2008/11/30

Le due torri non erano grattacieli

di Paolo Attivissimo

Per i tanti che non hanno vissuto in un mondo in cui New York era simboleggiata dalle torri gemelle del World Trade Center è difficile capire quanto fosse potente il loro messaggio. Non erano semplici grattacieli: erano icone del progresso tecnico, del coraggio di osar creare bellezza e funzione. Come lo sbarco sulla Luna o il Concorde, erano segni concreti di un'epoca in cui non c'era vergogna o imbarazzo nel voler dimostrare le immense capacità positive dell'ingegno umano. Erano uno dei "Yes we can" di quel periodo.

Sono sentimenti che riaffiorano rileggendo le parole e riguardando l'illustrazione questo ritaglio della rivista Popular Science di aprile del 1964. Soltanto conoscendo questo loro aspetto emotivo si può capire quanto sia stata traumatica, per un'intera generazione, la loro distruzione in aggiunta al bilancio di vite umane degli attentati dell'11 settembre 2001.



Twin towers, 110 stories high, world’s tallest - Two 1,350-foot buildings, planned for New York City’s World Trade Center, will top the Empire State Building by 100 feet, not counting its TV antenna. Each of the 110-story towers will have twice the office space of the Pan Am Building’s 2.4 million square feet, now the world’s most spacious. The two towers, a plaza, and smaller buildings will occupy 16 acres in downtown Manhattan. Construction will cost the Port of New York Authority $350 million. Minoru Yamasaki, who designed the Science Pavilion at the Seattle World’s Fair, and Emory Roth & Sons are the architects.

2008/11/26

Dicono di noi: Vittorio Zucconi

di Paolo Attivissimo

Oddio mio, ricominciamo con il complotto delle Torri e l'aereo fantasma del Pentagono. La invito a consultare il sito www.attivissimo.net/antibufala/elenco.htm io non ce la faccio più a smentire tutte le fregnacce che circolano in rete sull'11 settembre. Grazie.


– Vittorio Zucconi, direttore del quotidiano on-line "La Repubblica.it", in risposta a una lettera di un lettore, ottobre 2005.

2008/11/25

WTC7, pubblicato il testo finale del rapporto NIST

di Paolo Attivissimo

Il 20 novembre scorso il NIST (National Institute of Standards and Technology) ha pubblicato il testo finale del suo rapporto sulle cause del crollo del WTC7, la cosiddetta "terza torre" crollata l'11 settembre 2001.

Viene riconfermata la dinamica del crollo: incendi incontrollati, innescati dall'impatto delle macerie delle Torri Gemelle, e assenza d'acqua negli impianti antincendio (per via delle condotte tranciate dal crollo delle Torri), hanno prodotto la dilatazione e i cedimento di alcuni solai. Questo ha tolto il supporto laterale a una colonna particolarmente sollecitata, la numero 79, che si è piegata. Da lì, il cedimento si è propagato inarrestabilmente al resto della struttura.

Sono esclusi fenomeni esplosivi, perché una detonazione sufficiente a causare la rottura della colonna vitale avrebbe sfondato i vetri delle finestre dell'edificio, scagliandoli violentemente in fuori, cosa che non è avvenuta. Inoltre la detonazione avrebbe prodotto un boato ad oltre 130 decibel, udibile a grandi distanze.

Il rapporto definitivo è scaricabile qui. Il NIST sottolinea che sono oltre 20 le modifiche alle normative edilizie ed antincendio già adottate negli Stati Uniti sulla base delle scoperte e delle raccomandazioni del NIST, e che altre verranno introdotte.

Oltre al rapporto definitivo, il NIST ha anche pubblicato i commenti alle precedenti bozze del rapporto ricevuti dal pubblico, compresi quelli dei complottisti.

Interessanti i commenti di Richard Gage (AE911truth), che dopo aver disquisito prolissamente su microscopiche discrepanze lessicali nei vari capitoli del rapporto, affronta il ragionamento ovvio del NIST (l'impossibilità di un'esplosione che non sfondi i vetri dell'edificio) abbandonando la propria teoria delle cariche esplosive ed abbracciando la nanotermite cara a Steven Jones (pag. 17). Poi risolleva la storia ormai trita delle anticipazioni del crollo da parte di CNN e BBC (pag. 20), e infine lamenta ancora (pag. 22) la mancata spiegazione della fusione dei resti metallici del WTC7, a suo avviso sospetta, che invece è già stata data da tempo (per esempio dal professor Sisson nel documentario The Third Tower della BBC). Nulla di nuovo, insomma.

Fra gli altri nomi di cospirazionisti i cui commenti sono stati pubblicati si può citare Christopher Bollyn, che definisce il rapporto "A PACK OF LIES" ("un'accozzaglia di bugie") ripetendo la consueta litania di presunte prove di complotto, dal "pull it" al metallo fuso: anche lui sposa la teoria della termite.

Una menzione speciale va a Judy Wood, che ha partorito ben 121 pagine di commenti che tirano in ballo di tutto un po', dall'uragano Erin alle bobine di Tesla, per arrivare al suo cavallo di battaglia: le "directed energy weapons". Armi ad energia guidata. Secondo la Wood, infatti, il WTC7 fu distrutto da armi supersegrete a microonde o a raggi laser oppure (pagina 58) da dispositivi che creano "ondulazioni e trame nella stessa struttura dello spaziotempo... manipolate per incontrarsi e interferire in, e presso, lo spaziotempo locale di un bersaglio remoto". Non occorre alcun commento.

