2008/05/19

Testimoni al Pentagono: Vin Narayanan

di Paolo Attivissimo e Brain_use. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Qualifica: all'epoca dei fatti, giornalista del quotidiano USA Today. Attualmente è managing editor di Casino City, guida online alla città di Las Vegas, che riporta la sua foto (qui accanto), il suo numero di telefono e il suo indirizzo di e-mail.

Data della testimonianza: (1) 11 settembre 2001; (2) 17 settembre 2001.

Luogo da cui ha assistito: una strada adiacente al Pentagono, probabilmente il Washington Boulevard.

Fonti: (1) USA Today dell'11 settembre 2001; (2) USA Today del 17 settembre 2001.

1. USA Today, 11/9/2001


"L'aereo esplose dopo l'impatto, la coda si staccò e immediatamente prese fuoco. Nel giro di cinque minuti iniziarono ad arrivare la polizia e i veicoli d'emergenza."

"The plane exploded after it hit, the tail came off and it began burning immediately. Within five minutes, police and emergency vehicles began arriving."

2. USA Today, 17 settembre 2001


"Alle 9.35 del mattino sono arrivato sulla strada in fianco al Pentagono. Dato che il traffico era fermo, il mio sguardo ha vagato lungo la strada alla ricerca della causa dell'ingorgo. A quel punto ho guardato in alto, alla mia sinistra, e ho visto un jet della American Airlines che volava dritto verso di me. Il jet mi è passato sopra la testa, una decina di metri sopra la mia auto. La coda dell'aereo ha tranciato [o toccato] il cartello sospeso dell'uscita sopra di me, mentre si dirigeva dritto verso il Pentagono. I finestrini erano scuri sul volo American Airlines 77 mentre sfrecciava verso il suo obiettivo, a soltanto una cinquantina di metri di distanza. L'aereo dirottato si è schiantato sul Pentagono a velocità impressionante.

Ma le mura del Pentagono hanno resistito magnificamente: si sono spostate a malapena quando il muso dell'aereo si è incurvato in su e si è accartocciato prima di esplodere in una grande palla di fuoco. Chi ha costruito quella facciata dovrebbe essere orgoglioso: la sua resistenza all'impatto iniziale del jet probabilmente ha salvato migliaia di vite.

Balzai fuori dalla mia auto dopo l'esplosione del jet, quasi non rendendomi conto di un secondo jet che volteggiava in cielo. Con le mani che mi tremavano, ho preso in prestito un cellulare per chiamare mia madre e avvisarla che stavo bene. Poi ho chiamato in redazione per informarli dell'accaduto. Ma non sono riuscito nemmeno una volta a distogliere lo sguardo dall'inferno davanti a me. Credo di aver visto i corpi dei passeggeri che bruciavano, ma non ne sono certo. Potevano anche essere impiegati del Pentagono. Forse la mia mente mi stava giocando un brutto scherzo. Spero che sia stato così. La strada era piena di pendolari sotto shock, che vagavano storditi."

“At 9:35 a.m., I pulled alongside the Pentagon. With traffic at a standstill, my eyes wandered around the road, looking for the cause of the traffic jam. Then I looked up to my left and saw an American Airlines jet flying right at me. The jet roared over my head, clearing my car by about 25 feet. The tail of the plane clipped the overhanging exit sign above me as it headed straight at the Pentagon. The windows were dark on American Airlines Flight 77 as it streaked toward its target, only 50 yards away. The hijacked jet slammed into the Pentagon at a ferocious speed.

But the Pentagon's wall held up like a champ. It barely budged as the nose of the plane curled upwards and crumpled before exploding into a massive fireball. The people who built that wall should be proud. Its ability to withstand the initial impact of the jet probably saved thousands of lives.

I hopped out of my car after the jet exploded, nearly oblivious to a second jet hovering in the skies. Hands shaking, I borrowed a cell phone to call my mom and tell her I was safe. Then I called into work, to let them know what happened. But not once was I able to take my eyes off the inferno in front of me. I think I saw the bodies of passengers burning. But I'm not sure. It could have been Pentagon workers. It could have been my mind playing tricks on me. I hope it was my mind playing tricks on me. The highway was filled with shocked commuters, walking around in a daze.”

