2011/03/14

Il ritrovamento “ufficiale” di esplosivo nelle Torri sbufalato dagli stessi cospirazionisti. Due anni fa

di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Sta rimbalzando in vari siti e su Facebook una notizia secondo la quale sarebbe ora “ufficiale” il ritrovamento di esplosivo nelle Torri Gemelle del World Trade Center (“11 Settembre: ritrovato esplosivo nelle Torri, ora e’ ufficiale”, Informarexresistere.fr). La fonte sembra essere il sito iraniano Iran Italian Radio.

La scoperta è attribuita a Steven Jones, professore di fisica della Brigham Young University, e a Niels Harrit, professore di chimica all'università di Copenaghen: sarebbero state trovate “tracce di esplosivi di nano-termite” nei detriti del World Trade Center.

La vicenda è in realtà vecchia di almeno due anni ed è stata smentita addirittura dai sostenitori delle tesi di complotto.

Undicisettembre ne aveva già parlato quasi due anni fa, ad aprile 2009 (Rivista scientifica: "materiale termitico" nelle macerie del WTC). Da allora la rivista che pubblicò l'articolo, l'Open Chemical Physics Journal, è stata sospesa per tutto il 2010 in seguito a una serie di scandali che ne avevano minato la credibilità, già bassa in partenza (aveva impact factor zero). Si scoprì infatti che accettava qualunque cosa le venisse inviata, purché gli autori pagassero da 600 a 900 dollari; un autore riuscì a farsi pubblicare dallo stesso editore un articolo di parole senza senso; e il capo redattore (editor in chief) della rivista si dimise perché l'articolo sulla nanotermite al WTC era stato pubblicato senza neanche farglielo leggere. Dal 2008 ad oggi la rivista ha pubblicato tre soli numeri.

Persino alcuni dei più noti sostenitori delle teorie alternative, come Michael Ruppert e Jenna Orkin, smentirono l'articolo descrivendolo come “junk science”, ossia “scienza spazzatura” e accusarono uno dei suoi autori di essere “un capro espiatorio oppure un puro disinformatore.”

L'articolo in sé, oggi reperibile qui, conteneva una contraddizione di fondo: affermava che il “materiale termitico” scoperto rivestiva la struttura delle Torri e bruciava violentemente non appena raggiungeva i 430°C, ossia una temperatura raggiunta da qualunque incendio in ambiente domestico o d'ufficio (persino un semplice foglio di carta incendiato raggiunge questi valori). Ma allora le Torri Gemelle si sarebbero dovute accendere da cima a fondo come immensi fiammiferi non appena incendiate dal carburante degli aerei.

Le analisi citate nell'articolo erano sorprendentemente compatibili con lo specifico tipo di vernice antiruggine a base di ossido di ferro che rivestiva la struttura in acciaio delle Torri Gemelle, come osservato a suo tempo dalla critica tecnica di Enrico Manieri.

Questi fatti contraddicono le asserzioni contenute nella notizia di fonte iraniana, che parla di “un rigoroso processo di peer-review” (in realtà assente, come documentato qui sopra), sbaglia il nome della rivista e la descrive come “una delle riviste più accreditate negli USA” e “rispettata all'interno della comunità scientifica”. Talmente rispettata che è uscita con tre numeri in quattro anni ed ha impact factor zero.

Ancora una volta, coloro che si dichiarano “ricercatori della verità” si dimostrano incapaci di compiere le verifiche più elementari sulle proprie asserzioni.

2011/03/07

WTC, video dall'elicottero della polizia di New York

di Paolo Attivissimo con il contributo di Airone76. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Cryptome.org ha da poco rilasciato un video costituito da circa 17 minuti di riprese effettuate da un elicottero della polizia di New York.


Secondo la descrizione pubblicata sulla pagina di Youtube che presenta il video, si tratta di un “video ottenuto tramite FOIA dal NIST da parte di una persona anonima che ha dato istruzioni affinché fosse inviato a Cryptome”. Viene inoltre citata la lettera di accompagnamento del NIST, che indica che il video fu “fornito al NIST dal Dipartimento di Polizia di New York” (NYPD).

Non è chiaro, al momento, se si tratti di riprese effettivamente inedite come ha scritto per esempio Repubblica. Si tratta comunque di un documento storicamente significativo, che per ora viene descritto qui in attesa di approfondimenti e aggiornamenti.