Kevin Ryan, uno degli "esperti" chiamati da Giulietto Chiesa in Zero a parlare di metallurgia pur essendo un tecnico della potabilizzazione delle acque, fornisce invece un commento tanto conciso quanto del tutto privo di considerazioni tecniche: "Avete disonorato il mio paese e la razza umana. Inoltre, siete ora personalmente responsabili per la perdurante morte e distruzione derivante dalle guerre dell'11/9. La storia del vostro disonore verrà ripetuta senza fine". Il suo intervento non sembra un approccio efficace per farsi prendere sul serio.

Spicca, nel lungo elenco di commentatori, un nome italiano, "Massimiliano" (il suo indirizzo di e-mail è nel PDF del commento), il cui maccheronico inglese deve aver dato non pochi problemi d'interpretazione ai membri del NIST. La sua obiezione è incentrata sui resoconti di boati uditi nelle ore precedenti il crollo: boati che il commentatore ritiene debbano per forza essere stati prodotti da esplosioni. Ma come già detto da tempo dal NIST, un'esplosione sufficiente a tranciare una singola colonna del WTC7 avrebbe prodotto un boato di oltre 130 decibel a 800 metri di distanza, dunque udibilissimo da tutte le persone in zona e dalle telecamere dei reporter: eppure di questo enorme boato non c'è traccia né testimoniale, né materiale nelle riprese.

Di ben altro significato sono le osservazioni degli enti e delle società coinvolte nel disastro, come per esempio i commenti della Silverstein Properties, che contestano con forza il giudizio di conformità soltanto generale, ma non totale, dell'edificio alle norme edilizie (per le dimensioni delle scale e per l'entità dei rivestimenti antincendio): segno che il NIST non sta pubblicando una velina concordata e non è in combutta con Larry Silverstein per spianargli la strada dei risarcimenti assicurativi. La stessa obiezione viene fatta nei commenti della Port Authority, che rincara la dose di disaccordo contestando al NIST di non aver preso in considerazione gli effetti dei danni alla struttura prodotti dalle macerie delle Torri Gemelle.

Vediamo dunque che non c'è alcun tabù nel contestare la “versione ufficiale” del NIST, neppure da parte di enti sicuramente lontani dalle idee cospirazioniste. Ma vediamo anche che ci sono due approcci completamente differenti. Mentre Silverstein Properties e Port Authority argomentano educatamente e documentatamente, i complottisti si affidano all'insulto personale o alla fantascienza di serie B.

Il fatto che dopo sette anni i complottisti non abbiano ancora capito che strillare e insultare è controproducente per la loro causa e li mette automaticamente dalla parte del torto, anche agli occhi del profano che non sa nulla di 11 settembre, la dice lunga sulla dissociazione dalla realtà che caratterizza le persone che fanno parte di questo cosiddetto “movimento per la verità”.

2008/11/18

Quei sondaggi vantati dai complottisti: MIHOP al 4,5%

di Paolo Attivissimo

I cospirazionisti si vantano spesso di avere un grande seguito. Non è raro trovare affermazioni come questa di Report (Raitre): "un terzo degli americani non crede nella versione ufficiale", o questa di Prisonplanet.com (Alex Jones): "Sondaggio scientifico: l'84% respinge la versione ufficiale".

In realtà i sondaggi esibiti dai cospirazionisti, se esaminati alla fonte, tracciano un quadro ben diverso, in cui il complottismo DOC è un fenomeno di assoluta nicchia. Anzi, ci sono più americani che credono alle streghe e ai fantasmi di quanti ce ne siano che credono alle varie teorie di autoattentato.

Edmund Standing, di I Kid You Not, propone un'analisi molto interessante in proposito. Di norma i cospirazionisti citano, come fa qui sopra Prisonplanet.com, un sondaggio sulla politica effettuato nel 2006 dal New York Times insieme alla CBS su un campione di 983 adulti (PDF completo), nel quale compare una domanda, la numero 81, che riguarda gli attentati dell'11 settembre:

81. When it comes to what they knew prior to September 11th, 2001, about possible terrorist attacks against the United States, do you think members of the Bush Administration are telling the truth, are mostly telling the truth but hiding something, or are they mostly lying?


In traduzione:

81. Quando si tratta di ciò che sapevano prima dell'11 settembre 2001 a proposito di possibili attacchi terroristici contro gli Stati Uniti, ritiene che i membri dell'Amministrazione Bush raccontino la verità, raccontino prevalentemente la verità ma nascondano qualcosa, o stiano prevalentemente mentendo?


Data del rilevamento
Dicono la verità
Dicono prevalentemente la verità ma nascondono qualcosaMentono prevalentemente
Non so/non risponde
19-20/5/2002 CBS216586
30/3-1/4/2004 CBS2458144
23-27/4/20042456164
5-8/10/20061653283


Guardando le cifre, risulta subito evidente la falsificazione operata da Prisonplanet.com sul sondaggio New York Times/CBS. L'unico modo per ottenere da quei dati il vantato 84% che "respinge la versione ufficiale" è includere anche i "non so/non rispondo".

Più subdolamente, significa anche includere quel 53% di "nascondono qualcosa". Notate la formulazione della domanda: non è "Ritiene che l'11/9 fu un autoattentato ordito dall'Amministrazione Bush?". Non è neanche "Ritiene che le Torri Gemelle furono demolite intenzionalmente con esplosivi?" o "Ritiene che il Pentagono non fu colpito da un aereo di linea?".

