2008/01/31

Giulietto Chiesa a Le Storie (Raitre, 31/1/2008), prima parte

di Undicisettembre, con commenti di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Pubblichiamo qui la prima parte della trascrizione della puntata del programma Le Storie andato in onda su Raitre il 31 gennaio 2008 e condotto da Corrado Augias.

Non si intende violare alcun diritto d'autore: la trascrizione è pubblicata per sopperire alla mancanza di un servizio equivalente fornito dall'emittente ed è messa a disposizione dell'emittente stessa qualora desiderasse pubblicarla. Le evidenziazioni sono aggiunte.

La puntata di Le Storie può essere vista presso il sito di Raitre qui.

In sintesi


Chiesa e il suo video Zero fanno una serie di affermazioni di fatto. Tutte queste affermazioni risultano errate quando le si verifica rispetto ai fatti tecnici documentati e rispetto alle indagini giornalistiche.
  1. Il video Zero afferma che la facciata del Pentagono crollò un'ora dopo l'impatto. E' falso: crollò alle 10:10, mezz'ora dopo l'impatto.
  2. Il video Zero sostiene che ci si doveva aspettare il prato del Pentagono coperto di grandi rottami. E' falso, perché l'aereo è entrato nell'edificio, esattamente come al World Trade Center. Fuori sono rimasti solo pochi frammenti sminuzzati dalla violenza dell'impatto.
  3. Chiesa sostiene che l'aereo al Pentagono "non c'è". Eppure ci sono circa 100 testimoni che l'hanno visto. Molti di loro sono giornalisti e semplici passanti.
  4. Chiesa sostiene che sia impossibile, per un aereo civile, avvicinarsi al Pentagono. Ma l'aeroporto civile Reagan sorge a 1200 metri dal Pentagono. Da lì passano in continuazione aerei civili.
  5. Chiesa sostiene di aver documentato "con assoluta dovizia di particolari i sistemi di difesa" del Pentagono. Nel video Zero, sono "documentati" da un cartone animato. Nessuna fotografia o filmato li mostra dal vero.
  6. Chiesa sostiene che un Boeing 757 non è progettato per la manovra fatta al Pentagono. Gli esperimenti fatti dai giornalisti europei e dai piloti di linea dicono che la manovra (quella reale, non quella descritta dai complottisti) è perfettamente fattibile anche da un dilettante.
  7. Chiesa parla di un "aereo bianco con quattro motori" che sorvolava la Casa Bianca l'11 settembre ed è stato ripreso dalla CNN, ma misteriosamente la CNN ha messo in onda le immagini "con sei anni di ritardo". E' falso: la CNN le trasmise il giorno stesso degli attentati.
  8. Chiesa dice che la presenza dell'"aereo bianco" è stata descritta come "totalmente inspiegabile" dalla CNN. E' falso: nei suoi servizi dedicati a quest'aereo, chiarisce che è una postazione di comando volante, che viene attivata proprio in caso di emergenze, comprese i disastri naturali.
  9. Chiesa afferma che l'aereo che ha colpito il Pentagono "è sparito dai radar per 36 minuti". e attribuisce questo dato tecnico agli "atti ufficiali". E' falso. Gli "atti ufficiali" (in realtà perizie tecniche) documentano che i radar militari persero il Volo 77 per 19 minuti; ma questo vuoto è colmato dai radar civili, per cui l'aereo non uscì mai dalla copertura, anche se non fu possibile identificarlo in tempo reale.
  10. Chiesa richiama un "piano Northwoods" che avrebbe anticipato la cospirazione facendo cadere di nascosto un aereo civile e sostituendolo con un altro vuoto. E' falso: il piano Northwoods (peraltro scartato dalle autorità) ipotizzava un aereo distrutto in volo sul mare, non un aereo schiantato contro un edificio.
  11. Chiesa afferma che "il buco non è sufficiente" nella facciata del Pentagono. Dice che è "un buco di cinque metri". E' falso: lo squarcio misura 35 metri ed è documentato fotograficamente.

Dopo aver fatto tutte queste affermazioni tecniche, dice che "le questioni tecniche sono secondarie".

Niente aereo al Pentagono


AUGIAS: Buongiorno. L'11 settembre del 2001, a New York l'attacco alle Torri Gemelle, a Washington l'attacco al Pentagono, e l'aereo caduto sulle pianure della Pennsylvania hanno cambiato la storia del secolo, almeno di questa prima parte del secolo. Non si tratta soltanto di vittime umane e di danni materiali ingenti, ma di conseguenze storico-politiche di grande rilievo. Ed è dal settembre del 2001 che continua a girare la domanda: ma quello che sappiamo è veramente tutta la verità, nient'altro che la verità, come si dice nelle formule del giuramento anglosassone? La risposta è controversa, e noi oggi abbiamo qua un... giornalista, e inchieste e inviato speciale, il quale a questo argomento si è dedicato... si dedica da molto tempo con una tesi in testa: la tesi che lui intende dimostrare è che non solo non sappiamo tutta la verità, ma che quel giorno ci fu un complotto di cui ciò che sappiamo è soltanto l'apparenza. Giulietto Chiesa. Buongiorno.

AUGIAS: Caro Chiesa, lei ha scritto... tanto, s... si è rivolto anche in varie sedi. Ci potrebbe riassumere, in un argomento ovviamente un po' complicato, ci potrebbe riassumere due o tre punti che le fanno dubitare, anzi ritenere inverosimile, la versione ufficiale? Primo?

CHIESA: Primo, eh... l'aereo del Pentagono.

AUGIAS: Parliamo dell'aereo del Pentagono. Possiamo vedere? No? Sì? Possiamo vedere, Marina, l'aereo del Pentagono? Sì, vediamolo.

Viene mostrato uno spezzone del video Zero.

SPEAKER DI ZERO: Secondo la versione ufficiale, alle 9 e 37 il volo 77 dell'American Airlines si sarebbe schiantato contro il Pentagono. Queste rare immagini mostrano la scena subito dopo l'impatto e prima che, un'ora dopo, l'intera struttura crollasse.

Il video di Chiesa sembra avere serie difficoltà anche con i fatti più basilari. Il crollo non è avvenuto un'ora dopo, ma mezz'ora dopo. Perché tanta facilona imprecisione anche con le cose più semplici? Come ci si può fidare delle arditissime deduzioni di un video che sbaglia anche sui dati elementari?

Ovviamente, inoltre, l'impatto dell'aereo non ha ridotto a una frittella l'intero Pentagono, come parrebbe dalle parole "l'intera struttura", ma ha causato il crollo di una porzione molto ridotta dell'edificio.

SPEAKER DI ZERO: Come vedete, si tratta di una scena piuttosto insolita. Ci si sarebbe ragionevolmente aspettati di vedere qualcosa del genere [vengono mostrate immagini dell'attentato aereo di Lockerbie], ovvero pezzi d'aereo, valigie, rottami dappertutto, come in ogni disastro aereo. E invece no.

L'attentato di Lockerbie fu causato da una bomba collocata a bordo. L'aereo esplose in aria e i pezzi precipitarono a terra. Che senso ha paragonarlo con l'impatto al Pentagono, nel quale l'aereo è entrato intero in un edificio, lasciando fuori solo pochi frammenti, esattamente come i due aerei dirottati alle Torri Gemelle?

Non solo: le immagini mostrate sono state scelte in modo da non far vedere la zona dell'eliporto davanti al Pentagono, a sinistra del foro d'impatto. Quella zona in realtà è costellata di rottami molto piccoli, sminuzzati dalla violenza dell'impatto. L'impatto è stato obliquo alla facciata e ha scagliato i rottami verso sinistra. La parte che, guarda caso, Zero non mostra. Vediamola in qualche foto.










Si ritorna in studio.

AUGIAS: Questo documentario, dal quale abbiamo tratto le immagini, così come altre che probabilmente vedremo, è tratto... sono... si chiama "Zero - inchiesta sull'11 settembre", autori Franco Fracassi e Francesco Trento, film prodotto grazie all'azionariato popolare, budget diviso tra centinaia di piccoli produttori. Questo per doverosa informazione. Allora, che cos'è che non la convince qua dentro?


Le prove? Un cartone animato


CHIESA: L'aereo non c'è. Uhm... eh... quell'aereo, se fosse stato davvero quell'aereo, non avrebbe potuto penetrare nello spazio aereo della Casa Bianca. Nel film mostriamo con assoluta dovizia di particolari i sistemi di difesa che erano previsti.

Come sanno i pochissimi che hanno finora potuto vedere "Zero", l'"assoluta dovizia di particolari" è costituita da un cartone animato che mostra delle fantomatiche postazioni lanciamissili che sbucherebbero dal prato del Pentagono, nella migliore tradizione dei film di James Bond.

