2010/06/01

Recensione: In Plane Site (2004)

di Paolo Attivissimo. Questo articolo si basa su una recensione pubblicata inizialmente nel 2006 su Disinformatico.info e viene pubblicato ora per accorpare tutta la documentazione presso Undicisettembre.

Nel 2006 la rivista italiana Nexus pubblicò la versione tradotta in italiano del DVD "9/11 In Plane Site" di Dave VonKleist, all'epoca uno dei pochi video cospirazionisti sull'11 settembre tradotti e titolati in italiano.

In Plane Site è, dal punto di vista strettamente tecnico, un prodotto molto professionale. È chiaro che chi ha prodotto questo DVD ha speso un bel po' di soldi. Montaggio ricco e articolato, musica scritta appositamente, animazioni, audio e luci professionali, doppiaggio fatto da speaker. Qualità che dovrebbero far riflettere coloro che accusano i debunker di essere al soldo della CIA e simili. I soldi, qui, dimostrano di averli i cospirazionisti. Viene da chiedersi, anzi, chi finanzi questi DVD pro-complotto così ben fatti.

A parte questo aspetto tecnico, però, il DVD è una deludente miscela dei cliché cospirazionisti. Oggi, a distanza di quattro anni, In Plane Site ha più che altro il merito di aver fissato lo "stato dell'arte" delle tesi di complotto dell'epoca, permettendo quindi di non dimenticare le tante sciocchezze asserite dai sostenitori di queste tesi.

Attira subito l'attenzione la dicitura iniziale del DVD, che afferma che verranno presentati soltanto fatti e che non si vuole proporre alcuna conclusione. Nobile dichiarazione d'intenti: peccato che verrà disattesa ripetutamente, come vedremo tra poco.

Viene poi presentato il presunto mistero della mancanza di segni di bruciatura in varie stanze della breccia nel Pentagono. Tuttavia i filmati del DVD mostrano stanze non bruciate soltanto ai piani superiori al primo e ai lati della zona successivamente crollata, ossia in porzioni dell'edificio che secondo la ricostruzione tecnica degli eventi non furono colpite dall'aereo, ma furono esposte in seguito, a causa del successivo crollo della porzione lesa. Quindi non è affatto misterioso che ci siano fogli di carta non bruciati nelle stanze superiori.

Infatti nell'impatto al Pentagono l'aereo di linea penetrò nell'edificio al livello del piano terra e lo sventrò per forza meccanica. Il suo carburante prese fuoco, e il conseguente incendio devastò il piano terra e ne indebolì la struttura, già compromessa dall'impatto fisico. Subito dopo l'impatto, ed è il DVD stesso a mostrarlo e il presentatore lo ribadisce, i piani superiori erano ancora in piedi e privi di danni, quindi erano schermati dall'incendio. Furono portati alla luce soltanto dal crollo, avvenuto in seguito, a incendio quasi spento. Quindi è normale che non ci fossero tracce d'incendio in quei locali.

Il presentatore poi afferma che non ci sarebbero frammenti o detriti sul prato del Pentagono. Eppure il filmato di Fox News presentato nel suo stesso DVD, intorno a 19:30, li mostra chiaramente. Ma come? VonKleist non ha neppure guardato i filmati che presenta come prove?

A proposito della simulazione d'impatto al Pentagono della Purdue University che In Plane Site contesta, è invece giusto che manchino i motori, che la sezione di coda (in particolare la deriva) non venga scalfita e che la resistenza del muro esterno del Pentagono non venga considerata. Questa simulazione, infatti, fu realizzata specificamente per determinare l'effetto della massa liquida di carburante sulla struttura dell'edificio, non quello degli elementi solidi dell'aereo, che quindi furono inclusi solo se pertinenti al contenimento del carburante. I dettagli sono in questo articolo.

In Plane Site, nell'affrontare gli attentati alle Torri Gemelle, smonta le tesi di chi non crede che il WTC fu colpito da aerei: mostra infatti un filmato di Fox News che riporta chiaramente frammenti d'aereo (una ruota del carrello) per le strade di New York (30:00-30:13). Le parole del cronista confermano la presenza di frammenti del velivolo.