E' una formulazione talmente blanda che persino chi non crede alle teorie cospirazioniste ma ha comunque un briciolo di cinica ma sana diffidenza verso le autorità, persino un debunker come il sottoscritto, si collocherebbe inevitabilmente nella categoria "Dicono prevalentemente la verità ma nascondono qualcosa". Perché qualunque amministrazione di uno stato ha qualcosa da nascondere: anzi, è una necessità fisiologica. Si va dal segreto istruttorio alle sottili trame della diplomazia alle attività dei servizi segreti, delle forze di polizia e dei militari.

In altre parole, scegliere "nascondono qualcosa" non significa necessariamente abbracciare le fantasiose teorie cospirazioniste a base di grattacieli demoliti e aerei fantasma, perché quest'opzione dice che l'amministrazione Bush ha detto "prevalentemente" la verità; significa pensare che la trama generale dell'11/9 è prevalentemente, nelle sue grandi linee, quella comunemente accettata. Quel "prevalentemente" significa dunque escludere da quest'opzione le torri demolite, gli aerei radiocomandati e gli autoattentati.

Significa, per esempio, sospettare cose assai meno spettacolari: per dirne una, che l'amministrazione Bush abbia cercato di sminuire la portata dei propri errori di valutazione e di pianificazione della lotta al terrorismo, che è in effetti quello che hanno fatto i militari a proposito della loro mancata intercettazione del Volo 93, come raccontato in dettaglio da John in questo articolo.

L'84% iniziale asserito da Prisonplanet è dunque una panzana. Resta però quel 28% di "mentono prevalentemente", l'unica opzione del sondaggio che può includere i sostenitori di autoattentati e altre teorie alternative. Questa percentuale sembrerebbe confermare grosso modo l'asserzione di Report. Ma c'è una distinzione importante da fare all'interno di questo 28%.

MIHOP e LIHOP


Il cospirazionismo undicisettembrino si divide in due grandi categorie. Una di esse crede che l'amministrazione Bush fosse pienamente consapevole degli imminenti attacchi terroristici, effettivamente organizzati da Osama bin Laden e al Qaeda ed eseguiti da diciannove dirottatori suicidi, e abbia volutamente ignorato tutte le segnalazioni provenienti dall'intelligence interna e dei paesi alleati per sfruttare per i propri loschi fini (invasione dell'Iraq, leggi liberticide) la reazione emotiva del popolo statunitense e del mondo intero a seguito degli attentati. Il governo americano, secondo questa categoria, avrebbe insomma cinicamente lasciato fare ad al Qaeda. Questo concetto viene riassunto con la sigla LIHOP, da Let It Happen On Purpose, ossia "lasciare intenzionalmente che accada".

La seconda categoria include tutti coloro che credono che l'11 settembre non sia stato un atto di terrorismo islamista, ma un autoattentato, realizzato intenzionalmente simulando i dirottamenti, creando false identità di dirottatori, radiocomandando gli aerei alle Torri Gemelle o usando ologrammi o video falsificati in tempo reale, facendo detonare cariche di demolizione collocate chissà come in questi due edifici e nel WTC7, lanciando contro il Pentagono un missile o un altro oggetto diverso da un aereo di linea, abbattendo il Volo 93 in un campo della Pennsylvania, e così via. Questa categoria viene definita MIHOP, da Make It Happen on Purpose, ossia "fare in modo che accada".

Le due categorie formano quel 28%. Ma in che proporzione? Questo lo possiamo sapere da un altro sondaggio molto popolare fra i cospirazionisti.

Il sondaggio Zogby


Nell'agosto del 2007, la Zogby International condusse un sondaggio molto più mirato e monotematico di quello del New York Times e della CBS, su un campione di 1000 americani adulti, su incarico del sito cospirazionista 911truth.org (PDF completo).

La domanda più significativa del sondaggio, in quanto a popolarità delle teorie alternative (le altre riguardano l'idea di promuovere ulteriori indagini), è la 402:

There are three main schools of thought regarding the 9/11 attacks. The first theory is the official story, and maintains that 19 Arab fundamentalists executed a surprise attack which caught U.S. intelligence and military forces off guard. The second theory known as Let It Happen argues that certain elements in the U.S. government knew the attacks were coming but consciously let them proceed for various political, military and economic motives; and the third theory Made It Happen contends that certain U.S. government elements actively planned or assisted some aspects of the attacks. Based upon your knowledge of 9/11 events and their aftermath, which theory are you more likely to agree with?


In traduzione:

Ci sono tre scuole di pensiero principali a proposito degli attacchi dell'11 settembre. La prima teoria è la versione ufficiale e sostiene che 19 fondamentalisti arabi effettuarono un attacco a sorpresa che colse alla sprovvista l'intelligence e le forze militari statunitensi. La seconda teoria, nota come "lasciarlo accadere", sostiene che alcuni elementi del governo statunitense sapevano che gli attacchi erano in arrivo, ma volutamente li lasciarono proseguire per vari motivi politici, militari ed economici. La terza teoria, denominata "farlo accadere", sostiene che alcuni elementi del governo statunitense pianificarono attivamente gli attacchi o fornirono assistenza in alcuni loro aspetti. Sulla base delle sue conoscenze degli eventi dell'11 settembre e delle loro conseguenze, con quale teoria si tiene maggiormente in accordo?