CHIESA: Non poteva arrivare un aereo civile su quell'obiettivo senza avere un contrassegno militare, che non aveva, non poteva avere, essendo un aereo civile.

Si noti la totale imprecisione tecnica di Chiesa: parla di un "contrassegno militare", che detto così parrebbe essere un equivalente del bollo auto. Gli aerei verrebbero dunque autorizzati o meno guardando se hanno il contrassegno in regola sul parabrezza?

In realtà, come si scopre vedendo il video Zero, Chiesa allude al sistema IFF, Identification Friend o Foe, che è un trasmettitore radio installato sugli aerei militari per distinguere gli alleati dai nemici. L'identificazione non avviene in alcun modo tramite un "contrassegno": avviene tramite un segnale radio. Sembra che Chiesa non sappia bene cosa dice il suo stesso video e confonde lo spettatore invece di fare chiarezza.

In ogni caso, è un dato di fatto che gli aerei civili possono eccome arrivare "su quell'obiettivo". Lo fanno tutti i giorni: l'aeroporto civile Reagan sorge infatti a 1200 metri dal Pentagono. Accanto al Pentagono passano ogni giorno decine di aerei di linea. Si vedono chiaramente la vicinanza e l'orientamento della pista dell'aeroporto, in alto a sinistra in questa foto (cliccabile per ingrandirla):



CHIESA: Ehm... ci sono decine di elementi che escludono questa possibilità, tra le quali quella che quell'aereo, che era un Boeing 757, pesante 100 tonnellate, che viaggiava a 800 chilometri orari, non poteva fare quella manovra, semplicemente perché quell'aereo non è disegnato per fare una manovra di quel genere. E potrei continuare a lungo, questo è uno degli argomenti.

AUGIAS: Dunque, sì, devo dire due cose co... per l'uso di questa puntata. La prima cosa, curiosissima: noi riceviamo molta posta elettronica al sito che si chiama... Laura...?

LAURA: La nostra posta elettronica è "le storie chiocciola Rai punto IT".

AUGIAS: [ripete l'indirizzo] ...molta posta elettronica. Ma oggi, forse per la prima volta da cinque anni, abbiamo avuto molta posta prima che la puntata cominciasse, tutte dicendo... eh... Cristina, per esempio?

CRISTINA: Questa è solo l'ultima arrivata e dice: "Ho troppo rispetto per voi e la vostra trasmissione per non avvertirvi che il vostro ospite di oggi e le varie teorie complottiste millantano prove e dimostrazioni che in realtà non hanno."

AUGIAS: Ecco, eh ca... caro Chiesa, lei viene... chi si... Sappiamo nome e cognome... siamo... Come si chiama questa signora?

CRISTINA: La signora Sara Magrin.

AUGIAS: Sala?

CRISTINA: Magrin.

AUGIAS: Magrin e scrive da Padova, no? Come... uhm. Ecco, questa, per esempio, una cosa che lei non ha... Ora io... la cosa...

CHIESA: Fanno il loro mestiere, che devo fare?

Sembra quasi che Chiesa si senta oggetto di persecuzione da parte di un nemico folto, invisibile e innominabile, al soldo degli onnipotenti mandanti del complotto.

Assai più banalmente, ho segnalato la trasmissione nel mio blog personale, Chiesa ha fatto altrettanto nel suo sito, e chiaramente i rispettivi lettori si sono dati da fare scrivendo alla trasmissione. Sembra esserci una spiccata propensione ad interpretare ogni avvenimento come un sintomo di cospirazione.

Manovre impossibili


AUGIAS: Eh sì... no... per carità... lei continui la sua... lei ne ha fatte tante, faccia pure questa. Ehm... la cosa curiosa ancora è che lo stesso editore, Piemme, ha pubblicato sull'argomento due libri che sono uno all'opposto dell'altro. Uno è "Zero"... no, è questo qua... Uno è "Zero", al quale lei ha... condi... fatto da lei, insomma, curato da lei, e uno è "11 barra 9", tutt'e due Piemme, "La cospirazione impossibile", curato da Massimo Polidoro, dove si smontano... Perché ho fatto vedere questi due libri? Perché per esempio, su quello che lei ha detto, aereo sul Pentagono, qua sono disegnate... adesso purtroppo in un programma così non possiamo scendere nei dettagli, ma sono disegnate due... [al cameraman] Gianluca, vieni un momento qua se puoi... due traiettorie... rotte possibili, una delle quali sarebbe stata effettivamente impossibile per un aereo di quelle dimensioni a quella velocità... una... una cosa così da fare... una invece che sarebbe stata agevolm... possibile fare anche se da parte di un pilota bravo. Che diciamo?

CHIESA: Diciamo, diciamo che tutti i piloti che abbiamo noi intervistato ci dicono che quella manovra... per fare una manovra del genere ci vorrebbero decine di esperimenti fatti da piloti con centinaia di ore di volo. Azzeccare una cosa del genere a quella velocità è praticamente impossibile.

I fatti descrivono un quadro ben diverso. Il documentario d'inchiesta Zembla della televisione olandese ha messo un pilota dilettante di aerei da turismo in un simulatore professionale di aerei di linea. Il pilota è riuscito a ripetere la medesima manovra tre volte su tre, senza aver mai guidato un aereo di linea. Del resto, la virata è un ovale che varia da 8 a 10 chilometri di diametro ed è fatta nell'arco di vari minuti. Niente di impossibile, anche per un dilettante: figuriamoci per un pilota con licenza commerciale, come il dirottatore Hani Hanjour.

CHIESA: Ma vorrei che fosse chiaro che qui non stiamo discutendo di questioni tecniche. Le questioni tecniche sono secondarie.

No, non sono affatto secondarie. Ogni teoria complottista si basa su affermazioni di fatto, molte delle quali sono tecniche (come quelle che ha appena fatto Chiesa). Se quelle affermazioni di fatto risultano false, la teoria non si regge.

A questo punto Chiesa cambia discorso. E cosa fa? Un'altra affermazione tecnica: parla di uno specifico tipo di aereo avvistato sopra la Casa Bianca l'11 settembre e ne descrive le caratteristiche tecniche. Quelle che ha appena definito "secondarie".

L'aereo bianco "misterioso"


CHIESA: Il problema fondamentale, per esempio, è che nessuno ha spiegato come mai per esempio sull'aereo... nel momento in cui questo presunto aereo colpiva il Pentagono, per esempio, sorvolava la Casa Bianca un aereo bianco con quattro motori che è il famoso aereo che si chiama Doomsday Plane, cioè "aereo fine del mondo", con cui il Pentagono comanda la difesa degli Stati Uniti nel caso di un attacco nucleare strategico. Queste cose non le dico io, le dice la CNN, che ha mandato in onda le immagini con sei anni di ritardo di quest'aereo che sta sorvolando la Casa Bianca, dicendo, la CNN, che è una cosa totalmente inspiegabile...

Quest'affermazione è falsa. La CNN non ha affatto atteso sei anni prima di mandarle in onda. Sono andate in onda in diretta televisiva l'11 settembre, come documentano le registrazioni di quel giorno (che Undicisettembre possiede integralmente per tutte le principali reti televisive USA).

Non solo: la CNN non dice affatto che è cosa "totalmente inspiegabile". Si tratta di un esemplare di E-4B, un aereo il cui compito non è limitato alla difesa USA in caso di attacco nucleare ma si estende alla gestione delle emergenze: funge da postazione di comando per enti civili come la FEMA in caso di uragani, per esempio. E indubbiamente l'11 settembre può essere considerato un giorno d'emergenza. Quel giorno c'erano tre di questi aerei in volo. Non c'è nulla di misterioso. I dettagli sono discussi da tempo in questo articolo.

CHIESA: ...e che a sei anni di distanza lo stesso presidente della commissione d'inchiesta ufficiale, richiesto di sapere se sapeva qualche cosa, dice "Sì, abbiamo sentito parlare"... Allora, riassumendo, Corrado, per essere molto franchi: la mia... tesi è una sola. L'inchiesta ufficiale sull'11 settembre ha così tanti buchi, non uno, migliaia, centinaia, pagina per pagina, ha così tante incongruenze, così tanti silenzi che la mia richiesta è molto semplice: riaprire l'indagine perché quell'indagine fa pena. E' molto semplice.

AUGIAS: Va bene. Non lo possiamo fare in questa sede.

CHIESA: Eh, non possiamo farlo in questa sede, ma voglio dire...

AUGIAS: Però in questa sede ci...

CHIESA: ...anche per quelli che obiettano... io... sono pronto a sentire un'altra versione, ma quella che ci hanno dato è palesemente inso... insostenibile. Non c'è dubbio.


