2007/03/20

Inganno Globale seconda edizione corregge gli errori. Soltanto quelli segnalati dai debunker

di Henry62
http://11-settembre.blogspot.com/

Nota: dal 2017 circa i contenuti del sito Flight77[.]info non riguardano più gli attentati dell’11/9. In questo articolo, i link al sito sono stati aggiornati per puntare alla copia archiviata su Archive.org.


Finalmente, dopo più di due mesi dall'annuncio, è arrivata in distribuzione l'edizione riveduta e corretta del libro Inganno Globale di Massimo Mazzucco. Devo ringraziare la segnalazione di un nostro attento lettore, perché onestamente la cosa era passata del tutto sotto silenzio anche presso il sito Luogocomune.net di Mazzucco.

Come nella prima edizione, anche questa aggiornata al 2007 ha allegato il DVD in omaggio col film omonimo. Chi ha prenotato presso il proprio libraio questa seconda edizione ha però avuto una piccola sorpresa, perché il libro non risulta ancora disponibile nelle librerie, ma è invece diffuso come gadget allegato ad una rivista della Macro Edizioni, in genere venduta al prezzo di 4 euro e per l'occasione disponibile al prezzo maggiorato di 9,90 euro.

La distribuzione della rivista sembra essere estremamente limitata, perché per trovarla ho dovuto girare per una quindicina di edicole, dove alla fine ho recuperato l'unica copia che era stata inviata.

La rivista si chiama "Il/La Consapevole – Stili di vita – Modi di pensare". Dovrebbe trattarsi di un bimestrale, ma non ne sono certo, perché riporta "Anno 4 Numero 9, Febbraio-Marzo 2007"; quello che è certo è che degli 8 numeri precedenti è possibile ordinare gli arretrati al prezzo speciale di promozione di un numero omaggio se se ne ordinano più di 4 numeri.

Già la scelta della distribuzione in edicola è significativa dell'approccio dell'editore e dell'autore, perché bisogna dare loro atto che si tratta di una scelta coraggiosa, ma vorrei segnalare anche la presenza di un'intervista a Mazzucco nella rivista e, cosa alquanto strana, una interessante postfazione nel libro a difesa del lavoro da parte dell'editore che, secondo me giustamente, difende la scelta di campo fatta.

Perché parlo di scelta di campo? Perché, come vedremo, nei fatti di questo si tratta, cioè di diffusione di un'opera di propaganda che a priori ha scelto quali ipotesi sostenere e che trascura di citare tutte le prove che sono contrarie alle idee (o meglio, opinioni personali) dell'autore. Questo metodo non è quello della ricerca della verità ma, più propriamente, quello della propaganda o, se preferite, della controinformazione.

Sia chiaro che tutto ciò è lecito e legittimo, ma non completamente condivisibile se definito pomposamente "Sconvolgente! Il primo libro italiano sull'11 Settembre. Avvincente, inoppugnabile, documentatissimo" (scritta riportata in evidenza sulla confezione di vendita).

Si potrebbe pensare alla pubblicità ingannevole, ma confidiamo nel buon senso dei lettori che sapranno valutare da soli queste roboanti affermazioni: mai come in questo caso vale l'antico adagio "chi si loda…". E il libro Inganno Globale non è affatto "inoppugnabile", anzi, e vedremo quanto sia "documentatissimo".

Del resto è a tutti chiaro che non si tratta del primo libro italiano sull'11 Settembre: qualcuno ricorderà certamente, per esempio, le rampogne di Mentana a Chiesa che faceva pubblicità ai suoi libri sull'11 settembre durante una puntata di Matrix, e lo stesso Blondet scrisse sull'11 settembre ben prima di Mazzucco. Ma si sa, per vendere tutto è lecito.

Questa nuova edizione, resasi praticamente obbligatoria per correggere i numerosi e gravi errori della prima, si presenta di facile lettura e ancora rivolta al pubblico non specializzato: si tratta in pratica della prima edizione cui sono state apposte alcune correzioni ed è stata aggiunta un'intervista a Danilo Coppe, specialista italiano di demolizioni controllate.

Un po' furbescamente, ma senza possibilità di trarre in inganno chi segue questo nostro blog, l'edizione viene definita in copertina del libro "Edizione ampliata e aggiornata Gennaio 2007", perché definirla "corretta" sarebbe stata un'ammissione forse troppo umiliante; ma per il poco che conosco Mazzucco non credo sia stata una sua specifica scelta, quanto un'esigenza commerciale di marketing.

Mazzucco sa perfettamente che gli errori da me segnalati erano effettivamente tali, e non credo che si possa parlare propriamente di "aggiornamento 2007" quando le correzioni riguardano dati già noti da tempo, quali, per esempio, il numero di piani delle Torri o la natura bistatale e non municipale della Port Authority di New York.

Comunque sia, non per me ma per rispetto ai lettori, mi sarei aspettato due parole sulle correzioni apportate rispetto alla prima edizione, ma così non è stato. Evidentemente dà ancora molto fastidio ammettere i propri limiti, soprattutto se tali limiti emergono chiaramente da una discussione pubblica cui non si sa dare altra risposta che montare (per stessa ammissione di Mazzucco) nella home page di Luogocomune una gogna mediatica con cui esporre al pubblico ludibrio il critico resosi reo di lesa maestà.

L'impianto del libro è praticamente inalterato e pone le solite domande cui ormai siamo abituati, quelle stesse domande alle quali sono state date risposte sia dal lavoro d'inchiesta del team di Popular Mechanics (di imminente uscita in edizione italiana) sia, in tempi più recenti, dal lavoro "Inganno", curato da John e recentemente approdato su Canale 5 nella trasmissione Matrix di Enrico Mentana.

Vediamo ora di capire le correzioni fatte e valutare quindi il contenuto esclusivamente in merito ai fatti citati dal libro, visto che per nessun motivo intendo replicare alle personali opinioni complottiste dell'autore. Vorrei analizzare solamente il suo metodo di ricerca della verità.

Come detto, avevo a suo tempo aperto una discussione su Luogocomune, sito di cui Mazzucco è webmaster, proprio sugli errori del libro Inganno Globale. La cosa non fu certo gradita dall'autore, che in breve chiuse di forza la discussione ed espulse il sottoscritto dal suo sito, come si può vedere qui.

Conclusione prevedibile e da me accettata senza problemi, sebbene il mio scopo fosse quello di segnalare alcuni errori del libro e farli così correggere: devo dire che anche in questo sono riuscito solo parzialmente, perché il buon Mazzucco nel suo "inoppugnabile" e "documentatissimo" lavoro è riuscito comunque a infilare errori, almeno uno dei quali è una vera e propria perla.

L'elenco degli errori corretti da Mazzucco è, purtroppo, solamente quello che avevo segnalato pubblicamente: ringrazio della fiducia riposta in me da Mazzucco, ma gli devo segnalare che volutamente non li avevo segnalati tutti, proprio per valutare la bontà dell'opera di revisione dell'autore. Per cui devo constatare che quelli che non ho citato esplicitamente si ritrovano anche nella seconda edizione.

In alcuni casi le correzioni apportate da Mazzucco risentono della sua partigianeria, quindi sono di fatto delle semplici variazioni lessicali di concetti del tutto errati.

Faccio un esempio per chiarire: laddove a pag. 16 di IG1 parlava esplicitamente di termite, in IG2 parla di generici materiali esplodenti. Peccato che la termite non sia un esplodente e, soprattutto, non siano state trovate assolutamente tracce della sua presenza. Illazioni e ipotesi sostenute in primis da Jones, ma prove zero (e non mi riferisco al film di Chiesa).

Lo stesso discorso vale per l'affermazione di IG2 che l'edificio WTC7 sarebbe crollato solamente a causa di un incendio.

Secondo l'autore, in facciata al Pentagono continua ad esserci solamente un piccolo buco di 3-4 metri, più un'ulteriore spaccatura frutto di una inesistente esplosione della parete verso l'esterno (IG2, pag. 46).

Il Pentagono, nonostante le ampie discussioni in merito, viene sempre da Mazzucco ritenuto protetto da inesistenti batterie antiaeree (IG2, pag. 49).

Un ipotetico Boeing che andasse ad impattare contro l'edificio ad una velocità di 850 km/h avrebbe dovuto rimbalzare, secondo Mazzucco (IG2, pag. 51). Non so quali siano le nozioni di fisica che sottendano a queste valutazioni, ma certamente non si può imputare all'autore la mancanza di fantasia.

In merito all'analisi Purdue (IG2 pag. 53), lascio a voi immaginare dove arrivi l'"inoppugnabile" e "documentatissima" ricerca.

Il timone dell'aereo, che in IG1 era d'acciaio, diviene in IG2 una "spessa lama metallica alta più di 6 metri", sostituendo un generico metallo laddove, come ovvio, si trovano invece materiali compositi su travatura in lega leggera.

L'autore sembra poi avere una particolare attenzione per le finestre del Pentagono, della cui incolumità, per le finestre non direttamente impattate, non riesce proprio a capacitarsi, tanto da lasciarsi andare (IG2. pag. 56) a ironiche battute che suonano fuori luogo sia nei modi che nella sostanza. Probabilmente l'autore non ricorda che non stiamo parlando di comuni finestre, ma di speciali infissi anti-esplosione con lastre trasparenti multistrato (ciascuna del peso di alcuni quintali...) montate su particolari serramenti in acciaio imbragati alla struttura della facciata.