I risultati furono i seguenti:

  • Versione ufficiale: 63,6%
  • LIHOP (lasciarli accadere): 26,4%
  • MIHOP (farli accadere): 4,5%
  • Incerti: 5,4%


Il primo dato interessante che emerge è quel 63,6% di persone che sceglie di sottoscrivere in toto la versione ufficiale quando le altre opzioni comportano incolpare in un modo o nell'altro il governo statunitense: un dato chiaramente incompatibile con l'84% di sostenitori delle ipotesi di complotto vantato da Prisonplanet.com.

Ma c'è un altro dato decisamente più significativo. Soltanto il 4,5% degli intervistati sostiene la teoria MIHOP, che ricomprende demolizioni controllate, ologrammi, missili al Pentagono, dirottatori finti, abbattimenti, minibombe atomiche e tutte le altre messinscene assortite. Eppure queste ipotesi di messinscena costituiscono la quasi totalità delle idee promosse dai cospirazionisti.

In altre parole, se è grosso modo esatto dire che un terzo degli americani non crede totalmente alla versione ufficiale (ed è oggettivamente difficile biasimarli), sostenere che quel terzo crede quindi all'autoattentato, costruito con le modalità fantascientifiche descritte dalla teoria MIHOP, è una menzogna smentita dagli stessi sondaggi sbandierati dai complottisti.

Di conseguenza, se i complottisti prestassero ascolto realmente ai sondaggi che essi stessi indicano come prova di popolarità, dovrebbero concentrarsi sulle teorie LIHOP. Invece insistono a promuovere tutte le varianti della messinscena orchestrata delle teorie MIHOP. Perché?

Si può fare un'ipotesi in proposito: le teorie del tipo "lasciare che accada" non sono spettacolari, non fanno presa e non sono supportabili tramite immagini o video su Youtube sui quali lanciarsi in lunghe analisi e discussioni, e così vengono trascurate. Non sono vendibili. Le teorie di demolizione controllata o di aerei fantasma, invece, si prestano a infinite disquisizioni, misurazioni ed elaborazioni grafiche più o meno sofisticate con le quali riempire ore di chiacchiere, convegni, forum su Internet, libri e DVD.

Comunque sia, a tutta questa paccottiglia crede soltanto il 4,5% degli americani. Una percentuale pericolosamente vicina, fra l'altro, al margine d'errore del sondaggio, che è +/3,1%.

Complottisti e stregoneria


C'è chi potrebbe obiettare che comunque il 4,5% è significativo. Significa che negli USA, una persona su ventidue crede all'autoattentato. Ma vediamo, sempre con l'aiuto di sondaggi, quali altri tipi di credenze hanno questo stesso livello di popolarità.

Un sondaggio della Harris Interactive condotto nel 2007 su un campione di 2455 americani adulti chiedeva agli interpellati semplicemente di indicare se credevano o no a una serie di concetti. Ecco alcuni risultati:

Teoria darwiniana dell'evoluzione - 42%
Fantasmi - 41%
Creazionismo - 39%
UFO - 35%
Streghe - 31%
Astrologia - 29%
Reincarnazione - 21%


Ci sono insomma molte più persone che credono agli UFO e ai fantasmi che alle teorie complottiste. Persino la percentuale di coloro che credono alle streghe è varie volte più grande di quella dei credenti nel complotto organizzato intenzionalmente.

Un altro dato interessante, ma piuttosto sconsolante, che emerge dal confronto di questi sondaggi è che la popolazione americana è decisamente incline a credere a idee prive di qualsiasi fondamento concreto, come il creazionismo, l'astrologia o le streghe. Un terreno apparentemente fecondo per credenze cospirazioniste: eppure persino in questo ambiente fertile, la percentuale di credenti alle teorie MIHOP è comunque il 4,5%.

C'è insomma ben poco da vantarsi. La prossima volta che qualcuno asserisce che le teorie cospirazioniste hanno un larghissimo seguito e quindi non possono essere sbagliate (un classico, fallacissimo argumentum ad populum), ricordategli che c'è più gente che crede alle streghe. Dunque le streghe esistono?

Poi godetevi la sua risposta. Se riesce a darne una.

WTC e metallo fuso

di Paolo Attivissimo

Per coloro che pensano che le testimonianze di metallo fuso sotto le macerie del World Trade Center siano prova inconfutabile dell'uso di termite per demolire gli edifici, ecco una fotografia scattata durante gli incendi in corso in queste ore in California e pubblicata presso il Boston Globe (credit: Reuters/Phil McCarten).



Parrebbe quasi superfluo sottolineare che in questi incendi californiani non viene utilizzata la termite.

Ricordiamo inoltre che i parcheggi sotterranei delle Torri Gemelle ospitavano alcune migliaia di vetture e che il libro American Ground di William Langewiesche testimonia la fusione dei cerchioni di queste automobili:

"Along the north side, where the basement structure remained strong and intact (and was ultimately preserved), the fire had been so intense in places that it had consumed the tires and interiors, and had left hulks sitting on axles above hardened pools of aluminum wheels."


Le temperature degli incendi che continuarono sotto le macerie, dopo i crolli, raggiunsero indiscutibilmente valori sufficienti a fondere l'alluminio dei cerchioni e di altri componenti degli edifici (le Torri erano rivestite con pannelli in alluminio). Anche i lavori di taglio al cannello dei monconi delle colonne avrebbero prodotto colature di metallo fuso.

E' perlomeno plausibile, quindi, che i vigili del fuoco abbiano osservato metallo fuso (o precedentemente fuso) senza che quest'osservazione implichi giocoforza l'azione della termite.