Il Volo 77 è atterrato o è caduto altrove


AUGIAS: Una balla, lei dice che è una balla. Ascolti, però... noi... lei adesso ha detto "quel presunto aereo". Quell'aereo non è presunto. Il volo American Airlines numero 77 esisteva. A bordo di quell'aereo... quello è partito... a bordo di quell'aereo c'erano delle persone, fisiche, reali, come noi qua dentro. Quelle persone non ci sono più.

CHIESA: Sì.

AUGIAS: Allora?

CHIESA: Allora?

AUGIAS: Eh, allora che hanno fatto?

CHIESA: Noi sappiamo soltanto che quest'aereo è sparito. Noi quello che sappiamo, checché se ne dica, perché risulta dagli atti ufficiali, che quest'aereo è sparito dai radar per 36 minuti.

Quest'affermazione tecnica è errata e rivela la conoscenza superficiale dei dati e della materia aeronautica. Infatti il valore di 36 minuti compare nel Capitolo 1 del rapporto della Commissione 11/9: "American 77 traveled undetected for 36 minutes on a course heading due east for Washington, D.C", e a quanto pare le letture di Chiesa si sono fermate lì.

E' ironico che Chiesa citi come prova delle proprie tesi il rapporto della Commissione che secondo lui è falso, ma lasciamo stare.

Come si evince dal contesto delle frasi che precedono e seguono questa citazione tratta dal rapporto della Commissione, "undetected" non significa "fuori dalla copertura radar", ma "senza essere identificato dai controllori di volo". Infatti i dirottatori spensero il transponder, che consente ai controllori di identificare i vari echi del radar, ma i radar continuarono a tracciare il volo per tutta la sua durata tranne 19 minuti, non 36. Questo risulta da un "atto ufficiale" che Chiesa a quanto pare non conosce, nonostante i dichiarati anni di studio, ed è il rapporto Recorded Radar Data Study dell'NTSB. Da questo rapporto si può trarre questo grafico eloquente:


A questi dati si aggiungono la registrazione della "scatola nera" (Flight Data Recorder), anch'essa pubblicamente disponibile, e l'analisi dei dati dei radar civili, che coprono la parte del volo mancante dai radar, come si vede qui sotto:


CHIESA: "Sparito dai radar" vuol dire due sole cose: o che volava talmente basso, e per un aereo di quelle dimensioni volare talmente basso è già un problema rilevante, oppure...

AUGIAS: Sì, ma non impossibile...

CHIESA: ...oppure che è andato da qualche altra parte...

AUGIAS: ...non impossibile, come sa.

CHIESA: Benissimo, ma io voglio soltanto dire... perché gli spettatori capiscano, è che quest'aereo è sparito dai radar per 36 minuti. Dove sia andato in questi 36 minuti non lo so, non lo affermo, dico semplicemente che in questi 36 minuti possono essere accadute mille cose diverse, una delle quali è che quest'aereo è stato fatto cadere, per esempio, da un'altra parte. Molto semplice. E' chiaro?

AUGIAS: Sì. Allora, noi non ci...


Detto così sembra semplice. Ma la teoria di Chiesa richiede che il Volo 77 sia stato fatto cadere da qualche parte nel mezzo degli Stati Uniti, nell'Ohio, nella zona dove i tracciati radar s'interrompono, e sia stato fatto sparire senza lasciare la minima traccia. Stiamo parlando di un velivolo da oltre 100 tonnellate.

Inoltre l'NTSB avrebbe dovuto falsificare perfettamente i tracciati radar, con la complicità dei radaristi civili e militari di ciascuna delle numerose stazioni radar che seguirono l'aereo, e avrebbe dovuto anche falsificare altrettanto perfettamente i dati delle "scatole nere", cosa che avrebbe richiesto un altro congruo numero di complici espertissimi.

Infine, sarebbe stato necessario approntare un altro velivolo che prendesse il posto del Volo 77 e proseguisse la rotta. Un aereo che poi i testimoni al Pentagono avrebbero identificato come un Boeing 757 della American Airlines.

Non sembra più tanto semplice, vero?

E tutto questo per poi lasciare un buco radar (secondo Chiesa) di 36 minuti? Se fossero stati cospiratori furbi, avrebbero falsificato i dati in modo da non lasciare buchi sospetti; invece è necessario incrociare i dati di varie fonti per completare le lacune. Siamo in piena Sindrome del Cospiratore Pasticcione.

Ma soprattutto, perché mai architettare un piano così assurdamente arzigogolato?

Il piano Northwoods


CHIESA: Esistono già dei piani, voglio dire, esiste il piano Northwoods, che è stato elaborato dai capi del Pentagono qualche dece... decennio fa, ai tempi di Kennedy, in cui si prevedeva esattamente questa cosa. Quindi non è una fantasia che io sto buttando lì per aria.

Falso. Il Piano Northwoods (che, ricordiamolo, risale al 1962, quarantasei anni fa, in piena Guerra Fredda, clima ben diverso da quello attuale) prevedeva tutt'altro: non far cadere un aereo, ma sostituirne uno pieno di passeggeri con un altro uguale, ma vuoto.

Invece l'aereo al Pentagono aveva ancora a bordo passeggeri ed equpaggio, di cui sono stati trovati i resti e gli effetti personali. E nel piano Northwoods, l'aereo vuoto veniva distrutto in volo sopra il mare per simulare un abbattimento da parte dei cubani; non veniva fatto schiantare contro un edificio in mezzo agli Stati Uniti.

AUGIAS: Ascolti, però. Il fatto... è stato fatto cadere da qualche altra parte, cioè in mezzo al mare, perché se lei si preoccupa...

CHIESA: Per esempio, per esempio, non lo so io.

AUGIAS: ...se lei si preoccupa che davanti al Pentagono non ci sono rottami sufficienti per ip... rottami di aeroplano, come si vede sempre in tutti...

Qui Augias centra perfettamente il problema di fondo delle teorie cospirazioniste. I complottisti lamentano che la ricostruzione comunemente accettata non è sostenuta da prove sufficienti, ma chiedono di prendere seriamente in considerazione ipotesi alternative che di prove a sostegno non ne hanno nemmeno mezza.

Ancora il foro troppo piccolo al Pentagono


CHIESA: Il buco non è sufficiente.

AUGIAS: No, no, no, guardi...

CHIESA: Non può entrare in un buco di 5 metri un aereo di queste dimensioni.

Chiesa ci chiede di credere che i sofisticatissimi organizzatori della messinscena siano stati così imbecilli da fare un foro di cinque metri nel Pentagono e spacciarlo per la breccia prodotta da un aereo largo 38 metri, sperando che nessuno si accorgesse della lieve incongruenza.

AUGIAS: Qua... Sì, un momento, ho capito, no... mi stanno facendo segno che arrivano delle... Carolina, con la sua proverbiale eh... forza di penetrazione, altro che l'aereo del Pentagono, ehm... mi sta dicendo che sono arrivate delle lettere. Però io volevo finire un modesto ragionamento. In questo libro [mostra "Zero", ma in realtà intende riferirsi "La Cospirazione Impossibile"], adesso non posso far vedere tutte le foto, ma ci sono delle foto che dimostrano che effettivamente il buco è 4 metri e tanto, che è più o meno la larghezza di una fusoliera, ma c'è sulla facciata del Pentagono l'impronta delle ali. Anzi, erano inclinate in questo senso, cioè con l'ala destra più alta e con quella sinistra più bassa.

CHIESA: Non esiste. Questa... questa... questa affermazione è priva di significato.

AUGIAS: Qua c'è la foto.

CHIESA: Abbiamo esa... Qua...? Dove qua?

AUGIAS: Eh, gliela faccio vedere. E' su quell'altro? Adesso mentre... mentre la -- chi è? -- Laura ci legge la lettera io cerco la foto. Prego.

Purtroppo la regia non assiste Augias e la foto non viene mostrata. Ecco alcune delle foto che secondo Chiesa non esistono:

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LAURA: [legge dal computer] Allora, ricordo benissimo che il sito dell'ANSA il giorno 11 settembre 2001 dette come prima notizia...

AUGIAS: Più forte, più for...

LAURA: ...il fatto che al Pentagono parlava eh... si parlava dello scoppio di un camion; inoltre bastava guardare le immagini della CNN, da dove tutto si vedeva fuorché i resti di un aereo.

AUGIAS: Ecco.

CHIESA: Io però ribadisco il punto che noi non possiamo discutere di dettagli, perché ci vuole un mese di tempo solo per discutere dei dettagli.

AUGIAS: Sì, ha ragione, ha ragione.