Il DVD cita anche la celebre frase con il "pull it" di Larry Silverstein, che alcuni interpretano come ammissione di aver demolito intenzionalmente l'Edificio 7 del World Trade Center. Silverstein, locatario del complesso WTC, sembra dire in un'intervista di aver dato ordine ai pompieri di "pull it", espressione che nella traduzione italiana del DVD, realizzata da Nexus, diventa "tirarlo giù". Sarebbe una testimonianza importantissima, se confermata. Ma cosa fanno quelli di In Plane Site? Vanno a chiedere a Silverstein "Scusi, abbiamo capito bene? Lei ha dato l'ordine di demolire con l'esplosivo il WTC7, o no?". No, lanciano la provocazione e poi passano oltre. Questo non è giornalismo investigativo. Se avessero investigato, infatti, avrebbero scoperto che il "pull it" di Silverstein significava "tirarlo via", riferito al contingente dei pompieri che operava nelle vicinanze dell'edificio pericolante e che effettivamente si tirò indietro quando fu chiaro che l'incendio del WTC7 era incontrollabile e che l'edificio dava segni evidenti di collasso imminente, come documentato in questo articolo.

A 35:30 circa, Dave VonKleist dice "ci hanno mentito, ci hanno ingannato". Una frase che contraddice il preambolo in cui garantiva che avrebbe presentato fatti, senza trarre conclusioni.

Si passa poi alla solita, trita faccenda del "pod", l'oggetto che sarebbe appeso sotto l'aereo del secondo impatto al WTC, un Boeing 767 della United Airlines, come discusso in dettaglio in un altro articolo. La foto del New York Times, che sarebbe secondo In Plane Site l'immagine più nitida disponibile della parte inferiore del secondo aereo del WTC (la vedete in piccolo all'inizio di questo articolo), viene mostrata come conferma della presenza di questo "pod". Ma proviamo a guardare la livrea di un aereo della United Airlines:


Un Boeing 767 della United Airlines. Immagine di Tim Samples pubblicata con il suo permesso. La foto originale è presso Airliners.net ed è numerata 362107. This photo (ID362107) is used by written permission of Tim Samples. Airliners.net has been notified of its use.

Si nota subito che la forma della parte inferiore della fusoliera, nella foto "sospetta", è esattamente quella mostrata nella foto della normale livrea. Non ci sono sporgenze, se non quelle ordinarie della radice dell'ala: il "pod" è semplicemente il rigonfiamento della fusoliera che alloggia il carrello, alla radice dell'ala. La tesi del "pod" è stata smontata persino da siti pro-complotto come Luogocomune.net qui.

In Plane Site, purtroppo, bara spudoratamente quando prende invece, a titolo di "confronto", una foto di un aereo identico, ma guarda caso con una livrea completamente bianca, che appiattisce tutto, non con quella vivace della United Airlines, in cui la fusoliera è blu con una banda argento in basso e le ali sono in argento. Questo non è un confronto onesto.

La storia del "pod" viene poi "avvalorata" dal DVD con una sequenza di aerei militari dotati di carenature sotto la fusoliera. Ma VonKleist dimentica di segnalare una differenza molto importante: tutte le carenature mostrate sono simmetriche, ossia centrate rispetto all'asse longitudinale dell'aereo, per ovvie ragioni di aerodinamica e di stabilità, mentre il presunto "pod" sporgerebbe da una sola parte. Anche questo, quindi, è un confronto artefatto.

A 41:35 circa, il presentatore viene meno ancora una volta alla sua promessa di non presentare conclusioni e dice "è innegabile che al di sotto dell'aereo vi sia appeso qualcosa". E a 42:50 ribadisce più sottilmente: "diamo un'altra occhiata all'oggetto attaccato alla pancia dell'aereo". Come se ormai la cosa fosse assodata e fuori discussione. Questa è una scorrettezza, resa ancora più grave dall'infilarla di soppiatto.

