2008/08/08

Processi Guantanamo, smacco per Bush. E per chi pensa a una farsa

di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato ampliato dopo la pubblicazione iniziale.

La BBC segnala che Salim Hamdan (nella foto, datata 1999), ex autista di Osama Bin Laden, è stato condannato a cinque anni e mezzo di reclusione alla conclusione del primo processo militare a Guantanamo. L'accusa aveva chiesto non meno di trent'anni di pena, ma la giuria lo ha assolto dall'accusa di cospirazione mirata all'omicidio, mantenendo l'accusa di assistenza al terrorismo, dopo soli novanta minuti di camera di consiglio.

In considerazione della detenzione finora subita, Hamdan potrebbe trovarsi ad aver scontato la pena fra cinque mesi. Questo non implica necessariamente che sarà libero, tuttavia, perché l'intenzione del governo statunitense è di trattenere i prigionieri per la durata della cosiddetta "guerra al terrore". Ma va detto anche che David Hicks, un altro detenuto di Guantanamo, processato nel 2007, è stato liberato, avendo scontato la pena prevista.

La BBC definisce la sentenza, raggiunta dopo anni di complessa e costosa istruttoria, "un gesto drammatico e sprezzante nei confronti dell'amministrazione Bush". Chi pensa che i processi a Guantanamo siano una farsa dovrà spiegare come mai la giuria (militare) non ha accettato la richiesta dell'accusa e ha respinto l'imputazione principale di cospirazione con al-Qaeda per attaccare civili, distruggere beni e commettere omicidi.

Maggiori dettagli, compreso l'insolito rapporto informale sviluppatosi in questi anni fra Hamdan e il giudice Allred, sono in un articolo del New York Times. Un profilo di Hamdan è disponibile presso la BBC.

23 commenti:

brain_use ha detto...

Capisco sempre meno perchè i vari guru complottisti non dedichino un po' del loro tempo a presentare le loro "prove" ai processi in corso.

O forse sappiamo perchè...

marcov ha detto...

Non esageriamo nel difendere i processi a Guantanamo. Credo che si possano esprimere delle perplessità senza cadere nel complottismo.
Ecco un parere da tenere in considerazione

da APCOM
Roma, 7 ago. (Apcom) - Amnesty international denuncia come "iniquo" il processo svoltosi nel carcere di Guantanamo, a Cuba, contro Salim Hamdan, l'ex autista di Osama bin Laden, riconosciuto ieri colpevole di "aver fornito sostegno materiale al terrorismo". "Il verdetto di colpevolezza nei confronti di Salim Hamdan è stato emesso sulla base di procedure non in linea con gli standard internazionali sui processi equi, dopo oltre cinque anni di detenzione illegale a Guantánamo", si legge in una dichiarazione diffusa oggi da Amnesty International.
L'organizzazione per i diritti umani ritiene che l'intero sistema delle commissioni militari presenti delle lacune e che gli Usa dovrebbero rinunciare all'uso di questi tribunali e chiudere Guantanamo. I detenuti dovrebbero essere processati dalle corti ordinarie civili degli Usa e l'applicazione della pena di morte dovrebbe essere esclusa. "Continuiamo a chiedere che la ricerca della giustizia e della sicurezza avvenga in un contesto di piena aderenza al diritto internazionale, cosa che gli Usa hanno finora sistematicamente evitato di fare", afferma Rob Freer, ricercatore di Amnesty International sugli Usa.
Salim Hamdan, cittadino yemenita, è stato giudicato colpevole da sei giurati militari per "aver fornito sostegno materiale al terrorismo", mentre è stato assolto per l'imputazione di cospirazione. La massima condanna prevista per Hamdan è l'ergastolo. Il Pentagono ha fatto sapere che, a prescindere dal verdetto, Hamdan rimarrà in detenzione a tempo indeterminato in quanto 'combattente nemico'.

le evidenziazioni sono mie

Paolo Attivissimo ha detto...