E di cos'altro vogliamo parlare, se non di dettagli? Perché le teorie cospirazioniste sono basate proprio sui dettagli. Sono loro a tirare in ballo i dettagli come le dimensioni del foro d'impatto al Pentagono, salvo poi tirarsi indietro quando qualcuno minaccia di svelare al pubblico che ci sono foto che dimostrano la falsità lampante delle loro dichiarazioni.

La seconda parte della trascrizione è pubblicata qui.

2008/01/30

Testimoni al Pentagono: Steve Anderson

di Paolo Attivissimo

Con questo articolo inizia la progressiva traduzione, verifica e pubblicazione delle testimonianze riguardanti l'impatto al Pentagono. A lavoro ultimato, tutte le testimonianze saranno pubblicate in un unico documento PDF liberamente scaricabile.

Nome: Steve Anderson.

Qualifica: Director of Communications al giornale USA Today.

Data della testimonianza: 2 ottobre 2001.

Luogo da cui ha assistito: il suo ufficio al 19° piano del palazzo di USA Today ad Arlington, con vista sul Pentagono. Il palazzo si trova, stando a una prima ricerca, al 1100 di Wilson Boulevard (38°53'39.21"N; 77°4'9.21"O), a 2700 metri dal punto d'impatto, e ora è noto come Twin Towers. Precedentemente era noto come Gannett/USA Today Building.


Fonte: Jmu.edu.

Testimonianza:

Io ho visto il jet colpire il Pentagono l'11 settembre. Dal mio ufficio al 19° piano del palazzo di USA Today ad Arlington, in Virginia, posso vedere il Cimitero di Arlington, Crystal City, il Pentagono, l'Aeroporto Nazionale [Reagan] e il fiume Potomac. ... Poco dopo aver visto [alla televisione] la seconda tragedia, udii dei motori a getto che passavano il nostro palazzo, cosa molto comune, visto che è così vicino all'aeroporto. Ma pensavo che l'aeroporto fosse chiuso. Pensai fosse un aereo che si avvicinava per atterrare. Pochi istanti dopo, mentre guardavo la mia scrivania, l'aereo colse la mia attenzione. Non capii subito. Pensai che non riuscivo a credere che il pilota stesse volando così basso. Poi mi resi conto di quello che stava per succedere. Guardai con orrore mentre l'aereo volava all'altezza degli alberi, si inclinava leggermente a sinistra, trascinava l'ala lungo il terreno e si schiantava contro la parete ovest del Pentagono, esplodendo in una palla di fuoco gigantesca. Poi fumo nero. Poi fumo bianco.

Testo originale:

I witnessed the jet hit the Pentagon on September 11. From my office on the 19th floor of the USA TODAY building in Arlington, Va., I have a view of Arlington Cemetery, Crystal City, the Pentagon, National Airport and the Potomac River. ...Shortly after watching the second tragedy, I heard jet engines pass our building, which, being so close to the airport is very common. But I thought the airport was closed. I figured it was a plane coming in for landing. A few moments later, as I was looking down at my desk, the plane caught my eye. It didn't register at first. I thought to myself that I couldn't believe the pilot was flying so low. Then it dawned on me what was about to happen. I watched in horror as the plane flew at treetop level, banked slightly to the left, drug it's wing along the ground and slammed into the west wall of the Pentagon exploding into a giant orange fireball. Then black smoke. Then white smoke.

Note: Nessun accenno a missili. Anderson afferma esplicitamente di aver visto l'impatto e che si trattava di un aereo a reazione, ma non ne specifica tipo o dimensioni. La posizione di Anderson gli avrebbe permesso di assistere alla traiettoria pressoché ad angolo retto sul piano orizzontale e di vedere la facciata colpita. Anderson afferma di aver visto l'ala trascinarsi al suolo, ma da 2700 metri di distanza questo dettaglio non è osservabile con precisione.

2008/01/24

Ipse dixit: Giulietto Chiesa

di Paolo Attivissimo

"...rompere il muro del silenzio"
– Giulietto Chiesa, Megachip.info e Giuliettochiesa.it.


"Osama bin Laden è stato ammazzato"


Commenti all'articolo:


– Giuliettochiesa.it, 19 gennaio 2008 (dalla cache di Google).


"Spiacente, non sono disponibili i commenti per questo articolo"


– Giuliettochiesa.it, 24 gennaio 2008

Le immagini sono cliccabili per ingrandirle.

2008/01/21

Mancato disastro a Heathrow, quant'è facile inventare prove di complotto

di SirEdward. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Il 17 gennaio 2008 il volo BA038, un Boeing 777-236ER della British Airways, in arrivo da Pechino all'aeroporto di Heathrow, vicino Londra, con 136 passeggeri e 16 membri d'equipaggio a bordo, ha effettuato un atterraggio d'emergenza sulla pista sud dell'aeroporto.

Per la precisione, l'atterraggio d'emergenza è stato effettuato sui circa 300 metri di prato che separano la pista dal parcheggio e dall'autostrada A30.

L'aereo infatti ha toccato il suolo sul prato ed è scivolato lateralmente, rallentando fino a fermarsi all'inizio del tratto asfaltato, come confermato da un testimone:

"It crashed into the runway, debris was flying everywhere, there was an enormous bang and it skidded sideways"

Traduzione: "Si è schiantato sulla pista, c'erano rottami che volavano da tutte le parti, c'è stato un enorme botto ed è scivolato lateralmente"

Il pilota, Peter Burkill, 43 anni, ha riferito che i motori hanno perso improvvisamente potenza mentre ai comandi del velivolo c'era il primo ufficiale (first officer), John Coward. Ancora da confermare invece la notizia di un'avaria ai sistemi elettronici: un rapporto preliminare pubblicato dall'AAIB (Air Accidents Investigation Branch, ramo del Ministero dei Trasporti britannico) il 18/1/2008 ha dichiarato che i motori non avevano risposto ai comandi dell'equipaggio a 2 miglia nautiche (3,7 km) dal punto d'atterraggio, quando l'aereo era a 180 m di quota.

Durante l'atterraggio l'aereo ha riportato danni alle ali (in particolare l'ala sinistra) e uno dei carrelli posteriori è stato letteralmente strappato via.

Tutti i passeggeri sono sopravvissuti, ma 18 di loro hanno avuto bisogno di cure mediche. Solo uno dei feriti, tuttavia, non è stato dimesso entro la serata ma trattenuto in ospedale per accertamenti.

Fin qui i dettagli di cronaca, che potete trovare sul sito della BBC, a questo indirizzo, e in sintesi nella voce apposita della Wikipedia.

Questo episodio permette però qualche riflessione sulle questioni relative all'11 settembre, soprattutto per quanto riguarda i testimoni e qualche effetto controintuitivo della vicenda.

Assenza sospetta d'immagini


La prima cosa da notare è che finora non risultano persone, fra le molte che hanno assistito all'evento, che abbiano immortalato l'azione durante il suo svolgimento.

Non un telefonino, non una telecamera, non una foto dell'aereo che impatta, pur se era chiaro che il velivolo aveva dei problemi e procedeva a velocità molto bassa. Questo fatto non sarebbe di per sé rilevante, se non fosse che i sostenitori di teorie alternative sull'11 settembre affermano, forse confusi dalla contemporanea straordinaria presenza di riprese molteplici a New York, che riprese di questo genere sono all'ordine del giorno, e si chiedono "perché nessuno tra i testimoni del Pentagono ha ripreso l'aereo in arrivo?"

Molti di questi complottisti affermano spesso che è impossibile che non esista un filmato dell'impatto al Pentagono perché si tratta di uno dei luoghi più sorvegliati del mondo, dotato di telecamere ovunque. Ebbene, si può notare che anche l'aeroporto di Heathrow è uno dei luoghi più dotati di telecamere, e lo stesso si può dire dell'intera città di Londra, eppure l'unico filmato finora emerso dell'incidente a Heathrow è di pessima qualità e non mostra l'impatto. Esattamente come al Pentagono.

Possiamo finalmente dare una risposta basata sui fatti, cioè che l'esperienza dimostra che i testimoni di eventi improvvisi ed imprevisti o stanno già registrando qualcos'altro, oppure non sono portati ad estrarre telefoni o videocamere per immortalare un evento o non hanno il tempo materiale di farlo. Non lo fanno neppure quando l'evento è a velocità relativamente "bassa", figuriamoci quando gli eventi si sviluppano a oltre 800 km/h.

Nessun incendio


Un secondo aspetto controintuitivo dell'incidente è che l'aereo non ha preso fuoco, nonostante "una quantità significativa di carburante sia fuoriuscita dall'aereo", dopo un impatto talmente violento da strappar via il carrello posteriore destro e far sfondare l'ala da parte del carrello posteriore sinistro, come nota il rapporto preliminare dell'AAIB e come mostrano le immagini.