Si passa poi ai testimoni oculari degli attacchi al World Trade Center. Viene dato molto risalto, con tanto di rallentatore, a una dichiarazione di una signora secondo la quale "non era un aereo dell'American Airlines". Come fa a dirlo? Nel DVD si nota chiaramente che la signora è lontanissima dalle Torri Gemelle, come mostra il fotogramma qui accanto.

Facendo i riscontri sugli edifici visibili, risulta che la donna è ad almeno 1,5-2 chilometri dalle Torri (11/9 La Cospirazione Impossibile, Piemme, pag. 96). Pare molto improbabile, a quella distanza, identificare un aereo tanto da poter dire che non è dell'American Airlines.

C'è poi il giornalista, "Marc", che afferma di non aver visto finestrini. La sua dichiarazione è presentata come una prova inconfutabile, ma i riscontri (che In Plane Site non ha fatto) permettono di scoprire che si tratta di Marc Birnbach e che il giornalista si trovava ancora più lontano della donna citata prima: a circa 3,7 chilometri dalle Torri. A quella distanza sarebbe stato impossibile vedere eventuali finestrini, specialmente nel caso di un aereo che vola velocemente a bassa quota. Per verificarlo basta andare nei paraggi di un aeroporto, stando a quasi quattro chilometri dagli aerei, e vedere se si scorgono i finestrini degli aerei che decollano e atterrano.

Uno dei punti più ridicoli dell'intero DVD è la tesi dell'"accendino" per giustificare il lampo visibile all'impatto degli aerei contro le Torri Gemelle. Secondo questa tesi, il lampo (della cui presenza reale non vi è ragionevole dubbio, essendo presente in tutte le riprese video) sarebbe un innesco necessario per incendiare il carburante contenuto nell'aereo.

Forse agli autori del DVD è sfuggito il piccolo particolare che il carburante degli aerei ha una sgradevole tendenza ad incendiarsi al semplice impatto, senza aver bisogno di accendini montati sul muso. Basta guardare le fotografie degli incidenti aerei raccolte in siti come Airdisaster.com: il carburante s'accende per un nonnulla. Qualcuno ricorderà il disastro del Concorde, il cui carburante s'incendiò perché il velivolo era stato colpito da un pezzetto di metallo sollevato dalle ruote.

A 47:00 si afferma che il lampo precede l'impatto, ma non si considera che l'aereo colpisce una facciata del WTC che è in ombra, per cui il muso dell'aereo entra in tale ombra, cambiando colore e luminosità. È possibile che quello che sembra essere il muso dell'aereo (in un filmato peraltro molto sgranato e poco chiaro) sia in realtà una porzione retrostante della fusoliera, per cui il lampo in realtà coinciderebbe con l'impatto del muso. Se si usa come riferimento la posizione del motore per determinare dove si trova il muso anche quando l'aereo entra nel cono d'ombra, si nota che questa interpretazione è piuttosto plausibile.

A 49:06 si afferma che "il fatto che questo lampo si verifica un attimo prima dell'impatto...". E ci risiamo. Conclusioni, conclusioni, conclusioni: quelle che il DVD aveva solennemente promesso di non presentare.

Osservando invece le ombre nel video (quello del primo impatto al WTC), si nota che l'ombra dell'aereo, stavolta su una facciata esposta al sole, incontra la sagoma della fusoliera esattamente al momento dell'impatto. Lo dice anche il presentatore medesimo, contraddicendo quello che ha detto pochi minuti prima: "proprio al momento dell'impatto dell'aereo, c'è un lampo". Insomma, che si decida: sostiene che il lampo si verifica prima, o si verifica contemporaneamente all'impatto?