Marcov,

sono d'accordo. Sarebbe di gran lunga preferibile un processo civile. Ma il fatto che il governo e l'accusa premano per punizioni esemplari e la giuria, pur essendo militare, non si limiti ad eseguire le richieste è secondo me un segno che per quanto lacunoso e iniquo, siamo ben lontani da qualcosa che si possa definire farsa come la intendono i cospirazionisti.

Tieni presente che cospirazionisti come Alex Jones affermano che questi processi sono il banco di prova per il colpo di stato che istituirà campi di concentramento per i dissidenti americani, negli Stati Uniti, nelle sedi della FEMA.

brain_use ha detto...

Il Pentagono ha fatto sapere che, a prescindere dal verdetto, Hamdan rimarrà in detenzione a tempo indeterminato in quanto 'combattente nemico'

Anch'io preferirei processi civili.

Ma attenzione a non mescolare le cose.

La detenzione in qualità di combattente deriva non dalle responsabilità penali, ma dal fatto che, piaccia o no, questa è una guerra.
Dichiarata da Osama Bin Laden con la fatwa del 1998.

E in tempo di guerra, da che mondo è mondo, i combattenti catturati di ambo le parti, finiscono dritti in campo di prigionia.
Salvo poi essere rilasciati al termine della guerra.

stefano ha detto...

Certo che rallegrarsi perche' questi processi non sono del tutto una farsa potrebbe essere la definizione stessa di "magra consolazione".
Guantanamo e tutto cio' che ne deriva e' una completa e totale illegalita'; il fatto che anche nell'illegalita' qualcuno faccia bene il proprio lavoro non ne sminuisce la gravita'.

Anonimo ha detto...

-citazione di paolo attivissimo-

Tieni presente che cospirazionisti come Alex Jones affermano che questi processi sono il banco di prova per il colpo di stato che istituirà campi di concentramento per i dissidenti americani, negli Stati Uniti, nelle sedi della FEMA.

Non è così....nel sito http://www.infowars.com/?p=2328
Alex Jones afferma "These FEMA camps would serve as suitable places for the federal government to take away political dissidents and protesters."..quindi Jones si riferisce ai campi, non ai "processi", come erroneamente tradotto da Attivissimo

Paolo Attivissimo ha detto...

Stefano,

personalmente non mi rallegro affatto. Ma come dici tu, il fatto che qualcuno, all'interno del sistema stesso, faccia resistenza è un buon segno e rende sbagliata l'accusa di processo farsa.

Poi sulla legalità o meno di questi processi ci si stanno accapigliando le migliori menti legali del mondo: ma il fatto stesso che anche la Corte Suprema USA si sia opposta indica che non esiste alcun fronte compatto, unanime e monolitico all'interno dell'amministrazione statunitense, come invece affermano i cospirazionisti.

Per loro, esiste "il governo", un'entità tentacolare, onnipresente e onnisciente, al cui controllo sono soggette tutte le persone che hanno lavorato anche solo vagamente per un ente pubblico. Per loro, persino i postini (in quanto impiegati governativi) sono corrotti, e questi processi dovrebbero essere un semplice imprimatur di quello che ha deciso Bush o chiunque altro sia a capo, secondo le varie teorie, di questo colossale complotto.

mother ha detto...

Se non ricordo male le tesi complottiste dell'assassinio di Kennedy furono valutate in un apposito processo e vennero sbufalate (ovviamente i dietrologi non parlano di sbufalamento ma di censura).
Nel caso dell 11-9-2001 non si verifica nemmeno questo.

Paolo Attivissimo ha detto...

SMU, cerca meglio, troverai quello a cui mi riferisco.

Paolo Attivissimo ha detto...

E già il fatto che Alex Jones accusi la FEMA di organizzare campi di concentramento dovrebbe essere sintomo della demenzialità delle teorie sostenute dall'individuo in questione.