Dal documentario Inside the Pentagon, National Geographic.
Si noti l'uso di un veicolo sollevatore di grande portata per trasportare la finestra.


Naturalmente, parlando sia del volo AA77 al Pentagono che del volo UA93, Mazzucco dimentica di citare l'esistenza delle scatole nere e delle identificazioni delle vittime, dei passeggeri e dell'equipaggio, ma questo è un dettaglio che l'autore non ritiene significativo e degno di menzione, mentre accenna, naturalmente sfrondata delle parti non gradite, all'intervista del sindaco di Shanksville (IG2, pag. 71) nella quale si negherebbe la presenza di rottami dell'aereo caduto.

Venendo invece alle Twin Towers, Mazzucco continua a diffondere l'ipotesi, ormai obsoleta, ripudiata e dimenticata da tutti, del collasso a pancake (pag. 98), che risalente al 2002 e che nemmeno compare nel report definitivo del NIST del 2005. Ma questo è funzionale per poter continuare imperterrito a scrivere che con tale ipotesi (che non si accorge di sostenere solamente lui, ormai), si violerebbero delle leggi di natura in riferimento ai tempi del crollo. Evidentemente non è chiara la distinzione fra collasso e crollo, ma avendolo più volte spiegato proprio sulle pagine di Luogocomune, invito Mazzucco a leggersi il suo sito e ad aggiornare le sue teorie.

Lo stesso discorso vale per la spiegazione di come abbiano potuto 18 persone salvarsi dalla Torre Sud (pag. 104). Le contraddizioni sono, come al solito, all'ordine del giorno: prima si dice che le Torri sono cadute sulla propria pianta, poi ci si chiede come pezzi delle Torri possano essere stati scagliati a distanze di decine e decine di metri: delle due, l'una… l'autore faccia la sua scelta e poi ne riparleremo, perché non è possibile commentare ipotesi antitetiche esposte nello stesso libro come se niente fosse.

In merito alla vicenda della presenza di amianto nelle Twin Towers siamo arrivati al ridicolo: ricordo che Mazzucco pretendeva da me la documentazione con cui lui potesse correggere il suo clamoroso errore della prima edizione, e su questo ingaggiò un ingenuo quanto per me divertente tormentone di messaggi in cui, praticamente, denunciava di fatto la sua completa incapacità nel chiarire questa vicenda, talmente importante per l'autore da presentarla invece all'interno di un paragrafo dal titolo evocatore di "Alla ricerca di un movente".

Nella seconda edizione la soluzione è stata salomonica: prendendo spunto da valutazioni "spannometriche" fatte da qualcuno in post anonimi della discussione da me aperta su Luogocomune, le tonnellate di amianto diventano circa 5.000. Nella discussione, questo numero usciva come stima della percentuale di amianto presente nel materiale isolante, ma l'autore anonimo del post fece questa valutazione basandosi su percentuali in pesi, mentre le percentuali di composizione del materiale antincendio spruzzato al WTC venivano generalmente fatte in volume. L'uso di cifre scaturite da fonti del tutto prive di verifica e di autorevolezza come un post anonimo è sintomatico della cosiddetta approfondita e inoppugnabile ricerca condotta per questo libro.

Vale la pena di ricordare, per chi vuole informarsi correttamente, che la realtà è che l'amianto, reso non pericoloso per rimozione o incapsulamento, era presente solamente nei primi 38 piani della Torre Nord e completamente assente in tutti gli altri edifici. Eppure anche in Inganno Globale Aggiornamento 2007 l'errore continua a rimanere. Confidiamo nell'aggiornamento 2008.

In merito all'intervista a Danilo Coppe, rispetto troppo l'opera di Danilo per affiancarlo al resto dell'opera mazzucchiana, per cui lascio a lui, se vuole, la possibilità di dire la sua da queste pagine.

Non vorrei dilungarmi oltre, ma avevo promesso una perla, già presente nella prima edizione, che volutamente non era stata segnalata pubblicamente per poter valutare il "frutto dell'eccezionale lavoro di raccolta documentale di Massimo Mazzucco" (citazione di Giorgio Gustavo Rosso, editore di Inganno Globale, dalla postfazione pag. 149): il povero Mark Bingham, vittima del volo UA93 e autore della famosa e contestata telefonata alla madre in cui si presentava con nome e cognome, per Mazzucco diventa Scott Bingham (pag. 79) e la telefonata diventa letteralmente "Hi mom, this is Scott, Scott Bingham" (stessa pagina, quarta riga dall'alto), con tanto di virgolette per la citazione testuale.

Peccato che Scott Bingham esista veramente e non sia il ragazzo appassionato di rugby morto a Shanksville: è uno dei più importanti e veri ricercatori sull'11 settembre, titolare del sito Flight77[.]info e autore delle richieste che hanno portato al rilascio dei filmati del Pentagono.

Caro Mazzucco, capisco il fuso orario e l'assonanza dei cognomi, ma verificare ciò che si scrive è davvero così difficile? Un pensiero va anche a lei, signor Rosso, editore di questa pietra miliare italiana della ricerca sull'11 settembre, cui va tutta la nostra sincera solidarietà quando afferma (pag. 153) che un suo secondo autore che scrive di 11 settembre, David Icke, "sicuramente non è in grado, come Mazzucco, di documentare ogni cosa che scrive".

E' indubbio che un sostenitore della presenza nella famiglia reale inglese di alieni rettiliformi travestiti quale è Icke possa incontrare qualche difficoltà nel documentare queste affermazioni, ma lodare Mazzucco dicendo che è più documentato di David Icke non credo sia un gran complimento.

Ipse dixit: "Un moderno Galileo o Lutero"

di mother

"Come un Galileo o Lutero dei nostri giorni, Jones ha messo in mostra i difetti della versione ufficiale, 'un mito', dice, 'che ha assunto proporzioni religiose'.

– Christopher Bollyn, giornalista dietrologo, in Professor Says 'Cutter Charges' brought down WTC buildings, 1 maggio 2006. Citazione originale: "Like a modern-day Galileo or Luther, Jones has exposed the flaws in the official version, 'a myth,' he says, 'which has taken on religious proportions'".

Steven Jones, "metallo fuso":



Hangar 17, Aeroporto JFK, New York, macerie pressate contenenti carta:




2007/03/18

Nessun edificio in acciaio era mai crollato prima. O sì?

di Paolo Attivissimo, con il contributo di Debunking911.com. L'articolo è stato ampliato e aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

"Nessun grande edificio a struttura in acciaio è mai crollato a causa di un incendio". Lo sostengono molti siti complottisti, come Truthmove.org: "No large steel-frame building has ever collapsed due to fire".

Altri, come Prisonplanet.com di Alex Jones, ribadiscono il concetto: "Il WTC 7 fu il primo grande edificio mai crollato esclusivamente a causa di un incendio" ("WTC 7: First large building ever to collapse from fire alone (no debris impact)").

Lo ribadisce anche David Ray Griffin, altro esponente di rilievo dell'autoproclamato "movimento per la verità" sull'11 settembre, in questo articolo intitolato The Destruction of the World Trade Center: Why the Official Account Cannot Be True, con queste parole (i corsivi rafforzativi sono presenti nell'originale):

"La teoria ufficiale è resa implausibile da due problemi importanti. Il primo è il fatto semplice che un incendio non ha mai – prima né dopo l'11 settembre – causato il crollo di edifici alti con struttura in acciaio. I difensori della versione ufficiale citano raramente questo semplice fatto o lo tacciono del tutto. Anzi, il rapporto teoricamente definitivo pubblicato dal NIST – il National Institute for Standards and Technology (2005) – sottintende addirittura che i crolli indotti dagli incendi di grandi edifici con struttura in acciaio sono eventi normali (Hoffman, 2005). Lungi dall'essere normali, invece, tali crolli non sono mai avvenuti, eccetto che nei presunti casi dell'11 settembre."

In originale:

"The official theory is rendered implausible by two major problems. The first is the simple fact that fire has never---prior to or after 9/11---caused steel-frame high-rise buildings to collapse. Defenders of the official story seldom if ever mention this simple fact. Indeed, the supposedly definitive report put out by NIST---the National Institute for Standards and Technology (2005)---even implies that fire-induced collapses of large steel-frame buildings are normal events (Hoffman, 2005). Far from being normal, however, such collapses have never occurred, except for the alleged cases of 9/11."

Giusto per chiarire che non lo sta dicendo en passant, Griffin ripete e rafforza il concetto poco più avanti, e senza mezzi termini (anche qui, i corsivi rafforzativi sono presenti nell'originale):

"non è mai troppa l'enfasi nel far notare che gli incendi non hanno mai causato il crollo di grandi edifici a struttura in acciaio – mai, né prima dell'11 settembre, né dopo l'11 settembre, e in nessuna parte del mondo in quel giorno tranne, si asserisce, a New York City – mai."

In originale:

"it cannot be emphasized too much that fire has never caused large steel-frame buildings to collapse---never, whether before 9/11, or after 9/11, or anywhere in the world on 9/11 except allegedly New York City---never."

