2009/09/05

Kurt Sonnenfeld, l'uomo che "a Ground Zero ha filmato quel che non si deve sapere"

di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Alcuni siti sostenitori delle tesi alternative si sono occupati della vicenda umana del funzionario e fotografo della FEMA Kurt Sonnenfeld (foto qui accanto), definito da Pino Cabras come "l'uomo che a Ground Zero ha filmato quel che non si deve sapere" su Megachip.info.

Sonnenfeld viene presentato come perseguitato depositario di fatti orribili che devono essere tenuti segreti per non rivelare la verità sull'11 settembre. Andiamo ad esaminare le sue dichiarazioni, attingendo direttamente all'originale inglese su Voltairenet.org.

La sua versione dei fatti è, in sintesi, che è perseguitato – tanto da essersi trasferito in Argentina – perché ha visto e documentato fotograficamente e in video a Ground Zero "anomalie" che qualcuno non vuole siano rese note. Le autorità giudiziarie statunitensi, dopo averlo inizialmente scagionato (Rocky Mountain News, giugno 2002), oggi lo accusano della morte violenta della moglie, avvenuta l'1 gennaio 2002 per un colpo d'arma da fuoco, che secondo Sonnenfeld fu invece suicidio.

In una serie di dichiarazioni al Rocky Mountain News (maggio 2007), il fotografo ha messo in relazione l'accusa di omicidio con le sue riprese a Ground Zero:

[Sonnenfeld] ha inoltre rifiutato di parlare specificamente del World Trade Center in un documento di dodici pagine fitte che ha inviato al giornale [...] "Mi state chiedendo di mettermi contro le stesse persone che, per qualunque ragione, vogliono disperatamente vedermi distrutto," ha scritto Sonnenfeld. "Francamente temo per la sicurezza della famiglia [Sonnenfeld si è risposato e ha figli dall'attuale moglie]. Vi prego di non chiedermi quali informazioni ho." [...] Dice che lui e la sua famiglia furono pedinati, minacciati e fotografati prima e dopo il suo arresto in Argentina nel 2004 a seguito delle nuove accuse provenienti da Denver.

"Questo ci ha portato a concludere che venivo estradato con un pretesto," ha scritto. [...] Il giornale argentino El Pais riporta questa sua dichiarazione: "Mi resi conto che cercavano qualcos'altro: i nastri di Ground Zero che avevo." Sonnenfeld ha detto di essere stato arrestato da agenti dell'Interpol sulla base delle nuove accuse provenienti da Denver una settimana dopo aver consegnato un video dimostrativo di riprese dell'11 settembre a un produttore televisivo in Argentina.

"Trovo che sia una forte coincidenza" ha detto.


A prescindere dalle reali circostanze della morte della moglie di Sonnenfeld, sta di fatto che il fotografo sostiene di essere vittima di un complotto relativo alle sue immagini di Ground Zero, e che alcuni siti cospirazionisti lo hanno presentato come un innocente ingiustamente perseguitato, fornendo ampi dettagli della sua vicenda ma tacendo invece l'ammissione di Sonnenfeld stesso di essere un eroinomane e alcolista, che cambia molto l'immagine di autorevole funzionario FEMA che alcuni vorrebbero attribuirgli:

At a preliminary hearing in February, Thompson argued that Nancy Sonnenfeld had been depressed in the preceding months and had tried to commit suicide by overdosing on pills after a trip to Thailand during which Kurt Sonnenfeld was using heroin. Her sister, Leek, refuted that account.

Sonnenfeld told police that their 8-year marriage had soured because of his drug use and drinking problem.

(Rocky Mountain News, giugno 2002)


Alcuni cospirazionisti lo indicano come un testimone importante in favore delle tesi alternative sugli eventi dell'11 settembre, che le autorità vogliono incastrare ("accused of a crime that did not occur in a manifest frame-up scenario", dice Voltairenet.org). Avendo lavorato per la FEMA, Sonnenfeld sarebbe infatti "il primo funzionario governativo statunitense esposto direttamente agli eventi dell'11/9 che ha denunciato come stanno le cose" (sempre Voltairenet.org).

Ma lasciamo da parte l'uomo e le sue vicende personali, indubbiamente tragiche, e andiamo a vedere quali sono le sue asserzioni riguardanti l'11 settembre.