In altre circostanze, quest'anomalia verrebbe presentata da parte dei complottisti di turno come "anomalia inspiegabile" che invaliderebbe la "versione ufficiale", se non addirittura come prova di una cospirazione o messinscena. In realtà si tratta di una dimostrazione molto chiara del fatto che non sempre gli incidenti si svolgono secondo le attese dei profani, spesso falsate da errati cliché hollywoodiani.

Coincidenze straordinarie


Un'altra cosa da notare è che le coincidenze capitano continuamente.

I dirigenti sia della British Airways che dell'aeroporto, oltre che i piloti, gli assistenti e i soccorritori, ammettono che se tutto si è risolto senza feriti gravi e senza troppi danni si è trattato soprattutto di fortuna, o addirittura di un miracolo.

Coincidenze fortunate che possono arrivare a trasformare una possibile tragedia in un incidente di poco conto.

E' chiaro che a volte è una forzatura vedere in ogni coincidenza la prova di una manipolazione o di un complotto, magari perché un particolare si trova 42 centimetri a destra di dove avrebbe dovuto essere in una qualche simulazione, che per forza di cose è e rimarrà incompleta. Questo vale soprattutto quando si analizzano eventi molto complessi ma poco studiati o conosciuti, o per i quali semplicemente esistono pochi esempi pratici.

Si può poi notare la straordinaria coincidenza del fatto che il manufacturers serial number del velivolo è 30314 e il suo line number è 342. Ebbene, 3+4+2 = 9, e 3+3+1+4 = 11. In altre parole, 9/11: undici settembre. Un chiaro messaggio in codice? No, basta scegliere oculatamente fra i tanti numeri riguardanti l'incidente fino a trovarne qualcuno che si presta a manipolazioni numerologiche.

Ci sono poi altre coincidenze, di tipo "geopolitico". Quella mattina, a Heathrow, il primo ministro inglese Gordon Brown aspettava la partenza dell'aereo che lo avrebbe portato in India e, ma guarda un po' le coincidenze, in Cina, proprio il paese dal quale era partito il Boeing in emergenza. Il suo volo è poi stato rimandato a causa dell'incidente di BA038. Si sarà trattato di un avvertimento? Perché quest'incidente è capitato proprio quando Gordon Brown si trovava all'aeroporto, e non prima o dopo?

In questo caso, dato il contesto degli eventi, è facile notare che si tratta davvero di pure coincidenze, ma quando si tratta di eventi di portata maggiore le cose si complicano. La mente umana è infatti portata a dare un significato, o a inventarselo, ad ogni evento che lo circonda. E più è importante o rappresentativo l'evento e più si cercherà di trovare un significato non casuale ad ogni cosa che accade. Anche quando una riflessione più distaccata e un'analisi dettagliata porterebbe facilmente a notare la mancanza di collegamenti concreti fra i due eventi stranamente contemporanei, e a parlare solo di coincidenze.


Le testimonianze


La terza cosa da notare sono i testimoni. In questo incidente il fato ha giocato in maniera divertente con gli elementi del caso.

Molti dei testimoni citati dalla BBC nel suo articolo sono tassisti, che si trovavano nel parcheggio a ridosso della pista e che si sono visti passare l'aereo a poca distanza.

Proprio come la maggior parte dei testimoni più presi di mira al Pentagono, tra cui figura (coincidenza?) proprio un tassista, Lloyd England (questo nome è solo un'altra coincidenza? No, direbbero i sostenitori di teorie alternative), che ha avuto l'auto danneggiata da uno dei pali della luce abbattuti da AA77.

I testimoni di Heathrow affermano cose simili a quelle raccolte a suo tempo fra i testimoni dello schianto al Pentagono:

"On its approach it took the runway too low, just missing the roof of my cab".

Traduzione: "l'aereo è arrivato sulla pista troppo basso, mancando di poco il tetto del mio taxi".


Proprio come chi afferma, al Pentagono, di aver visto una grande massa passargli sopra. Addirittura il tassista afferma che l'aereo gli è passato a pochi metri dal tetto dell'auto.

Si vede bene come i testimoni siano affidabili e inaffidabili allo stesso tempo, e solo il buon senso e i controlli incrociati possono chiarire le cose: in questo caso è chiaro che il tassista riferisce un evento reale, ma è altrettanto chiaro che probabilmente sta esagerando la vicinanza, e che certi dettagli andrebbero prima verificati per altre vie prima di poterli dare per certi, con buona pace di chi ha scorto "i volti dietro ai finestrini" o ha visto "un piccolo aereo" al Pentagono.

Va ricordato che le testimonianze raccolte al Pentagono, in media, si accordano con i rottami, i danni, i resti delle vittime, i dati delle scatole nere, e più in generale gli eventi di quel giorno. Tornando a Heathrow, un altro tassista invece dice:

"[it was] so low you would think you could lean out the window and touch it".

Traduzione: "volava così basso che avreste potuto pensare di sporgervi e toccarlo".


Ancora una volta abbiamo un racconto non certo analitico, un racconto metaforico, ma chiaro. L'aereo volava molto, molto basso. Bisogna notare anche che, proprio come nella testimonianza precedente, i primi dati a essere rielaborati e modificati, o magari non ben memorizzati dal cervello sono quelli dimensionali: distanze, dimensioni, velocità e tempi.

Proprio come al Pentagono, dove nonostante la scarsa chiarezza relativa alle dimensioni del velivolo, tutti i testimoni hanno visto un aeroplano di qualche genere, non un missile o qualcos'altro. E nessuno di loro ha visto qualcosa "sorvolare" il Pentagono a bassissima quota al momento o subito dopo l'impatto.

Fra l'altro, lo stesso ragionamento può essere esteso ai testimoni presenti a New York, che parlano di "explosions". Il dato certo è che hanno sentito rumori forti e improvvisi. La valutazione dimensionale di una persona inesperta sottoposta ad un forte stress è drammaticamente inaffidabile.

A Heathrow abbiamo tuttavia anche un testimone che cita dati precisi, frutto di un atteggiamento decisamente analitico nei confronti delle cose, ma che deve essere dimensionalmente convalidato da altre prove prima di poter essere preso come "prova".

"It passed over my vehicle at something like 20ft and over the perimeter [fence] at 15ft before it plunged into the runway."

Traduzione

"è passato sopra al mio veicolo a qualcosa come 6 metri e mezzo e sul [la rete del] perimetro a circa 5 metri prima di tuffarsi sulla pista."

Erano davvero 6,5 metri e 5 metri? Non si sa. Di certo l'aereo era molto basso, perché la cosa è stata convalidata dagli altri testimoni e dal fatto che l'aereo ha toccato terra appena oltre la recinzione, ma sulle misure precise non possiamo esprimerci in questo momento.

Eppure, nel caso dell'11 settembre, stime di questo genere sono spesso usate per dimostrare che "non si trovava a 10 metri, ma solo a 5!", oppure "è crollato in pochi secondi, decisamente troppo poco tempo", oppure ancora "non poteva passare di lì, perché ipotizzando 5 gradi costanti di pitch (beccheggio) si sarebbe schiantato nel punto sbagliato, e non si possono ipotizzare in alcun modo delle variazioni".

Io credo invece che bastino queste due o tre testimonianze per chiarire quanto sia infido il terreno di chi cerca di dare spiegazioni definitive su eventi tanto complicati come gli incidenti aerei basando le proprie certezze su questioni di centimetri, pixel, qualche manciata di km/h, o pochi centesimi di secondo, sapendo che una differenza minima fra i dati che ha ottenuto e la realtà porterebbe a ribaltare completamente le conclusioni raggiunte.

Aggiornamento (2008/01/21)


A ulteriore conferma di quanto sia facile imbastire una teoria cospirazionista assemblando fatti accuratamente selezionati senza cognizione tecnica, è già emersa una prima ipotesi di cospirazione, sia pure involontaria.

Il Telegraph cita infatti, fra le possibili cause dell'incidente, l'eventuale uso di dispositivi di disturbo dei cellulari da parte dei servizi di sicurezza che scortavano il primo ministro britannico Gordon Brown, la cui auto si è trovata momentaneamente a brevissima distanza dal velivolo in atterraggio. Questi dispositivi di disturbo vengono adoperati per impedire l'uso di cellulari come radiocomandi per bombe in caso di attentati e potrebbero, secondo il Telegraph, aver interferito con i sistemi di bordo del velivolo.

Tuttavia il giornale britannico, con la consulenza di un esperto di settore, definisce "campata per aria" quest'ipotesi e nota che se i dispositivi di disturbo fossero stati in grado di causare problemi a un velivolo, "sarebbe caduto più di un aereo" e "altre persone se ne sarebbero accorte".