Ma nonostante il suo tono così categorico e sicuro, David Ray Griffin, insieme a tutta la compagnia complottista che gli fa eco con quest'affermazione, ha semplicemente torto.

Infatti è sufficiente una semplice ricerca su Internet, senza neppure scomodare gli archivi e le riviste di settore, per trovare almeno tre grandi controesempi, pubblicati da Debunking911.com. Le grandi strutture in acciaio collassano e crollano eccome, se esposte agli incendi. Per cui il collasso e crollo delle Torri Gemelle a causa degli impatti degli aerei e dei successivi incendi non deve stupire nessuno: o perlomeno nessuno che si prenda la briga d'informarsi prima di cedere allo stupor cospiratorio.

Il McCormick Center di Chicago


Bastarono trenta minuti d'incendio per far crollare l'intero McCormick Center di Chicago il 16 gennaio 1967. L'edificio, il più grande centro espositivo al mondo dell'epoca, era stato inaugurato solo sette anni prima. La sua struttura, interamente in acciaio, utilizzava grandi travature per creare ampi volumi ininterrotti, proprio come il WTC.

Intorno alle due del mattino, un custode notò del fumo che scaturiva da dietro di uno degli stand espositivi: cinque minuti dopo, l'intero stand era in fiamme. I soccorsi arrivarono in forze, mobilitando 500 persone, ma il rifornimento idrico s'interruppe quasi subito. Fu ristabilito, ma troppo tardi: le fiamme erano ormai ovunque e le travature d'acciaio del tetto avevano già iniziato a collassare irreparabilmente, come mostrato nella foto all'inizio dell'articolo. Fu necessario ricostruire l'intero edificio (fonti: Wconline.com (solo su abbonamento), Tadesite.com, ChiPubLib.org).

Come riferisce il commento degli esperti dell'International Association of Electrical Inspectors in questo articolo, fu un disastro "significativo perché dimostra il fatto che gli edifici con struttura in acciaio possono collassare a causa dell'esposizione agli incendi."

Il Sight and Sound Theater di Strasburg


Il 28 gennaio 1997, la cittadina di Strasburg, in Pennsylvania, fu funestata dall'incendio del modernissimo Sight and Sound Theater, inaugurato sette anni prima e valutato oltre 15 milioni di dollari.

La struttura del teatro, un telaio d'acciaio che racchiudeva l'ampio spazio dell'auditorium, crollò nell'incendio, causando danni strutturali anche agli edifici adiacenti. L'edificio andò completamente distrutto.

Gli elementi strutturali d'acciaio erano dotati di rivestimento antincendio applicato a spruzzo, con una resistenza prevista agli incendi di due ore, ma il rivestimento era stato in parte asportato dai ripetuti colpi prodotti dai lavori di modifica al palcoscenico. Il rapporto della FEMA è molto chiaro in proposito:

Temperature di 540 °C posso causare imbozzamento, e temperature di 820 °C posso far perdere all'acciaio la propria resistenza e causarne il collasso. Quando il calore e i gas roventi raggiunsero il soffitto del palcoscenico, si distribuirono orizzontalmente nell'auditorium, producendo il cedimento del tetto... Quando il calore dell'incendio produsse il cedimento dell'acciaio strutturale nel magazzino, l'azione di contrasto divenne troppo pericolosa per poter essere continuata.

Le raccomandazioni FEMA sono lapidarie, smentendo categoricamente quel "mai avvenuti" di Griffin:

Gli edifici con struttura in acciaio, in sostanza, devono essere considerati privi di protezione e in grado di collassare a seguito di incendi anche in soli dieci minuti. I rivestimenti antincendio applicati a spruzzo all'acciaio strutturale possono subire danni provocati dai lavori di costruzione... L'effetto degli incendi e del calore sugli elementi strutturali in acciaio impone estrema cautela ai vigili del fuoco... A meno che gli elementi strutturali in acciaio vengano raffreddati con getti d'acqua di grande portata, il calore degli incendi può causare rapidamente la perdita di resistenza dell'acciaio e contribuire al collasso dell'edificio.

Tutto questo, si noti, è scritto nel 1997, quindi in tempi certamente non sospetti.

Il Crystal Palace di Londra


C'è poi un esempio storico che è talmente celebre, soprattutto nella cultura anglosassone, che rende difficile invocare la semplice dimenticanza da parte di Griffin e soci e suggerisce la volontà di nascondere i fatti proprio da parte di coloro che affermano di voler rivelare una presunta verità che i cospiratori tengono nascosta. Considerato che Griffin è, come si diceva, un teologo, è proprio il caso di chiedersi da che pulpito venga la predica.

L'esempio in questione è il Crystal Palace, costruito a Londra per ospitare la Great Exhibition, l'esposizione mondiale del 1851 che doveva dimostrare la grandeur dell'impero britannico. La sua struttura in ferro e vetro era lunga 560 metri e alta 33. La struttura era così grandiosa e ardita per l'epoca che il suo creatore, Joseph Paxton, fu nominato baronetto dalla regina Vittoria. L'edificio fu adibito a vari scopi negli anni successivi e fu addirittura smontato e rimontato in un'altra zona della capitale britannica.

Il 30 novembre 1936, un incendio consumò in poche ore e fece crollare questo simbolo di un ex impero. Churchill disse che il disastro rappresentava "la fine di un'era".

Il Crystal Palace distrutto da un incendio nel 1936. Fonte: Wikipedia.


Altri esempi


Anche strutture in acciaio meno sollecitate di quelle di un grattacielo crollano se incendiate.
  • Nel 1993, una fabbrica di giocattoli della Kader Industrial in Tailandia, un edificio di quattro piani con struttura interamente in acciaio, prese fuoco e crollò in venti minuti, causando 188 morti e 469 feriti (fonte; fonte).
  • Nel 2005, la piattaforma petrolifera Mumbai High North, una struttura alta sette piani, interamente in acciaio, situata al largo delle coste indiane, prese fuoco dopo una collisione con una nave. Fu completamente distrutta in meno di due ore, causando la morte di dieci persone (fonte; fonte).
  • Nel 2006, una cartiera presso Malvern, Worcestershire, nel Regno Unito, subì un incendio che la fece crollare completamente. I pompieri riferirono che il calore intenso aveva causato il cedimento delle travi d'acciaio del tetto (fonte).
Questi sono collassi completi di edifici bassi e meno esasperati; ma anche vari grattacieli hanno subito incendi tali da farne temere il collasso, evitato solo grazie all'intervento assiduo dei vigili del fuoco.

A proposito dell'incendio dell'One Meridian Plaza di Philadelphia nel 1991, esempio spesso citato impropriamente dai complottisti (come descritto in questo articolo), la FEMA ha alcune considerazioni interessanti: lungi dal resistere disinvoltamente all'incendio prolungato come sottolineano i complottisti, l'edificio di 38 piani avente struttura in acciaio fu talmente lesionato che le autorità ne temettero il collasso strutturale.

Nel 1992, l'esplosione e l'incendio prodotti da una fuga di gas in un edificio di 12 piani a New York causarono il collasso parziale della struttura in acciaio e si temette il crollo completo dell'edificio, secondo questo rapporto FEMA.

Mai successo?


Certo si tratta di edifici più modesti rispetto alle Torri Gemelle, ma praticamente qualsiasi edificio è più modesto di quei giganti. Sono comunque strutture di dimensioni assolutamente ragguardevoli, più che sufficienti a dimostrare che il rischio di cedimento di una struttura interamente in acciaio in caso d'incendio è forse poco noto ai teologi come Griffin, ma ben noto agli addetti ai lavori, che per colpa di questo rischio "mai avvenuto" vedono spesso morire i colleghi: è proprio per questo che vengono adottati rivestimenti ignifughi su tutti gli elementi strutturali in acciaio.

I Vigili del Fuoco volontari italiani parlano* molto chiaro (le evidenziazioni sono mie):

"L'acciaio è un buon conduttore di calore e con il riscaldamento subisce dilatazioni e deformazioni, che oltre 300 - 350°C riducono gradualmente la resistenza alla rottura, per temperature oltre i 500 - 550°C la resistenza della struttura si riduce ad un valore inferiore a quello ammissibile, con conseguente crollo della struttura in acciaio.

Il crollo può avvenire anche quando la struttura in acciaio viene attaccata dal fuoco non completamente, ma solo in una limitata zona quale una trave o un pilastro; è necessario anche valutare, ai fini della stabilità dell'edificio, i fenomeni di allungamento della struttura legati alle temperature.

Il tempo occorrente per raggiungere la temperatura di 550°C dipende da vari fattori, ma soprattutto dalla superficie e dalla massa della struttura in acciaio investita dal fuoco; il tempo è infatti proporzionale al rapporto tra il peso della struttura e la superficie esposta al fuoco.

Quando sia necessario garantire determinati livelli di resistenza al fuoco le strutture in acciaio devono essere protette con rivestimenti isolanti di tipo, per esempio, intumescente e la protezione deve essere estesa a tutto la superficie della struttura, in quanto un difetto locale di protezione è sufficiente per consentire il riscaldamento di tutta la struttura e quindi provocarne il cedimento."


*(2008/09/04) Il link non è più attivo e il testo non risulta disponibile online altrove.

Ma l'ha detto anche la FEMA!