Il video non ha indicazioni di orario ed è composto da sequenze continue che si interrompono soltanto dove indicato dalla parola “stacco” nella descrizione qui sotto. Dal punto di vista della ricostruzione degli eventi e delle tesi cospirazioniste, tuttavia, il video non aggiunge nulla: non vengono mostrati gli impatti degli aerei o i crolli delle torri (a parte la fase finale del secondo crollo in lontananza), né si osservano eventi inediti. Il video non mostra nulla che non sia già documentato altrove.

00:00 Il video inizia con un logo che richiama lo stile di quelli delle emittenti televisive. Le prime immagini mostrano il WTC1 in fiamme e il WTC2 già danneggiato. Questo permette di collocare l'inizio della ripresa dopo le 9:03 (ora del secondo impatto). L'elicottero sorvola le Torri a distanza ravvicinata. C'è una traccia audio che sembra essere il rumore della cabina dell'elicottero. Non si sentono voci o commenti da parte delle persone a bordo.

01:14 Stacco. L'elicottero è più lontano dalle Torri. Le voci a bordo sono vagamente udibili ma incomprensibili. L'elicottero si abbassa e atterra in un prato nelle vicinanze delle Torri, verso nord. Due persone scendono. La videocamera rimane pressoché fissa sul WTC1 ed effettua delle zoomate per inquadrarne i dettagli.

04:05 Stacco. L'elicottero è di nuovo in volo a una certa distanza dalle Torri e a una quota superiore alle Torri stesse. Si sente una voce a bordo dire “The whole side” (“L'intero lato”). Poi subito dopo, con tono concitato: “It's gone! It's the whole tower!” (“È andata! È l'intera torre!”), seguita da esclamazioni. Dal finestrino si vede una nube di polvere che si diffonde fra gli edifici di Manhattan e manca il WTC2, mentre il WTC1 è ancora in piedi. Questo indica che la ripresa è avvenuta subito dopo il crollo del WTC2, avvenuto alle 9:59. Voce: “They knocked the whole freakin' thing down! (esclamazioni) It's down! The second tower's down!” Seguono altri scambi concitati ma non intellegibili.

7:05 “We got out of there at the right time” (“Ne siamo usciti al momento giusto”). La ripresa mostra chiaramente l'estensione del fumo e della nube di polvere in direzione sud-est.



10:00 Inquadratura ravvicinata della sommità del WTC1 in fiamme.

10:29 Ripresa dall'esterno, a terra, di un elicottero anch'esso a terra. Sullo sfondo si vede il WTC1. Alcune persone parlano. Qualcuno chiede se sono state ottenute le riprese delle Torri. “I had a go when I moved over and got the smoke”. Voci via radio incomprensibili.

11:40 Si ode il rumore di aerei a reazione, presumibilmente caccia.

12:01 Stacco. L'inquadratura rimane uguale. “The cell service is out, so let me try my house”. L'audio scompare.

12:28 Stacco. Si vede la fase finale del crollo del WTC1. Voce via radio: “The tower's down! Be advised the North Tower is down! All personnel be advised the North Tower is down!”. Esclamazioni dei presenti. “Be advised the whole North Tower is down!” Voce sul posto: “That's it. That's the biggest disaster in the world, right there.” Una voce via radio chiede assistenza o risponde a una richiesta d'assistenza. Altre comunicazioni via radio incomprensibili.

16:00 Dopo una ripresa in dettaglio dell'interno dell'elicottero e poi dell'intero velivolo, che lo identifica come un elicottero dell'Air Sea Rescue della NYPD, marche N412PD, c'è un'interruzione. Poi il video riprende. L'inquadratura è a terra, in una via imprecisata, e dura pochi istanti senza mostrare nulla di significativo.

17:03 Fine del video.

Nella descrizione del video su Youtube viene inoltre fornito un link a un file da 64 megabyte contenente 153 fotografie scattate “da un altro elicottero dell'NYPD”. Il file contiene anche un documento PDF del NIST in cui si risponde alla richiesta FOIA di John Young, di Cryptome.org, e si parla di ben 3160 archivi elettronici forniti su undici dischi. Come indicato dalle diciture presenti sulle foto, si tratta di una versione più completa della medesima serie di immagini scattate da John Semendinger e descritte già a febbraio 2010 in questo articolo di Undicisettembre. Mostrano dettagli dei danni e delle operazioni di soccorso, ma non aggiungono nulla di significativo in termini di eventi non documentati altrove.