2008/01/19

United 93: confronto con lo schianto del volo United 585

di Hammer. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Alcuni teorici del complotto sostengono che la forma del cratere creato al suolo dal volo United 93 non sarebbe coerente con lo scenario dello schianto di un velivolo di linea. Altri dubbi sarebbero sollevati, secondo i cospirazionisti, dalla dimensione apparentemente troppo piccola dei rottami dell'aereo e dalla distanza notevole a cui furono rinvenuti i due motori.

Grazie al confronto con l'incidente aereo di Piacenza del 2006 abbiamo già mostrato come la forma della nuvola di fumo e il crash site di Shanksville siano coerenti con lo schianto di un velivolo di dimensioni simile a quelle di un Boeing 757. Ora, avvalendoci del confronto con un incidente analogo di un altro velivolo della United Airlines, mostreremo come anche la forma del cratere e altri particolari siano coerenti con l'impatto al suolo ad alta velocità di un aeromobile di linea.

Il volo United Airlines 585, mostrato nella foto a fianco tratta dal sito Airliners.net, si schiantò in un area boschiva, nota come Widefield Park, nei pressi di Colorado Springs, nello stato del Colorado, il 3 marzo 1991.

L'aereo, un Boeing 737-291, precipitò a causa di un problema relativo al timone di coda. L'NTSB condusse due indagini prima di giungere alla causa del disastro; la seconda fu aperta in seguito allo schianto (per motivi analoghi) del volo USAir 427 nel 1994.

Stando al rapporto finale dell'NTSB (il primo rapporto è invece disponibile a questo link), il volo 585 impattò al suolo dopo aver descritto una lunga spirale in assetto quasi verticale alla velocità di 212 nodi (poco meno di 400 km/h) e con accelerazione di circa 4 g.

L'immagine a destra, tratta dall'animazione NTSB riguardante l'incidente in questione, raffigura l'istante dell'impatto.

Rispetto allo schianto di Shanksville dell'11 settembre, l'impatto al suolo avvenne a velocità molto minore; il volo United 93 arrivò infatti a terra a 490 nodi (oltre 900 km/h), più del doppio quindi rispetto a United 585.

Lo schianto di Shanksville fu, per questi motivi, molto più devastante e distruttivo di quello di Colorado Springs.


Crateri simili


Ciò nonostante, i crateri formatisi nei due incidenti mostrano somiglianze sorprendenti. L'immagine seguente mostra un confronto dei due: a sinistra United 93, a destra United 585.


ua93vsua585


Stando ai dati forniti dal rapporto finale dell'NTSB, il cratere di United 585 è di soli 12 metri scarsi (39 piedi, nella misura originale) per 7 metri (24 piedi). Molto più piccolo, quindi, di quanto ci si aspetterebbe per un aereo largo 28 metri, lungo 30 e alto 11 che arriva integro al suolo, come accertato dalle indagini dell'NTSB.

La seguente immagine mostra la buca di United 585 da un'altra angolazione.



Secondo il rapporto finale dell'NTSB, il cratere è stato prodotto dalla fusoliera del velivolo che si sarebbe frantumata comprimendosi su sè stessa a fisarmonica (il rapporto NTSB dice proprio "accordion-like"). Essendosi il velivolo distrutto all'impatto, i frammenti delle parti più esterne, tra cui la quasi totalità delle ali, furono proiettati fuori dal cratere.


Rottami piccoli


I rottami dell'aereo furono poi ulteriormente consumati e in parte fusi dall'incendio conseguente allo schianto.

Per effetto, quindi, della rottura all'impatto e dell'incendio che ne seguì, i rottami dell'aereo sono di dimensione soprendentemente ridotta: nelle immagini seguenti (tratte dal documentario di National Geographic della serie Air Crash Investigation dedicato al caso in questione) si vedono infatti frammenti di aereo talmente piccoli che alcuni di essi vengono spostati a mano.













Gli aeroplani che precipitano, insomma, non lasciano sempre grosse carcasse come vorrebbero i cospirazionisti.


Motori scagliati lontano


Un altro degli aspetti controversi dello schianto di Shanksville che vengono chiariti dall'incidente in questione è il fatto che parti di entrambi i motori siano state ritrovate a grande distanza rispetto al punto d'impatto principale.

Secondo il rapporto finale dell'NTSB, l'invertitore di spinta (thrust reverser) del motore sinistro del volo United 585 fu ritrovato a circa 45 metri (150 piedi) dal punto d'impatto, mentre il rotore del motore destro fu rinvenuto a circa 170 metri (553 piedi). Questo dato conferma che il fatto che i motori vengano proiettati lontano dal punto d'impatto non è in contrasto con lo scenario di uno schianto verticale ad alta velocità.

Penetrazione nel terreno


Un ulteriore aspetto significativo del disastro del volo United 585 è che i rottami dell'aereo sono penetrati nel terreno fino a profondità considerevoli. Per esempio, il rapporto dell'NTSB dice che il motore destro fu trovato a oltre due metri di profondità, e quello destro a circa tre (pagine 42 e 43). Il cratere era profondo circa 4,5 metri (pagina 5).


La "scatola nera" non è indistruttibile


E' da notare inoltre che, sebbene entrambi i registratori di volo siano stati recuperati in stato funzionante, l'involucro esterno dell'FDR fu gravemente danneggiato all'impatto e parzialmente aperto: il nastro al suo interno era comunque integro e fu possibile recuperarne i dati.


Conclusioni


Ancora una volta, meno misteri del previsto. Il caso del volo United Airlines 585 dimostra infatti che alcuni aspetti poco intuitivi dello schianto del volo United 93 non sono incompatibili con lo scenario di un impatto verticale ad alta velocità su un terreno soffice come un campo o un'area boschiva.

2008/01/16

Giulietto Chiesa e la rivelazione di Benazir Bhutto: Osama bin Laden assassinato

di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale integrando i commenti dei lettori, che ringrazio.

E' finalmente affiorata nei media italiani la notizia che Benazir Bhutto, in un'intervista concessa poche settimane prima di morire in un attentato, ha detto che Osama bin Laden è stato assassinato.

La notizia arriva grazie agli sforzi di Giulietto Chiesa, come riferisce Panorama ("Rilanciata stamane su La Stampa da Giulietto Chiesa"). Chiesa ne parla anche nel proprio sito, criticando "i maestri del giornalismo - italiano e mondiale - che hanno taciuto, insieme alle mille verità dell'11 settembre, anche questa notizia [...], come si può leggere nell'immagine cliccabile qui accanto.

Più avanti Chiesa ribadisce: "
nessuno scrive una riga, nessuno dei media del "mainstream" dedica una riga, un 'immagine all'esplosione di interrogativi contenuta in quelle parole". E poi ancora: "Come possiamo tollerare ancora di essere costretti a lasciare nelle mani di bugiardi e cialtroni l'informazione nel nostro paese?"

L'accusa, insomma, è che tutti i giornalisti del mondo sono "bugiardi e cialtroni" (ipse dixit) e hanno taciuto la notizia clamorosa perché fanno parte della Grande Cospirazione. Tutti tranne Giulietto Chiesa, unico latore dello scoop.

La notizia, peraltro, non è una scoperta di Chiesa: gira sui siti complottisti da diverso tempo. Se ne parla per esempio su Prisonplanet.com, il sito di Alex Jones, sin dal 28 dicembre scorso. Fra una vendita di magliette e l'altra, Jones accusa nientemeno la BBC di aver volutamente censurato la frase-shock della Bhutto e di "proteggere i regimi che hanno organizzato il suo assassinio".

Quando si pensa che il complottismo non possa rendersi ulteriormente ridicolo con le sue affermazioni paranoiche, c'è sempre qualcuno che riesce a superare il limite precedente.

Media con la mordacchia


La faccenda diventa ancora più ridicola se si considera che la fonte della notizia originale, ossia dell'intervista nella quale la Bhutto ha rilasciato la sua dichiarazione apparentemente esplosiva, è proprio un giornalista. E che giornalista: Sir David Frost (immagine qui accanto), uno dei decani del giornalismo mondiale.

Fra l'altro, l'intervista è stata diffusa da Al Jazeera, mica alla chetichella in una televisione da sottoscala, e il video è ancora lì da vedere, sul canale Youtube ufficiale di Al Jazeera, sin dal 2 novembre 2007. Strano che non l'abbiano nascosto o tagliato dopo essersi accorti della terribile fuga di notizie. La dichiarazione della Bhutto è intatta, a disposizione di tutti, intorno a 6:10 dall'inizio.