Note: Narayanan vede bene l'aereo, da distanza ridottissima ("una decina di metri"), e lo descrive senza esitazioni come un velivolo della American Airlines. Anche in questo caso non vi è dubbio che si tratti di un aereo, non di un missile. E' difficile pensare che una persona, anche non addetta ai lavori, veda un missile passarle a una decina di metri e lo scambi per un aereo di linea.

Narayanan segnala alcuni particolari non confermati da altri testimoni: l'impatto della coda con un cartello stradale, il distacco della coda stessa e l'incurvamento verso l'alto del muso all'impatto. Nelle immagini dell'attentato non vi è riscontro di quest'impatto contro il cartello stradale. Tuttavia, se le deduzioni sull'ubicazione di Narayanan (dettagliate qui sotto) sono corrette, vicino al cartello stradale in questione c'era un palo di una telecamera di monitoraggio del traffico che riporta un segno d'impatto: è possibile che dal suo punto di osservazione, il giornalista abbia confuso i due oggetti.

Ha assistito direttamente all'impatto del velivolo contro il Pentagono e ne descrive la palla di fuoco e l'accartocciamento.

Non specifica su quale strada si trovasse: l'indicazione "la strada in fianco al Pentagono" potrebbe indicare sia il Washington Boulevard (la strada parallela alla facciata colpita), sia la Henry G. Shirley Memorial Highway (I-395). Tuttavia l'indicazione dell'urto del velivolo contro un cartello stradale che stava sopra Narayanan, combinata con la sua dichiarazione di aver guardato a sinistra e di essersi trovato fermo nel traffico, sembra suggerire che il giornalista di USA Today si trovasse sul Washington Boulevard, sulla carreggiata più vicina al Pentagono, come mostrato nella figura qui sotto: è l'unica posizione in cui vi è un cartello stradale sulla traiettoria del velivolo (dedotta dai lampioni colpiti) e occorre voltarsi a sinistra per vedere l'arrivo dell'aereo (vi è anche un altro cartello stradale lungo la traiettoria del velivolo, ma si trova su una bretella che porta fuori da uno dei parcheggi del Pentagono, e sembra improbabile che Narayanan avesse motivo di trovarsi in uscita da lì).



Quest'ubicazione ipotetica di Narayanan potrebbe spiegare il dettaglio del danno al cartello stradale: accanto al cartello vi è infatti il palo della telecamera di monitoraggio numero 740 del Virginia Department of Transportation (VDOT), come si può vedere qui sotto.



Il palo di questa telecamera è al centro, in secondo piano, nella foto qui sotto, che mostra anche il cartello stradale. Da quest'angolazione, Narayanan sarebbe a destra, fuori dall'inquadratura.



Il dettaglio di un'altra foto (cliccabile per ingrandirla) qui sotto mostra il segno di un danno da impatto sul palo della telecamera, vicino al margine superiore dell'immagine. La vicinanza del palo al cartello stradale è molto evidente.



Inoltre, sempre se la deduzione dell'ubicazione del giornalista è corretta, la stima di una "cinquantina di metri di distanza" fra il luogo dove si trova Narayanan e la facciata del Pentagono è errata: la distanza sarebbe in realtà di circa 320 metri. Le grandi dimensioni del Pentagono, o lo shock dell'evento, potrebbero aver causato un tipo di errore di valutazione che del resto avviene spesso anche in circostanze non drammatiche.

Il "secondo jet" al quale fa riferimento Narayanan potrebbe essere il C-130 Hercules di Steven O'Brien (v.) oppure uno dei caccia arrivati poco dopo sul posto.

Narayanan sottolinea la rapidità con la quale arrivarono i soccorsi, e questo è un problema per chi sostiene che i rottami siano stati collocati da mano ignota sul prato del Pentagono: la mano ignota in questione avrebbe infatti dovuto agire non solo sotto gli occhi delle persone (molte delle quali civili) ferme sulla strada adiacente al Pentagono, ma avrebbe dovuto anche spicciarsi in pochi minuti prima dell'arrivo dei soccorritori. Sempre che non si voglia arrivare all'ipotesi ancora più surreale che anche la polizia e i vigili del fuoco, oltre che tutti i testimoni e i passanti, facessero parte di un'immensa cospirazione e abbiano attivamente collocato i rottami.

20 commenti:

Stepan Mussorgsky ha detto...

Questa testimonianza è già più problematica.

