2010/09/25

WTC, se un debunker sbaglia a indicare la luna, i complottisti vedono solo il dito

di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Sì, ho sbagliato. Durante il dibattito con Tom Bosco l'11 settembre scorso ho detto che una fotografia del secondo aereo che colpì le Torri Gemelle mostrava il velivolo come una sagoma scura perché era in controluce, mentre sarebbe stato più corretto dire che in quella fotografia l'aereo sembra scuro perché stava entrando per pochi istanti nell'ombra delle Torri. Non ho problemi ad ammettere pubblicamente l'errore.


La fotografia in questione è questa:


La porzione anteriore dell'aereo è scura perché è già nell'ombra delle Torri; il resto della fusoliera, ancora illuminato dal sole, è visibile e se ne nota la livrea della United Airlines.

L'entrata e uscita dall'ombra è constatabile in questo video di Park Foreman:


In altre foto che ho mostrato, come quella qui sotto, l'aereo era scuro perché in controluce (stagliato contro il chiarore del cielo).


Ho sbagliato un dato riferito a una singola fotografia. E con questo? Il mio errore non fa sparire i dati tecnici, le immagini, la documentazione, le testimonianze e le perizie che confermano la ricostruzione comunemente accettata degli eventi. Non cancella le altre immagini dell'aereo, in cui si vede che non è scuro.




Non altera il fatto che la tesi dell'aereo scuro e senza finestrini citata da Bosco, alla quale stavo rispondendo, ha una spiegazione perfettamente sensata: l'aereo era in ombra o si stagliava contro il cielo e quindi sembrava scuro. Difficile vederne i finestrini, in condizioni simili. Tutto qui.

Non ha invece una spiegazione sensata la tesi complottista, per una ragione molto semplice: che senso avrebbe avuto usare un aereo scuro e senza finestrini e spacciarlo per un Boeing 767 della United Airlines? Forse costava troppo comperare un 767 e dipingerlo con la livrea United Airlines? Speravano che nessuno ci facesse caso?

Se i cospirazionisti desiderano esultare per un mio errore, facciano pure. Non fanno altro che dimostrare il motivo per cui il cospirazionismo, dopo nove anni, non ha concluso nulla: è troppo impegnato a guardare il dito di chi, dati alla mano, gli sta indicando educatamente la luna.

Le ombre di alcuni edifici del World Trade Center alle 9:03 dell'11 settembre 2001.

2010/09/23

Pentagono, l'aereo "vaporizzato"

di Paolo Attivissimo

Durante il dibattito che ho tenuto l'11 settembre scorso con Tom Bosco sulle tesi di complotto intorno agli attentati di nove anni fa è stato detto da Bosco che secondo la "versione ufficiale" l'aereo che colpì il Pentagono si sarebbe "vaporizzato" (video).

In realtà in tutti questi anni di consultazione e studio delle perizie tecniche e dei rapporti pubblicati dagli esperti un'affermazione del genere non è mai stata trovata da Undicisettembre in nessun documento tecnico.

Anche i ricercatori che hanno confezionato Zero, il video di Giulietto Chiesa, non sembrano essere stati in grado di trovare il punto in cui la "versione ufficiale" avrebbe fatto quest'affermazione. Infatti in Zero questa "vaporizzazione" asserita viene documentata (per così dire) mostrando l'immagine qui accanto, a circa 32 minuti dall'inizio.

Una semplice ricerca del testo in Google mostra che si tratta di una schermata di un sito Web, non di un rapporto tecnico. Il sito Web è DCMilitary.com, e l'indirizzo della pagina da cui è tratta la schermata è questo. La pagina originale non è più disponibile, ma è archiviata presso Archive.org.

Basta leggerla per scoprire che si tratta di un'intervista a un testimone oculare, Frank Probst, e che la "vaporizzazione" di cui parla si riferisce solo a un motore e comunque è una descrizione non letterale dell'esplosione del motore stesso avvenuta all'impatto. Probst stesso dice che c'erano pezzi del motore scagliati in ogni direzione, per cui è evidente che non parla di vaporizzazione in senso letterale.