Alcuni sostenitori delle ipotesi alternative potrebbero essere tentati di obiettare che è proprio il rapporto FEMA sugli attentati dell'11/9 che afferma che gli edifici in acciaio non crollano a causa degli incendi. Vale la pena, allora, di ricordare cosa dice in realtà la FEMA in proposito nel Capitolo 5, parlando dell'Edificio 7:

"Prior to September 11, 2001, there was little, if any, record of fire-induced collapse of large fire-protected steel buildings."

Traduco:

"Prima dell'11 settembre 2001, i casi registrati di collassi indotti da incendi di grandi edifici in acciaio con protezione ignifuga erano pochi o nulli."

"Pochi o nulli"; non "mai avvenuti". Va notata inoltre la precisazione "con protezione ignifuga". Nei casi citati, infatti, la protezione era assente o era stata asportata da danni meccanici. La stessa modalità di asportazione che si è verificata nelle Torri Gemelle a seguito dell'impatto degli aerei.

2007/03/16

Facciamo il punto sulla termite

di mother

Facciamo il punto della questione. Mi baso su alcuni commenti emersi qui. Evito di riportare i commenti che potete leggere nel post indicato.

Riassumendo:
  1. La termite è un composto che impiega un certo tempo finito di reazione, diversamente dagli esplosivi, la cui azione è istantanea. La creazione di un meccanismo di crollo con termite implica quindi una precisione notevole affinché vi sia una progressione di attivazioni. Questo è difficilmente ottenibile.
    Thermite-based cutting devices which employ a cutting flame produce virtually no extended shock wave and generate relatively little over pressure. Thermite-based cutting devices do not present the same health and safety hazards which are attendant upon explosive shape charge cutting devices. (fonte: brevetto US6183569).
  2. Il taglio della termite è in primo luogo un taglio indiretto: la reazione avviene fra ossido ferrico e alluminio con produzione di elevatissime temperature; mentre il taglio diretto consisterebbe fra il ferro della struttura metallica ed un agente esterno in modo da formare un materiale diverso con insufficienti (o nulle) capacità meccaniche.

    Un esempio di taglio diretto è quello che si fa con la fiamma ossidrica: dopo un innesco con idrogeno (o acetilene) una volta iniziata la fusione del ferro, il resto del taglio avviene aumentando notevolmente l'ossigeno (in gergo "la spinta"): in queste condizioni il ferro brucia e questo comporta che il taglio avviene solo in parte per fusione. La quantità di metallo che cola è minima ed il taglio è netto.

    Nel caso di taglio indiretto, invece, riscaldando il materiale, questo arriva a stati di coesione tali per cui non riesce a resistere nemmeno al proprio peso (passaggio da solido a plastico o anche liquido), quindi il materiale riscaldato dalla forte reazione esotermica si stacca per gravità dal resto della massa, provocando buchi o "tagli" estremamente irregolari e poco netti.

    Nel caso delle colonne, il meccanismo a gravità è inapplicabile, poiché le colonne secondo l'idea complottista dovevano essere tagliate in orizzontale. Ne deriva l'idea di tagli inclinati a 45°. Un taglio inclinato a 45°, però, non è garanzia che la termite agisca orizzontalmente, a meno che non si pensi che l'inclinazione applicata esteriormente alle colonne non faccia penetrare all'interno della colonna la reazione (cosa poco probabile anche per la sola base dell'angolo da un lato della colonna).

    Ciò implica inoltre che, vista la temperatura sviluppata dalla termite (più di 2000°C), vi sia un sistema, capace di resistere a temperature così elevate, tale da applicare la termite in orizzontale costantemente (o permetta al composto di scorrere a 45°). Le dimensioni dell'insieme devono quindi essere pari a quelle della sezione di colonna alla quale deve essere applicato il sistema, più quelle del serbatoio che contiene il composto prima dell'innesco della reazione.

    Tuttavia esistono anche moltissime foto e video che mostrano come operai bonificatori di Ground Zero si siano messi all'opera tagliando a 45° le colonne per rendere i detriti sollevabili con una gru e trasportabili con un camion (restrizioni in dimensione: 4m x 12m; restrizioni in peso: max 32 tonnellate).


    Inoltre, come già detto, la termite non crea tagli netti del materiale, ma irregolari, anche se il contenitore che la applica al supporto ha una forma ben definita.
  3. Come visibile da vari video, la termite richiede stechiometricamente molto composto per mantenere per un tempo sufficiente la reazione esotermica e così fondere i metalli sopra cui si trova. Spesso viene mostrato un intero secchiello per fondere la sola lamiera di una macchina dello spessore di pochi millimetri.

    Quindi, fatte le debite proporzioni, per il WTC si sarebbe dovuta usare una notevole quantità di composto (sia per ogni colonna, sia per l'elevato numero di colonne, sia per l'elevato numero di piani), la cui collocazione sarebbe stata ancora più difficoltosa, visto che la struttura portante era integrata con la struttura minuta.

    Inoltre le persone entrate negli edifici quei giorni si sarebbero trovate di fronte a scene di denudamento delle colonne nonché a vasti serbatoi di composto pronto all'uso. Di questo aspetto si discute nel post relativo al video di Monika Bravo.
  4. La termite produce una grande quantità di luce, che non è visibile nei video del momento del crollo.
  5. Si confonde spesso l'effetto detonante dell'esplosivo con i semplici zampilli di materiale fuso. La necessità di inserire lo zolfo, considerata da Steven Jones, deriva dall'osservazione delle analisi FEMA su campioni di struttura metallica che presentano una notevole quantità di zolfo (in realtà nessuno ha mai dimostrato video in cui la supertermite o termate esplode).

    La termite è stata applicata come bomba nella seconda guerra mondiale alla pari delle bombe incendiarie, ma con risultati nettamente inferiori al Napalm. Bisogna inoltre considerare che le indagini del FEMA sono state eseguite su un lungo campione di colonna, ma identificavano una situazione diffusa su tutto l'elemento. Diversamente la teoria di Steven Jones avrebbe localizzato la termite in un unico punto della colonna, come prima mostrato.
  6. Il video che mostra materiale incandescente che cola da una finestra è esemplificativo dei metodi complottisti. Il video mostra infatti metallo fuso, mescolato a molti composti fusi nell'incendio, colare dal centro della finestra (in una zona in cui si erano addensati sia i resti dell'aereo che materiali contenuti negli uffici travolti dall'impatto del Boeing). Ma la colata fuoriesce dal centro, non dalla colonna, mentre l'applicazione per tagliare la colonna avrebbe dovuto essere orizzontale e non verticale.

    Inoltre della termite che cola da una finestra non è un buon mezzo per applicare a una colonna il materiale incandescente in orizzontale, come già accennato. Oltre a ciò, un fatto singolo, centrato su una finestra, non spiega come sia stato possibile che anche gli altri 4 lati di circa 60 metri ciascuno con centinaia di colonne siano venuti a cedere.
  7. Il meccanismo di applicazione della termite nella zona di impatto dell'aereo è miracolosamente rimasto illeso... e non si è azionato per almeno 45 minuti.
  8. Vengono prese in considerazione le analisi FEMA. Il FEMA viene attaccato duramente e considerato facente parte del complotto, tranne quando si deve considerare materiale fornito dalla stessa FEMA per attaccare i rapporti creduti filocomplottisti (cioè anche lo stesso rapporto FEMA). Purtroppo, nell'idea comune dietrologica, l'agente CIA medio viene considerato come un genio quando deve ideare un mega-attentato e subito dopo un completo stupido che presenta lui stesso le prove del complotto.

  9. Una comparazione del colore delle emissioni durante i crolli con le emissioni della termite farebbe pensare che quelli prodotti siano fumi di ossido di alluminio. Tale sistema di analisi è incredibilmente incerto: basti pensare che la comparazione delle nuvole con i fumi prodotti dalla reazione termitica farebbe supporre che esse siano create da reazioni chimiche piuttosto che da un ciclo fisico naturale.

    Inoltre bisogna notare che ipotizzando una reazione fortemente esotermica come quella termitica e ricca di alluminio, appare alquanto strano che nelle analisi FEMA non vi sia la minima presenza di tracce di alluminio inglobato. Il report FEMA è reperibile qui.

    Se poi andiamo a vedere il campione possiamo vedere la presenza della corrosione da zolfo all'interno della colonna, cosa alquanto improbabile con una reazione che tendenzialmente distrugge l'elemento strutturale. La corrosione, poi, è estesa a tutto l'elemento strutturale, mentre la termite agisce in un punto od al massimo in una sezione. Il manganese invece è un microlegante spesso aggiunto di base all'acciaio, quando è ancora ghisa nella siviera, per ridurre determinati parametri chimici di composti in soluzione che potrebbero portare a formazione di carburi dannosi o infragilimento a caldo.

  10. Veniamo quindi a Steven Jones. Come già detto in questo articolo Le chicche di Steven Jones (e, volendo, anche nel post Commenti a video di Steven Jones), tre sono principalmente gli argomenti in cui Steven Jones a mio parere dà il peggio di sé nella sua visione dietrologica del 911: l'uso di immagini false riguardo il molten metal, l'uso di immagini false riguardo al metallo solidificato, una descrizione erronea del crollo naturale di un edificio.