Nella dichiarazione resa lo stesso giorno dell'attentato si parla della coda dell'aereo che si stacca e prende immediatamente fuoco. La coda tra l'altro costituisce la sezione più grande dell'aereo.

In accordo con questa testimonianza si sarebbero dovuti trovare resti consistenti e riconoscibili della coda bruciata nel prato antistante il punto d'impatto, mentre dall'osservazione dei rottami si deduce che anche la coda è penetrata nel Pentagono , oppure si è disintegrata all'impatto e non staccata come riferisce il testimone.

Nella seconda dichiarazione poi il testimone dice che la parte anteriore si è accartocciata contro la facciata, mentre è penetrata completamente al piano terra, l'unica parte che ha colpito direttamente anche il primo piano è l'ala destra.

Paolo Attivissimo ha detto...

Questa testimonianza è già più problematica

Certamente. Ma noi la pubblichiamo lo stesso, perché qui non si nasconde nulla, non si fanno tagli selettivi, e non si addomesticano i fatti prendendo soltanto quelli che fanno comodo alla propria tesi.

Quello che conta è che finora, di tutti i testimoni censiti, nessuno ha detto di aver visto missili o aerei militari. Tutti hanno parlato chiaramente di aereo di linea.

Sull'esatta dinamica dell'impatto, durato una frazione di secondo, si possono innestare tanti errori di interpretazione o post-elaborazione dei ricordi, come ben sa chi studia le testimonianze a livello processuale. E la coda può anche essersi staccata ma aver proseguito la propria corsa frammentandosi.

Ma sul concetto fondamentale "hai visto un aereo o un missile?", le probabilità di sbagliarsi o di ricordare male sono molto, molto basse.

Anonimo ha detto...

"La coda dell'aereo ha tranciato [o toccato] il cartello sospeso dell'uscita sopra di me"

Di quale cartello (stradale) si sta parlando, è possibile vedere una foto di questo cartello danneggiato? Grazie.

Paolo Attivissimo ha detto...

Di quale cartello (stradale) si sta parlando, è possibile vedere una foto di questo cartello danneggiato? Grazie.

Nell'articolo c'è l'immagine di Google Earth che ne indica la posizione (accanto all'icona che rappresenta Narayanan).

Abbiamo in archivio numerose foto del cartello, ma non risultano danni visibili.

E' anche possibile che Narayanan si sia confuso e abbia scambiato il palo della telecamera del VDOT con il cartello stradale. In effetti sono molto vicini, specialmente dalla sua posizione.

Anonimo ha detto...

Bah, insomma, "overhanging exit sign above me" ha un significato preciso.
E i lampioni?
Il lampione n. 1 dovrebbe stargli proprio davanti.
Gli altri (2,3,4,5) dovrebbero essere sulla traiettoria.
Come fa a non vedere una serie di lampioni abbattuti?
Francamente, Paolo, temo che certi testimoni possano essere degli autogol.

Paolo Attivissimo ha detto...

Aldo, noi non censuriamo le testimonianze, ma le pubblichiamo così come sono, per cui non c'è nessun autogol, perché il nostro obiettivo è presentare tutti i fatti, non solo quelli che fanno comodo a una tesi preconcetta.

Tu dici che "overhanging exit sign above me" ha un significato preciso." Vero. Ma allora anche "I looked up to my left and saw an American Airlines jet... The hijacked jet slammed into the Pentagon" ha un significato preciso: il testimone ha riconosciuto un aereo di linea. Non un missile, non un aereo militare. Un aereo di linea.

Già questo butta fuori dalla finestra tutte le teorie "niente aereo al Pentagono".

Per cui anche in questo senso non direi proprio che c'è un autogol. Se dai per buone le affermazioni di Narayanan, le devi dare per buone tutte quante. E Narayanan ha visto un aereo di linea.


E i lampioni?
Il lampione n. 1 dovrebbe stargli proprio davanti.


E può anche darsi che gli stesse davanti e non l'abbia notato. Dimmi, a te quante volte è capitato di assistere a un attentato? Pensi che avresti una memoria lucidissima e fotografica dell'evento?

Non credi che in circostanze del genere uno possa essere frastornato e magari non notare cose che altri, dal comodo delle loro poltrone e del loro schermo di computer, possono trovare evidenti?