"I was standing on the sidewalk (parallel to the site of impact)...and I saw this plane coming right at me at what seemed like 300 miles an hour. I dove towards the ground and watched this great big engine from this beautiful airplane just vaporize," said Frank Probst, a member of the Pentagon renovations crew commented. "It looked like a huge fireball, pieces were flying out everywhere."

Queste sembrano essere, fino a prova contraria, le tenui origini della tesi della vaporizzazione. Non un'affermazione tecnica contenuta nella "versione ufficiale", ma una descrizione non letterale di un testimone, pubblicata su un sito Web. Ancora una volta, i complottisti sono stati colti ad attribuire alla "versione ufficiale" cose che in realtà si sono inventati loro per screditarla. Ancora una volta sono stati colti a manipolare quella verità che tanto spesso dicono di voler difendere. E va avanti così da nove anni.

Firefighters for 9/11 Truth: se i pompieri sostengono il complotto

di Paolo Attivissimo, con il contributo di Brain_Use e Hammer. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Fra le tante associazioni che si autodefiniscono "for 9/11 truth", ossia alla ricerca della verità sull'11 settembre, ne spicca una in particolare: quella dei vigili del fuoco, Firefighters for 9/11 Truth.

A prima vista l'esistenza di un'associazione di pompieri che sostiene le tesi di complotto sembra una prova schiacciante che c'è qualcosa che non va nella ricostruzione comunemente accettata degli eventi. Chi meglio dei vigili del fuoco può sapere se i crolli delle Torri Gemelle furono causati dalle esplosioni di una demolizione controllata o dal cedimento strutturale dovuto all'effetto combinato di impatti e incendi?

Ma come sempre, quando c'è di mezzo l'11 settembre, fermarsi alla prima impressione rischia di essere ingannevole. Infatti su Firefighters for 9/11 Truth, invece di pareri autorevoli e competenti e analisi tecniche sui crolli delle Torri Gemelle e del WTC7 e sull'attacco al Pentagono, troviamo soltanto dichiarazioni tecnicamente insensate e palesemente antisemite.

Per esempio, la pagina principale del sito dell'associazione presenta questa dichiarazione sotto il titolo "What is the evidence?" ("quali sono le prove?"):

We are asked to believe that on that day three structural steel buildings, which have never before in history collapsed because of fire, fell neatly into their basements at the speed of gravity, their concrete reduced to dust. We are asked to believe that jet fuel (kerosene) can melt steel. We are asked to believe that the most sophisticated air defense system in the world, that responded to sixty-eight emergencies in the year prior to 9-11 in less than twenty minutes allowed aircraft to wander about for up to an hour and a half. We are asked to believe that the steel and titanium components of an aircraft that supposedly hit the Pentagon “evaporated”. There is much, much more if anyone cares to look into it. Trade Tower #7 by itself is the “smoking gun”. Not hit by an aircraft, with only a few relatively small fires, it came down in a classic crimp and implosion, going straight into its basement, something only very precise demolition can accomplish, which takes days if not weeks to prepare. The 9-11 Commission didn’t even mention it, and F.E.M.A. actually stated they DIDN’T KNOW WHY IT COLLAPSED AND LEFT IT AT THAT.

Il repertorio è insomma quello standard del cospirazionismo: gli edifici in acciaio che non erano mai crollati prima per incendio (falso), il crollo a velocità di caduta libera (falso), la polverizzazione del cemento (smentita persino da Steven Jones), l'acciaio fuso dal kerosene (mai affermato dai rapporti tecnici), le 68 intercettazioni aeree completate con successo nell'anno precedente (non sul territorio USA, e i minuti non furono meno di 20), la "vaporizzazione" dell'aereo al Pentagono (mai affermata dai rapporti tecnici), gli incendi piccoli al WTC7 (falso), la mancata citazione del WTC7 da parte della Commissione (falso) e l'asserzione che la FEMA non sa perché il WTC7 crollò (vero, ma il NIST sì).