    Riguardo al primo argomento, affiancare alla foto di Silecchia (ancora da verificare appieno) foto tratte da video quasi sconosciuti, in cui si vede palesemente che l'illuminazione è data da torce elettriche che proiettano luce sui detriti o da fuochi che bruciano la carta, facendoli passare per pozze di metallo fuso sulle quali i pompieri allungano le mani senza scottarsi, è cosa assai disonesta.

    "Coloro che sposano affermazioni deboli o non verificabili dovrebbero rendersi conto che stanno forse arrecando danno alla lotta per ottenere una discussione razionale delle questioni importanti, perché avvelenano questo processo con 'scienza spazzatura'": frase certo pronunciata da Jones in un'altra occasione, ma del tutto papabile qui, che ispira due considerazioni:

    a) per quale motivo utilizzare foto false, se si sbandiera ai quattro venti la vastità di materiale dimostrante la presenza di molten metal?

    b) Per quale motivo il metallo fuso non è colato, ma è rimasto in superficie?

    c) Per quale ragione le persone si sono avvicinate così tanto a materiale incandescente o riunite intorno a pozze di metallo fuso, considerato che a 1500°C la radiazione termica è tale per cui si ricevono scottature anche a 1-2 metri di distanza?

    In realtà è più sensato che laddove un cane individua un corpo si concentrino la luce, fotografata in sovraesposizione notturna, e i soccorritori (non a caso, foto di Silecchia a parte, non esistono immagini diurne delle pozze di metallo fuso) come documentato dal video.

    Per il secondo argomento, molti siti complottisti hanno descritto i "meteoriti" (mostrati in fondo a questo articolo) o blocchi di cemento solidificato, con barre contorte e materiale minuto (carta, scarpe, libri, plastica, ecc...). Purtroppo quasi mai nessuno ha scritto articoli a riguardo (escluse testate giornalistiche, il primo anno dopo gli attentati, descrivendo il museo costruito dalla Port Authority), come non vi è stata una diffusione dell'argomento in Internet nei forum o siti complottisti. Così nessuno accenna mai alla provenienza di tali materiali e nessuno ricorda che è la stessa Port Authority ad aver pagato decine di milioni di dollari per conservare questi detriti nell'Hangar 17 del Kennedy International Airport di New York.

    Il primo accenno ai "meteoriti" nelle teorie complottiste fu nella presentazione di Steven Jones, quella rimossa dall'università della BYU, con tanto di pagina dedicata alle prove fisiche dei blocchi di metallo fuso, con forme identiche ma colori completamente alterati per sostenere la teoria del metallo fuso (in fondo a questo articolo vi sono le immagini affiancate del medesimo "meteorite").

    Infine vi è la descrizione del crollo degli edifici in cui si sparano letteralmente a caso, con associazioni improbabili, considerazioni riguardanti le motivazioni del crollo di un edificio colpito da un sisma, ignorando completamente sia il progetto strutturale che argomentazioni di scienza e tecnica delle costruzioni inerenti i meccanismi di labilità.
  11. Anche per la termite valgono alcune delle considerazioni sviluppate in questo articolo, in cui un esperto di demolizioni che, a quanto pare, non usa la termite ma gli esplosivi, nutre forti dubbi che si sia preparato un impianto di demolizione progressiva di un edificio di un centinaio di piani in un tempo inferiore ad un anno.

    L'esperto, Danny Jowenko, nell'intervista completa (ribadisco completa, poiché ne esistono su Youtube svariate versioni tagliate), passa inoltre a smentire la possibilità che l'esplosivo sopravviva a temperature superiori a 300°C quando analizza il crollo del WTC1 e 2, mentre crede sia una demolizione controllata quando si parla di WTC7.

    Tuttavia, quando l'intervistatore gli fa notare che il fumo proviene dall'edificio, rimane allibito e ripete "strano", proprio a fronte di quanto detto prima sugli esplosivi. Il motivo per cui nel web il documentario debunker della Zembla-tv, con l'intervista a Jowenko e ad altri studiosi di demolizioni controllate (anche questi cestinati sovente), è tagliato, spesso scartando la prima parte dell'intervista a Jowenko, risiede proprio nella natura delle affermazioni di Danny Jowenko riguardo l'impossibilità che esplosivi resistano a temperature elevate.

    Tuttavia bisogna considerare anche che a Jowenko non erano stati mostrati il video di Steve Spak, quello della CNN, le testimonianze dei pompieri che parlano di cedimenti e di squarcio sulla facciata sud, e le considerazioni sul monumento Bent Propeller, distrutto quando il WTC7 era ancora in piedi con foto che mostrano anche i detriti accumulati alla base dell'edificio (link1 link2 link3).
Riporto qualche altra immagine che può risultare utile.

Uno vicino all'altro, a destra il "blocco di metallo fuso" di Steven Jones, preso direttamente nella sua presentazione, e a sinistra il "meteorite" di barre, lamiera grecata e residui di calcestruzzo presente nell'Hangar 17 del New Kennedy International Airport di New York, conservati dalla Port Authority (uno di quei soggetti che vengono sempre accusati di essersi disfatta delle prove il prima possibile).

Si può notare anche la linea di frattura a metà altezza del meteorite, che rende l'agglomerato poco similare ad un blocco di metallo fuso solidificato.

Curiosamente, Steven Jones non se ne avvede, aggiungendo al dubbio sull'alterazione dei colori (che può essere stato compiuto da lui in persona o da chi gli ha fornito il materiale) un'analisi superficiale che non considera il materiale che porta come prova.

A sinistra vi è la foto utilizzata da Steven Jones nella sua presentazione per descrivere pozze di acciaio fuso; a destra vi è una foto similare che mostra i fuochi che sono sorti dopo il crollo degli edifici per la carta presente in strada. Non sono lo stesso scatto, ma rendono bene l'idea della falsificazione.





Bonificatori al lavoro per ridurre le dimensioni dei detriti da trasportare.

Aggiornamento (16 marzo 2007): l'articolo è stato aggiornato in qualche punto con delle migliori spiegazioni. Un ringraziamento a Mastrociliegia per i consigli.

Un altro aggiornamento mi porta a mostrare questa immagine appena trovata:


Come si può vedere dall'immagine, i cui colori appaiono diversi rispetto a quelli utilizzati genericamente negli articoli di complottismo-disinformazione, viene inquadrata da vicino la famosa "pozza di acciaio fuso" sulla quale i pompieri si affacciano disinvoltamente.

Questa foto differisce dalle altre anche per la sua inquadratura, non più ristretta ai soli pompieri affacciati, come genericamente visibile nel siti dietrologici. Appare così un raggio sulla sinistra, dello stesso colore della luce emessa dal centro della foto.
Si capisce quindi perché la foto viene tagliata ai bordi: per sostenere le teorie dietrologiche.


Riporto per confronto la foto usata da Jones e dai vari altri complottisti dietrologi. Si può notare come sia tagliata ai bordi.

2007/03/15

11 settembre: ora parlano gli organizzatori. Quelli veri

di John www.crono911.org

L'integrazione in fondo all'articolo è stata aggiunta dopo la pubblicazione iniziale.

Già un anno fa il documento Crono911, in una sezione di approfondimento denominata “Niente Processi”, affrontava la questione dei vari organizzatori e fiancheggiatori degli attentati dell'11 settembre 2001, che erano stati catturati o arrestati dalle forze armate americane e dai vari servizi di intelligence, nel mondo, offrendo ai lettori una sintesi mai realizzata in precedenza, specialmente in Italia.

Già allora erano disponibili le prime dichiarazioni rilasciate da Khalid Sheikh Mohamed (KSM), l'uomo che ha coordinato tutta l'organizzazione degli attentati dell'11 settembre, confluite nel processo Moussaoui, che costituivano una piena ammissione di responsabilità.

Oggi Khalid Sheikh Mohamed affronta il tribunale speciale militare allestito a Guantanamo, che processerà anche altri terroristi che contribuirono al sanguinoso progetto.

In proposito, segnaliamo l'articolo di Paolo Attivissimo nel quale sono indicati i link per leggere le prime trascrizioni delle dichiarazioni rese da KSM, nonché l'articolo pubblicato su La Repubblica.

KSM è stato l'organizzatore e la mente degli attentati, ma molte altre pedine chiave sono finite nelle mani della giustizia militare, come Ramzi Binalshibh, l'uomo che ha fatto da tramite fra Atta (leader operativo dei dirottatori) e Osama Bin Laden (che decretò l'avvio dell'intero progetto), e come Al Libi, responsabile del campo di Al Qaeda in Afghanistan in cui si addestrarono i dirottatori.

Queste confessioni vanno a formare un quadro perfettamente coerente con quanto già dichiarato dal mancato dirottatore Moussaoui in un regolare processo penale pubblico e con le rivendicazioni fatte da Osama Bin Laden, nonché con i numerosi video che confermano la piena responsabilità di Al Qaeda.

Un quadro che conferma pienamente la “versione ufficiale” dei fatti e smentisce a monte tutte le teorie alternative proposte dai cospirazionisti.

E così, mentre qualcuno continua, ormai pateticamente, a lustrare le lenti di ingrandimento per studiare gli sbuffi di fumo e la larghezza dei buchi sui muri, e mentre qualcun altro sottopone ad esame neutronico i fotogrammi dei video del Pentagono, nel mondo reale si sta scrivendo l'ultimo capitolo della vera storia degli attentati dell'11 settembre 2001.