Stepan Mussorgsky ha detto...

io non credo aldo...

ad esempio, credo che prima o poi loro presenteranno anche la testimonianza del tassista, quello nella cui macchina è penetrato un palo abbattuto.

in una testimonianza dice che dopo l'impatto un altro guidatore che lo precedeva con un furgone (che si vede nelle foto) lo ha aiutato a disincastrare il palo dall'auto e solo in quel momento ha udito lo schianto ed è caduto a terra...

ovviamente non è possibile, ma per esperienza personale ti posso dire che è tipico dell'elaborazione post trauma: si ricordano particolari nitidi mentre la sequenza temporale viene spesso stravolta. Del resto è un evento traumatico, e sicuramente è di grande interesse studiare come il nostro cervello elabora il vissuto.

Sembra però emergere in quei momenti la memoria fotografica (forse innescata dall'adrenalina) per cui assumono più rilievo le "istantanee" che rimangono ben fisse e nitide nel ricordo rispetto alla ricostruzione.

Credo sia un campo meritevole di approfondimenti e di studio scientifico, anche per poter avere una metodologia di discernimento delle testimonianze in ambito forense.

Anonimo ha detto...

noi non censuriamo le testimonianze, ma le pubblichiamo così come sono

Proprio per questo è un ottimo post.
La descrizione di avvenimenti accaduti in frazioni di secondo secondo me è sempre inattendibile.
Prendiamo questo Narayanan.
Dal punto in cui si trova, avrà avuto la visione dell’aereo per circa un secondo.
I vari segmenti, perciò (la coda che trancia qualcosa, poi si stacca, l’aereo che si accartoccia), appartengono a frazioni di secondo.
Buona letteratura, insomma, ma sono cose che oggettivamente non significano niente.
La cosa che invece io noto è che i testimoni appartengono tutti a certe precise tipologie: governativi, giornalisti della stampa ufficiosa, addetti alla ricostruzione e simili. E questo è plausibile, essendo il Pentagono una enorme struttura militare.
Ma il Pentagono, come voi stessi avete fatto notare molte volte, è circondato da abitazioni private, uffici civili, grandi alberghi, come in tutte le città.
Esiste una testimonianza tipo: "ero sul balcone a battere i tappeti, e ho visto quell’aereo"?

Paolo Attivissimo ha detto...

Esiste una testimonianza tipo: "ero sul balcone a battere i tappeti, e ho visto quell’aereo"?

Certamente. Ci sono moltissimi civili. C'è Lloyd England, un tassista. C'è gente che andava al lavoro per i fatti propri ed è passata accanto al Pentagono come fa tutte le mattine.

Abbiamo oltre 150 testimonianze da catalogare (55 delle quali confermano di aver visto l'impatto). Ci arriveremo man mano.

SirEdward ha detto...

Proprio per questo è un ottimo post.
La descrizione di avvenimenti accaduti in frazioni di secondo secondo me è sempre inattendibile.


Non sono d'accordo.

Non so se sei mai stato coinvolto in incidenti automobilistici, o se li hai anche solo sfiorati. A me hanno lasciato tutti un ricordo forte, inciso vividamente. Non mi ricordo tutti i particolari, non mi ricordo ogni cosa stesse succedendo all'infuori di quella sequenza di dettagli che mi sono passati davanti in quel breve tempo.

Ma tutto quello che ho percepito in quei momenti me lo ricordo. A volte si tratta di dettagli insignificanti, a volte di veri e propri pensieri e ragionamenti complessi, a volte improvvisa confusione, a volte semplici sensazioni tattili.

Frammenti, pezzi, dettagli. Ma precisi, chiari, incredibilmente nitidi.

Ogni volta mi sembra che si tratti di eventi di lunga durata, e ogni volta, ragionandoci, mi accorgo che si tratta in realtà di eventi accaduti in poco più di un secondo dall'istante che fa scattare questa sorta di memoria.

Non dovrei ricordare nulla, eppure ricordo dettagli incredibili.

Per quanto riguarda la vista, ad esempio, ricordo benissimo il colore e la forma di chi mi tamponò anni fa. Era un'auto. Scura. Blu. Non lo ricordo perché l'ho vista dopo, l'immagine è l'immagine riflessa dallo specchietto retrovisore, ed è stata tanto rapida che non sono riuscito a finire il pensiero "cavolo, ma riesce a fermarsi qu...".