2008/11/14

La colata del WTC2 nel nuovo filmato rilasciato dall'FBI

di Henry62

Fra i nuovi filmati rilasciati dal FBI a seguito della richiesta FOIA di Scott Bingham, è particolarmente interessante quello che mostra la colata di materiale fuso dal WTC2.

Si tratta di un breve filmato in formato FLV, reso disponibile tramite Youtube, per cui è necessaria una certa prudenza nel fare le valutazioni, nella speranza di poter disporre prossimamente di un video di maggior dettaglio.

Tuttavia in questo filmato si nota immediatamente un particolare degno di maggior attenzione e che, nonostante la veloce diffusione in rete di questi nuovi filmati, nessuno ha ancora evidenziato.

Il metallo che cola dal WTC2 ha colore grigio-argento, anziché il giallo-arancio delle altre immagini e dei video finora noti.

Inutile sottolineare che queste colate incandescenti scatenarono le ipotesi più strampalate di reazioni termitiche o addirittura di presenza di esplosivi.

Maggiori dettagli in questo articolo:

2008/11/12

Rilasciati altri 10 "video del Pentagono": mostrano le Torri Gemelle

di Paolo Attivissimo

Una diffusa teoria cospirazionista afferma che secondo un documento dell'FBI ci sono 85 video del Pentagono sequestrati.

Nel video Zero, per esempio, Dario Fo afferma che "il Pentagono era in possesso di 86 riprese differenti e totali" e Barbara Honegger afferma che "hanno confiscato 86 videocassette, al Pentagono, al parcheggio del Pentagono, presso la stazione di rifornimento lì di fronte, in un vicino albergo e in tutti gli edifici che avevano telecamere puntate su quell'area."

Queste affermazioni errate si basano in realtà sulla lettura distorta di una dichiarazione scritta dell'agente FBI Jacqueline Maguire, come spiegato qui.

Ottantacinque, non 86, è il numero complessivo dei video dell'11 settembre in possesso dell'FBI e catalogati come prove, secondo la dichiarazione Maguire. Questo numero, in altre parole, include anche video che non riguardano il Pentagono, come quelli delle Torri Gemelle. Infatti basta leggere con più attenzione la dichiarazione dell'FBI per capire che i video del Pentagono sono in realtà soltanto tredici. Il contenuto degli altri video è elencato in un altro documento (pagina 1, 2, 3, 4, 5, 6).

Il ricercatore Scott Bingham (nessuna parentela con Mark Bingham, passeggero del Volo 93) ha inoltrato all'FBI, tramite il proprio avvocato, una richiesta FOIA per il rilascio di questi video e ha ricevuto risposta il 29 ottobre scorso, insieme a DVD contenenti i primi dieci video. Gli altri video richiesti, scrive l'FBI, verranno rilasciati progressivamente.

I dieci video rilasciati dall'FBI riguardano le Torri Gemelle: mostrano il secondo impatto e i crolli da angolazioni inedite (tranne uno, da sotto il ponte di Brooklyn, che era già noto) e sono disponibili presso Penttbom.com.

Un fotogramma di uno di questi video è mostrato all'inizio di quest'articolo e presenta un punto luminoso sulla fusoliera del velivolo che scatenerà sicuramente la fantasia dei cospirazionisti.

Un altro video mostra da vicino la cascata di materiale incandescente dal WTC2. Questo video, invece, mostra l'impatto di UA175 (il secondo aereo) da un punto di vista inedito, come mostrato nel fotogramma qui accanto.

Si noti che questi fotogrammi sono tratti dalle versioni Youtube di questi video, che sono stati sottoposti a drastica ricompressione e perdita di risoluzione rispetto ai file originali forniti dall'FBI. Pertanto hanno valore puramente illustrativo e non sono utilizzabili per analisi video significative.

Per avere un'idea della differenza qualitativa, si può confrontare la versione Youtube di un altro filmato inedito del secondo impatto con la versione MOV da 200 megabyte del medesimo filmato, messa a disposizione sempre da Scott Bingham.

Un altro video di questa nuova serie rilasciata dall'FBI mostra il crollo della Torre Sud e permette di apprezzare l'inclinazione del blocco superiore dell'edificio durante il crollo (fotogramma qui accanto).

Da questa nuova serie, Scott Bingham ha pubblicato anche un video del crollo della Torre Nord che consente di notare l'inclinazione dell'antenna, la formazione del famoso "squib" o sbuffo che alcuni cospirazionisti scambiano per un'esplosione e la presenza, dopo il crollo, dei resti della struttura centrale della torre, crollati successivamente.

A Bingham va non soltanto la nostra gratitudine per il lavoro paziente svolto fin qui (quello che dovrebbero fare, ma non fanno, i cosiddetti "ricercatori della verità"), ma anche un contributo economico alle considerevoli spese burocratiche che ha sostenuto per ottenere il rilascio di questi video e (va ricordato) anche di quelli del Pentagono. Soltanto le spese dell'FBI per la masterizzazione di questi video ammontano a 150 dollari, ossia 15 dollari a filmato, e Bingham ne ha richiesti ben 64. Chi volesse dargli una mano, può farlo tramite Paypal all'indirizzo scott2121 chiocciola hotmail.com.

2008/11/11

Barack Obama, debunker involontario

di Paolo Attivissimo

I complottisti undicisettembrini ci hanno rintronato per anni con le loro fosche previsioni di un Nuovo Ordine Mondiale, sostenendo che i neocon avrebbero fatto qualsiasi cosa, compreso un autoattentato, pur di restare al potere; anzi, l'11 settembre era stato messo in scena apposta.