Questa dichiarazione è attribuita ad Anton Vodvarka, descritto come "Lt. FDNY (ret)". La sigla "FDNY" lo indica come membro dei vigili del fuoco di New York e quindi sembra indicare che Vodvarka abbia avuto esperienza diretta degli attentati di New York. Ma il nome Anton Vodvarka non compare nell'elenco dei vigili del fuoco presenti al World Trade Center l'11 settembre. La precisazione "ret." significa "in pensione", ma non specifica da quanto tempo Vodvarka ha cessato il servizio. Il sito di Firefighters for 9/11 Truth aggiunge che "Lt. Vodvarka served on FDNY Ladder Co 26, Rescue Co. 3, Rescue Co. 1, Engine Co. 92, Ladder 82 and Ladder 101. He was awarded the Merit Class 1 award, the Prentice Medal", ma non dice quando.

Il sito FDNY Rescue Company 3, che commemora gli otto vigili del fuoco della squadra periti nel WTC, indica che un Anton Vodvarka Jr. ricevette una medaglia nel 1969. Sembra quindi improbabile che Vodvarka (se si tratta della stessa persona) fosse in servizio attivo trentadue anni più tardi, nel 2001.

Di vera sostanza tecnica, insomma, non ce n'è. Anzi, bisogna chiedersi se i vigili del fuoco di New York che non hanno aderito a Firefighters for 9/11 Truth sono tutti stupidi per non essersi accorti di queste "prove" o se sono addirittura omertosi, come dichiarò Jason Bermas (Loose Change). I pompieri che erano lì e che hanno visto morire i propri compagni non hanno dubbi sulla natura degli attentati e sulla dinamica dei crolli. Ce li ha solo chi non era lì. Non sembra un caso.

Non solo: aderire a Firefighters for 9/11 Truth ed entrare nell'elenco pubblico dei sottoscrittori è incredibilmente facile. Tant'è vero che Undicisettembre è riuscita a iscriversi nell'elenco con vari nominativi totalmente inventati (che non riveliamo). Il sottoscritto, per esempio, è nell'elenco dei sottoscrittori (sia pure negli "altri sottoscrittori") addirittura con nome e cognome e con la qualifica di appartenenza ai Vigili di Vattelapesca.



C'è di peggio. Se si va a sfogliare le dichiarazioni dei sottoscrittori di Firefighters for 9/11 Truth, emergono soltanto asserzioni generiche, parole di solidarietà, lamentele geopolitiche e anche una dichiarazione inquietante.

Alexus Montraeus, Retired 15+ Years
"Find the truth. It was the jews."


"Sono stati gli ebrei". Questa dichiarazione lapidaria, da sola, è un macigno che affonda ogni credibilità di questa sedicente associazione di vigili del fuoco che brilla per l'assenza eloquente dei pompieri che l'11/9 erano alle Torri Gemelle e al Pentagono.

È vero che il WTC7 non viene mai citato nel rapporto della Commissione 11/9?

di Paolo Attivissimo. Ultimo aggiornamento: 2013/03/28

Uno dei presunti misteri spesso citati dai sostenitori delle tesi alternative è l'assenza di ogni riferimento al WTC7, la “terza torre” crollata al World Trade Center l'11 settembre 2001, nel Rapporto della Commissione 11/9. I rapporti tecnici di FEMA e NIST ne parlano estesamente, ma per qualche ragione il fatto che non sia citato nel Rapporto della Commissione, che è per forza di cose un sunto, ad alcuni pare strano.

In realtà chi fa quest'asserzione dimostra di aver ben poco talento per la ricerca. Infatti l'edificio è citato più volte nel Rapporto, solo che vi compare con la sigla “7 WTC” anziché “WTC7”. Non è mai citato invece come “Building 7” o “Solomon Building”.