Non ti so dire se aveva i fari sani o no, se aveva la targa o no, se era italiana o no (se non con i ricordi successivi), ma di sicuro era un'auto, di sicuro era scura, di sicuro era blu.

E ricordo distintamente anche il suono del mio collo al momento della botta (colpo di frusta di cui porto ancora i segni).

Vale lo stesso per i testimoni al Pentagono. Magari alcuni dettagli possono essere sbagliati, confusi, eccessivi, inesatti. Ma altri no
Questi hanno visto qualcosa di grosso, con le ali, un aereo di linea, con i colori dell'AA. Il resto dipende da cosa a ognuno è rimasto impresso e come.

Il fatto che abbiano visto un aereo è confermato dal fatto che 55 persone hanno visto un aereo. Nessuno ha visto qualcos'altro.

In aggiunta a questa questione dei ricordi, io ti posso dire com'era il cielo sopra casa mia l'11 Settembre 2001, quante file di tv c'erano al centro commerciale nel quale mi trovavo quando ho visto per la prima volta la CNN, quale scritta passava in fondo allo schermo in quel momento, quante persone c'erano davanti alle tv, dove ho parcheggiato l'auto quel giorno.

Sembrano dettagli da niente, eppure me li ricordo.

I meccanimi mentali sono molto più complessi e interessanti di quanto a volte alle persone piace credere per cercare di comprenderli.


Prendiamo questo Narayanan.
Dal punto in cui si trova, avrà avuto la visione dell’aereo per circa un secondo.
I vari segmenti, perciò (la coda che trancia qualcosa, poi si stacca, l’aereo che si accartoccia), appartengono a frazioni di secondo.
Buona letteratura, insomma, ma sono cose che oggettivamente non significano niente.


Non sono d'accordo. Ognuno degli episodi raccontati è un ricordo. Potrebbe essere distorto, potrebbe essere falso, potrebbe essere incompleto, potrebbe essere rielaborato. Ma potrebbe anche essere vero.

Dei testimoni è interessante sentire le parole e confrontarle con la restante mole di dati in nostro possesso. le parole dei testimoni confermano e rafforzano i dati ottenuti tramite altre vie, e questi ultimi rafforzano la ricostruzione del testimone.


La cosa che invece io noto è che i testimoni appartengono tutti a certe precise tipologie: governativi, giornalisti della stampa ufficiosa, addetti alla ricostruzione e simili. E questo è plausibile, essendo il Pentagono una enorme struttura militare.
Ma il Pentagono, come voi stessi avete fatto notare molte volte, è circondato da abitazioni private, uffici civili, grandi alberghi, come in tutte le città.


Come ha già detto Paolo, ci sono anche dei testimoni civili, ma soprattutto Washington D.C. è una città piena zeppa di ministeri e uffici governativi. Molti dei testimoni sono persone comuni che lavora(va)no in strutture governative. In certe zone di Roma è la stessa cosa.


Esiste una testimonianza tipo: "ero sul balcone a battere i tappeti, e ho visto quell’aereo"?


Sì, una di quelle che abbiamo presentato uno o due mesi fa, con il testimone che si trovava a casa di un amico.

Anonimo ha detto...

Sì, una di quelle che abbiamo presentato uno o due mesi fa, con il testimone che si trovava a casa di un amico.

Se parli di Dawn Vignola e Tim Timmerman, questa è la vista reale dall’appartamento.

http://bp0.blogger.com/_ebKDfm0h1oI/
R8Zw0uKeySI/
AAAAAAAAB2g/KWKavovbwHY/s1600-h/
pent-dawn-vignola-tim-timmerman-
view-from-CIT--Picture075.jpg

Al massimo si poteva vedere il tetto del Pentagono.
E il primo a dubitare dell’attendibilità di quel testimone è Attivissimo:

Questa visuale si ha dagli alti edifici residenziali di South Joyce Street, ma richiede che si guardi verso nord-nordest, non verso sud-sudovest come dice Timmerman.

Se invece

si adotta un'interpretazione letterale delle parole di Timmerman, l'avvistamento fatto guardando "verso sud, verso sudovest" avviene prima del passaggio del velivolo accanto allo Sheraton ("ed è arrivato dritto lungo la 395, proprio sopra la Columbia Pike, e passando accanto all'Hotel Sheraton, il pilota ha dato gas ai motori. L'ho sentito salire di potenza ancora un po', poi l'ho perso dietro un edificio"). Ma anche con quest'interpretazione, non sembrano esserci edifici compatibili.

http://undicisettembre.blogspot.com/
2008_02_01_archive.html

Questo, secondo me, è il rischio di cui parlava Aldo.

airone76 ha detto...