C'era chi preannunciava addirittura un "quarto Reich", come Maurizio Blondet, e diceva che "Cheney, Rumsfeld e i neocon al potere dietro le spalle della loro marionetta presidenziale... non hanno da temere elezioni né rivolta degli elettori, finchè la lobby ebraica lo sostiene."

E invece è stato eletto Barack Obama.

Eletto, oltretutto, con un risultato plebiscitario e di portata storica. E allora come la mettiamo? Tralasciando per pudore l'antisemitismo di certe sparate, sarà molto interessante vedere quali contorsioni mentali verranno partorite dai complottisti per giustificarsi.

Viene quindi a mancare spettacolarmente uno dei pilastri ideologici del movimento cospirazionista: la strenua lotta contro il "regime fascista" di Bush, Cheney e Rumsfeld e la difesa del cittadino-pecora (sheeple) dall'imminente colpo di stato neoconservatore, con tanto di campi di concentramento gestiti dalla FEMA (Comedonchischiotte.net; Luogocomune.net; Effedieffe.com; Alex Jones) e 30.000 ghigliottine (sic) per i sovversivi, come sostiene James Fetzer (spiegazione qui).

In che modo la vendita di cappellini e magliette potesse contrastare l'ascesa di un siffatto stato totalitario, e come mai chi rivelava il colpo di stato in preparazione fosse (e sia tuttora) libero di parlare invece di diventare un desaparecido ghigliottinato, non è ben chiaro, ma per fortuna non sono i debunker a doverlo spiegare.

I complottisti si sono insomma atteggiati per anni a paladini della libertà, ultimo baluardo per la difesa del mondo dall'Apocalisse totalitaria, attirando il consenso di chi aveva forti antipatie per il governo Bush. Ora l'elezione di Obama toglie da sotto i piedi dei cospirazionisti il comodo tappeto di questo alibi ideologico e gratta via in un sol colpo la tenue patina di rispettabilità di cui cercavano di ricoprirsi.

Il declino, tuttavia, è già in atto da tempo. Questi sono i dati di accesso a 911blogger.com degli ultimi dodici mesi:



Secondo i dati raccolti da Screwloosechange, il consueto picco di accessi di settembre di 911blogger si era attestato rispettivamente intorno al 34% e 36%, rispetto ad agosto, nel 2006 e nel 2007; quest'anno il picco si è fermato all'11%. Gli accessi di ottobre 2008 sono stati 142.838, che è il valore più basso da giugno 2006 (marzo 2008 non conta per via di un problema con il sistema di rilevamento Sitemeter). Rispetto ad ottobre 2007, il calo è un inesorabile 39%.

Anche in termini assoluti, il numero di frequentatori di 911blogger è ormai ridicolo: per chi sostiene che l'opinione pubblica sia largamente schierata con i cospirazionisti, faccio notare che un banale blog in lingua italiana, dunque privo di risonanza o fruibilità internazionale, gestito da una sola persona (il sottoscritto), ha largamente superato 911blogger per 11 mesi su 12.



Per contro, l'interesse verso il debunking e l'analisi seria degli eventi dell'11 settembre risulta in costante aumento: segno che l'argomento è ancora di grande attualità, ma che le chiacchiere vuote dei cospirazionisti fanno sempre meno presa. Per esempio, qui sotto sono riportati i dati statistici di Undicisettembre, dall'inizio dei rilevamenti fino a ottobre 2008: si notano i consueti picchi d'interesse a settembre che punteggiano un andamento generale in crescita.




Ci libereremo mai del cospirazionismo intorno all'11 settembre? E' improbabile. Dopo quarant'anni, il cospirazionismo intorno agli sbarchi umani sulla Luna, all'assassinio di John Fitzgerald Kennedy, alla morte di Marilyn Monroe o a quella di Elvis Presley esistono ancora, sia pure come rumore di fondo nel normale chiacchierìo della vita sociale. Per cui è prevedibile che anche il "movimento per la verità" si annacqui progressivamente allo stesso modo, senza mai scomparire.

Ed è altrettanto prevedibile che l'elezione di Barack Obama contribuirà a portare questa diluizione a livelli omeopatici.

2008/11/10

Miniguida per gli ascoltatori della Radio Svizzera

di Paolo Attivissimo

Questo blog è stato citato dalla trasmissione Millevoci della RSI (radio svizzera di lingua italiana) stamattina, e vari ascoltatori cercano informazioni. Ecco quindi una miniguida ai punti salienti: da dove cominciare, insomma, nell'esplorazione di questo nostro lavoro di ricerca.

  • Le risposte alle domande più frequenti sugli attentati
  • Chi siamo e perché facciamo questa ricerca
  • L'11 settembre in cifre: i principali dati riguardanti gli attentati, riassunti in una miniguida pratica di riferimento rapido, con tutte le fonti tecniche
  • Zerobubbole: l'analisi delle stupidaggini tecniche, errori gravi e manipolazioni dei fatti nel DVD Zero di Giulietto Chiesa e Franco Fracassi
  • Inganno globale: la guida di Paolo Attivissimo e quella di John al DVD di Massimo Mazzucco (Luogocomune.net)

Nella colonna di destra di questo blog trovate inoltre rimandi alla letteratura tecnica e a vari libri d'indagine che spiegano in dettaglio gli eventi dell'11 settembre e smontano molti dei miti e delle dicerie che li circondano.

A tutti buona lettura.