"Mi è sembrato strano essere inviato a New York ancor prima che il secondo aereo colpisse la Torre Sud, mentre i media ancora dicevano che un 'piccolo aereo' aveva colpito la Torre Nord: una catastrofe fin troppo piccola, a quel punto, per coinvolgere la FEMA," dice Sonnenfeld. L'asserzione non è verificabile: abbiamo solo la parola del fotografo. Potrebbe dimostrare la veridicità di quello che dice presentando il suo Activation Order inviato dalla FEMA: al momento non risulta che l'abbia fatto.

"Mi è sembrato strano che fossero proibite così severamente tutte le fotocamere dentro il perimetro sorvegliato di Ground Zero". Considerato il rischio di sciacallaggio e la quantità di fotografie morbose scattate e poi diffuse da alcune persone (immagini che Undicisettembre ha scelto di non pubblicare), non sembra una stranezza tanto forte da essere prova inequivocabile, e di certo la proibizione non fu efficace.

"[Mi è sembrato strano] che l'intera zona fu dichiarata scena del crimine ma le 'prove' di quella scena del crimine furono rimosse e distrutte così rapidamente." Ci vollero otto mesi per rimuovere le macerie, e sarebbe stato scandaloso lasciare intatta la catasta di macerie, sotto la quale potevano esserci dei feriti, e sulla quale i vigili del fuoco dovettero lavorare per consentire i soccorsi, spegnere gli incendi sotterranei ed evitare che il crollo della vasca di contenimento delle Torri allagasse la metropolitana di New York: "Throughout the operation, finding survivors, and then later human remains, was always the priority. But to do that we had to be able to remove the debris and steel" (Kenneth Holden, Commissario del New York City Department of Design and Construction, testimonianza alla Commissione 11/9, aprile 2003).

"E mi è parso molto strano scoprire che la FEMA e molte altre agenzie federali erano già in posizione al loro centro di comando al Molo 92 il 10 settembre, un giorno prima degli attacchi!". Perché mai gli organizzatori di un'ipotetica messinscena top secret dovrebbero essere così stupidi da rovinare il proprio piano con un gesto così rivelatore, facendo arrivare in anticipo uno stuolo di persone che si sarebbero chieste come mai erano state mandate lì prima dell'attacco? Infatti la FEMA non arrivò a New York il 10 settembre, ma l'11. L'equivoco è una vecchia bufala scaturita da una singola intervista televisiva a un esausto addetto della FEMA, Tom Kenney, che disse "lunedì" al posto di "martedì" (i dettagli sono in questo articolo).

"Ci viene chiesto di credere che tutte e quattro le 'indistruttibili' scatole nere dei due jet che colpirono le Torri Gemelle non furono mai trovate perché furono completamente vaporizzate, eppure io ho immagini delle ruote in gomma del carrello praticamente intatto e dei sedili, di pezzi della fusoliera e di una turbina che assolutamente non furono vaporizzati". Le scatole nere non sono "indistruttibili": sono robuste, ma anche loro hanno dei limiti. Quelle del Volo 587, precipitato per altre cause poco dopo l'11 settembre 2001, furono semidistrutte pur non avendo trapassato un edificio e pur non venendo schiacciate da decine di migliaia di tonnellate di acciaio insieme a quasi tutto il resto del velivolo (dettagli).

Che differenza fa, di preciso, che le scatole nere siano o non siano state recuperate? Migliaia di testimoni oculari hanno visto gli impatti, e Sonnenfeld stesso ha visto e fotografato i rottami d'aereo, raccolti e messi a disposizione dell'FBI (foto qui accanto).

Cosa più importante, le parole di Sonnenfeld sbufalano tutte le teorie "no-planes" che sostengono che le Torri Gemelle non furono colpite da aerei e che fu tutta una messinscena televisiva.

"Detto questo, trovo strano che oggetti di questo genere possano essere sopravvissuti abbastanza indenni al tipo di distruzione che trasformò in polvere sottile la maggior parte delle Torri Gemelle". La distruzione di cui parla Sonnenfeld fu provocata dagli incendi, scoppiati nelle Torri dopo gli impatti degli aerei, e soprattutto dai crolli, ai quali quei frammenti d'aereo non presero parte, essendo stati proiettati fuori dall'edificio subito dopo l'impatto.

