertà di diffusione delle informazioni in Internet vacilla di fronte alla barriera creata dalle differenti lingue, dialetti, alfabeti, creando una totale asimmetria di conoscenze. Ma anche qualora queste conoscenze vengano scoperte da qualche blogger e condivise in un modo più consono, spesso vengono ignorate per anni, poiché in contrasto con il pregiudizio del complotto.

Nota: La faccia nascosta di bin Laden, traduzione in italiano di La face cachée de ben Laden, è anche il nome di un libro scritto da Maurizio Piccirilli, con prefazione del complottista Franco Cardini e non è la traduzione italiana del documentario francese qui recensito.

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