In Plane Site presenta la registrazione originale della contestatissima frase del presidente George W. Bush secondo la quale avrebbe visto il primo impatto: Bush dice "fly into" ("volare dentro"), non "hit" (colpire/colpito), per cui non c'è il dubbio che abbia inteso dire che aveva visto che l'aereo aveva già colpito il WTC. Lui dice di averlo visto volare dentro. Ma conoscendo la poca dimestichezza di Bush Junior con la grammatica e la sintassi, possiamo fidarci di quello che ha detto? Basta questo per dire "è stato un complotto del governo USA"? E se lo fosse, perché Bush andrebbe in giro a dire (in più occasioni) di aver visto un filmato che nessuno poteva aver visto in quel momento? Non può essere contemporaneamente un genio del complotto internazionale e un cretino che spiffera tutto.

Il DVD ripete poi l'errore di lanciare notizie-bomba e non approfondirle quando parla del lancio d'agenzia secondo il quale il Volo 93 sarebbe atterrato regolarmente e non precipitato in Pennsylvania come racconta invece la "versione ufficiale". Una dichiarazione potenzialmente esplosiva. E cosa fa il presentatore? Va a intervistare chi ha scritto quel lancio d'agenzia? Va a intervistare qualcuno del personale dell'aeroporto dove il volo sarebbe atterrato e chiede di confermare la notizia? No. Lascia perdere e passa ad altro. Se ha davvero fra le mani una smentita così clamorosa, perché non la approfondisce confermandone i dettagli?

Segue poi un lungo discorso sul mentire a proposito di altri attacchi terroristici. Dave VonKleist, però, non considera che non è detto che chi ha mentito in passato debba mentire sempre. Oltretutto le "menzogne" presentate suonano più come dichiarazioni affrettate, rilasciate durante il caos e il panico di un attentato.

Ma ammettiamo che VonKleist abbia ragione e che il governo USA abbia orchestrato gli attentati. Non pare logico che sarebbero stati un po' meno pasticcioni e dilettanti? Che non avrebbero lasciato tonnellate di indizi e di testimoni? Che si sarebbero inventati un attentato semplice e pratico, invece di concepire il lancio coordinato di aerei radiocomandati, senza finestrini e dotati di vistosissime carenature esterne, che colpiscono torri imbottite di nascosto di esplosivo per assicurarne la demolizione, mentre i passeggeri dei voli autentici vengono fatti sparire senza traccia?

Perché prendersi la briga di usare radiocomandi ed esplosivi la cui detonazione va pianificata scientificamente, quando basta prendere un aereo di linea da oltre cento tonnellate, pieno di carburante, lanciarlo come un ariete a oltre settecento chilometri l'ora contro una torre, e lasciare che fuoco e danni strutturali insieme producano il danno desiderato?

È questa la falla fondamentale di tutte le ipotesi di complotto intorno all'11 settembre: pretendono che gli attentatori siano stati al tempo stesso capaci di architettare una complicatissima serie di azioni coordinate, ma talmente scemi da lasciare in giro foto, filmati, testimoni, oggetti in bella vista e quant'altro che li smascherano. Talmente scemi da non pensare "Ehi, se mettiamo un 'pod' fuori dell'aereo, magari qualcuno lo noterà; meglio metterlo all'interno; se dobbiamo far credere che è stato un aereo di linea, usiamo un aereo che abbia anch'esso i finestrini". Eccetera, eccetera.

Vi sono molti altri elementi criticabili di In Plane Site, segnalati per esempio nella voce di Wikipedia dedicata al video, o persino nel sito cospirazionista Oilempire.us, ma quelli presentati fin qui sono sufficienti a delineare l'approccio generale del DVD: una patina di costosa professionalità che copre un'imbarazzante assenza di dati e di indagini giornalistiche vere.

Il titolo è un gioco di parole: l'espressione omofona "in plain sight", in inglese, significa infatti "sotto gli occhi di tutti, in bella mostra", ma gli autori hanno storpiato "plain" in "plane" ("aereo") e "sight" in "site" ("sito"), pensando di alludere argutamente alla tesi secondo la quale le prove della cospirazione sarebbero sotto gli occhi di tutti. In realtà, se si conoscono i fatti, sotto gli occhi di tutti c'è solo l'approccio scorretto, giornalisticamente incomprensibile e dilettantesco di questo DVD.