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Ad integrazione dell'articolo, è opportuno aggiungere che lo stato di detenzione speciale di KSM e soci non è una buona scusa per affermare che le loro ammissioni siano false o sospette: nell'aprile del 2002, quando KSM era ancora libero, fu raggiunto e intervistato da Yosri Fouda, capo reporter di Al Jazeera e rivelò di essere stato l'organizzatore degli attentati dell'11 settembre.

Il tutto è riportato nel libro di Yosri Fouda e Nick Fielding (reporter di Sunday Times) "Le menti criminali del terrorismo, la verità nascosta dietro l'attentato più devastante che il mondo abbia mai vissuto", pubblicato in Italia dalla Newton & Compton.

Segnaliamo, per chi non disponesse del libro, alcuni articoli web:

Khalid Sheikh Mohammed rivendica l'11/9 in tribunale, ma l'aveva già fatto da libero

di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Khalid Sheikh Mohammed, da tempo detenuto dalle autorità statunitensi con l'accusa di essere l'organizzatore materiale degli attentati dell'11 settembre 2001, ha ammesso formalmente le proprie colpe, dichiarandosi "responsabile dell'operazione 11/9 dalla A alla Z" e confermando quanto già rivendicato mentre era in libertà.

La trascrizione integrale delle sue dichiarazioni, nelle quali si assume anche la responsabilità totale o parziale di una lunga serie di altri attentati, è disponibile qui (PDF).

Aggiornamento: Secondo la BBC, Khalid Sheikh Mohammed, in una versione meno censurata della trascrizione, ha inoltre dichiarato di essere l'esecutore materiale della decapitazione del giornalista americano Daniel Pearl in Pakistan nel 2002. Le parole attribuitegli sono (traducendo dall'inglese) "Ho decapitato con la mia mano destra benedetta la testa dell'ebreo americano Daniel Pearl". KSM ha inoltre dichiarato, secondo la trascrizione, che "per coloro che vorrebbero confermare, su Internet ci sono immagini di me con la testa in mano". Queste dichiarazioni non sono presenti nella prima versione rilasciata della trascrizione: sono state omesse temporaneamente, sempre secondo la BBC, per dare il tempo di informare i familiari di Pearl. La versione meno censurata della trascrizione è disponibile presso Findlaw.com.

Sono state rilasciate anche le trascrizioni degli atti riguardanti altri due detenuti che il governo statunitense definisce "di alto valore": Abu Faraj al-Libi (link PDF), accusato di essere stato supervisore di un campo di addestramento e di altre attività di Al Qaeda in Afghanistan, e Ramzi Bin al-Shibh (link PDF), accusato di avere legami stretti con i dirottatori e di aver fornito loro assistenza e supporto logistico, candidandosi anche (senza successo) come potenziale dirottatore. Le trascrizioni elencano le prove non segretate a supporto delle accuse.

La notizia è comunicata da CNN qui e dal Los Angeles Times qui.

Per chi ha studiato i dati già disponibili, l'ammissione di Khalid Sheikh Mohammed non aggiunge granché: KSM aveva già vantato il proprio ruolo negli attentati quando era ancora libertà, ad aprile del 2002 (come documentato qui), nelle interviste raccolte dai giornalisti Yosri Fouda e Nick Fielding. Ma è un nuovo elemento che i sostenitori delle ipotesi alternative dovranno spiegare. Sarà illuminante, per chi osserva il modus operandi della mentalità complottista, vedere quale spiegazione adotteranno.

In termini di ipotesi di complotto, inoltre, è interessante notare che l'autenticità della confessione è in realtà irrilevante: vera, falsa o estorta che sia, costituisce un altro documento "difficoltante", ossia un elemento che aumenta la difficoltà di realizzazione della cospirazione teorizzata dai sostenitori delle ipotesi alternative.

Gli ipotetici cospiratori, infatti, avrebbero dovuto fabbricare anche questa confessione in modo assolutamente coerente con il resto dell'impianto probatorio, senza mai cadere in contraddizione: e la confessione di KSM è molto ricca di dettagli, come lo è la lista di prove presentate nel medesimo documento.

Inoltre sarebbe stato necessario affidarne la realizzazione a una o più persone, che costituirebbero un ulteriore allargamento del numero dei cospiratori, allontanandosi quindi dalle teorie che sostengono che sarebbe bastato un pugno di persone per ordire la grande messinscena dell'11 settembre.

2007/03/13

Giulietto Chiesa: Rumsfeld ha ammesso, missile sul Pentagono

di Paolo Attivissimo. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Nella puntata di Matrix del 24 maggio 2006, Giulietto Chiesa ha affermato che Donald Rumsfeld ha ammesso l'utilizzo di un missile contro il Pentagono nell'attentato dell'11 settembre 2001.

La trascrizione integrale della puntata, a cura di Zeus Blue, è disponibile qui. Ecco cosa dice esattamente Chiesa:

...il Ministro della Difesa, Donald Rumsfeld, pochi minuti dopo l'impatto -- ci sono tutte le agenzie che lo dimostrano e sono s... mostrate in quel film, e in molti altri filmati -- dichiarò: "Hanno lanciato contro di noi aerei e missili." L'ha detto lui [sottolinea]. Poi questa versione è stata cancellata, ma nella prima versione lui ha detto: "aerei e missili".

In realtà la dichiarazione di Rumsfeld alla quale presumibilmente si riferisce Chiesa è piuttosto diversa, ed è questa, datata 12 ottobre 2001:

"Here we're talking about plastic knives and using an American Airlines flight filed with our citizens, and the missile to damage this building and similar (inaudible) that damaged the World Trade Center."

Traduco:

"Qui stiamo parlando di coltelli di plastica e di usare un volo American Airlines pieno di nostri cittadini, e il missile per danneggiare questo edificio e simile/i [incomprensibile] che ha/hanno danneggiato il World Trade Center."

La frase non è stata affatto "cancellata" come asserisce Chiesa, ma è tuttora tranquillamente presente sul sito del Dipartimento della Difesa qui ed è citata esattamente in questa forma da molti siti complottisti e da alcune delle tante edizioni del film Loose Change. Nessuna cancellazione o alterazione, quindi, se non quelle fatte da Chiesa nel citare erroneamente la frase: non "hanno lanciato contro di noi aerei e missili", ma "il missile per danneggiare questo edificio".

Al lettore attento può sembrare abbastanza curioso che sia proprio il Dipartimento della Difesa statunitense ad ospitare questa schiacciante ammissione del complotto, fatta addirittura da Rumsfeld in persona. Se davvero si è trattato di una confessione, magari dovuta a un lapsus, che cosa ci fa ancora lì in bella mostra? Non sarebbe meglio farla sparire con discrezione?

Un altro dubbio che può sorgere di fronte alla teoria sposata da Giulietto Chiesa è che nessuno dei giornalisti presenti (le parole vengono da un'intervista a Parade Magazine) ha sollevato obiezioni. Nessuno ha detto "COSA?? Scusi, signor Rumsfeld, che cosa ha detto? Un missile ha colpito il Pentagono?"

L'ipotesi complottista richiede insomma al lettore di accettare che Rumsfeld, colui che i sostenitori dell'inside job indicano come uno dei geni del male a capo della cospirazione più sofisticata della storia, zeppa di aerei che scompaiono e ricompaiono, arabi inventati, grattacieli demoliti facendo finta che siano stati colpiti da Boeing 767, rottami d'aereo disseminati dagli agenti a tempo di record sul prato del Pentagono sotto gli occhi dei passanti, aerei apparentemente schiantati ma in realtà abbattuti e chi più ne ha più ne metta, sia un imbecille che non sa tenere la bocca chiusa e mandi a ramengo tutto quest'ambaradan lasciandosi scappare il lapsus più disastroso di tutti i tempi, rivelando davanti ai giornalisti che il Pentagono è stato in realtà colpito da un missile.

A qualcuno potrebbe sorgere il dubbio che la spiegazione complottista di Giulietto Chiesa sia leggermente ardita, al punto di sconfinare nel demenziale, e che magari ci sia una ragione un po' meno arzigogolata per le parole di Rumsfeld.

Il già citato lettore attento avrà notato che la citazione esatta di Rumsfeld contiene la parola "inaudible", ossia "incomprensibile", tipica delle trascrizioni: infatti la frase di Rumsfeld proviene da una trascrizione del Dipartimento della Difesa di un'intervista rilasciata da Rumsfeld a Parade Magazine. La parola "incomprensibile" testimonia che il trascrittore ha avuto difficoltà a capire cosa ha detto Rumsfeld. E' possibile, per amor d'ipotesi, che abbia frainteso qualche altra parola? Del resto, quel "filed" al posto di "filled" rivela una certa propensione all'errore da parte del trascrittore.

Supponiamo, sempre per amor d'ipotesi, che abbia frainteso "and the" al posto di "as a": suoni effettivamente molto simili. E' interessante notare che il senso della frase cambia completamente e diventa assai più logico:

"Here we're talking about plastic knives and using an American Airlines flight filled with our citizens as a missile to damage this building and similar (inaudible) that damaged the World Trade Center."