Pagina 284: “The OEM' headquarters was located at 7 WTC. Some questioned locating it both so close to a previous terrorist target and on the 23rd floor of a building (difficult to access should elevators become inoperable). There was no backup site.”

Pagina 293: “By 8:48, officials in the OEM headquarters on the 23rd floor of 7 WTC – just to the north of the North Tower – began to activate the Emergency Operations Center by calling such agencies as the FDNY, NYPD, Department of Health, and the Greater Hospital Association and instructing them to send their designated representatives to the OEM.”

Pagina 302: “At about 9:57, an EMS paramedic approached the FDNY Chief of Department and advised that an engineer in front of 7 WTC had just remarked that the Twin Towers in fact were in imminent danger of a total collapse.”

Pagina 305: “After the South Tower was hit, OEM senior leadership decided to remain in its "bunker" and continue conducting operations, even though all civilians had been evacuated from 7 WTC. At approximately 9:30, a senior OEM official ordered the evacuation of the facility, after a Secret Service agent in 7 WTC advised him that additional commercial planes were not accounted for.”

Fatta questa precisazione, si può obiettare che comunque quello che manca, nel Rapporto, è un riferimento al crollo del WTC7. Ma va notato che il Rapporto non cita neppure il crollo del WTC3, il grande hotel Marriott, alto 22 piani, situato in fianco alle Torri Gemelle (foto qui accanto) e distrutto completamente dal loro collasso. Non ne fa menzione nonostante il fatto che la distruzione del WTC3 causò circa 40 morti.

Un bilancio del genere dovrebbe fare del crollo del WTC3 un evento significativo, ben più di quello del WTC7, che non provocò neppure una vittima (perché l'edificio, colpito dalle macerie delle Torri, era stato evacuato e delimitato da un perimetro di sicurezza proprio in previsione del suo crollo), eppure nel Rapporto della Commissione 11/9 non se ne parla. Ma questo, nell'ottica selettiva dei cospirazionisti, non rappresenta un mistero.

2010/09/20

WTC7, riprese giornalistiche dell'incendio

di Paolo Attivissimo

Un video pubblicato su Youtube da IC911Studies e proveniente dagli archivi di una televisione locale di New York fa ulteriore chiarezza sulle condizioni strutturali della "terza torre", l'edificio WTC7 o Salomon Building, che secondo alcune tesi cospirazioniste sarebbe crollato in modo sospetto.

Il video inizia con il cronista (non identificato, ma dotato di un microfono con il logo della CBS e il numero 2) che descrive la scena dall'interno di un edificio le cui vetrate sono totalmente distrutte.

Dice di non sapere di preciso in quale edificio si trova, ma nota che dietro di lui c'è Barclay Street. Nella sequenza è inoltre visibile uno spigolo del WTC7, per cui è presumibile che si tratti della Bank of New York Mellon, all'incrocio fra Washington Street e Barclay Street.

Nella mappa qui sotto, tratta dal capitolo 1 del rapporto FEMA, l'edificio è cerchiato in rosso e la direzione dell'inquadratura è indicata dalla freccia.

Il cronista indica un edificio a destra del WTC7 e poi il WTC7 stesso e mentre indica il WTC7 dice "We don't know what this building is" ("non sappiamo che edificio sia quello"), a conferma di quanto fosse poco noto ai giornalisti questo grattacielo secondario del World Trade Center. Da questa poca familiarità discendono i vari equivoci di Aaron Brown (CNN) e Jane Standley (BBC) nel riferire se l'edificio fosse crollato o meno.

Il reporter aggiunge inoltre che "they're obviously on fire, maybe there's a chance that they could collapse": dice che gli edifici che ha appena indicato sono evidentemente in fiamme e che forse potrebbero crollare. Ancora una volta, le parole del cronista documentano quanto fosse diffusa e ovvia l'ipotesi che altri edifici, oltre alle Torri Gemelle, potessero cedere.