"E nutro decisamente dubbi sull'autenticità della turbina di jet, decisamente troppo piccola per provenire da uno dei Boeing!" Ancora una volta, se Sonnenfeld vuole insinuare che i rottami furono piazzati da qualcuno, dovrebbe spiegare perché quel qualcuno sarebbe così stupido da piazzare rottami del motore sbagliato. Come se un motore di Boeing 767 fosse difficile da procurare.

"Quello che è successo all'Edificio 7 è incredibilmente sospetto. Ho dei video che mostrano quanto fosse stranamente piccola la catasta di macerie e che gli edifici su entrambi i lati erano intatti". Vediamo le dimensioni della "piccola" catasta di macerie e gli edifici adiacenti "intatti".






La Fiterman Hall, successivamente demolita perché troppo danneggiata.


Il lato del Verizon Building rivolto verso il WTC7.

"Non era stato colpito da un aereo; aveva subito soltanto danni minori dal crollo delle Torri Gemelle e c'erano soltanto piccoli incendi in un paio di piani." Vediamo i "danni minori" e i "piccoli incendi".









Insomma, fin qui siamo di fronte alle solite asserzioni cospirazioniste sbugiardate da tempo.

Nell'intervista a Voltairenet.org, Sonnenfeld racconta infine di aver trovato, insieme ai soccorritori, un caveau misteriosamente sventrato e svuotato. E con questo finiscono le sue presunte prove. E' francamente un po' poco.

Le altre, secondo un copione già visto, sono disponibili acquistando il suo libro El Perseguido. Pubblicato nonostante, a suo dire, la propria vita e quella dei propri cari siano in pericolo se racconta quello che sa.

6 commenti:

Domenico_T ha detto...

Se c'era qualcosa che non si doveva sapere, non avrebbe manco potuto filmare.

O vogliamo credere che i cospiratori siano così crudeli da fare fuori 3000 persone e lasciare lui in vita?

mother ha detto...

E' bello che il nome Steve Spak appaia in bella mostra poco sopra la conclusione logica de "El Perseguitado".
Lascia quel non so che di curiosità su come rifugiati in Argentina per evitare la condanna a pena di morte non riescano a fare ciò che invece riesce ad un normale pompiere.
Sarebbe interessante sapere se nella richiesta di asilo politico in Argentina è stato inserito anche qualche riferimento a "El Perseguitado" o comunque si sia fatto riferimento anche alla questione 11 settembre 2001.

Giuliano47 ha detto...

@mother

"non riescano a fare ciò che invece riesce ad un normale pompiere"

Se si spiegasse meglio saressi contento :-)

brain_use ha detto...

Non è l'unico, tra i personaggi dedicatisi alla "Ricerca della Verità", che sostengono di temere per la propria incolumità: Meyssanmedesimo, tanto per restare in tema di Voltairenet, si è autoesiliato da quel terribile paese che, a suo dire, è la Francia moderna.

Curiosa l'incapacità di tutti questi temibilissimi servizi segreti di far tacere giusto giusto i "Ricercatori della Verità"...

Rado il Figo ha detto...

"Ho dei video che mostrano quanto fosse stranamente piccola la catasta di macerie"

Non ho capito questa "stranezza". Cioè: capisco si possa reputare strano che il WC7 sia crollato senza essere stato colpito e/o che aveva pochi danni e/o cogli edifici vicini che rimangono in piedi, ma che cosa vuole insinuare con "piccola" "catasta di macerie"?
A interpretazione letterale, si sostiene che le macerie erano troppo poche, quindi la conclusione quale sarebbe? Che il WC7 è stato sostituito da un edificio più piccolo e poi questo è stato fatto crollare? O che hanno asportato (quando poi?) macerie "compromettenti" (e sarei curioso di sapere sia come hanno fato la cernita sia quando avrebbero effettuato l'operazione) prima che arrivasse "el perseguidato"?

brain_use ha detto...

@Rado:
credo che la cosa significativa sia l'avverbio "stranamente".

L'unica cosa che interessa a certi personaggi, è che l'interlocutore percepisca il messaggio "c'è qualcosa che non va".
"Cosa", a loro non interessa.