Aspetta che venga a sapere delle 500.000 bare accumulate dalla FEMA all'aeroporto di Hartsfield, gli verrà il coccolone :-)

Fabio ha detto...

Per me, un tribunale militare è più che sufficiente a salvaguardare i diritti dei combattenti nemici irregolari.

Ma non voglio addentrarmi in considerazioni politche.

Anonimo ha detto...

...no serio...non ho trovato la frase da te riportata...mi linki qualcosa..grato...

marcov ha detto...

Attenzione Brain Use
la qualifica di combattente nemico è un'invenzione giuridica dell'amministrazione Bush proprio per bypassare quanto previsto dalla Convenzione di Ginevra sui "prigionieri di guerra".

Comunque l'articolo della BBC citato da Paolo può trarre in inganno, è estremamente improbabile che Salim Hamdan sia libero tra cinque mesi e quindi il post andrebbe in parte corretto.

Paolo Attivissimo ha detto...

SMU, prova a leggere qui:

http://www.endgamethemovie.com/

Paolo Attivissimo ha detto...

Marcov,

per la tua richiesta di correzione, vorrei chiarire che avevo infatti scritto che "Hamdan potrebbe trovarsi ad aver scontato la pena fra cinque mesi." Non ho detto che sarebbe stato liberato.

Comunque ho aggiunto una precisazione in questo senso, per evitare equivoci.

Grazie della segnalazione.

Anonimo ha detto...

Paolo Attivissimo, ti ringrazio per la segnalazione del sito, anche se almeno lì non si vedono riferimenti al fatto che i processi di Guantanamo siano il banco di prova per il colpo di stato che istituirà campi di concentramento per i dissidenti americani, negli Stati Uniti, nelle sedi della FEMA.

Comunque, direi che la magra consolazione è più per l'amministrazione Bush perchè si sono dovuti accontentare dell'autista di Bin Laden e non di questo ultimo.

Tra l'altro George Clooney girerà un film proprio sulla storia di Hamdan...sono proprio curioso di vederlo...dopo Syriana..che è stato veramente fantastico

Anonimo ha detto...

Interessante anche come riporta la notizia dell'inizio del processo radiovadicana il 22/07/2008.

http://www.radiovaticana.org/it1/Articolo.asp?c=220268

USA-Guantanamo
Gli USA hanno dato il via ieri a Guantanamo a un processo di fronte a uno speciale tribunale di guerra, istituito dal presidente Bush dopo l’11 settembre 2001. Alla sbarra, uno yemenita che in passato lavorava per Osama bin Laden. L’uomo si è dichiarato subito innocente, mentre il giudice ha bloccato per il momento il procedimento. Salvatore Sabatino:

Non sono ammissibili le prove a carico dell’ex autista di Bin Laden, acquisite in condizioni ''altamente coercitive'' nei suoi confronti. Così il giudice, il capitano di Marina Keith Allred, nel primo processo avvenuto a Guantanamo, a quasi sette anni di distanza dall’11 settembre 2001. Alla sbarra Salim Hadan, proclamatosi sempre innocente, anche ieri, all’inizio dell’udienza. Arrestato nel 2001, lo yemenita, prima di essere trasferito nella base statunitense in territorio cubano, era stato sottoposto ad interrogatori nelle basi di Bagram e Panshit, in Afghanistan, da cui erano scaturite le accuse nei suoi confronti. Interrogatori, però, sempre definiti “violenti”. Di qui, la decisione del giudice di rigettare come inammissibili le prove a suo carico. Hamdan è una figura secondaria tra i presunti terroristi detenuti a Guantanamo e non rientra nel gruppo dei prigionieri che gli Stati Uniti definiscono ''di alto livello''. Ma il suo caso, dopo aver raggiunto anche la Corte Suprema di Washington, è diventato il primo test per i controversi tribunali speciali militari americani.

....