Le macerie ai piedi del WTC7 indicano che la ripresa risale a dopo il crollo della Torre Nord (WTC1) e dimostrano che le macerie di questo crollo giunsero fino al WTC7 e oltre.

Si nota inoltre che da numerosi piani del WTC7 esce fumo abbondante. A sinistra si possono vedere le file di finestre infrante sul lato nord (opposto alle Torri), dalle quali spiccano fiamme. Si odono anche rumori secchi, simili a scoppi, forse prodotti dalle macerie che si vedono cadere al suolo.





Il fumo è abbondantissimo anche sul lato corto opposto del WTC7, rivolto verso est.


Le immagini fisse non riescono a rendere la violenza degli incendi e la corsa frenetica delle volute di fumo. È quindi consigliabile visionare il video completo, disponibile qui sotto.


Se si considera che il WTC7 fu lasciato a bruciare per ore, senza alcun intervento dei vigili del fuoco, non sembra poi così sorprendente che sia crollato. Sorprende, semmai, che i sostenitori delle tesi alternative ne siano così ossessionati, anche perché non è chiaro che senso avrebbe avuto – nell'ottica delle tesi di demolizione intenzionale come casus belli – distruggere un grattacielo minore (47 piani) che pochi conoscevano quando la devastazione di due edifici iconici come le Torri Gemelle era più che sufficiente a creare uno shock fortissimo nell'opinione pubblica.

2010/09/12

Articolo di prova pubblicato intenzionalmente con titolo molto lungo che scorre su più righe per vedere se è giustificato oppure no

di Paolo Attivissimo

Per chiunque dovesse imbattersi in questo articolo: sappiamo che è pubblicato e non c'è bisogno che ce lo segnaliate, grazie. Lo abbiamo pubblicato intenzionalmente come template e come test d’impaginazione, per verificare rapidamente e in condizioni reali le impostazioni del foglio di stile (cascading style sheet o CSS) che determina l'aspetto di questo blog, specialmente durante la transizione dal vecchio formato di Blogger.com a quello nuovo.

Testo normale: Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquip ex ea commodo consequat. Duis aute irure dolor in reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint occaecat cupidatat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum.


Titolo H2 molto lungo che scorre su più righe per vedere se è giustificato oppure no


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Titolo H3 molto lungo che scorre su più righe per vedere se è giustificato oppure no


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Titolo H4 molto lungo che scorre su più righe per vedere se è giustificato oppure no


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2010/09/11

Nove anni dopo

di Paolo Attivissimo

Mentre gli attentati dell'11 settembre 2001 scivolano dalla cronaca verso la storia,
un momento di silenzio e di ricordo.

2010/09/09

Il monumento alla paranoia

di Brain_Use

Sono passati due anni dalla cerimonia d'inaugurazione del Pentagon Memorial, avvenuta l'8 settembre del 2008 e con largo anticipo nei confronti della prossima apertura del Flight 93 Memorial e del National September 11 Memorial, previste per l'11 settembre del 2011, e viene inaugurato in questi giorni negli Stati Uniti un monumento che non esitiamo a definire bizzarro.

A ritmo frenetico è stata infatti completata, in un remoto angolo del Kansas, la costruzione del "9/11 Truther Memorial". Costruito con fondi raccolti da alcuni siti web cospirazionisti, il monumento è dedicato all'"impavida ricerca amatoriale e all'audace congettura" di coloro che cercano di "svelare le macchinazioni segrete dei veri burattinai del mondo".

Tutto il monumento è stato creato da progettisti che hanno scelto l'anonimato, temendo ritorsioni da parte del Bilderberg Group, che, come tutti i complottisti sanno, non sarebbe altro che una derivazione del potentissimo Nuovo Ordine Mondiale (New World Order, NWO).

Il cuore del "9/11 Truther Memorial" è costituito dalle "Truth Towers", una riproduzione alta 18 metri delle torri del World Trade Center che ospita un museo dedicato alle domande senza risposta che riguardano gli attacchi dell'11 settembre.