Questo, secondo me, è il rischio di cui parlava Aldo.

Questo dimostra il livello di serietà di questo sito, dove gli errori e le lacune delle testimonianze vengono direttamente e apertamente evidenziate. Che sia un autogol come dice aldo non lo credo. È più facile che Timmerman si sia sbagliato in qualche particolare secondario della sua testimonianza (come Narayanan) [ricordo che entrambi hanno visto un aereo di linea ed entrambi con le insegne dell`AA] oppure che i principali fatti concordi di tutte le altre 150 testimonianze, le evidenze fattuali, le migliaia di prove, le decine di ricostruzioni tecniche e via discorrendo siano errate?

SirEdward ha detto...

Parlavo di molte altre cose, oltre che di Timmermann.

Su Timmermann io un'idea di perché parla della direzione sbagliata ce l'ho. Ma è semplicemente una congettura, non una certezza.

C'entra il modo (pochi gradi di differenza, tendenza ad allineare con i punti cardinali, ripetitività, patterns) in cui si percepisce l'orientamento degli edifici e delle strade e il punto in cui per la prima volta Timmermann ha visto l'aereo.

Inoltre Timmermann, come gli altri, come chiunque, ricorda sicuramente alcuni dettagli a scapito di altri (nella fattispecie ricorda un oggetto volante proveniente dall'estremo limite sinistro del suo campo visivo mentre lui si trovava in un edificio che può sembrare rivolto a nord (anche se non lo è) e che può sembrare di forma perfettamente regolare (anche se non lo è). Tutto dipende da quelli che si sono fissati nella sua memoria in quei pochi secondi, e come. Non è detto che tutto sia giusto, né che tutto sia perfetto o esattamente come lo descrive. O magari sì. Non possiamo saperlo in anticipo.

Quello che sappiamo è che Timmermann, come molti altri, ha visto un aereo schiantarsi sul Pentagono. E' il fatto che la sua testimonianza coincida con quella degli altri, con i danni all'edificio, con i resti e i rottami ritrovati, con le scatole nere, con la scomparsa di aa77, con gli eventi di quel giorno, che ci porta a dire che sul Pentagono si è schiantato aa77.

La testimonianza di Timmermann rafforza la ricostruzione degli eventi, che a loro volta confermano le parole di Timmermann. Sembra paradossale, ma non lo è. Si tratta di due percorsi di indagine che non si toccano mai prima di quel punto (uno è un racconto di un testimone, l'altro una ricostruzione partendo da dati, elementi e oggetti concreti) ma che in quel punto arrivano alla stessa conclusione.

Come fa notare Airone76, inoltre, il fatto di dare voce alle testimonianze "così come sono", cioè senza manipolarle, mistificarle, epurarle, sceglierle preventivamente, dimostra come si fa ricerca. Tutto conta, non solo ciò che torna più comodo.

Anonimo ha detto...

Scusami, ma stai facendo filosofia.
Se un testimone dice: "ho visto l'aereo", e poi si scopre che non può proprio averlo visto, secondo me è un autogol.
Ma se credi veramente che Timmerman-Vignola abbiano visto quell'aereo, prendi la fotografia con la visuale di Timmerman-Vignola (fotografia reale, presa da casa loro) e inserisci la sagoma dell'aereo, il percorso, e tutto quanto.
Se invece la questione è: contiamo quelli che dicono di aver visto l'aereo, il ragionamento è diverso.

Paolo Attivissimo ha detto...

Se un testimone dice: "ho visto l'aereo", e poi si scopre che non può proprio averlo visto, secondo me è un autogol.

E' un autogol se il tuo scopo è usare quella testimonianza come unico appiglio per dimostrare l'impatto dell'aereo.

Non è il nostro caso, perché ci sono moltissimi altri testimoni e ci sono evidenze materiali abbondanti.

Non è il nostro caso, perché a noi non interessa mostrare solo i dati che fanno comodo a una tesi preconcetta. Noi mostriamo tutto: poi ognuno è libero di fare le valutazioni che crede. Ma almeno le fa avendo il quadro completo, non quello abilmente e selettivamente tagliuzzato offerto dai cospirazionisti.