2008/11/07

Giulietto Chiesa ed il nuovo presidente americano

di Henry62




Ricordate l'interpellanza di Chiesa al Parlamento Europeo sull'intervista di Benazir Bhutto?

Bene, sappiamo tutti come è andata a finire.

E con queste inquietanti novità, invece, che succederà?

"E ora chi fa l'interpellanza urgente all'Europarlamento?"



In dettaglio (di Paolo Attivissimo)


Giulietto Chiesa affermò qualche mese fa che Benazir Bhutto, in un'intervista rilasciata poco prima di essere assassinata, aveva rivelato che Osama bin Laden era stato ucciso tempo addietro. Secondo Chiesa, la rivelazione fu passata colpevolmente sotto silenzio dai media internazionali e fu soltanto lui ad evidenziarla, arrivando a fare anche un'interpellanza urgente all'Europarlamento. La "rivelazione" fu invece interpretata dai media come un semplice lapsus della Bhutto, che disse un nome al posto di un altro. Ma quest'interpretazione è stata rifiutata sdegnosamente da Chiesa.

Ironia vuole che in una recente trasmissione televisiva sia capitato proprio a Chiesa di commettere un lapsus identico: ha dichiarato infatti che il nuovo presidente degli Stati Uniti è Osama bin Laden. Le sue parole sono state accolte dal medesimo colpevole silenzio dei media.

I dettagli e le fonti sono in questo articolo del blog di Henry62.

2008/11/04

Recensione: 1000 Years For Revenge

di John - www.Crono911.org

Dopo le recensioni dei volumi The Looming Tower di Lawrence Wright e Ghost Wars di Steve Coll, è la volta di un altro libro di grande pregio, 1000 Years For Revenge di Peter Lance (ISBN 9780060597252).

Il titolo completa un gruppo di quattro libri (il quarto è Masterminds of Terror di Yosri Fouda) che non dovrebbe mancare nella biblioteca di chiunque voglia approfondire le vicende che portarono alla tragedia dell'11 settembre del 2001.

Peter Lance è uno scrittore e giornalista investigativo che ha accumulato una grande esperienza sul terrorismo internazionale, su al-Qaeda e sull'attività dei servizi anti-terrorismo americani, nei confronti dei quali è probabilmente l'autore più critico.

Questo libro è spesso citato dai sostenitori della teoria dell'Inside Job in quanto dimostrerebbe che la CIA e l'FBI hanno volutamente nascosto prove e documenti che avrebbero potuto consentire di sventare gli attacchi dell'11 settembre.

Anche in questo caso la lettura del libro svela una verità del tutto differente – se non addirittura opposta – al punto che ancora una volta c'è da chiedersi se i complottisti si limitino a leggere la copertina o a riprodurre pedissequamente voci e leggende raccattate sul Web.

Le 539 pagine, suddivise in oltre 40 capitoli, comprendono una bella timeline corredata di numerose fotografie, alcuni documenti in appendice, un utilissimo indice analitico e un dettagliato elenco delle fonti annotate.

Lance parte dalle vicende relative alla cellula terroristica islamica operante a New York che progettò, con l'aiuto di Ramzi Yousef (nipote di Khalid Sheikh Mohammed, organizzatore degli attacchi dell'11 settembre), l'attentato esplosivo del 1993 contro il World Trade Center.

Il giornalista sviscera a fondo il ruolo dell'egiziano Emid Salem, confidente dell'FBI infiltrato nella cellula, e i rapporti tra Salem e gli agenti dell'FBI che lo avevano in carico. Il dettaglio e la precisione della narrazione di Lance sono a dir poco impressionanti.

Scopriamo così che Salem era confidente di Nancy Floyd, un'agente donna dell'FBI che si occupava di controspionaggio russo, e quando iniziò a rivelarsi utile per penetrare la cellula terroristica islamica di New York, fu "passato" alla competente sezione dell'FBI che si occupava di antiterrorismo.

Salem, però, continuava a fare riferimento alla Floyd, ingenerando insofferenza e invidie nei colleghi dell'antiterrorismo, che a un certo punto giunsero a sospettare l'esistenza di una relazione personale tra i due. Anche per questa ragione, l'FBI decise di troncare il rapporto di collaborazione con Salem: una decisione che costò cara, perché se Salem fosse rimasto infiltrato avrebbe potuto far sventare l'attentato del 1993 e probabilmente la storia di questi ultimi 15 anni avrebbe avuto un corso del tutto differente.

Questo è uno dei tanti errori che Lance ha evidenziato nel suo libro: errori dovuti a superficialità, arrivismo, presunzione, invidia e assurda competizione fra servizi e squadre investigative.

Particolare attenzione è dedicata all'Operazione Bojinka (il piano che prevedeva di distruggere in volo una serie di aerei di linea americani) e alle dichiarazioni rese da Abdul Hakim Murad, terrorista arrestato dalla polizia filippina. Murad, interrogato da una squadra di investigatori filippini che faceva capo al colonnello Mendoza, avrebbe rivelato l'esistenza di un altro piano terroristico, che prevedeva di far schiantare aerei di linea contro edifici negli Stati Uniti. L'FBI avrebbe inspiegabilmente ignorato questo dettaglio, che anticipava di anni ciò che sarebbe accaduto l'11 settembre 2001.

Nelle dichiarazioni (allegate in appendice) che Murad ha reso all'FBI, però, non v'è traccia di questa circostanza. La fonte dell'informazione, infatti, è lo stesso colonnello Mendoza, intervistato da Lance. Mendoza, anche in interviste successive, ha dichiarato di aver informato CIA ed FBI su quanto riferito da Murad.