Ma allora perché gli altri media non ne hanno parlato e ne parlano soltanto i complottisti? Ci sono due possibili interpretazioni.

La prima è che tutti i media del mondo (tranne, beninteso, Al Jazeera, Panorama e La Stampa) sono soggiogati da una colossale quanto ermetica omertà collettiva, al servizio del bieco potere del governo USA, e quindi non pubblicano ciò che è sgradito e non si deve sapere. Un'interpretazione che stride con il fatto che neppure i media poco amici del Bieco Potere, per esempio quelli cubani, hanno riportato lo scoop, almeno per quel che ci risulta.

Affermare che i giornalisti cubani sono al soldo del governo statunitense e che i media hanno la mordacchia planetaria mentre Youtube è libera di blaterare la rivelazione ai quattro venti ha un certo non so che di surreale, ma lasciamo stare.

La seconda interpretazione è che i media non ne hanno parlato perché si sono resi conto che è una notizia fasulla; un banale lapsus, come dice anche la BBC già dal 4 gennaio scorso: "The claim appeared so unexpected that it seemed she had simply mis-spoken", ossia "l'affermazione è parsa così inattesa che sembrava che avesse semplicemente commesso un errore nel parlare". Un errore sul quale non è il caso di infierire, anche in considerazione della tragica morte di Benazir Bhutto in un attentato il 27 dicembre scorso.

Esaminiamo i fatti per vedere quale dei due modelli di realtà è più sostenibile e coerente.

Cosa dice esattamente Benazir Bhutto


Cominciamo dalle esatte parole di Benazir Bhutto, calate nel contesto: cosa che i complottisti dimenticano sempre di fare. David Frost sta chiedendo alla Bhutto chi possono essere i responsabili di un attentato al quale la Bhutto è scampata da poco e nel quale hanno perso la vita decine di persone. Benazir Bhutto conferma a Frost di aver scritto al generale Musharraf una lettera nella quale indicava tre probabili finanziatori dei terroristi che la volevano morta. Fra questi terroristi, cita anche Hamza bin Laden, figlio di Osama.

Benazir Bhutto: "Yes, it is true that I wrote to General Musharraf. I received – uh – information from – uh – General Musharraf that a friendly country had passed on to them. The information that I could be attacked by a gang from the Afghan warlord Baitullah Mehsud or by Hamza bin Laden, the son of Osama Bin Laden, or by the Pakistani Taliban in Islamabad, or by a group in Karachi. So I sent back a letter saying that while these groups may be used, I thought it was more important to go after the people who supported them, who organise them, who could possibly be the financers or the organisers of the finance for those groups. And I named three individuals, who I thought were their sympathisers..."


David Frost chiede se queste tre persone erano membri del governo o associati ad esso:

David Frost: "And, in terms of these three people that you mentioned, were they members of or associated with the government?"


La Bhutto descrive una di queste persone:

Benazir Bhutto: "Yes. Well, one of them is a very key figure in security. He is a former military officer. He is someone that – uh – has had dealings with – uh – Jaish-e-Mohammed, one of the banned groups of Maulana Azhar, who was in an Indian jail for decapitating three British tourists and three American tourists, and he also had dealings with the Omar Sheikh, the man who murdered – uh – Usama Bin Laden. Now I know that having dealings with people does not necessarily mean direct evidence, but I also know that internal security has totally collapsed in Pakistan, and that internal security cannot collapse – uh – without there being some blind eye, if not collusion, being turned to the rise of the militants and militancy..."


Qualche domanda per i cospirazionisti


Ora che abbiamo il contesto, facciamo alcune considerazioni.
  • David Frost, che non è certo l'ultimo arrivato, non si è fermato a chiedere chiarimenti alla Bhutto quando ha pronunciato la frase fatidica. Come mai? E' rimbambito, è al soldo della CIA, o ha capito che la sua intervistata aveva detto uno strafalcione ed è stato troppo signore per rinfacciarglielo?
  • La Bhutto pronuncia la dichiarazione clamorosa con una noncuranza incredibile: ne parla en passant, fra un discorso e l'altro. Non è strano? Rivelare una verità sconcertante, che secondo Giulietto Chiesa le sarebbe addirittura costata la vita, e lasciarla andare così disinvoltamente, senza nemmeno sottolinearla un attimo?
  • La Bhutto usa un termine carico di condanna morale, come "murdered" ("assassinato"), invece di un più logico "killed" ("ucciso"). Perché mai dovrebbe condannare l'uccisione di Osama bin Laden?
  • La Bhutto attribuisce l'assassinio di Osama a Omar Sheikh, che è prigioniero dei pachistani dal febbraio del 2002. Quindi se Omar Sheikh ha assassinato Osama, deve averlo fatto prima di quella data. Eppure la Bhutto, in un'intervista Associated Press di ottobre 2007 pubblicata dal Boston Globe, parla ancora di andare a caccia di Osama bin Laden, con o senza gli Stati Uniti. Come mai?
  • Benazir Bhutto, in un'intervista alla CNN del 3 novembre 2007 (il giorno dopo la "rivelazione"), parla di Osama bin Laden come di una persona tutt'altro che assassinata: "I don't think General Musharraf personally knows where Osama bin Laden is" ("non credo che il generale Musharraf sappia personalmente dov'è Osama bin Laden"). Come si spiega?
  • La Bhutto, infine, sta descrivendo alcuni criminali: uno ha decapitato tre turisti britannici e tre statunitensi, l'altro è Omar Sheikh, quello che lei indica come "assassino di Osama bin Laden". Una qualifica, dal suo punto di vista, tutt'altro che criminale. Non è strano?
  • Omar Sheikh è sì noto come assassino, ma per l'uccisione atroce del giornalista del Wall Street Journal Daniel Pearl: un fatto che Giulietto Chiesa, nel descrivere Sheikh, stranamente dimentica. Come mai?
  • Come segnalato nei commenti, come mai Giulietto Chiesa ha atteso più di due mesi prima di denunciare la clamorosa notizia? E non è particolarmente comodo il fatto che lo scoop venga annunciato dopo la morte di Benazir Bhutto, in modo da non poterle chiedere chiarimenti?
Sarebbe interessante sentire in che modo i complottisti spiegano queste incoerenze della loro interpretazione. Ma andiamo avanti.

Perché la "notizia" è stata ignorata


Facciamo un esperimento, giusto per curiosità: mettiamo "Daniel Pearl" al posto di "Osama bin Laden". Se la cosa vi pare improbabile, vale la pena di ricordare che Giulietto Chiesa stesso, in una puntata di Matrix, riuscì a sbagliare sistematicamente persino il nome del suo testimone chiave, William Rodriguez, per tutta la puntata. E dire che Chiesa gli ha anche scritto la prefazione del libro "11 Settembre Bush ha mentito". Che dire: i lapsus davanti alle telecamere càpitano anche ai migliori.

Improvvisamente le parole della Bhutto diventano coerenti: la disinvoltura con la quale le lascia andare e passa oltre non è più incomprensibile; anche la seconda persona di cui parla si è macchiata di un delitto efferato, come la prima; e l'uso di un termine di condanna morale come "assassinato" ha perfettamente senso.

I complottisti prenderanno in considerazione questa spiegazione di buon senso? Oppure preferiranno approfittare del fatto che Benazir Bhutto è morta e non può spiegarsi (ma le sue altre interviste sono più che chiare al riguardo), e continueranno quindi ad accusare i giornalisti dell'intero pianeta di essere collusi, di essere "bugiardi e cialtroni"?

Considerato che fra le loro fila abbiamo persone che credono alle "scie chimiche", altre che dicono di essere la reincarnazione di Gesù e Leonardo da Vinci, e una straordinaria assenza di persone tecnicamente competenti, la seconda ipotesi sembra leggermente più probabile.

Aggiornamento (2008/01/16)


Peace Reporter, un sito che difficilmente si può definire succube delle direttive mediatiche del governo USA, spiega con lapidaria efficacia la vicenda: "La Bhutto annunciò la morte di Osama? No, intendeva dire Daniel Pearl. Un mese prima parlava della caccia a Bin Laden". Più chiaro di così.

Anche Striscia la Notizia parla di questa vicenda nella puntata di stasera. Meno male che era la notizia che tutti i media dovevano tacere perché "bugiardi e cialtroni".

Attendiamo inoltre con interesse gli sviluppi dell'"Interrogazione parlamentare scritta prioritaria" presentata all'Europarlamento da Chiesa. Se, come è presumibile, gli diranno che Benazir Bhutto ha avuto un banale lapsus e che solo lui l'ha interpretato come la prova che l'11 settembre è stato un autoattentato, mi auguro che Chiesa non accusi anche l'Europarlamento di essere parte della Grande Cospirazione.