Attivissimo, mi spieghi la storia delle 500.000 bare..forse mi son perso qualcosa

Paolo Attivissimo ha detto...

Attivissimo, mi spieghi la storia delle 500.000 bare..forse mi son perso qualcosa

Ma come? Alex Jones fa lo scoop del secolo, e i suoi seguaci non lo sanno?

Insomma, insomma, non ci sono più i complottisti di una volta...

Puoi deliziarti qui.

Paolo Attivissimo ha detto...

Mi devo correggere quando ho scritto "aspetta che venga a sapere": Alex Jones già sa.

Santo cielo, ha informatori dappertutto... sarà mica uno del Nuovo Ordine Mondiale anche lui?

Anonimo ha detto...

Attivissimo, è vero che chi traduce in un'unica entità tentacolare il concetto di Governo (go go go go governo direbbero Elio e le storie tese) non tiene conto della complessità, del plularalismo, della dialettica istituzionale di un grande paese come gli USA.
Però faccio alcune osservazioni:
1) la FEMA non è come la protezione civile nostrana, ha compiti più penetranti con riflessi molto pericolosi per la Costituzione, stabiliti con decreti mai approvati dal Congresso, e il suo statuto fa storcere il naso a costituzionalisti ben più compassati dell'arruffapopoli di Infowars;
2) La divisione dei poteri è stata fortemente aggredita dalle leggi eccezionali negli anni di Bush, che ha posto più veti e emesso più "signing statements" di tutti i suoi quarantadue predecessori messi insieme;
3) i processi verso la categoria extra-diritto internazionale dei "combattenti nemici" si inseriscono in questo quadro allarmante di modifiche costituzionali con procedure forzate. Le "Commissioni militari" al posto delle ordinarie corti marziali (e non civili, come ho visto equivocare) colpiscono il principio della separazione dei poteri: il presidente si è arrogato poteri che la Costituzione attribuisce al Congresso. Senza parlare della violazione di tutte le norme internazionali sui diritti delle persone catturate in un conflitto armato;
4) considerazione più politica: chiunque sia il prossimo presidente, stando alle dichiarazioni dei candidati, non è sicuro che darà l'odierna copertura al corpo di norme che ha creato Guantanamo e altri simili luoghi di detenzione, quindi le commissioni sono molto ma molto più prudenti perché la partita è aperta.
5) c'è però chi la partita del nuovo ordinamento eccezionale la vuole giocare ancora con spregiudicatezza, perché esso ha potuto coprire molte operazioni segrete che non erano nemmeno obbligate al rendiconto del processo. Questi processi - che restituiscono quel tanto di spettacolo alla terra di Perry Mason - sono solo la parte emersa di un quadro di abusi che crea troppi precedenti pericolosi.

John ha detto...

la qualifica di combattente nemico è un'invenzione giuridica dell'amministrazione Bush...

Non è esattamente così.
Gli attacchi dell'11 settembre 2001 sono stati ritenuti "atto di guerra" al punto da far scattare per la prima volta nella storia il patto di mutua difesa del trattato costitutivo della NATO.

Il Congresso USA ha votato i poteri di guerra al Presidente Bush.

l'ONU in due risoluzioni adottate all'unanimità subito dopo gli attacchi (1368 e 1373) ha autorizzato l'esercizio dell'autodifesa che è l'unica forma con cui l'ONU può autorizzare una guerra.

Dato che se si è in guerra, il tuo avversario è un combattente nemico per definizione, Bush non s'è inventato nulla.

Il problema è che a Guantanamo ci sono finite anche persone che non erano affatto "combattenti nemici".

Se a Guantanamo fossero stati reclusi solo gli appartenenti accertati ad Al Qaeda e Guantanamo avesse rispettato i criteri internazionali per un campo di prigionieri di guerra, tanti problemi giuridici non si sarebbero posti.