Da Lance apprendiamo (pag. 282) invece che Mendoza, per sua stessa ammissione, trasmise i suoi rapporti all'ambasciata americana a Manila, e non alla CIA né all'FBI. Questa circostanza si lega con quanto dichiarato da un funzionario dei servizi di sicurezza dell'ambasciata americana, Sam Karmilowicz, che ricorda di aver trasmesso alcuni rapporti della polizia filippina al Dipartimento della Giustizia e che essi furono verosimilmente acquisiti dai magistrati incaricati di imbastire il processo contro Murad.

Anche in questo caso Lance ci rivela, quindi, una verità diversa da quella riportata altrove.

Il libro è pieno di queste accurate spiegazioni, riferite a Lance direttamente dai protagonisti di tali vicende, ed è impossibile elencarle tutte. Tra esse c'è anche quella di Mohamed Ali, un egiziano infiltrato da al-Qaeda nei quadri delle forze speciali dell'esercito americano.

Non solo Lance è l'ennesimo giornalista investigativo a smentire clamorosamente le teorie dell'Inside Job e a puntare il dito contro Osama bin Laden e al-Qaeda, ma si spinge anche a ipotizzare – con avvincenti argomentazioni – un ruolo di al-Qaeda anche in altre circostanze: l'attentato di Oklahoma City, la distruzione del volo TWA800, la sottrazione, ad opera di un sospetto infiltrato islamico, dei piani architettonici dei principali edifici di New York custoditi dal comando dei vigili dei fuoco.

Insomma, l'esatto contrario di quello che un complottista vorrebbe leggere.

2008/11/03

Guantanamo, concluso il secondo processo

di Paolo Attivissimo

Ali Hamza al-Bahlul, accusato di essere uno dei realizzatori dei video di Osama bin Laden, è stato condannato dai nove membri della giuria di un tribunale militare statunitense per cospirazione, istigazione all'omicidio e produzione di video propagandistici per al-Qaeda. Il trentanovenne yemenita rischia l'ergastolo.

Fu lui, stando all'accusa, a fornire a bin Laden, l'11 settembre 2001, un impianto TV satellitare per ricevere le reazioni dei media agli attentati. L'impianto non funzionò a causa del terreno montuoso. Bahlul fece anche parte della scorta armata di bin Laden. Secondo il Miami Herald, in tempi più recenti è stato inoltre il fondatore del movimento di boicottaggio dei tribunali militari da parte dei detenuti a Guantanamo.

Si tratta del secondo processo per crimini di guerra conclusosi a Guantanamo. Il primo ha avuto come imputato Salim Hamdan, un ex autista di Osama bin Laden, condannato a cinque anni e mezzo di reclusione.

Ali Hamza al-Bahlul ha rifiutato di difendersi durante il processo. La sentenza è stata emessa alla fine della scorsa settimana, ma è stata resa pubblica soltanto oggi. All'udienza per l'irrogazione della sentenza, Bahlul ha ammesso "con tono di sfida", secondo la BBC, di essere un membro di al-Qaeda. I sostenitori delle teorie alternative dovranno ora spiegare, oltre a tutto il resto, come mai Bahlul non ha proclamato la propria innocenza, visto che secondo loro al-Qaeda non esiste e l'11/9 fu un autoattentato.

Secondo i suoi accusatori militari, Bahlul aveva inoltre ammesso sotto interrogatorio di essere il direttore della gestione dei media di al-Qaeda e di aver realizzato video di propaganda per bin Laden, pensati per reclutare attentatori suicidi. Fra questi video spicca quello per rivendicare l'attentato suicida alla nave USS Cole nel 2000 (alcuni fotogrammi del video sono mostrati in testa a questo articolo). Secondo i militari statunitensi, infine, qualunque lavoro svolto da Bahlul per al-Qaeda è per definizione un crimine di guerra perché al-Qaeda è un'organizzazione terroristica.

I capi d'accusa sono scaricabili come PDF da Defenselink.mil. Una scheda sull'iter giudiziario di Bahlul è consultabile presso TrialWatch. La pagina di Wikipedia in inglese dedicata a Bahlul contiene numerosi rimandi alla documentazione legale dei processi a Guantanamo.

2008/11/02

WTC7, il crollo da un'angolazione inedita

di Paolo Attivissimo, su segnalazione di Henry62

Un video finora inedito del crollo del WTC7 smonta ulteriormente le teorie cospirazioniste: mostra chiaramente che il crollo non è affatto verticale come esse sostengono. Non lo è soprattutto nella sua fase finale, ma avviene invece in direzione nord-sud, ossia proprio verso il lato lesionato dal crollo delle macerie della Torre Nord, ed esattamente come descritto dalle analisi tecniche contenute nei rapporti del NIST.



Inoltre la facciata nord del WTC7 si inflette in maniera estremamente vistosa, a indicare che la struttura che le sta dietro è completamente compromessa e non le sta fornendo più alcun supporto che la mantenga rigida. Questi sono sintomi compatibili con un collasso progressivo; non sono compatibili con una demolizione controllata.

Sarà molto interessante vedere cosa inventeranno i siti cospirazionisti per giustificarsi dopo quest'ennesima dimostrazione dell'inconsistenza delle loro asserzioni.

Ecco alcun fotogrammi particolarmente significativi tratti dal video. Le Torri Gemelle, in quest'inquadratura, si trovavano (prima del loro crollo) a destra.