Traducendo:

"Qui stiamo parlando di coltelli di plastica e di usare un volo American Airlines pieno di nostri cittadini come un missile per danneggiare questo edificio e simile/i [incomprensibile] che ha/hanno danneggiato il World Trade Center."

Le alternative sono piuttosto chiare, insomma. Da un lato abbiamo un lapsus da Guinness dei Primati, con disinvolta confessione in diretta dell'autoattentato da parte del capo cospiratore più imbranato del secolo; dall'altro abbiamo un semplice refuso di trascrizione. Ognuno può valutare quale delle due ipotesi sia la più plausibile.

Aggiornamento: Il 13/3/2007 ho telefonato al Department of Defense Press Office al Pentagono e ho chiesto se era ancora disponibile la registrazione originale, che avrebbe tagliato la testa al toro. L'ufficio stampa ha risposto che trattandosi di una registrazione finalizzata soltanto alla successiva trascrizione, è stata cancellata dopo essere stata trascritta. Occorre tenere presente che non si trattava di una conferenza stampa, ma di un'intervista privata esclusivamente riservata alla rivista Parade Magazine.

Episodi come questo fanno parte della Sindrome della Confessione Disinvolta e del Cospiratore Pasticcione: secondo le interpretazioni complottiste, i cospiratori sarebbero così imbranati da rivelare il loro diabolico piano ogni volta che aprono bocca e lasciare tracce dappertutto. Tracce che soltanto i complottisti rilevano. Larry Silverstein con il suo "pull it"; George Bush con il suo "ho visto il primo aereo in TV"; Rumsfeld con il suo "missile"; i nomi arabi "dimenticati" nelle liste dei passeggeri; il buco troppo piccolo al Pentagono; il cratere troppo striminzito a Shanksville; il "pod" appeso in bella vista sotto il secondo aereo a WTC; i rottami insufficienti al Pentagono; e tanti altri presunti lapsus.

In altre parole, a sentire le spiegazioni di coloro che si autoproclamano "ricercatori della verità", l'attentato dell'11 settembre sarebbe stato architettato ed eseguito non da elementi diabolicamente deviati del governo USA e dalle potenti risorse della CIA, ma da Stanlio e Ollio. Questo, al di là di tutte le disquisizioni tecniche, dovrebbe far riflettere sulla plausibilità delle principali teorie alternative.

Aggiornamento: Stando a quanto dichiarato dal sito complottista Oilempire.us, la rivista Parade Magazine è tornata sull'argomento nell'edizione del 4 settembre 2004, chiarendo che si era trattato di un semplice errore di trascrizione.

2007/03/10

William Rodriguez e l'esplosione nei piani sotterranei

di Paolo Attivissimo

La recente puntata di Matrix ha presentato una delle testimonianze cardine di molte ipotesi alternative: quella di William Rodriguez, custode al World Trade Center (ritratto qui accanto a George W. Bush), che afferma di aver udito delle esplosioni nei piani sotterranei della Torre Nord poco prima dell'impatto dell'aereo contro la torre. Questa testimonianza viene interpretata come prova della presenza di esplosivi atti a demolire le Torri Gemelle, con tutto quello che ne discende.

Le parole di Rodriguez sono citate per esempio da Giulietto Chiesa, nella prefazione al libro "11 settembre, Bush ha mentito - Il documentato atto d'accusa del guardiano delle Twin Towers" di Philip J. Berg & William Rodriguez (Editori Riuniti):

Egli [Rodriguez] racconta che alle 8:46 lui e un supervisore che lo accompagnava sentirono una potentissima esplosione "ai piani di sotto a quello in cui ci trovavamo, tra il B2 e il B3". L'esplosione fu così potente che "l'edificio tremò, le pareti si creparono e il controsoffitto crollò". La prima cosa che Rodriguez pensa è che è saltato un generatore di corrente. Ma "alcuni secondi dopo" (si noti questo dettaglio cruciale) "si sentì un enorme colpo nella parte alta dell'edificio, che cominciò a tremare così forte che tutte le 40 persone che erano con me cominciarono a gridare tutte assieme, in una confusione totale".

Anche Luogocomune.net di Massimo Mazzucco cita e traduce una dichiarazione analoga di Rodriguez, fatta in video durante l'American Scholars Symposium a Los Angeles il 25 giugno 2006. La riporto qui sotto con un paio di lievi correzioni grammaticali:

Mi trovavo nei sotterranei, l'edificio aveva 6 livelli di sotterranei: B1, B2, B3, fino ad arrivare a B6... il nostro ufficio era al livello B1. Stavo parlando con un supervisore alle 8:46 e all'improvviso abbiamo sentito "BOOM!" Un'esplosione così potente che ci ha sbalzati in alto. In alto! Io lavoravo da 20 anni nell'edificio, tenetelo a mente, e quella veniva dal seminterrato tra il livello B2 ed il B3. Al momento pensai fosse la sala macchina dove ci sono tutte le pompe ed i generatori per l'edificio - pensai che forse era esploso un generatore nei sotterranei.. Ora... 20 anni nell'edificio - sai riconoscere la differenza tra qualcosa che viene dal basso e qualcosa che viene dall'alto.

In quel momento tutti iniziarono ad urlare - l'esplosione fu così potente che i muri si creparono e il soffitto ci cadde addosso. Si attivò il sistema antincendio. Quando stavo per gridare "è stato il generatore" sentimmo "BOOM" - L'impatto dell'aereo nella parte alta dell'edificio.

Due eventi distinti. Due momenti distinti.

In seguito, pensai che probabilmente non sincronizzarono bene la cosa. Che sarebbe venuto fuori dalle indagini che l'esplosione doveva indebolire la base e le fondamenta dell'edificio - ed essere sincronizzata con l'aereo nella parte alta così da cadere automaticamente - ma non successe.

La testimonianza di Rodriguez in un'intervista a Lenny Charles è citata anche da Studyof911.com. La traduco qui (l'originale è verificabile nel link fornito qui sopra):

Rodriguez: L'11 settembre, alle 8:46, ero ai piani interrati della Torre Nord... un secondo o due prima dell'impatto dell'aereo, ci fu un'enorme esplosione ai piani sottostanti da B2 a B3.

Charles: Quindi ci fu un'esplosione proveniente da sotto di te?

Rodriguez: Esatto, e fu, hai capito, un secondo o due prima dell'impatto dell'aereo.

Charles: Ma era chiaro e inequivocabile che l'esplosione avvenne prima che l'aereo colpisse la sommità dell'edificio?

Rodriguez: Oh, sì, indubbiamente, indubbiamente. Anzi, fu così forte che pensai che si trattasse di un generatore elettrico che era esploso ai piani sottostanti... stavo per dirlo quando udimmo l'impatto dell'aereo, molto distante, che proveniva dall'alto.

Le dichiarazioni iniziali di Rodriguez


La versione fornita da Rodriguez sembra essersi evoluta notevolmente rispetto alle sue affermazioni iniziali, cosi come è cambiato il suo ruolo nella tragedia. Inizialmente balzato all'attenzione dell'opinione pubblica per il suo indiscusso ruolo eroico di soccorritore (contribuì a salvare molte persone intrappolate dalle porte chiuse a chiave e per questo fu insignito del National Hero Award del Senato di Puerto Rico), è poi diventato uno dei principali testimoni del "movimento per la verità sull'11 settembre", arrivando nel 2004 ad avviare una causa civile "per complotto e strage contro George W. Bush e una parte consistente della sua Amministrazione", come riferisce Giulietto Chiesa nel già citato libro di Rodriguez.

Questa è una dichiarazione rilasciata alla CNN da Rodriguez in diretta telefonica l'11 settembre 2001 (il giorno stesso degli attentati). Le evidenziazioni sono mie:

Ero ai piani interrati, che sono i piani di servizio per la società di manutenzione, e sentiamo come un grosso rombo. Non come un impatto, ma come un rombo, come lo spostamento di mobili in modo massiccio. E all'improvviso sentiamo un altro rombo, ed entra di corsa nel nostro ufficio un uomo, e sul corpo gli manca tutta la pelle. Tutta la pelle.

I was in the basement, which is the support floor for the maintenance company, and we hear like a big rumble. Not like an impact, like a rumble, like moving furniture in a massive way. And all of sudden we hear another rumble, and a guy comes running, running into our office, and all of skin was off his body. All of the skin.

La registrazione in video è disponibile presso 911Myths.com.

La CNN intervistò Rodriguez per un articolo anche il giorno dopo gli attentati:

William Rodriguez lavorava al livello interrato della torre nord e si trovava nell'edificio quando il primo aereo lo colpì. "Udimmo un forte rombo, poi all'improvviso udimmo un altro rombo, come di qualcuno che sposta un sacco di mobili" dice Rodriguez. "Poi si aprì l'ascensore e nel nostro ufficio entrò un uomo che non aveva più la pelle".

William Rodriguez worked on the basement level of the north tower and was in the building when the first plane struck his building. "We heard a loud rumble, then all of a sudden we heard another rumble like someone moving a whole lot of furniture," Rodriguez said. "And then the elevator opened and a man came into our office and all of his skin was off."