Il problema, semmai, si pone proprio per i cospirazionisti, perché neppure il più sballato dei testimoni dice di aver visto un missile. Come la mettiamo?

Anonimo ha detto...

Estendo l'invito anche a te.
Prendi la foto, reale, con la visuale esatta di Timmerman, e inserisci la sagoma dell'aereo, il percorso, lo schianto e tutto il resto.

http://bp0.blogger.com/_ebKDfm0h1oI/
R8Zw0uKeySI/
AAAAAAAAB2g/KWKavovbwHY/s1600-h/
pent-dawn-vignola-tim-timmerman-
view-from-CIT--Picture075.jpg

Altrimenti che senso ha affermare:

Quello che sappiamo è che Timmermann, come molti altri, ha visto un aereo schiantarsi sul Pentagono.

Paolo Attivissimo ha detto...

Velar, come mai vedo che mandi due volte i tuoi commenti? Tieni presente che su questo blog è attiva la moderazione, per cui i commenti non appaiono subito. Grazie.

Puoi insistere finché vuoi su Timmerman. Fai pure. Anzi, guarda, toglilo se vuoi dall'elenco, senza andare a controllare se può o non può aver visto.

Restano almeno altri 54 testimoni che dicono di aver visto un aereo schiantarsi contro il Pentagono.

E restano sempre zero testimoni che dicono di aver visto un missile.

Il resto è solo disquisizione inutile.

Anonimo ha detto...

senza andare a controllare se può o non può aver visto.

Scusa, come sarebbe senza controllare?
Tu citi i testimoni senza controllare se possono aver visto o no?
Per il doppio commento, faccio ammenda.
Mi era sembrato che la prima volta non fosse stato preso.
Lo ricopio qui.
- - - - - - - - - - - - - -

Estendo l'invito anche a te.
Prendi la foto, reale, con la visuale esatta di Timmerman, e inserisci la sagoma dell'aereo, il percorso, lo schianto e tutto il resto.

http://bp0.blogger.com/_ebKDfm0h1oI/
R8Zw0uKeySI/
AAAAAAAAB2g/KWKavovbwHY/s1600-h/
pent-dawn-vignola-tim-timmerman-
view-from-CIT--Picture075.jpg

Altrimenti che senso ha affermare:

Quello che sappiamo è che Timmermann, come molti altri, ha visto un aereo schiantarsi sul Pentagono.

Paolo Attivissimo ha detto...

Scusa, come sarebbe senza controllare?
Tu citi i testimoni senza controllare se possono aver visto o no?


Esatto. Ci sono 150 testimonianze da vagliare. In questa prima fase, le raccogliamo e le traduciamo in un PDF unico e facciamo solo un primo controllo preliminare. Poi ci saranno gli approfondimenti derivanti anche dalla discussione nel blog.

L'idea è prima pubblicare tutto, a differenza di quanto fanno i cospirazionisti, e poi vagliare. E' quello che si fa quando si vuole presentare il quadro completo, senza censure e senza preferenze.

Se c'è qualche critica nei confronti di Timmerman, però, non va fatta qui: va fatta nell'articolo dedicato a Timmerman.

Quello che ti sto dicendo è che la testimonianza di Timmerman potrebbe (ripeto potrebbe) anche essere invalidata, ma questo non significa che ci siano dubbi su cosa abbia colpito il Pentagono. Restano infatti tutti gli altri testimoni e restano tutte le altre evidenze fisiche sul terreno.

Comunque la questione Timmerman mi sembra soltanto una di direzione, non di visibilità: ma parliamone nell'articolo dedicato a lui, non qui, per favore.

Anonimo ha detto...

volevo dire ad anonimo che non è vero che testimonianze su avvenimenti accaduti in una frazione di secondo sono inattendibili. Personalmente sono stato coinvolto in un incidente quando avevo 6 anni e mi ricordo tutto, ogni minimo particolare (un frontale con un tir è difficile da dimenticare!)e inoltre ho assistito ad un paio di incidenti, anche in questo caso, tutto accaduto in pochi decimi di secondo ma è tutto chiaro, ben stampato nella mia mente.
la mente umana tende a registrare a lungo accadimenti di questo genere.

ti assicuro che non si dimenticano facilmente.

a