Aggiornamento (2008/01/18): Striscia la Notizia


Striscia la Notizia è ritornata ieri sulla vicenda in termini piuttosto chiari:

"Ebbene, secondo la BBC in questa frase non c'è nulla di misterioso. Si tratta di un lapsus di Benazir Bhutto, che ha ripetuto il nome di bin Laden che aveva citato poco prima. Inoltre in varie interviste fatte sia prima che dopo questa dichiarazione, la Bhutto dice sempre che bin laden è vivo. E va be'."


Aggiornamento (2008/01/24): l'interrogazione


L'interrogazione di Giulietto Chiesa all'Europarlamento è consultabile presso l'apposito sito del Parlamento UE, nella sezione dedicata alle interrogazioni scritte, al riferimento P0213/08. Il titolo è "Reazioni alla morte di Osama bin Laden" e il testo è questo:

"Considerando che l'Unione Europea ha tra le sue priorità la lotta al terrorismo internazionale, può far sapere la Commissione quali aggiustamenti e valutazioni siano derivate dalla notizia della morte di Osama Bin Laden, additato da sei anni come il capo di Al Qaeda, data da Benazir Bhutto in un'intervista della rete televisiva Al Jazeera il 2 novembre 2007, due mesi prima della sua morte?"


Al momento non risulta pubblicata alcuna risposta della Commissione UE, alla quale è rivolta l'interrogazione. Ringrazio un lettore, Silverrain, per la segnalazione.

Aggiornamento (2008/03/06)

L'Unione Europea ha risposto all'interrogazione di Chiesa.

2008/01/12

L'ultimo "scoop" di Luogocomune

di Henry62 (11-settembre.blogspot.com)

Vorrei evidenziare anche da queste pagine l'ultimo "scoop" complottista di oltreoceano, ripreso con la solita enfasi nella homepage di Luogocomune.

Segnalo qui l'articolo in cui ne parlo approfonditamente perché credo sia significativo far notare come, dopo sette anni circa dai fatti e quasi due anni dalla pubblicazione del report definitivo, l'analisi del Nist resti una perfetta sconosciuta per molti "ricercatori alternativi" della verità.

Il caso specifico di Luogocomune è ancora peggiore, se possibile, perché di quegli stessi temi ne parlai personalmente su quel sito, prima di venire bannato da Mazzucco.


Leggere i commenti allo "scoop" di Mazzucco non può che far sorridere chi realmente si occupa da anni di ricerca sui tragici fatti dell'11 settembre.

Ma davvero è questo il livello del complottismo italiano?

2008/01/10

Zerobubbole 15: Zero smonta la teoria ufficiale. Quella sbagliata

di Undicisettembre. L'articolo si riferisce al contenuto della versione di Zero presentata a ottobre 2007 alla Festa del Cinema di Roma.

Siamo a 14 minuti dall'inizio del video Zero di Giulietto Chiesa e Franco Fracassi. Kevin Ryan, intervistato da Zero, parla dei test d'incendio svolti dalla Underwriters Laboratories per conto del NIST allo scopo di capire la dinamica degli incendi che portarono al crollo delle Torri Gemelle.

0:14:05. KEVIN RYAN: We did test the floor models in August of 2004.

TRADUZIONE: Noi svolgemmo i test sui modelli di solai nell'agosto del 2004.


Perché "noi"? Kevin Ryan non ha mai fatto parte della Fire Protection Division della Underwriters Laboratories che condusse i test: come abbiamo visto, è stato dipendente di tutt'altra divisione della UL, quella dedicata alle acque potabili. Parlare in questo modo, come se avesse preso parte attiva e competente ai test di cui sta per parlare, è altamente ingannevole per lo spettatore.

Ancora una volta, Zero manipola le parole e gioca sull'ambiguità irrisolta per conferire alle proprie tesi e ai propri testimoni un'autorevolezza e una competenza tecnica che non hanno. Infatti la non competenza di Ryan viene subito al pettine:

KEVIN RYAN: And those tests disproved the primary theory behind the collapse of the buildings, was... it was called the "pancake theory". The floors would collapse on each other into a stack of pancakes. And the columns were no longer supported, the columns would fall apart.

TRADUZIONE: E quei test smentirono la teoria primaria alla base del collasso degli edifici, era.... si chiamava "pancake theory" [teoria dell'accatastamento, NdT]. I solai sarebbero crollati l'uno sull'altro in una catasta di frittelle. E le colonne non erano più sostenute, le colonne si sarebbero spaccate.

Ma quella che Ryan definisce la "teoria primaria" non è affatto la teoria sostenuta e documentata dal NIST. La "pancake theory", o "teoria dell'accatastamento", fu proposta da alcuni tecnici inizialmente, prima che fossero disponibili i dati, le immagini e i reperti fisici delle Torri Gemelle presentati dal rapporto NIST, e ipotizzava che avessero ceduto i raccordi fra i solai e le colonne della facciata. I solai sarebbero caduti l'uno sull'altro, accatastandosi, e questo avrebbe causato il crollo dell'edificio.

Tuttavia le indagini del NIST fecero emergere nuovi fatti che dimostrarono che questa teoria preliminare era errata: dati, immagini e reperti documentarono che i raccordi di norma non avevano ceduto, ma anzi avevano permesso ai solai, imbarcati dal calore, di tirare verso l'interno le colonne della facciata, provocandone il cedimento, come già mostrato nelle immagini di un'altra Zerobubbola e nella sequenza d'immagini presentata qui sotto. La "pancake theory" fu quindi abbandonata e da tempo l'accatastamento dei solai non è più considerato causa innescante del crollo dai tecnici.

Nota: Il pancaking non è però completamente escluso dalla ricostruzione della dinamica del disastro. Il NIST, infatti, precisa che il pancaking a suo avviso non causò il crollo delle Torri Gemelle (come ipotizzato inizialmente), ma fu comunque presente: non come causa, ma come effetto di questo crollo. In altre parole, i solai si accatastarono sì progressivamente, ma questo accatastamento avvenne dopo che era iniziato il crollo e non ne fu la causa. E' per questo motivo che il termine "pancaking" compare anche nei rapporti NIST (per esempio in NCSTAR 1-3C Sezione 3.5.3, pag. 481).







Questo è il corretto procedere del metodo scientifico: costruire ipotesi compatibili con tutti i dati disponibili e correggerle se emergono nuovi dati o si rilevano errori nei dati esistenti. Il cospirazionismo, invece, genera ipotesi utilizzando soltanto i dati che sceglie arbitrariamente e ignorando tutti gli altri, e non corregge queste ipotesi quando emerge che si basano su dati errati o quando si rendono disponibili nuovi dati: anzi, di norma dichiara che i dati contrari alle ipotesi sono stati falsificati, oppure fa finta che quei dati non esistano (come vedremo anche in Zero in modo particolarmente eloquente a proposito dell'impatto al Pentagono).

Il cospirazionismo è insomma dogmatico e non ammette la possibilità d'errore, con un processo psicologico affine a quello delle sette religiose, mentre il buon senso e il metodo scientifico non solo ammettono la possibilità d'errore, ma ne fanno un perno del proprio processo di miglioramento.

Il NIST rigetta il pancaking precrollo


La ricostruzione tecnica degli eventi basata sui dati più aggiornati è descritta più che chiaramente dal NIST nelle sue risposte alle domande più frequenti, pubblicate ad agosto del 2006 e disponibili in traduzione italiana, nelle quali prende altrettanto chiaramente le distanze dalla "pancake theory" come causa del crollo:

I risultati del NIST non avvalorano la "pancake theory" del crollo, che si basa sul presupposto di un cedimento progressivo dei solai nelle torri del WTC [...]. L'indagine del NIST ha invece dimostrato in modo definitivo che il cedimento delle colonne perimetrali, incurvate verso l'interno, ha innescato il crollo e che il verificarsi di quest'incurvamento esigeva che i solai insellati restassero connessi alle colonne e applicassero una trazione alle colonne verso l'interno dell'edificio. Pertanto, i solai non hanno ceduto progressivamente per produrre un fenomeno di pancaking.


Allora perché Zero perde tempo a criticare una teoria obsoleta?

Sarebbe scorretto sospettare che gli autori di Zero ignorino che la teoria dell'accatastamento criticata da Kevin Ryan è obsoleta, perché lo dichiareranno anche loro tra poco. L'unica motivazione plausibile per questa digressione sembra essere quella di confondere lo spettatore tecnicamente non preparato e introdurre uno straw man argument: presentare in modo errato la posizione avversaria, mostrare contraddizioni in questa posizione fasulla, e con questo far credere allo spettatore di aver demolito l'argomentazione reale.