In entrambe le interviste (il cui testo integrale, ben più lungo, è disponibile presso il sito della CNN), Rodriguez non parla mai di “esplosioni”, ma usa sempre il termine “rombo” (“rumble”), che descrive con precisione, usando due volte lo stesso paragone con il rumore dello spostamento di mobili.

Sembra strano che Rodriguez, pur sapendo di avere una notizia clamorosa come la prova di un'esplosione avvenuta prima dell'impatto, non ne faccia menzione e parli di rombi anziché esplosioni, facendo oltretutto un paragone molto preciso e reiterato. Ed è piuttosto evidente che le esplosioni da demolizione non fanno lo stesso rumore di “qualcuno che sposta un sacco di mobili”.

Inoltre Rodriguez non indica affatto le direzioni dei due suoni, così importanti nelle sue dichiarazioni successive, non specifica quale dei due abbia udito prima (quello dal basso o quello dall'alto) e non dice che sono quasi contemporanei.

La CNN intervista di nuovo Rodriguez un anno dopo, l'11 settembre 2002. E' la terza volta che ha occasione di parlare in televisione, e ancora una volta non fa alcun accenno alle esplosioni o alla loro quasi simultaneità descritta in seguito. C'è però un dettaglio interessante:

E quel giorno terribile, mentre portavo le persone fuori dall'ufficio, una di loro era completamente ustionata perché stava davanti all'ascensore montacarichi quando la palla di fuoco scese lungo la tromba del montacarichi. Lo misi a bordo di un'ambulanza.

And at that terrible day when I took people out of the office, one of them totally burned because he was standing in front of the freight elevator and the ball of fire came down the duct of the elevator itself, I put him on the ambulance.

Rodriguez conferma quindi che gli incendi scesero lungo la tromba di almeno un ascensore, come descritto dal Rapporto della Commissione 9/11 e negato da molti sostenitori delle ipotesi di complotto. Ma ancora una volta non parla di esplosioni provenienti dal di sotto “un secondo o due prima dell'impatto dell'aereo”.

Ipotesi di censura


Si potrebbe ipotizzare che la CNN (unica fonte delle tre interviste citate) abbia censurato le dichiarazioni iniziali di Rodriguez. Quest'ipotesi, tuttavia, richiederebbe la complicità della CNN, perlomeno nelle persone del fonico, del cameraman e del giornalista Aaron Brown.

Un altro motivo per cui l'ipotesi di censura risulta implausibile è che vi è una circostanza importante nella quale Rodriguez ha parlato senza alcun filtro: il testo della sua denuncia per complotto e strage contro l'Amministrazione Bush. In questa denuncia, Rodriguez afferma (a pagina 42) che le Torri Gemelle e il WTC7 furono abbattuti da una demolizione controllata. La sua testimonianza di un'esplosione nei piani interrati precedente l'impatto dell'aereo sarebbe quindi indubbiamente un tassello cruciale nell'impianto probatorio, eppure nelle 236 pagine della sua denuncia non risulta alcun accenno in proposito.

Sembra improbabile che Rodriguez non abbia osato parlarne in un documento nel quale non esita invece ad accusare di alto tradimento il presidente e il vicepresidente degli Stati Uniti.

Tentazione della ribalta


La differenza fra le dichiarazioni iniziali di Rodriguez e quelle più recenti è forse spiegabile con una considerazione psicologica: capita sovente che a furia di raccontare e riraccontare una storia drammatica, la narrazione si arricchisca (in buona fede) di dettagli assenti nella versione originale, o che si dia più peso ad alcuni dettagli che ad altri.

Occorre anche considerare le pressioni psicologiche che possono aver gravato su Rodriguez: prima di lavorare come custode al WTC, era celebre come assistente prestigiatore del popolarissimo James Randi, aiutandolo a smascherare i falsi sensitivi, e si esibì anche in proprio per la televisione portoricana (fonte). Non è facile passare dalle luci della ribalta a fare il custode, per poi trovarsi di nuovo improvvisamente proiettato all'attenzione dei media tanto da essere ospite più volte della Casa Bianca.

Il comprensibile desiderio di non tornare ancora una volta all'anonimato di un lavoro umile dopo un'esperienza traumatica come l'11 settembre (Rodriguez fu estratto dalle macerie del WTC) può averlo indotto a cedere alla tentazione di inseguire la popolarità e a sottolineare più o meno consapevolmente un aspetto della propria testimonianza che lo rendesse beniamino dei sostenitori delle teorie di complotto.

E' stata una scelta premiante, che lo ha portato a girare il mondo: ha incontrato il presidente venezuelano Hugo Chavez, membri del parlamento giapponese e l'ex primo ministro malese, è stato ospite di varie conferenze in numerosi paesi europei, e continua ad essere ricercatissimo per interviste dalle reti televisive di tutto il mondo. Sono in lavorazione un documentario della HBO e un film della Cinemar che raccontano la sua vicenda, e Rodriguez ha anche un biografo ufficiale, Greg Szymanski. (fonte)

Il doppio rombo


Queste considerazioni psicologiche possono forse spiegare la discrepanza fra le dichiarazioni originali e quelle attuali, ma non gettano luce su un aspetto fondamentale: Rodriguez ha affermato tre volte, lucidamente e senza esitazioni, di aver udito un rombo e poi un altro mentre si trovava ai piani interrati del WTC1, esattamente nel momento in cui il volo American Airlines 11 colpiva l'edificio.

Successivamente ha precisato che i due rumori (diventati in seguito “esplosioni”) si erano verificati con un divario di “uno o due secondi” e che il rumore proveniente dal basso aveva preceduto quello dall'alto. Ma ha sempre parlato di due rumori.

La spiegazione esplosiva del doppio rombo viene messa in dubbio da alcune considerazioni di ordine logico. Che senso avrebbe, in un'eventuale demolizione controllata, un'esplosione che avviene ben 102 minuti prima del crollo che dovrebbe innescare? E che senso avrebbe un'esplosione nei piani interrati, visto che il crollo delle torri è iniziato dalla sommità? A che pro indebolire con esplosivi la base dell'edificio, se su di essa si riverserà comunque una valanga di centinaia di migliaia di tonnellate di macerie?

Il doppio rombo può invece avere una spiegazione fisica piuttosto semplice: il primo rombo è l'impatto dell'aereo; il secondo è la sua esplosione, avvenuta dopo la penetrazione nell'edificio e manifestatasi all'esterno della torre. I due rumori arrivano a Rodriguez in tempi differenti a causa delle differenti velocità di propagazione del suono nell'acciaio e nell'aria.

L'impatto meccanico del velivolo, infatti, scuote violentemente l'intero edificio, tanto da essere registrato dai sismografi, generando un'oscillazione che si propaga lungo la struttura della torre alla velocità del suono nell'acciaio, che è 21.455 km/h, coprendo la distanza verticale dal punto d'impatto al piano interrato B1, dove si trova Rodriguez, in circa 0,06 secondi.


La violenza dell'oscillazione produce danni ingenti anche ai piani bassi, visibili per esempio nel film 9/11 dei fratelli Naudet (ne vedete due fotogrammi qui): vetri infranti e massicce lastre di marmo spaccate e divelte dalle pareti dell'ingresso.


Come nota Rodriguez, ai piani interrati “i muri si creparono e il soffitto ci cadde addosso”. Questa è una descrizione compatibile con una deformazione orizzontale della struttura, ma non con un'esplosione sottostante, che tenderebbe a produrre danni in direzione verticale (Rodriguez, inoltre, non menziona danni o ingobbamenti o crepe nel pavimento).

I danni osservati da Rodriguez sarebbero stati causati, quindi, non da un'esplosione, ma dall'impatto meccanico dell'aereo, propagatosi lungo l'edificio producendo un rombo simile a quello di un sisma, effettivamente paragonabile a quello di “qualcuno che sposta un sacco di mobili” (o meglio di macerie).

Fra l'impatto e la deflagrazione del carburante passa qualche frazione di secondo (il carburante deflagra soltanto dopo che l'aereo è penetrato), e il boato della palla di fuoco all'esterno dell'edificio viaggia attraverso l'aria, non attraverso la struttura (perché la palla di fuoco è appunto esterna), quindi alla velocità del suono in aria, che a 20 °C è circa 1224 km/h, pari a 342 metri al secondo.

La distanza fra Rodriguez e il punto d'impatto è di circa 300 metri, per cui si può stimare che il rumore della deflagrazione arrivi a Rodriguez con circa un secondo di ritardo, mentre il rumore dell'impatto arriva in 0,06 secondi. Sommando il tempo fra impatto e deflagrazione e quello fra l'arrivo dei rispettivi rumori si arriva a quel “secondo o due” descritti da Rodriguez. Il rumore dell'impatto arriva prima di quello della deflagrazione ed essendo diffuso ad altissima velocità in ogni direzione dalla struttura stessa dell'edificio può anche dare l'impressione di provenire dal di sotto.

William Rodriguez è quindi in buona fede, ma la sua testimonianza non dimostra la presenza di esplosioni precedenti l'impatto degli aerei. L'evoluzione delle sue parole e del suo ruolo, tuttavia, testimonia il potere di seduzione del complottismo, che conferisce celebrità e status di guru a chi lo abbraccia. Dovendo scegliere fra tornare a fare il custode ed essere osannato in giro per il mondo, ospitato dai capi di stato, è umanamente difficile dargli torto.