Riluce, accanto ad esse, una piscina pentagonale che ospita diciotto gradini che simboleggiano le "18 Grandi Menzogne del complotto dell'11/9". Non poteva mancare un cilindro di granito delle dimensioni del presunto missile Cruise che avrebbe colpito il Pentagono.

Al museo si accede gratuitamente, ma occorre un biglietto da 10 dollari per il privilegio di assistere alla proiezione del collasso dell'edificio 7 del WTC: ben 12 secondi di filmato, mostrati a ciclo continuo e accompagnati da una voce in sottofondo che ripete che si è trattato evidentemente di una demolizione controllata.

Bush non viene risparmiato: spicca anche una mostra interattiva che dimostra che il presidente dell'epoca fu in grado di concludere serenamente la lettura di un libro a una scolaresca l'11 settembre perché sapeva in anticipo degli attacchi e quindi la notizia non lo allarmò affatto.

Un altro elemento altamente simbolico è la fiamma eterna, collocata direttamente sotto una trave d'acciaio per ricordare che è impossibile che del carburante d'aereo abbia fatto fondere dell'acciaio come sostiene invece la versione ufficiale.

Forte emozione ha suscitato il muro che ricorda, uno per uno, i nomi delle migliaia di ebrei che furono avvisati in anticipo di non recarsi al lavoro l'11 settembre 2001.

Attorno al Truther Memorial, il terreno è stato modulato in modo da creare un labirinto che, nelle speranze dei progettisti, dovrebbe evocare il labirinto di agenzie federali, società legate a contratti per la difesa e compagnie petrolifere che compirono sforzi enormi per far sembrare che un egiziano che guidava un gruppo di quindici sauditi avesse attaccato gli Stati Uniti e poi usare questo attacco come pretesto per invadere l'Iraq e l'Afghanistan per accedere a degli oleodotti in Asia Centrale di valore inestimabile mentre il dollaro veniva svalutato per preparare una guerra economica con la Cina, destinata a far precipitare l'economia mondiale in una depressione dalla quale emergerà uno stato unico fascista dominato dalle multinazionali.

Le polemiche sono inevitabili, ma a quanto dice The Onion, sito la cui natura e il cui orientamento dovrebbero essere ben chiari, al momento non sono disponibili commenti da parte del Comitato che segue la costruzione del 9/11 Memorial a Ground Zero, né da parte della "Trilateral Commission" del NWO.

A tutti consigliamo vivamente la lettura dei commenti dei cospirazionisti nell'articolo che The Onion dedica all'evento. Un vero monumento. Sì, agli abissi della paranoia complottista.



Nota: qualora non fosse chiara la riflessione proposta da questo articolo, si invita a leggere la lettera iniziale di ciascun paragrafo.

2010/09/05

Faccia a faccia con i sostenitori della messinscena

di Paolo Attivissimo

Sono stato invitato dal David Icke Meetup a Milano, l'11 settembre prossimo, come relatore per parlare degli attentati dell'11 settembre 2001 e della critica alle teorie alternative che li riguardano.

Mi sembra un'occasione interessante, anche per fare il faccia a faccia che da anni i sostenitori delle teorie alternative rifiutano sistematicamente. Oltretutto c'è del materiale inedito o poco conosciuto che vale la pena di presentare in anteprima proprio in occasione della ricorrenza degli attentati.

L'incontro si terrà presso la Libreria Esoterica di Via dell'Unione, angolo Piazza Missori, a Milano, che ha circa 140 posti. Ho avuto la conferma da parte degli organizzatori che potrò videoregistrare e pubblicare online la relazione e il dibattito. L'ingresso è libero.

A proporre le teorie alternative ci sarà Tom Bosco, a partire dalle 14:30. Il programma prevede 45 minuti di presentazione di Bosco, 45 minuti di mia replica all'intervento di Bosco e due spazi di reciproca replica di cinque minuti ciascuno prima di passare lo spazio alle domande e agli interventi del pubblico per un'ora.