Per quanto riguarda i tribunali militari, anche l'Italia, come tantissimi altri paesi, prevede che siano essi competenti nei confronti dei prigionieri di guerra (art. 12 e ss. del Codice Penale Militare di Guerra).

Evitiamo quindi facili e superficiali generalizzazioni e distinguiamo tra ciò che era legittimo fare (guerra, prigionieri di guerra, tribunali militari) e ciò che non lo era (abusi, torture, reclusione di semplici indiziati ecc...).

Gli slogan sono una gran cosa ma parlare con cognizione di causa è una cosa diversa.
;-)

marcov ha detto...

john
io la vedo un po' diversamente
nel dicembre 2001 Bush firma un decreto che autorizza la detenzione a tempo indeterminato di stranieri combattenti (e fin qui si potrebbe considerarlo un atto determinato dalle circostanze)
nel febbraio 2002 Il presidente Bush firma un memorandum che priva ogni talebano arrestato e ogni membro di al Queda delle protezioni garantite dallo statuto di "prigioniero di guerra", e che in particolare sospende l'articolo 3 della Convenzione di Ginevra relativo al trattamento umano dei detenuti e all'impossibilità di ricorrere alla tortura.
nel giugno 2006 la Corte suprema annulla alcune parti di questo memorandum
ottobre 2006 il "Military Commissions Act" priva le corti usa di pronunciarsi sugli appelli di habeas corpus sui combattenti nemici.

Il combattente nemico per definizione è quindi una categoria diversa dal classico prigioniero di guerra perché componente o fiancheggiatore di organizzazione terroristica.
Ma non è neppure il classico imputato di terrorismo giudicato dalle corti civili.
Una figura ibrida che non mi pare abbia precedenti (ma magari mi sbaglio), per questo l'ho definita una invenzione giuridica dell'amministrazione Bush.
Un giudizio non uno slogan.

Mario ha detto...

Il combattente nemico per definizione è quindi una categoria diversa dal classico prigioniero di guerra perché componente o fiancheggiatore di organizzazione terroristica.
Ma non è neppure il classico imputato di terrorismo giudicato dalle corti civili.
Una figura ibrida che non mi pare abbia precedenti (ma magari mi sbaglio), per questo l'ho definita una invenzione giuridica dell'amministrazione Bush.
Un giudizio non uno slogan.
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Non vorrei scatenare un polverone, ma se per esempio osserviamo il recente scambio hezbollah-israeliani, prigionieri terroristi incarcerati per corpi di militari israeliani vediamo che c'è una condizione fondamentale che rende possibile un trattamento paritario fra le condizioni perpetrate dai due blocchi contrapposti, ovvero la possibilità di individuare, contattare ed accordarsi con il gruppo dirigenziale della controparte, magari anche grazie alle pressioni di altri paesi extra-nazionali.
Nel caso AlQaeda poichè lì'organizzazione è segreta vengono a decadere una serie di condizioni presenti negli scontri "ordinari". Un'altro aspetto che viene a decadere è quell'etica militare sorta dalla seconda guerra mondiale che aborrisce l'uso di civili per fini militari di guerra. Su questo aspetto anti-bushiani ed anti-terrorismo hanno argomenti per creare un discorso infinito ed inconcludente.

D'altra parte l'aver garantito condizioni migliori ad una serie di persone prelevate da vari paesi con accuse/prove non note sarebbe stato molto più furbo. Vero è che le associazioni anti-americane hanno marciato su ogni pecca cercando di moltiplicare gli sbagli per colpire politicamente l'odiato governo.
Tuttavia è bene notare come tali soggetti siano ipocritamente in grado di parlare di autoattentati ed affiliazioni CIA-Alqaeda quando parlano di 11 settembre 2001, ed invece mantengano una separazione ben netta fra agenti CIA, interrogatori, prelievi di persone e interrogatori illegali quando politicheggiano (diciamo: fanno discorsi politicizzati) su Guantanamo.